| inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:33
“ Penso (correggimi se sbaglio Opisso ) che la richiesta del libro "esaustivo" sia simpaticamente provocatoria e così la prendo e l'apprezzo. „ Provocatoria ma fino a un certo punto. La gestalt esiste. Penso che chi studi design, pubblicità, storia dell'arte, pittura qualche testo "riconosciuto" di composizione/percezione lo utilizzi. Se non esistesse... un testo riconosciuto dove ci sono queste maledette regole da studiare... allora la proposizione stessa "studiarsi le regole" non avrebbe alcun senso. Ne convieni? Cosa dovrei studiare? Leggende che si tramandano oralmente fra amatori e stralci di pagine web scritte da non so chi? |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:36
“ Provocatoria fino a un certo punto. La gestalt esiste. Penso che chi studi design, pubblicità, storia dell'arte, pittura qualche testo "riconosciuto" di composizione/percezione lo utilizzi. „ Appunto: troverai un ottimo libro dedicato alla Gestalt, e poi uno dedicato alla geometria, uno alla matematica... Non conosco nessuno che la "conoscenza" l'abbia trovata in un libro solo. E quindi torniamo al punto: goccia, dopo goccia, dopo goccia.... |
user148740 | inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:39
quello che mi chiedo è ma voi veramente quando scattate vi mettete a pensare a come inquadrare seguendo la regola dei terzi o rompendola per creare un certo effetto? Boh queste possono essere discorsi fatti dopo, ma anche se ho il tempo di cercare l'inquadratura io la cerco e basta. Anche perchè questo penso sia l'unico modo per creare un proprio linguaggio. Se si è appena cominciato a scattare lo capisco, altrimenti |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:44
“ quello che mi chiedo è ma voi veramente quando scattate vi mettete a pensare a come inquadrare seguendo la regola dei terzi o rompendola per creare un certo effetto? „ Non credo che sia così Bradipo... Se hai praticato, per esempio, arti marziali giapponesi, sai perfettamente che "conoscere" ha proprio lo scopo di automatizzare, ovvero di liberarci dal dover pensare. Lo stesso Cartier-Bresson, quando fa l'esempio della guida dell'automobile, dice questa cosa: quando tutto è "automatico" vien da sé, senza bisogno di pensare. Tutto ciò sempre, ovviamente, con le mille vie di mezzo. |
user90373 | inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:46
@ Skylab59 Leggere il codice della strada e poi uscire ed osservare quanta gente "imparata" c'è in giro potrebbe esser utile. |
user148740 | inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:49
Guarda che stai esattamente dicendo quello che intendevo, come quando guidiamo non dobbiamo pensare di mettere in secondo, lo si fa e basta. tutti abbiamo la nostra cultura che immettiamo nelle foto, ma quando scatti viene tutto compresso in un attimo, la testa non ragiona una agisce e basta. ben venga la cultura, noi scattiamo quello che siamo, e la stessa foto probabilmente fatta in momenti diversi sarebbe diversa, ma non è che uno si metta a tracciare delle linee mentre si scatta, almeno per me |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:52
il problema vero nasce anche dalla facilità di usare un mezzo "artistico" o "comunicativo"che ha un linguaggio che il 90% della gente comune non conosce. se tutti quelli qui sul forum provassero a scrivere, non dico un libro, ma semplicemente un racconto o un tema, non sarebbero in grado, o verrebbero fuori cose allucinanti. Stesso discorso vale per la fotografia, il 90% delle fotografie sui forum sono "spazzatura" (a livello di linguaggio) la differenza sta nel fatto che pochissimi conoscono il linguaggio visivo (arti o fotografia) e quindi basta il lavoro della macchina (colori, nitidezza, sfocato, pdc) per rendere una foto inutile accettabile ai più, ma non è così. Fare il fotografo (amatoriale o pro) è molto difficile ed è per pochi, fare foto è molto facile ed è per tutti. |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:53
Ok. Quindi nessuna lettura consigliata. Devo googlare "gestalt" (oppure "design", oppure "percezione visiva", oppure "composizione in pittura", oppure "come funziona la pubblicità") e comprare libri finché non trovo quelli che, per me , si adattano alla composizione fotografica... Come se a uno studente di un corso si dicesse i libri di testo cercateli tu tanto la materia quella è. Ammetto, senza ironia, che potrebbe essere anche proficuo. Magari poi me ne metto a scrivere uno io Ma il discorso che fai, Francesco, del goccia dopo goccia (che trovo peraltro sensatissimo e condivisibile ) mi sembra più un discorso sul crearsi una propria cultura personale che "ci sono da sapere queste regole" |
user148740 | inviato il 04 Aprile 2018 ore 10:58
Opisso tu le regole le conosci già ps poi se vuoi metterti a scrivere libri ben venga... |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 11:09
Credo, caro Opisso, che il tuo ragionamento sia interessante, e ci conduce da un'altra parte. Che per me è centrale. I dialoghi nei forum spesso diventano discorsi tra sordi per una ragione molto semplice: non si parte dal fine che il singolo ha.... Esempio: l'apparecchio conta? Se il fine è realizzare la buona foto, probabilmente no. Se il fine è dedicarsi alla propria piccola "pratica zen", probabilmente si. Idem qui: voglio conoscere quanto basta per fare buona fotografia? Mi bastano un paio di libri, nemmeno troppo sofisticati (che so, i vecchissimi ormai "Principi" di Feininger per esempio) e poi... vivere. Voglio sapere tutto quel che si può, per piacere mio o per dedicarmi all'insegnamento? Altra faccenda. Credo che questo discorso, ovvero il tarare ogni ragionamento in modo condizionato, a seconda di un certo fine del fotografante, meriterebbe però un topic a parte... |
user148740 | inviato il 04 Aprile 2018 ore 11:11
Mi sa che francesco hai completamente ragione, per fortuna siamo tutti diversi |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 11:13
“ per fortuna siamo tutti diversi „ Esatto Bradipo. Abbiamo bisogni differenti, e questo guida il nostro modo di agire, di pensare, di percepire. Sono convinto che il 99% dei contrasti, qui come in ogni altro forum, derivi da questo, e dalla poca consapevolezza che, quello che per noi è importantissimo, per altri è irrilevante. E che non necessariamente uno dei due ha torto |
user148740 | inviato il 04 Aprile 2018 ore 11:15
a tal fine mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi abbia mai pensato mentre scattava faccio una foto così infrangendo la regola dei terzi per ottenere questo effetto. Dal mio punto di vista è una cosa che non mi verrebbe in mente di pensare prima, poi magari il mio inconscio lo fa, ma coscientemente non ragiono così, l'inquadratura giusta nasce da sè. Voi lo fate? |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 11:18
Alla domanda "senza risposta" di quale sia il libro da leggere, così su due piedi mi verrebbe "Arte e percezione visiva" di Rudolf Arnheim o qualche altro suo titolo come "Il pensiero visivo". Ma è evidente che non sta tutto dentro un libro e nemmeno in cento libri. E nemmeno in un vita intera, seguendo il giusto ragionamento di Francesco... Rinnoverei l'invito a non esagerare con la teoria ed a trovare una via più empatica. Migliorare le proprie fotografie, osservando in modo attento tante, tantissime altre immagini. Non solo altre fotografie, ma anche dipinti, fumetti. E anche l'immagine pubblicitaria, come giustamente ricordato. Se di fronte ad un Vermeer sentiamo che "funziona", cerchiamo di capire perché. Ma non leggendo un trattato di storia dell'arte. Proviamo a capire quali sono gli elementi visivi che ci portano dentro quell'esperienza estetica. Perché alla fine stiamo parlando di meccanismi emotivi che funzionano allo stesso modo sia se siamo spettatori di un Vermeer, sia se siamo fotografi davanti al nostro soggetto e con il dubbio di come fare. |
| inviato il 04 Aprile 2018 ore 11:18
dipende, io quando faccio fotografie più o meno ragionate, tendo a rendere la foto interessante, e se la foto è interessante con il soggetto principale al centro, perché no, ovviamente il resto della foto dovrà' essere bilancio a livello di colori e soggetti, Per poter capire se un Vermeer funziona o no, devi necessariamente studiare storia dell'arte, non puoi prescindere da questo, è impossibile, anche solo lo studio dei materiali usati e' indispensabile |
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