| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 12:05
Dopo una vita a fotografare in analogico (in quanto non c'era altro), sono passato subito al digitale (2001) con una mitica D30 (3 mpxl). L'idea era di provarla un po' (la ebbi in prestito) e basta. Per varie ragioni la ebbi per un mese, nel quale facevo tutti gli scatti interessanti prima a pellicola e poi, tanto per, in digitale. Per farla breve, alla prova dei fatti, stampando su una rivista uno stesso servizio con immagini miste, il digitale surclassò l'analogico, per pulizia, trasparenza, nitidezza. Al che acquistai la macchina, e tutte quelle che vennero dopo. Dopo alcuni tera di servizi fotografici, continuo a usare il digitale per lavoro. Ma, ho ripreso la pellicola con grande soddisfazione, piccolo e medio formato, soprattutto quest'ultimo. Principalmente dia 4.5x6 e 6x6. In proiezione sono uno spettacolo per colori, nitidezza, tridimensionalità. A cosa serve ormai fotografare a pellicola? Per chi non lo ha mai fatto, a nulla. E poi con costi molto maggiori. Con un processo molto più lungo e complesso. Con risultati non necessariamente migliori se non in proiezione (a meno di avere un sistema di videoproiezione 4k e oltre, inavvicinabile per i costi). Lo faccio, appunto, perchè amo la diaproiezione. Perchè mi diverte e rilassa molto la ripresa in analogico, molto più meditativa e riflessiva. Perchè mi piace utilizzare queste attrezzature elettro-meccaniche tutte tasti, cursori, rotelle, senza quasi menù. E comunque i risultati hanno un sapore particolare che, probabilmente per mia incapacità, non riesco a rendere in digitale. Allo scopo di avere anche una versione digitale delle mie dia, sto mettendo a punto un sistema personalizzato di digitalizzazione che mi sta dando buoni risultati. Sto lavorando ancora sulla resa cromatica e sulla planeità della pellicola (fotografo quasi sempre dia già intelaiate). Questi sono i primissimi risultati. www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2021280&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2021281&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2021282&l=it |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:23
@balalaika, ti cito:"Ecco il segno della resa che stavo aspettando!" Ti sbagli non è la resa, l'ho sempre pensata così, tu purtroppo sei una di quelle persone innamorata delle proprie idee e che non ascolta o si interessa di capire gli altri. Se torni indietro e leggi i miei interventi vedrai che ho scritto almeno 2-3 volte che sono pro-digitale, tu sei partita a testa bassa, con punte di trolling tollerabili, anche perchè alla fine come quota rosa ti spettano, altrimenti sai che noi qui tra maschietti e trollegiare da soli. Anche tu ti sei arresa visto che metterai il rullino sul cimelio di famiglia, quindi 1 pari. |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:25
Devo correggere un mio post precedente, la frase "pp analogico penalizzante per tutti" è "pp analogico penalizzante per tutti come me che non hanno stumenti e capacità per trattare l'analogico correttamente": |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:29
Ok, già 2 interventi di persone che reputo competenti che bocciano la digitalizzazione dei negativi. Ma come si fa allora? se vado in un laboratorio dai prezzi accettabili, tutto va in macchina e amen, esce una cosa impersonale se vado da laboratori specializzati esco senza un rene. Vie di mezzo a milano ne esistono? |
user52615 | inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:30
“ @balalaika, ti cito:"Ecco il segno della resa che stavo aspettando!" Anche tu ti sei arresa visto che metterai il rullino sul cimelio di famiglia, quindi 1 pari. „ Ok, vada per 1 a 1 |
user104607 | inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:49
ultimamente sembra andare molto di moda il flame... è inutile con certe realtà, se si risponde si getta soltanto benzina sul fuoco. Vanno solamente ignorati. |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:54
Bravo Leone: mi sembri sulla buona strada. |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:54
Lippoassoluto... ci tengo, perlomeno per quanto mi riguarda, che la mia affermazione sulla digitalizzazione (se anche a quella ti riferivi) non ha il senso di "bocciatura". Anzi, nella logica che mi pare tu abbia espresso, ovvero l'idea di "scattare" in analogico per vari motivi, di ordine esperienziale, ovvero "l'esercizio di riflessione", quello che succede dopo la fase di ripresa non è necessariamente rilevante. Solo, in senso generale, io credo che se l'approdo deve essere un file da lavorare per via informatica, tanto vale realizzarlo già all'origine. Credo che la forza dell'analogico sia soprattutto nel fatto che, a essere analogico, sia tutto il processo. Personalmente ho chiuso con la pellicola solo quando ho capito che non avrei stampato più. Ma ripeto, mi pare che il fine che tu proponi, questo mio discorso significhi poco. Anche se, per rispondere al tuo "come si fa", io mi attrezzerei una camera oscura. La scrematura sarà ancora maggiore, ma quella natura di esercizio, che viene qui richiamata, si amplificherebbe decisamente e positivamente. Se ovviamente hai voglia di tutto ciò che comporta Spesso si parte dal presupposto che ciò che conta è "il fine". La fotografia realizzata. Io ho spesso espresso idea contraria: se non devi portare a casa la pagnotta (quello è diverso ovviamente), stiamo parlando di qualcosa che dedichiamo alla nostra sfera più, passami il termine, spirituale. E per questo, non è affatto detto che il "percorso" non possa o debba essere il vero punto fondamentale, per noi, soggettivamente... |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:57
 Io ho ottenuto questo con uno sforzo minimo.Mi accontento |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:58
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| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 13:59
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| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 14:02
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| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 14:02
“ Ma come si fa allora? se vado in un laboratorio dai prezzi accettabili, tutto va in macchina e amen, esce una cosa impersonale se vado da laboratori specializzati esco senza un rene. Vie di mezzo a milano ne esistono? „ Puoi allestire una camera oscura . L'ostacolo più grosso è... lo spazio. Alcuni si sono organizzati con una CO mobile nel bagno di casa, che oscurano alla bisogna. Oppure una soluzione potrebbe essere lo sviluppo in casa in tank (NON necessita di CO, l'investimento iniziale di 80€ circa lo recuperi con una 30ina di rullini), scansione per catalogazione e poi stampa ad ingranditore presso laboratori che ancora la fanno... a milano c'è PFG, punto foto che lo fa, è vicino alla M1 Precotto (ma immagino ce ne siano altri). |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 14:05
Insomma non è come scattare in digitale, la maggior parte non rinuncia per la qualità del risultato ottenibile, ma perchè ormai non si vuol perdere troppo tempo (e denaro), anche se pure il digitale può necessitare tempo e denaro. E' una questione di approccio |
| inviato il 02 Ottobre 2016 ore 14:20
Il mito che l'analogico costa è soltanto una leggenda che adesso non ha più senso di esistere. Adesso le fotocamere a pellicola costano pochissimo rispetto a una digitale. Una Nikon F100 costa sui 250 euro ed è un'ammiraglia. Io ho una Rolleiflex Planar pagata 200 euro... Una magnifica Nikon FM costa meno di 100 euro, spesso con obbiettivo incorporato. I rullini costano dai 3 a 6 euro, ma bisogna considerare che con la pellicola si scatta molto ma molto meno rispetto al digitale e l'impatto economico a fine anno si aggira, almeno per me, sui 50-60 euro circa di rullini. Lo sviluppo nemmeno lo considero come spesa, visto che un rullino in b/n sviluppato a casa ha un costo di circa 20 centesimi. Poi ci sarebbe la stampa: l'ingranditore costa molto meno di 100 euro, le carte costicchiano, i chimici poco. GLi scanner si trovano dai 200 euro in su e comunque hanno anche le normali funzioni da scanner. In generale quindi, la spesa per foto in pellicola è dilazionata nel tempo in base a quanto si scatta. A differenza del digitale, che invece costa tutto subito e poi basta, senza considerare che le foto non vengono stampate, perché in questo caso anche il digitale comincia a costicchiare... |
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