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Fotografi a caccia di premi


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avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 14:47

Prova a dire a tua moglie durante le vacanze che vuoi rimanere 5 giorni in un luogo per poter fotografare al meglio una vecchia locomotiva arrugginita MrGreenMrGreenMrGreen

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 14:49

Secondo me la vera differenza è che se mandi un professionista tornerà con il risultato prefisso perchè sa muoversi, sa quello che fa e ha l'esperienza per portare a casa il risultato (non parlo di foto capolavoro) e questo lo può fare sempre avendo una costanza nel livello della sua produzione, mentre l'amatore magari fa foto bellissime altre no e non ha la garanzia di portare a casa qualcosa che rientri nella committenza o comunque in quello prefissato, poi ovvio che avere tempo da dedicare alla fotografia è sicuramente un grandissimo vantaggio per la qualità del risultato

Prova a dire a tua moglie durante le vacanze che vuoi rimanere 5 giorni in un luogo per poter fotografare al meglio una vecchia locomotiva arrugginita MrGreenMrGreenMrGreen

vorrei vedere la scena....

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 14:52

per poter fotografare al meglio una vecchia locomotiva arrugginita

e se si mette in posa pensando che quell'epiteto, locomotiva arrugginita, sia riferito proprio a lei? MrGreen

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 14:54

Qui si entra nel genere Horror MrGreen

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 15:12

Prova a dire a tua moglie durante le vacanze che vuoi rimanere 5 giorni in un luogo per poter fotografare al meglio una vecchia locomotiva arrugginita

Fossi McCurry potrei spiegarle che con quella foto ci paghiamo la prossima vacanza. Se la vacanza non fosse sempre in India, ma che so, alle Maldive penso che accetterebbe MrGreen

avatarsenior
inviato il 07 Febbraio 2018 ore 21:12

e se si mette in posa pensando che quell'epiteto, locomotiva arrugginita, sia riferito proprio a lei?

Stavo pensando la stessa cosa... MrGreenMrGreen

avatarsupporter
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 3:32

@Fabriziozerbiniphotography
Io credo che fare reportage in funzione della possibilità di vendere sia farsi portare dal vento oggi.

In qualunque lavoro, cogliere le opportunità è una chiave per il successo. Prima di dire a qualcuno: " Lascia perdere la via facile. Segui le tue passioni. Insisti per realizzare i tuoi sogni " bisogna essere sicuri del suo talento, altrimenti si spianerà la strada verso la sua frustrazione.
Invece, si può seguire il mainstream, e farlo a modo proprio e creativo. Anzi, ci vuole più creatività ad emergere nel mainstream che a tentare di farlo standone fuori con qualche tentativo di goffa innovazione.

Secondo me non è un caso e non è irrazionale che in Italia non si lascino fotografare e in quegli angoli del mondo si.


Bergamini:
Un altro aspetto che incide molto è che da noi (in Italia) l essere fotografati è vissuto malissimo, abbiamo un brutto rapporto con la fotografia, mentre ci sono popoli o culture che si mettono in fila per essere fotografati e per fotografarti, ma (aggiungo purtroppo) come spesso accade pensiamo che esista solo la nostra cultura e che il nostro modo di pensare sia unico e giusto, ponendo sempre il nostro giudizio al di sopra di tutto e tutti.

Concordo con entrambi. Credo che il fenomeno sia dovuto alla combinazione di alcune caratteristiche, con peso in ordine crescente, presenti nella nostra società:
- la facilità di ottenere foto (cellulari), che rende poco interessante avere un fotografo estraneo;
- il senso di sospetto sulle reali intenzioni (provate a fare delle foto ai bambini fuori da una scuola elementare: le mamme vi linciano!);
- e, soprattutto, l'invidia del profitto. Non a caso tutti gli usi commerciali delle foto richiedono il model release. Nessuno fa più niente per generosità o per piacere di conoscere un estraneo. Abbiamo un concezione dell'uso del tempo che non lascia spazi agli sprechi e finiamo per perderci il meglio.

non riuscirei mai a scattare nè a pubblicare una foto come quella di Gardin perché per me è un atto di suprema arroganza nel senso puro del termine

Il riflessione è solo frutto di una immedesimazione che potrebbe non avere riscontro nei fatti.
Gardin era ben cosciente di quello che stava facendo. Nulla sappiamo di quello che poteva pensare il soggetto. Forse era molto felice di avere 5 minuti slegato dal letto. Forse si è sentito importante per il fatto di meritare una foto, viste le sue condizioni di vita.
Per anni ho fatto foto come qualunque fotoamatore: paesaggi, fiorellini, insetti, amici ...insomma le solite cose. Pensavo che sarei stato tanto più bravo quanto riuscivo a trasmettere quello che vedevo nella realtà. Un giorno, per puro caso, ho fatto una foto che ha cambiato del tutto la mia visione della fotografia. A guardarla poteva sembrare una intensa foto di denuncia sociale, con una ragazza rannicchiata con il viso nascosto dalle sue ginocchia in un contesto di degrado. Solo io e lei sappiamo che stava avendo una crisi di "ridarola" da farsela addosso, e nascondeva il viso per quello.
Senza offesa, ma arrogante è pretendere di sapere cosa succede nella realtà semplicemente guardando una foto.

@Alessandro Bergamini
disponibilissimo per ogni tipo di curiosità!

Allora approfitto per fare qualche domanda:
- Come interagisci con i soggetti tipo pastore del kashmir o signora Chin tatuata? Gesti, inglese, traduttore che ti accompagna?
- Mostri le foto al soggetto sul display quando le fai o ringrazi e te ne vai?
- Perchè l'ultimo EP è scattatato a 1/5000 f/1.4, ISO 2000? Vedo che stai spesso con iso molto alti, specie al tramonto e sera (ovviamente). C'è una ragione nella scelta di un tempo così corto?
- quando uno scatto non ti viene bene, metti alla prova la pazienza del soggetto e insisti correggendo configurazione, luce, posa oppure lasci perdere e cambi situazione accettando il rischio di non avere quel "set"? Lo chiedo perchè, in situazione controllate (modella , studio,...) la risposta è semplice, ma in giro per il mondo non ho idea di quanto tempo ti possa dedicare un soggetto occasionale tipo un bambino nepalese con le guance ustionate dal sole di montagna.
- impieghi qualche pannello riflettente o luce artificiale alla bisogna, o sempre rigorosamente naturale (forse anche per stare leggero)?


@Skylab59
Prova a dire a tua moglie durante le vacanze che vuoi rimanere 5 giorni in un luogo per poter fotografare al meglio una vecchia locomotiva arrugginita

Parole sagge. Ci ho provato in tutti i modi a trovare una soluzione, ma alla fine mi sono dato la regola di non fotografare in compagnia di qualcuno/una che esce con me per avere la mia compagnia.

Tornando al tema del thread. Secondo me, tutti fotografano per ottenere un "premio", ma non necessariamente si tratta del premio di un concorso. Prabilmente un professionista ha la necessità di avere anche quel tipo di premio. Un fotoamatore può trovare premiante: una giornata all'aria aperta, una memoria, il sorriso del soggetto quando si rivede, i like, l'EP...
Per questo ritengo (mia opinione personale) che ognuno sia libero di scegliere cosa ritiene premiante, di fare di tutto per ottenere il premio e anche di cambiare idea nel tempo.
Se c'è sempre uno scopo, non vedo perchè non potrebbe essere un concorso a premi.

avatarsupporter
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 13:20

@Motofoto. Innanzitutto, che piacere discutere su questi temi e in questo modo.
Sul primo punto. Due considerazioni. È passata l'era in cui si può dire ai più giovani fai quello che ti piace e avrai successo. Sono d'accordo: quello presume settori in crescita e esistenza di opportunità ovunque: saranno meglio colte da chi avrà maggior talento e volontà. Ma entriamo anche nell'era dove alcuni settori collassano. In quei mercati il rischio che per sopravvivere si ceda alla pressione con comportamenti immorali non è piccolo. Lehman e Volkswagen lo mostrano su larga scala. Ma ha una responsabilità anche il piccolo fotografo indipendente, come ciascuno di noi. Perciò io dico barra dritta e rotta prefissa anche se gira il vento.

avatarsupporter
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 13:30

Sul terzo punto (Gardin). Non condivido, ma solo ancora una volta circa la pubblicazione di foto, non la presa di foto.
Se il soggetto fotografato è persona in stato di infermità mentale per definizione non può decidere. Se io faccio qualsiasi cosa che la coinvolge sto decidendo per lei quindi mi arrogo un diritto.
Magari ne faccio il bene, ma resta un atto di potere. E questo al di là del mio intento.
Non voglio offendere il fotografo nè l'opera ma sottolineare la responsabilità che qualunque fotografo ha quando pubblica i propri lavori, e soprattutto quando in quei lavori coinvolge altre persone.

avatarsupporter
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 13:57

Perciò io dico barra dritta e rotta prefissa anche se gira il vento.

Concordo sul fatto che molti mercati siano in trasformazione e i rischi siano tanti. Cedere ai comportamenti immorali alla lunga non paga. Purtoppo quanto dura "alla lunga" nessuno lo sa. Guarda i cinesi che hanno copiato per decenni, dove sono arrivati... in barba a brevetti e regole sul commercio. Ora si stringerà la corda, ma intanto hanno massacrato i competitor.
E' davvero molto difficile dare consigli. Se per "tenere la barra dritta" intendi "approfondire, studiare, applicarsi nel settore che piace", sono d'accordo. Se invece è semplicemente puntare alla propria destinazione seduti col timone in mano che tanto prima o poi si arriva, il rischio è di venire speronati da una petroliera di notte.

Sul secondo punto, è giustissima la distinzione tra ripresa e pubblicazione. Anzi, spesso si chiede perchè la gente fa foto e non si chiede mai perchè le pubblica. Tornando al punto, posso anche essere d'accordo con te. Oggi però ci sono più tutele per chi usa commercialmente foto di persone. Forse , quel servizio di GBG, oggi avrebbe le facce pixellate.
Sta anche cambiando (in peggio) la percezione delle conseguenze della pubblicazione. Spinti dai like su FB, i ragazzi e non solo loro, pubblicano di tutto. Chi sa se tra 20-30 anni se ne pentiranno.

Sul fatto che stiamo discutendo civilmente direi che basta non avere preconcetti e aggredire, che si può discutere di tutto. A proposito, sto vedendo nascere altri thread sullo stesso tema di questo e ho l'impressione che stiano già prendendo una brutta piega.


avatarjunior
inviato il 08 Febbraio 2018 ore 14:09

Giacomelli fece una serie bellissima degli ospizi, fotografie crude ma poetiche. La sua serie dei preti è un altro esempio.
Tutto dipende da cosa vuoi fare e perché. Se lo fai per soldi e basta hai ragione sui dubbi morali, se vuoi far riflettere sulla condizione, se vuoi puntare il faro su un popolo, e intanto ci fai pure soldi è un'altra cosa. Salgado è un altro esempio di fotografo impegnato. Diede di matto dopo essere finito in mezzo decine di corpi morti decapitati nella guerra civile tra Hutu e Tutsi

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2018 ore 18:34

"Sul terzo punto (Gardin). Non condivido, ma solo ancora una volta circa la pubblicazione di foto, non la presa di foto.
Se il soggetto fotografato è persona in stato di infermità mentale per definizione non può decidere. Se io faccio qualsiasi cosa che la coinvolge sto decidendo per lei quindi mi arrogo un diritto."

Fabrizio, posso capire che non condividi certe scelte però stiamo parlando di un progetto studiato e curato insieme a professionisti del campo (ho visto realizzare reportage su temi molto delicati come i malati di AIDS e non immaginavo quanto lavoro c'è dietro tra burocrazia, autorizzazioni ecc.)

"Secondo me la vera differenza è che se mandi un professionista tornerà con il risultato prefisso perchè sa muoversi"
Sono daccordo.

"Prova a dire a tua moglie durante le vacanze che vuoi rimanere 5 giorni in un luogo per poter fotografare al meglio una vecchia locomotiva arrugginita"

Se una moglie è rompicoglioni dubito che un professionista la porti con se.


Vercingetorige, i tempi son cambiati, c'è molta gente brava in giro e le testate giornalistiche sempre più esigenti (pagando sempre meno). Di quel che ho potuto capire la miglior cosa è rivolgersi al mercato estero.

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2018 ore 18:38

"Prova a dire a tua moglie durante le vacanze che vuoi rimanere 5 giorni in un luogo per poter fotografare al meglio una vecchia locomotiva arrugginita"

Se una moglie è rompicoglioni dubito che un professionista la porti con se.

Nel caso di un professionista, dubito anche che la moglie rompa i coglio-ni, visto che col lavoro del marito ci mangia pure lei, oltre a soddisfarsi altri capricci personali (questo anche se lavora pure lei).

Giorgio.

avatarjunior
inviato il 09 Febbraio 2018 ore 18:56

Purtroppo è sempre stato così e continuerà ad essere e potrebbe peggiorare MrGreen

avatarsenior
inviato il 09 Febbraio 2018 ore 20:32

"Nel caso di un professionista, dubito anche che la moglie rompa i coglio-ni, visto che col lavoro del marito ci mangia pure lei, oltre a soddisfarsi altri capricci personali (questo anche se lavora pure lei)."

Giorgio mi avvalgo della facoltà di non rispondere!!!...in linea di massima oggi giorno è dura fare questo mestiere, se si aggiunge anche un matrimonio che non va a buon fine....Eeeek!!!

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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