| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 12:39
Donagh sei unico: spirito vincente |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 12:40
Come diceva sopra il saggio Giubbe , credo che sarebbe meglio rinunciare all'idea di fare lo scatto "storico". A parte pochissime regioni inesplorate e l'Antartide , oramai migliaia di fotografi ci hanno preceduti . Quindi viaggiamo perché viaggiare è un'esperienza di vita, ci premette di conoscere altre realtà : stili di vita differenti, cibo che per noi è difficile accettare (io in Gabon ho visto al mercato di Libreville scimmiette affumicate e impalate). Le foto che facciamo ci ricorderanno il viaggio e le esperienze vissute quindi credo che sarebbe più opportuno dimenticarsi dei possibili "like" quando le mostriamo . |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 12:49
 Alla fine sta al fotograf.. alla persona cogliere qualcosa da un luogo/persone vai nel luogo famoso del mondo per fare la foto bella che ti aspetti e ottieni "niente e subito" cammini in un vicolo dando calci a barattoli ed ecco meraviglie... la ricerca spasmodica di una foto non porta a nulla solo a nevrosi e malumori... Relax e la foto si presenta da se... ...Con lentezza mentre mangiavo in un ristorante Giapponese molto tipico e molto poco turistico, vedo le belle cameriere, ricordo la scala di entrata dove la luce sarebbe scesa dolce, in un certo modo, le invito fuori e voilà... io volevo foto con la polizia Cinese alla fine le hanno chieste loro di farle con me dopo che siamo diventati amici...
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| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 12:50
Pagare per le foto ? - E' una scelta personale ma non dimentichiamo le conseguenze in particolare sui giovani. Ricordo anni fa in Africa quando il nostro autista ha gettato decine di caramelle dal finestrino e ci aveva suggerito di fare uno scatto ai bambini che si accapigliavano per raccoglierle . Più passa il tempo più facilmente troveremo persone che chiedono denaro per poter fare una foto ; in fondo si paga per un servizio ma secondo me c'è anche un lato negativo , quasi di offesa alla dignità della persona. A me è capitano non tanti anni fa a Milano in Piazza della Scala quando un gruppo di giapponesi mi ha chiesto di essere fotografato insieme a loro. All'inizio mi ha fatto quasi piacere poi mi sono chiesto se ero così caratteristico da meritare di essere immortalato . |
user90373 | inviato il 10 Febbraio 2018 ore 13:08
Più il thread va avanti e più mi sembra si confonda il "viaggiare" con lo "spostarsi" e "buona fotografia" con "bella immagine". Impressione soggettiva e opinabile, la mia. |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 13:46
Diciamo che la fotografia oggi sta diventando un fenomeno di massa, attraverso il quale molti non cercano la "propria" foto, ma puntano solo a ripetere immagini già viste (magari anche meravigliosamente belle). A ciascuno il proprio modo di divertirsi, anche se con l'idea già pensata da altri, la situazione preparata e una tecnologia sempre più stupefacente, lo spazio per la componente personale è davvero minimo. Ne parlavo oggi con un amico in procinto di accompagnare l'ennesimo gruppo in Quebec per fare la solita foto della civetta delle nevi. Con il soggetto attirato con esche, fotocamere e ottiche ad alte prestazioni, se non si è del tutto incapaci le foto si fanno. Anche belle. Tutto questo mi lascia proprio indifferente. Mi ricorda quando alle medie il professore di arte mi faceva copiare i quadri. Bello, ma di mio posso solo metterci un po' di tecnica. Quello non sarà mai ilmio quadro. Idem per le foto. |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 13:55
Raga complimenti a tutti, a mio parere una delle più bei confronti di idee si questo forum. Opinioni diverse ma tutte pacatamente e saggiamente esposte. |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 16:05
Dovrebbe essere sempre così. |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 16:23
discussioni così sono belle perchè non sfociano nell'offesa... in fondo ognuno di noi ha pensieri e concetti diversi e condivisibili (e non), ma è proprio questo il bello dell'essere uomini... avere opinioni differenti. forse vado un poco OT, ma in un campo così vasto come la fotografia, specie per neofiti come me, è difficile se non impossibile capire il confine labile che c'è tra fotografia e "ricerca del like".... io personalmente scatto per piacere personale, ma non nego che mi piace ricevere anche i "like".... durante i viaggi però cerco sempre di non invadere la sfera personale del "locale" di turno, a meno che non riscontro una predisposizione sincera a farsi fare la foto, e soprattutto se questo fare foto non comporta ledere alla sua dignità di uomo..... Spesso ho il dubbio, e la vergogna, di fare foto "rubate" persino qui in Italia... mi sento leggermente in imbarazzo quando cerco di immortalare qualcuno\a e alla fine 99 su 100 rinuncio allo scatto.... questo è un aspetto che sicuramente devo migliorare poichè non c'è nulla di male, ma tendenzialmente mi sembra di invadere la privacy: se quella persona non vuole essere fotografata? come potrebbe reagire se mi vedesse? Non è facile... |
user35763 | inviato il 10 Febbraio 2018 ore 17:15
Mi sa che per per fotografare un luogo devi anche sentirlo dentro e sapere cosa ne vuoi dire. Devi poterti "specchiare" in esso per interpretarlo, per fare di quel luogo un "autoritratto". Non è cosa che si improvvisa. Come pensare di significare fotograficamente un posto che si vede per la prima volta, alieni alla sua storia,cultura e senso? Che non ci appartiene. Non ci risuona dentro la memoria e l'anima. Vado in Giappone a fotografare un cerimoniale shintoista senza che mi tocchi ,senza sapere cosa sta simbolicamente succedendo? Soltanto un curioso rito estraneo e vuoto che non posso sentire mio, solo qualcosa di esotico e pittoresco. Fonte certa di stereotipi,consumazioni, dell'ennesima trita roba. Il tibet forse è più saggio lasciarlo fotografare ai tibetani che lo vivono,lo sentono ogni loro giorno? Pur disponendo di tecnica e talento non ci si può esimere dall'esserne e restarne turisti. Quindi, il consueto viaggio fotografico alla ricerca del progetto-soggetto-stimolo ideale non è necessario? E' illusorio? E' tempo perso? A tal proposito mi viene in mente una significativa storia chassidica che ho letto anni a dietro, la storia del rabbino Eisik di Cracovia, che l'indianista Heinrich Zimmer ha riesumato dai "Khassidische Bücher" di Martin Buber: "Il pio rabbino Eisik di Cracovia ebbe un sogno che gli ingiungeva di andare a Praga dove, sotto il grande ponte che conduce al castello reale, avrebbe scoperto un tesoro nascosto. Il sogno si ripeté per tre volte e il rabbino si decise a partire. Arrivato a Praga, trovò il ponte, ma guardato giorno e notte da sentinelle, sicché Eisik non osò scavare. Poiché continuava ad aggirarsi nei dintorni, attirò l'attenzione del capitano delle guardie che gli domandò amabilmente se avesse smarrito qualcosa. Con semplicità il rabbino gli raccontò il suo sogno. L'ufficiale scoppiò a ridere: «Oh!, poveretto!», gli disse, «tu hai consumato le suole a percorrere tutto questo cammino semplicemente per un sogno? Quale persona ragionevole crederebbe a un sogno?». Anche l'ufficiale aveva sentito una voce in sogno: «Mi parlava di Cracovia e mi ordinava di andare laggiù e di cercare un grande tesoro nella casa di un rabbino di nome Eisik, Eisik figlio di Jekel. Avrei dovuto scoprire il tesoro in un angolo polveroso dov'era sepolto, dietro la stufa». Ma l'ufficiale non aveva prestato fede alle voci intese in sogno: era una persona ragionevole. Il rabbino s'inchinò profondamente, lo ringraziò e si affrettò a ritornare a Cracovia. Scavò nell'angolo abbandonato della casa e scoprì il tesoro che pose fine alla sua miseria. «Così dunque», commenta Heinrich Zimmer, «il vero tesoro, quello che pone fine alla nostra miseria e alle nostre prove, non è mai molto lontano, non è necessario cercarlo in un paese straniero, ma giace sepolto negli angoli più riposti della nostra casa, cioè del nostro essere. È dietro la stufa, dietro il centro che dà vita e calore e che guida la nostra esistenza, dietro il cuore del nostro cuore; purché sappiamo scavare. Ma, per un fatto strano e costante,scopriremo il significato della voce interiore che guida la nostra ricerca soltanto dopo un pio viaggio in una regione lontana, in un paese straniero, in una terra nuova. A questo fatto strano e costante se ne aggiunge un altro: colui che ci rivela il senso del nostro misterioso viaggio interiore deve anch'egli essere uno straniero, di un'altra fede e di un'altra cultura». Anche se faremo solo le solite foto, chissà che non riusciremo a rendere e vedere con occhi nuovi ciò che sempre avevamo accanto? Del resto ciò che snobbiamo a casa nostra perché sentiamo privo di fascino e esotismo lo è invece per la gente di paesi lontani. |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 17:27
Giubbe, condivido ognuno dei tuoi interventi e faccio i miei complimenti a Donagh che dimostra quello che hai scritto usando le "parole dei fotografi": le foto. Osservo con sollievo che in tutto il thread, nonostante i tentativi di critica al processo di produzione, nessuno abbia potuto sostenere che la foto del pescatore con il cormorano è brutta. Per me, tanto basta. Un fotografo deve saper fare buone foto in qualunque condizione, e il processo di produzione conta zero. Tanto l'osservatore non lo percepisce. Si può criticare liberamente che non sia un bravo esploratore o un bravo giornalista, ma forse non era quello il suo scopo. “ Del resto ciò che snobbiamo a casa nostra perché sentiamo privo di fascino e esotismo lo è invece per la gente di paesi lontani. „ @Silvano, intervento ottimo, chiuso in modo esemplare. Mi chiedo cosa penserebbe di noi un mongolo che viene a vedere, che so, la Sartiglia di Oristano. Forse scriverebbe sul sito Gensisphoto: "Ho visto una bellissima manifestazione, con cavalli e cavalieri che mi ricorda le nostre terre. Strani questi italiani: spendono i fondi regionali per promuovere le loro tradizioni e poi si lamentano perchè noi facciamo lo stesso. Tutti i turisti vicino a me hanno fatto foto uguali. Meno male che ho fatto un workshop con quello dei cormorani, almeno le mie si distinguono". |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 17:52
“ A me è capitano non tanti anni fa a Milano in Piazza della Scala quando un gruppo di giapponesi mi ha chiesto di essere fotografato insieme a loro. All'inizio mi ha fatto quasi piacere poi mi sono chiesto se ero così caratteristico da meritare di essere immortalato . „ IO ho vissuto a venezia e ho un cane buffo e simpatico; se avessi avuto un euro per ogni foto che turisti asiatici mi hanno scattato, di nascosto o chiedendomelo, oggi sarei ricco. Se lo avessi fatto da giovane vivendo di quello che guadagnavo, ora sarei un disoccupato privo di mezzi di sostentamento. Un bambino birmano (o indiano, africano, ec.ec, ) piacevole e simpatico può raccattare qualche centesimo, che per noi sono poco e per lui e la sua famiglia sono invece tanti; per un po' guadagna e diventa il personaggio più importante della famiglia; non va a scuola ma per strada a guadagnare; quando cessa di essere bambino non sarà più importante, non ha un mestiere in mano e sarà preda di frustrazioni e infelicità. Questo è il motivo per cui non si dovrebbe pagare, salvo qualche eccezione, sempre da vagliare nelle prospettive di chi chiede. mt |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 17:56
quoto Maurizio |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 18:21
Maurizio, perchè hai così poca stima sulle capacità dei bambini del terzo mondo? Visto che, come tu dici, i soldi che riceve “ per lui e la sua famiglia sono invece tanti „ , potrebbe anche usarli per farci qualcosa di buono. Non è detto che la scuola gli garantisca un futuro migliore di quello che avrebbe accumulando un po' di soldi posando per i turisti, da usare per aprire una bottega o una piccola attività (mai sentito parlare di microcredito?). E' difficile prevedere come andrà la vita di una persona. Anche da noi, sono tanti quelli che hanno raggiunto il successo interrompendo gli studi. Dipende dalle persone. Pensi davvero di essere in grado di “ vagliare nelle prospettive di chi chiede „ per decidere tu quale sarà il suo futuro? Una capacità invidiabile. |
| inviato il 10 Febbraio 2018 ore 18:44
Per motofoto, senza offesa, ma tu hai viaggiato nei paesi poveri ? hai visto i bambini accapigliarsi per due caramelle ? sei stato circondato decine e decine di bambini che cercavano di venderti i lori disegni ? Pensi veramente che la mancia dei turisti possa cambiare loro la vita ? Hai mai visto gente deturpata proprio per dare maggiori possibilità di suscitare pietà e raccogliere spicci ? Io purtroppo si e dunque non posso concordare in nulla sulle tue affermazioni. mt p.s. Di microcredito, in particolare nei paesi asiatici, così come dell'educazione infantile, me ne sono occupato professionalmente e le posso assicurare che non ha nulla a che fare con quello di cui stiamo parlando qui. |
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