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luce attraverso un obiettivo


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avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 1:36

Ettorebest ha fatto un ottimo intervento che mi ha ricordato tante cose che mi ero dimenticato, grazie di cuore!;-)

Ooo immergi una forchetta in un bicchiere perfettamente trasparente pieno d'acqua, io vedo la forchetta spezzata in due se guardo il tutto di lato. Se invece guardo dall'alto, la forchetta sottacqua mi appare più corta. Anche quando riempio d'acqua la pentola degli spaghetti e guardo il fondo per vedere quanto è piena, l'immagine del fondo mi inganna. Tutto questo si spiega con la velocità della luce che cambia passando da aria ad acqua. È un vero miracolo che il "ray tracing" funzioni non solo per i tuoi schizzi, ma anche per i progettisti di obiettivi. Perché i fotoni non vanno affatto in linea retta come ci sembra, diciamo che su un numero altissimo di fotoni c'è una probabilità più alta per i fotoni che vanno dritti, ma ce ne sono anche tanti che non vanno dritti. Non è che lo dica io ovviamente, lo dice Feynman.

Nella fotografia digitale il paradosso più incredibile è che il rumore nelle alte luci è più alto che nelle ombre. Molti sono convinti del contrario. Molti sono anche convinti che un sensore al Si piuttosto che un altro decida la qualità di una immagine. In realtà il rumore è quasi completamente nella luce, e un fotosito più grande raccoglie semplicemente più fotoni. A parità di Mpx, un FF ha un IQ migliore semplicemente perché la sua superficie è >. Poi ci sono sensori che hanno rumore proprio elettronico più contenuto di altri, ma si vede solo stiracchiando le ombre in casi particolari. Insomma, se un pugno di Ali avesse raggiunto Ray Sugar Robinson, l'avrebbe mandato all'ospedale!MrGreen

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 1:41

si Ironluke,
ho uno zeiss 50 c/y f1.7 con tubi di prolunga e anello per canon.
è l'unica possibilità che ho in macro.
devo procurarmi una cannuccia molto piccola, forse il tubo dell'inchiostro per penna biro va bene. poi mi servono 2 spilli e un cilindro di carta di dimensioni piccole. più piccole di quelli per la carta stagnola credo.
Vorrei provare a tenere la cannuccia dentro il tubo, fissata con gli spilli, in modo coassiale.
quindi vorrei riprendere tubo e cannuccia frontalmente.
Questo perchè credo che il tubo più grande non risponderà all'effetto rilevato da Ettorebest, dimostrazione che il comportamento simile a quello di un'ottica pericentrica riguarda solo l'area centrale inquadrata.
differenti diaframmi e differenti messe a fuoco, sia sulla corona della cannuccia, sia qualche mm più avanti.

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 2:07

Al minuto 30:41 ;-)


avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 2:17

Bubu93, interessante credo, ma non va a fondo sulla questione che è si maggior interesse qui.

comunque ora me lo guardo tutto.

wow, effect on pinhole size Sorriso

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 2:26

La parte importante di quel video è che non si può considerare una lente come un semplice fascio di luce dal momento che ogni punto dell' oggetto emette raggi in direzioni diverse e non in una direzione singola.

Il motivo per cui una lente funziona anche con una moneta davanti e non si forma una macchia nera nella parte centrale del fotogramma (se la moneta non copre tutta la lente ovviamente MrGreen ) è che i raggi che dovrebbero arrivare al centro NON PASSANO TUTTI DAL CENTRO ma arrivano anche dai bordi della lente e POI vengono fatti convergere al centro.
Un esempio reale di questo fenomeno sono i catadiottrici e i telescopi newtoniani, nei quali vedi l'ostruzione dell' apertura solamente nelle aree non a fuoco.

P.S. non ho letto nel dettaglio tutte le pagine del topic per ovvi motivi, quindi magari è già stato spiegato quello che ho detto. In ogni caso nella serie di video di Levoy più avanti ci sono anche le spiegazioni dettagliate sul "funzionamento" della sfocatura, tipo il fatto che fotografando attraverso ad una rete molto vicina mettendo a fuoco in lontananza la rete scompare.
Se ragioni che ogni oggetto emette un fascio di raggi che poi vengono fatti convergere dalla lente in determinati punti si chiarisce tutto, anche l'esempio della mosca.

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 2:30

è che i raggi che dovrebbero arrivare al centro NON PASSANO TUTTI DAL CENTRO ma arrivano anche dai bordi della lente e POI vengono fatti convergere al centro.
musica per le mie orecchie

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 2:40

P.S. non ho letto nel dettaglio tutte le pagine del topic per ovvi motivi, quindi magari è già stato spiegato quello che ho detto.


Nella prima parte della discussione e anche all'inizio di questa avevo già indicato il link al capitolo di un libro dove tutto ciò è molto ben spiegato, ma credo che ripetere queste cose non possa certo far male.

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 21:58

Ringrazio tutti quelli che hanno apprezzato il mio intervento!

E' interessante dal lato divulgativo il video di Marc Levoy, segnalato da Bubu93, partendo dal
punto 31:45 (Pinhole camera), passando per il punto 35:38 (Replacing the pinhole with a lens),
fino al punto 36:28 (Geometrical optics). I disegni che appaiono nel video descrivono in maniera
abbastanza fedele come lavora un obiettivo.

Per quanto riguarda il discorso della prospettiva a brevi distanze, purtroppo in questi giorni
ho solo il tempo per proporvi uno scatto effettuato con Canon 100 L Macro su 7D a f/2.8
(apertura utile 36mm), rapporto di riproduzione 1:1, campo inquadrato 15x22mm.





L'oggetto misterioso è la parte superiore di una comune matita Staedtler tipo Noris 120,
con striature gialle e nere:
www.staedtler.it/it/shop/prodotti/matite-e-accessori/matite/noris-120-

Si può notare nell'immagine una raggiera dai colori giallo e nero, attorno al rosso della matita:
questo è quello che vedono le parti esterne della lente ma che arrivano sul sensore completamente sfuocate.
Chiudendo il diaframma a f/11 la raggiera sparisce e si vede solo il colore rosso.

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 22:09

Ettorebest, esempio ottimo.
l'oggetto in questione non può, secondo una logica comune, trasmettere il colore giallo e nero su tutta la circonferenza contemporaneamente, e invece lo fa.
La cosa buffa è che questo non solo scardina per certi aspetti la comune interpretazione prospettica generale, ma a maggior ragione getta dei dubbi sulla regola del "tanto più vicino, tanto più nasone".
Ovvero, ci si aspetta che un soggetto vicino abbia il nasone e sia sfuggente nella fronte e nelle orecchie, effetto prospettico esaltato dalla vicinanza.
Ma in questo caso appare esattamente il contrario. Altro che "slancio prospettico" dovuto alla vicinanza...
Il nero e giallo non si può vedere. Prospetticamente parlano sarebbe insano vederlo.
e invece si vedeMrGreenMrGreenMrGreen.

Ti ringrazio immensamente per questa immagine.
il disegno prospettico sul sensore dipende unicamente dal punto di ripresa?
Il rapporto geometrico tra dimensione dell'ottica e soggetto sono ininfluenti?


avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 22:16

Il territorio delle riprese da 1:5 fino a 1:1 è poco esplorato dai fotoamatori perchè occorre usare delle
ottiche macro. Fino ad un secolo fa, con il banco ottico, a 1:3 ci facevi dei ritratti in primo piano!

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 22:25

Quello che hai detto è molto rilevante per tutto quello che avevo intuito io (ed altri), senza che io avessi conoscenze sufficienti per poterlo dimostrare.
Se il back di quella matita fosse stato un volto umano, e avessimo conservato il rapporto geometrico, ovvero il rapporto tra dimensioni soggetto e dimensioni ottica, tra dimensioni distanza e dimensioni ottica, la stessa cosa sarebbe accaduta per il soggetto umano.
Io parlavo di lenti enormi, mi riferivo alla ritrattistica, ma spostando tutto sul macro, rispettando il rapporto geometrico che avevo messo lì a caso (ottiche con diametri di 3 metri), si denota che il cambio del disegno prospettico sul sensore non è dovuto esclusivamente al pdr ma anche appunto, al rapporto geometrico tra soggetto ed ottica.

quel territorio inesplorato, e la sua non esplorazione, forse è stata la causa della stasi sulla ricerca di molti.
Ma quell'immagine porta con sè aspetti rilevanti.

Ne deriva che il fenomeno (a proposito come si chiama esattamente?) esiste.
Ne deriva che il fenomeno si evidenzia chiaramente solo con rapporti geometrici parecchio inconsueti.
Ma ne deriva anche che il fenomeno, poiché esiste, si presenta SEMPRE , ogni qualvolta si utilizzi un'ottica che a pari condizioni di ripresa di un'altra di pari focale, possieda un diametro maggiore.
Il fatto è che sulle differenze cui siamo abituati (es. tra un 50 f1,8 e un 50 f1,2), stentiamo a palesare la differenza in argomento. Tuttavia la differenza c'è, anche se non balza agli occhi, poichè minima, ma esiste.
E sappiamo anche quali sono le direzioni per aumentare tale differenza, ovvero, da una parte usare diametri minimi per sfruttare la minore superficie delle lenti, dall'altra usare diametri massimi per sfruttare la maggiore superficie delle lenti.

in tal senso, 50 f2 non è il fratellino minore di un 50 f1,2. sono due ottiche completamente diverse in tal senso, perchè l'ottica di maggior diametro, pur convogliando ugualmente lo stesso angolo di campo sullo stesso sensore, "piega" la luce in modo completamente differente, specie nel transito tra lente frontale e diaframma.

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 22:46

Purtroppo non ho ancora tempo di fare una buona spiegazione, però ricordatevi che state sempre parlando dell'ingrandimento dei singoli punti man mano che ci si allontana dal dalla distanza di messa a fuoco. Però il baricentro di ogni singolo punto rimane nello stesso identico posto e non varia in base al diaframma. Quindi io non parlerei di cambiamento della proiezione prospettica, che implica lo spostamento del baricentro del punto (ottenibile invece con il variare del PDR).
Se non si capisce quello che scrivo, lo spiegherò più in là.
Sono comunque concetti conosciuti da sempre, e presenti non solo nelle foto macro

PS: comunque un buon esempio per spiegare certi concetti, vanno però interpretati correttamente

avatarsenior
inviato il 04 Aprile 2017 ore 22:46

restano ancora aperte molte incognite. Per esempio, io non sono affatto sicuro che in tutti i disegni ottici, chiudendo il diaframma la lente frontale viene utilizzata via via per un'area sempre inferiore.
Sicuramente per molti progetti ottici è così, ma ho dei dubbi che la cosa debba essere sempre causa/effetto, ovvero che se chiudi il diaframma per forza utilizzerai una superficie ridotto della lente frontale (e di altre dello schema ottico).

credo che possano esistere progetti in cui la chiusura del diaframma sia ininfluente. D'altronde chiudere il diaframma non significa ridurre la parte del sensore impressionata. quindi un obiettivo che nello schema dietro il diaframma, somigli molto allo schema davanti al diaframma, questo sfruttamento parziale delle lenti agli estremi dello schema non dovrebbe esserci.

quindi Bernalor, reputo che il fenomeno sia svincolato dall'apertura del diaframma (non necessitato) ma sia da ricercare unicamente nel transito della luce attraverso i bordi delle lenti , transito che non necessariamente deve essere impedito dalla chiusura del diaframma.

avatarsenior
inviato il 25 Aprile 2017 ore 22:42

@ Valgrassi: in realtà uno specchio non inverte la destra con la sinistra e non rovescia le parole in orizzontale (né in verticale invertendo alto con basso) semplicemente riflette, la questione è meramente psicologica; l'uomo è dotato di simmetria bilaterale longitudinale, ragion per cui nel guardare un'immagine allo specchio è psicologicamente indotto a confrontare la propria immagine ruotata lungo tale asse longitudinale con quella riflessa dallo specchio e trarre la conclusione che lo specchio inverta destra con sinistra. Se, paradossalmente, l'uomo anziché avere simmetria longitudinale avesse simmetria trasversale sarebbe portato a ruotare lungo tale asse per confrontare la propria immagine così ruotata sottosopra con quella riflessa, traendo una diversa conclusione errata che lo specchio inverta alto con basso.

avatarsenior
inviato il 25 Aprile 2017 ore 23:09

il movimento levogiro e destrogiro però esistono.
Così esiste una percorrenza da sinistra a destra, nello scrivere, o da destra verso sinistra.
Allo stesso modo esistono mancini e destrimani.
è quindi inesatto dire che si tratti di una questione meramente psicologica, per quanto riconosca la bontà e la logica della tua affermazione.
L'essere umano non è considerabile come un essere vivente perfettamente simmetrico in cui le due sezioni sono analoghe è complementari. Di fatto non lo è.
il fegato sta a destra, tanto per dirne una. Nella natura le due configurazioni sono distinte e portano differenti significati ed effetti.
L'inversione della simmetria è di fatto un cambiamento a tutti gli effetti e non una mera questione psicologica.

Quindi, se è fisicamente errato affermare che lo specchio inverte la destra con la sinistra, poiché è incapace di tale azione, a livello antropico l'affermazione è corretta e conferma la capacità umana di rilevare tale inversione, con tutte le differenze oggettive, intuibili o intuite, che tale inversione porta con sè.
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