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Quanto "vale" lo scatto, quanto "vale" la post produzione?


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avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 13:09

@Murphy, siamo d'accordo e proprio per rendere più evidente l'attore e, mi ripeto, la sua eterna sigaretta in bocca, doveva essere schiarita. Il resto poi ne andava fatto o diciamola più chiaramente, negli anni 70/80/90 quando stampavo il biancinero, io lo avrei sicuramente fatto.

@Bigstefano: non ci vedo niente di così "pesante" nella pistorofuzione in camera oscura. Era quello che io e quelli che conoscevo facevamo in camera oscura: mascherature, bruciature erano routine, il minimo sindacale. Ricorderai sicuramente che, oltre alle mani, ragionando sul provino, le mascherature e bruciature, le preesposizioni, etc, venivano fatte approntando delle sagome di cartoncino scuro e filo di ferro che venivano mosse in modo opportuno. Coni di luce da orientare sui volti. Cambi di gradazione di carta e di filtri per il muktigrade. Il cartoncino scuro nella mia camera oscura non mancava mai.
Infine, come ho detto, si ragionava sul provino, come dici tu abbastanza grande, ma l'unico originale è sempre il prodotto finito. Tu conosci solo il prodotto finale di Ansel Adams: è solo quella la foto. Come ci si è arrivati non conta nulla.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 13:24

Bigstefano, hai un'idea molto vaga su quello che si faceva in camera oscura anche a livello di amatore minimamente evoluto. Io lo facevo per gioco ma a volte impiegavo un intera serata per una sola foto. E non era solo una questione di mascherature, ma di scelta di materiali di capacità di valutare e anche di abilità manuali.
Per quanto riguarda la foto di James Dean, ah si era lui il soggetto stiamo parlando di una di quelle che è stata giudicata una delle sue più belle foto e non credo che chi lo ha fatto abbia mai visto il provino.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 14:20

@Claudio Santoro & @Ziojos
A prescindere dal fatto che anche tra gli anni '40/50 e gli anni 70/80 in camera oscura qualcosa era cambiato...
So molto bene che per fare le operazioni che voi ricordate ci voleva molto impegno e moltissimo tempo a disposizione e tanta esperienza e, se non si prestava la dovuta attenzione, si sprecavano tempo e danari perchè la carta non costava poco... e questo per tutti i fotografi era un motivo più che valido per limitare al massimo la postproduzione.

Comunque il concetto che cerco di esprimere è un'altro, ci riprovo:
Ancora oggi quando si manda in stampa una foto postprodotta lo stampatore la deve rielaborare per ottimizzarla in funzione della stampante e del supporto cartaceo o altro sul quale poi verrà impressa.

Questo significa che rispetto a quello che accadeva ai tempi delle camere oscure quando la postproduzione era un processo legato indissolubilmente alla stampa oggi abbiamo due processi distinti:
Il primo che prima non esisteva, è quella che oggi chiamiamo PP e facciamo a monitor.
Il secondo è quello che normalmente deleghiamo allo stampatore che terrà giustamente conto di quale stampante e e quale supporto verrà utilizzato.

Nel caso in oggetto io ho soltanto espresso il forte dubbio che quella postproduzione è dovuta al fatto che se avessero mandato in stampa su una rotativa degli anni '40/50 quel provino avrebbero ottenuto un pessimo risultato molto diverso da quello che noi oggi visualizziamo a monitor!

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 14:41

Si, @Bigstefano, in fondo diciamo le stesse cose. Dopo aver scattato, una volta sceglievo la pellicola, il tipo di sviluppo a seconda se lo volevo finegranulante, se dovevo aumentare l'acutanza e regolavo temperatura, tempo e agitazione. Era pratica normale ed era la prima parte della postproduzione di allora.. Così come era pratica normale, poi, adattare la stampa come si è detto.
Attualmente, come dici tu, non è molto differente: io stampo da me in digitale ( non affido i miei scatti ad altri) e faccio una postproduzione di massima a video, per poi affinarla con provini, oggi come ieri, in 10x15 fino ad ottenere quello che voglio in stampa. E quello che ottengo è il vero originale. Per una stampa ci metto un paio di ore. Conservo catalogati i provini con tutte le modifiche apportate scritte sia sul davanti che sul retro con un pennarello indelebile. Come nell'esempio della stampa di James Dean

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 15:27

Mi sono appena andato a rivedere entrambe le fotografie e ingrandendole entrambe ho riavuto conferma di quanto avevo già notato, e cioè che nell'originale c'è tutta le leggibilità che serve, e se è vero che la calcellata sulla destra è priva di dettaglio è anche vero che quel cartellone pubblicitario bianco sulla sinistra è del tutto leggibile, al contrario, nella fotografia corretta la staccionata ha tutto il dettaglio che vuoi mentre il cartellone è illeggibile.
Quindi, se proprio vogliamo dirla tutta, a questo punto sono sbagliate entrambe e né il fotografo, né lo stampatore, ci fanno una bella figura!


Ma veramente, al di là di tutto il resto, si pensa di poter fare simili considerazioni sulla base di scansioni fatte chissà come di foto prese chissà dove? Eeeek!!! La versione digitale distribuita da Magnum si trova qui (a bassa risoluzione): www.magnumphotos.com/photographer/dennis-stock/ . La resa del cartellone è soddisfacente?

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 16:22

Beh, @Ironluke, si discuteva sulle differenze di come "apparivano" le due foto. Quindi, si valutavano le differenze tra le due e non gli scatti in senso assoluto, evidenziando come in stampa erano state fatte certe modifiche. È come discutere di foto postate qui su Juza: moltissimi come me in questi giorni in ferie le valutano sul cellulare, tanti altri su pc senza regolazioni, solo qualcuno su monitor ad alto gamut e perfettamente calibrati; per cui non puoi dare valutazioni nei minimi particolari e in senso assoluto. Si può dare una opinione paragonando le due foto, questo sì.E gli interventi erano solo tesi ad evidenziare che è normale fare post lunga e complessa anche con le pellicole. E, confesso, per la postproduzione delle mie foto da postare su social o su Juzs ci perdo pochi minuti, tanto per lo più saranno osservate con molta approssimazione, superficialmente e spesso sopravvalutate nella esaltazione della retroilluminazione. Invece per una stampa ci perdo ore! E per me solo la stampa è il punto di riferimento per una foto; quello è l'originale

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 21:36

Il problema è che chiamiamo foto un insieme di dati matematici elaborati da un processore.
Le dovremmo chiamare immagini digitali.
Le foto, sono sparite con le pellicole.
Assodato questo, lascio a voi decidere in che misura è lecito operare in pp su una immagine digitale.

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 21:50

Enzillo parliamo di pellicola e sviluppo da 4 pagine e tu mi entri così MrGreen

avatarsenior
inviato il 01 Settembre 2023 ore 21:59

Certo, voi siete ot MrGreen

avatarsenior
inviato il 02 Settembre 2023 ore 8:12

Prima che arrivi qualche "sapientone" lo dico io:
Fotografia = Scrivere con la Musica MrGreen

avatarsupporter
inviato il 02 Settembre 2023 ore 9:19

Di sottofondo ? :-P

avatarsenior
inviato il 03 Settembre 2023 ore 17:49

Certo, voi siete ot 
********************

E mi sa proprio che hai ragionre MrGreen

avatarsenior
inviato il 04 Settembre 2023 ore 10:39

Che importanza ha definire e definirsi? Creare recinti o limiti? Scattiamo con qualunque cosa quello che ci piace: pellicola, sensori, se inventeranno altro, useremo altro; tanto al momento tutti ormai produciamo qualcosa che ha a che fare col digitale, anche solo per scansioni, anche solo per stampare in laboratorio ( 99% dei casi), anche solo per confrontarci, anche solo per postare su un social come Juza. Importa tanto che tecnica si utilizza? A me meno che zero quando guardo una foto...

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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