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Ci troviamo di fronte a un nuovo inizio per la fotografia?


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avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2018 ore 9:10

Alle volte mi pare che, oltre ad un possibile nuovo inizio, Internet dia spazio anche alla reinterpretazione di mode e tendenze che sembravano morte e sepolte già agli inizi del secolo scorso; mi pare il caso di Sergey Ivanov
www.instagram.com/sergey.ivanov.photographer/?hl=it
le cui immagini sembrano reinterpretare in postproduzione, con l'aggiunta dell'ironia e di un po' di "moderno" Fantasy, l'ottocentesca moda del ritratto "ambientato" in studio, coi fondali dipinti, le aiuole finte e le signore col parasole aperto come in una vera passaggiata nel parco.
Non so quanto possa avere senso un intero album di matrimonio con foto di quel tipo, sia pure in forma di racconto ironico; è chiaro che invece si prestano moltissimo ad essere postate e fruite in Rete, anche e soprattutto singolarmente, con una sorta di funzione "iconica" che le antenate ottocentesche forse non avevano.

avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2018 ore 9:53

Un'altra cosa nuova sono i video brevi.
Cioè probabilmente il 99,9999% degli utenti li utilizza per scambiarsi messaggi dare informazioni ecc.
Ma vedo che ci sono molti fotografi che li utilizzano in maniera "fotografica".
Specie quelli in loop di instagram...
Ad esempio sono notevolimmi quelli del fotografo Gueorgui Pinkhassov.
www.instagram.com/pinkhassov/

avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2018 ore 9:56

in effetti sono molto interessanti, sono praticamente fotografie in movimento, non lo conoscevo ma nè ho guardati alcuni e in effetti sono validi
@Daniele Ferrari si un po' l'idea richiama, ma al di la credo che quelle immagini siano studiate esclusivamente per il web non per la stampa o per un libro fotografico

avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2018 ore 10:28

Un'altra cosa che ho già citato sono le sequenze di foto.
Il fatto che instagram permetta una sequenza massima di 10 e che le foto siano visualizzate una alla volta scorrendole (scompare la prima e appare la seconda e così via), crea un tipo di fruizione che non ha un corrispettivo in nessun altro media tradizionale . Soprattutto quando il filo conduttore non è ne quello del reportage classico ma è basato proprio su questo effetto "scorrimento".
Anche qui ci sono un sacco di esempi in rete, fra cui lo stesso Shore.
Uno dei più eclettici in cui mi sono imbattuto è David Campany. Qualche volta il filrouge (che può essere si di forma che di contenuto) è così sottile che faccio anche fatica a coglierlo.. altre volte è più diretto ma sempre molto ben congegnato.
www.instagram.com/davidcampany/?hl=it


avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2018 ore 10:38

Faccio anche io un esempio per me interessante:
l fotografo Michael Premo in collaborazione con Rachel Falcone, ha creato www.sandystoryline.com dove sono state raccolte le storie delle persone che hanno subito l'Hurricane Sandy.
Questo è un esempio ma sono vari i progetti che funzionano bene dove un fotografo non racconta più un evento da solo, ma o con altri o come in questo caso fungendo quasi da direttore d'orchestra, spesso questi lavori nella documentaria e nel fotogiornalismo stanno emergendo per la completezza o il valore del lavoro complessivo e riescono ad essere così funzionali e articolati proprio grazie alla rete e alla condivisione
E' un'argomento che ha spesso trattato anche la fotografa Linda Ferrari che su questa idea aveva tentato di partire con una start up anche se poi il progetto non è stato realizzato:
www.photoskine.com/lanotifica/
Pero gestisce appunto il sito www.photoskine.com/ dove da molta importanza al rapporto web/immagine

avatarsenior
inviato il 14 Settembre 2018 ore 21:27

Opisso bella domanda!!!...Buona parte degli autori usa il web per farsi conoscere è suppongo che una perte di essi l'obbiettivo non sia solo mostrare le immagini sul web. Quelli con più esperienza secondo me sanno molto bene che il mercato per un certo tipo di fotografia funziona e rende bene se si hanno i contatti giusti...quello delle gallerie. Il web è un linguaggio a parte che cambia di volta in volta per cui chi mira ad emergere sa benissimo le immagini da postare su instagram e quelle da mettere sul sito che hanno scopi diversi. C'è da dire che ci sono anche quelli che senza usare strategie sono diventati molto popolari sul web.

Matteo non conoscevo photoskine e ti ringrazio per la segnalazione. Sicuramente tra un ritardo e l'altro dei treni avrò qualcosa di nuovo da leggere.

avatarjunior
inviato il 15 Settembre 2018 ore 0:07

Quando un mezzo di comunicazione o una forma di arte o artigianato ha una diffusione e varietà di espressione tale da renderne impossibile una sintesi storica se non a posteriori, a quel punto ogni singola opera (fotografia, nel nostro caso) ha valore solo per un numero ristretto di individui che possono esperirla. E' stato così anche in passato, anche se in modo ridotto. Molti grandi compositori sono stati riscoperti dopo decenni o secoli ( Lo stesso Bach deve a Mendelssohn la sua riscoperta ufficiale), ma prima della diffusione della Musica e degli strumenti musicali a milioni di persone, si riusciva ancora a tirare le fila di una "evoluzione" del linguaggio, magari dopo decenni. Il tutto era possibile perché comunque c'erano istituzioni più o meno accettate e consolidate che permettevano di filtrare in modo "illuminato" ciò che era eccezionale da ciò che non lo era. Molto di buono non veniva tramandato magari, ma almeno qualcosa veniva eletto a "ECCEZIONALE".
In fotografia queste istituzioni possono essere state le grandi agenzie di stampa, la comunità giornalistica, gli editori consolidati, etc.
Il numero di fotografie prodotte (e liberamente pubblicate!) sulla Terra in un giorno richiederebbe, vedendone una al secondo, centinaia d'anni (sto sottostimando, credetemi). Questo porta all'impossibilità della definizione di capolavoro come singola espressione della fotografia, quanto piuttosto alla definizione di archetipi di perfezione. Per lo stesso motivo l'Alta Cucina ha molti estimatori, ma pochissime persone possono aver assaggiato un piatto specifico di un particolare chef. Il massimo che un numero (relativamente) maggiore di persone può aver fatto è assaggiarne uno di tipo e qualità analoghi. Ma non lo stesso piatto! La fotografia sta quindi diventando sempre più, a mio avviso, come moltissime forme di espressione ultra-diffuse, terapia. Così come tutti mangiamo, tutti (moltissimi) facciamo foto e vogliamo goderne "di quelle buone". Su quali siano quelle buone, come sul cibo, non c'è modo di convergere. La mole di dati creata renderà impossibile, anche quando la fotografia non sarà più in voga (ammesso che i media siano fruibili a quel tempo) qualsiasi sintesi di merito che permetta di delineare una Storia della Fotografia per singoli autori e opere. In questo senso la fotografia, come il cibo, è diventata a mio avviso un bene primario( se non necessario) col quale l'Umanità si confronta tutta, senza possibilità di definire meriti individuali assoluti.
I miei due cent.

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 8:48

Bell'intervento che quoto.
Però prendendo esempio la musica... anche se è diventata "popular" e nessun critico musicale può asserire di aver ascoltato tutto (a parte Scaruffi MrGreen)... si riesce comunque a delineare, se non una vera e propria storia lineare e univoca, una traccia di album che son stati importanti anche se magari non hanno venduto milioni di dischi... E siti fatti da "appassionati" come ondarock in parte anche il più popolare e generalista rateyourmusic, mostrano comunque dei nomi che hanno un certo spessore.
Questo vale soprattutto se si parte già circoscrivendo un po' il genere e mentre ha poco senso cercare di tirar fuori il "miglior" disco "assoluto" dell'anno, individuare approssimativamente i dischi con quartetto jazz o di folk-rock (esempi a caso) più rappresentativi può non essere impossibile...
Tutto questo perché si presuppone che comunque un filtro alla base ci sia e se un autore è valido ci siano comunque degli strumenti, al di fuori del pretto numero di likes, per riuscire ad individuarlo.
Perché diciamocelo per un fotografo avere 10000 likes* non conta un tubo se non si riesce a finalizzarli in qualche modo più concreto (soldi o riconoscimento fra gli addetti ai lavori).

*(Dove "chiunque" li ottiene facilmente con tette, culi, politica, polemiche e gattini)

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 8:57

Perché diciamocelo per un fotografo avere 10000 likes* non conta un tubo se non si riesce a finalizzarli in qualche modo più concreto
Infatti!!!

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 9:04

si e no, anche questo è un fenomeno legato alla rete in effetti, ma è più legato all'ambito amatoriale dove per molti la fotografia non è un lavoro e alla fine i like o il numero di persone che seguono conta, conta magari per avere una reputazione in rete e trovare le modelle che scattino, conta per soddisfazione dell'ego.
Però è anche vero che se il gusto delle persone si modella su un certo tipo di fotografia la richiederà anche al professionista quando questo viene ingaggiato

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 9:08

si e no, anche questo è un fenomeno legato alla rete in effetti, ma è più legato all'ambito amatoriale dove per molti la fotografia non è un lavoro e alla fine i like o il numero di persone che seguono conta, conta magari per avere una reputazione in rete e trovare le modelle che scattino, conta per soddisfazione dell'ego.

Sarei d'accordo con questa affermazione se i "like" fossero tutti apprezzamenti del proprio lavoro. Ma come sappiamo tutti penso, su Instagram ad esempio, moltissimi like sono frutto di programmi lanciati da organizzazioni che sotto ricompensa economica, alle volte anche modesta, fanno accrescere i like e i follower senza che essi siano collegati ad apprezzamenti reali. Una enorme saga dell'Ego insomma..

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 9:12

non centra, vedi una modella si fa pagare se ha molte richieste e visibilità, so di una che addirittura chiede un compenso per pubblicare una foto su una pagina Fb perchè è seguitissima e le suo foto pubblicate hanno grande visibilità.
Vale un po' anche per i fotografi, se hai molti like tendi ad avere anche seguito e molti ci giocano per organizzare WS o simili

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 9:18

Mah! Forse questo funziona nel caso di modelle appunto

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 9:30

anche nel caso dei paesaggisti, parlando con uno che ha un bel giro studiava bene orari per pubblicare su siti come 500px, quando mettere i like e i commenti, tutto per avere un bel giro, essere nella home, ma gli è valso una bella pubblicità e un bel seguito anche a livello di gente che vuole fare WS con lui

avatarsenior
inviato il 17 Settembre 2018 ore 9:38

"Perché diciamocelo per un fotografo avere 10000 likes* non conta un tubo se non si riesce a finalizzarli in qualche modo più concreto (soldi o riconoscimento fra gli addetti ai lavori)." Opisso perdonami ma questo vale anche quando vinci qualche contest. Trovo ormai tutto business e tutto studiato a tavolino dove chi ne trae dei veri vantaggi sono gli organizzatori (quasi sempre le solite associazioni) e le aziende produttrici di fotocamere. Il fotografo però giustamente può giocarsi la cartai
dei workshop Forsebaglio chi sa. Un po' come i programmi della De Filippi e simili.



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