user148740 | inviato il 10 Maggio 2018 ore 16:16
o una folla |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 16:18
che cosa è una follia? gursky che fotografa rimini? comunque gursky ha una produzione molto varia, ma spesso ci si ferma alla foto del reno.. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 16:21
Molto d'accordo, ma.... “ l'errore involontario rivelerà la tua vera personalità. Ma se vuoi rivelarla disegnando un cerchio imperfetto, il cerchio esclusivamente tuo, rovinerà tutto „ Sono affermazioni su cui sul forum si sono fatte le barricate..... |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 16:45
Non ho stile e non lo ricerco perché documento ciò che mi colpisce cos'i come lo vedo. Le immagini sono semplici riproduzioni di scene comuni che potrebbe far chiunque...nulla di artistico (idem la p.p). Quando disegno invece la penso in maniera opposta. Ho letto l'articolo "lo stile..." e non posso che condividere. |
user148740 | inviato il 10 Maggio 2018 ore 17:02
“ che cosa è una follia? gursky che fotografa rimini? „ no rimini è una follia, cosa che evidentemente gursky ha colto |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 17:24
“ Molto d'accordo, ma.... " l'errore involontario rivelerà la tua vera personalità. Ma se vuoi rivelarla disegnando un cerchio imperfetto, il cerchio esclusivamente tuo, rovinerà tutto" Sono affermazioni su cui sul forum si sono fatte le barricate.....MrGreen „ Già Io concordo nel non caricare utilizzare "sovrastrutture" o altri espedienti solo per cercare una personalizzare fine a se stessa. Ma per come la vedo io in fotografia la faccenda si ingarbuglia un po'. Il risultato fotografico è la somma di più elementi. Nel senso che alla fine di questo errore involontario un po' ne è responsabile anche la macchina fotografica (vedi inconscio tecnologico). Per cui fare la tara do quello che ci mette il fotografo si complica ulteriormente. Specie in determinati generi dove il momento dello scatto, anche se è sempre figlio della propria cultura e della propria testa, può essere ponderato solo fino a un certo punto. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 17:35
Secondo me lo "stile" di qualcuno ( fotografo o poeta o musicista compositore/esecutore...) viene rilevato da chi legge o ascolta. Perchè lo stile è la persona stessa nel suo modo di interpretare il mondo circostante e comunicarlo agli altri; e questo fatto deriva dall'affinamento delle tecniche ( capacità di dire con chiarezza ciò che si vuole intendere ), dal bagaglio culturale, dalle esperienze biografiche dell'autore, dalle sue certezze/dubbi di tpo etico, ecc. Il perseguimento consapevole e voluto di uno stile, rischia di risolversi in un esercizio cerebrale nel quale si cerca una coerenza che rischia di diventare una gabbia che soffoca l'originalità espressiva e comunicativa. Ciò non significa che non occorra la ricerca e che, piuttosto, ci si debba dedicare allo spontaneismo sfrenato. Diffido sempre, per formazione e de-formazione professionale dal personaggio "genio e sregolatezza". Nel perseguimento dell'unità all'interno della persona ( lo stile ha anche caratteri di unitarietà-che non significa mono-tonia ), occorre l'esercizio, lo studio e la capacità di usare bene il cestino della carta straccia. |
user148740 | inviato il 10 Maggio 2018 ore 17:44
Quoto in titto e per tutto paolo, hai espresso esattamente il mio pensiero. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 18:09
Infatti siamo, pur con diverse sfumature, mi pare tutti orientati in modo simile su questa questione. Ritornando a palla sul piano personale (di cui a voi non fregherà nulla...), un caso tipico di impasse che mi capita sempre nella ricerca della "giusta" chiave interpretativa di un soggetto accade quando viaggio in un'altra città/paese. Normalmente ci metto due/tre giorni per capire "come devo fare". E le foto dei primi giorni in genere non valgono niente... Non voglio per forza spostare il discorso su un piano individuale. Però mi rendo conto che da un lato va bene affrontare certi argomenti secondo una prospettiva teorica, dall'altro se non caliamo le riflessioni nella nostra pratica di fotografi, non andiamo avanti. |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 18:17
Caro Ale, credo sia normale un minimo di tempo per trovare una sintonia con un luogo che non conosci. Anche se magari non sempre sembra, sono del tutto convinto che la nostra capacità di relazione con quello che fotografiamo non è mai ininfluente. Che si tratti di un ritratto o un ambiente. Se ti consola, io sono molto sensibile ai luoghi: a volte è come essere immediatamente a casa, altre non c'è verso e, in questi casi, non sono mai riuscito a realizzare uno scatto appena decente. Ma ormai lo so, e non mi preoccupo più |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 18:24
Verissimo |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 18:25
io invece è il contrario, per esempio, milano, la mia città, non riesco a fotografarla. mi è capitato più volte di uscire, e non riuscire neanche a scattare. invece in un posto che non conosco mi sento più stimolato a vedere. |
user148740 | inviato il 10 Maggio 2018 ore 18:38
X francesco e ale io sono uguale con i luoghi ma la stessa cosa mi capita con le persone |
user148740 | inviato il 10 Maggio 2018 ore 18:41
Leggo ora che merenda aveva già scritto ritratto me lo ero perso, comunque a volte sono immediatamente in sintonia a volte no oltre che dal mondo dipende anche da noi |
| inviato il 10 Maggio 2018 ore 18:42
“ oltre che dal mondo dipende anche da noi „ ... non a caso ho scelto il termine relazione |
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