| inviato il 19 Marzo 2023 ore 13:13
Old_pentax, ma anche altri che scaricavano rifiuti vicino una scuola elementare. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 13:18
Il mio era un esempio anche se un pò esasperato. Comunque è una logica diffusa. L'opportunismo rende cechi. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 13:36
Produrre polistirolo per i cappotti da fare alle case non ha un impatto ambientale? Viene dal petrolio, lo stesso petrolio che non vorrebbero estrarre pensando di passare all'alimentazione elettrica delle auto. Secondo me hanno fatto corto circuito! Senza considerare che la quota del petrolio destinata alla raffinazione per l'alimentazione delle auto è solo una parte, ma il petrolio sarà comunque necessario, da dove credono che arrivi la gomma, la plastica, i coloranti, le fibre sintetiche il PET delle bottiglie, ecc.? |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 13:43
Diebu ci sono anche altri isolanti. prima o poi il petrolio finisce, bisogna aspettare questo? |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 14:02
La storia che prima o poi il petrolio finisce la sento fin da quando ero piccolo, secondo la narrazione di allora a quest'ora doveva essere già finito e invece... La realtà è che vengono continuamente scoperti nuovi giacimenti e giacimenti che una volta non erano tecnicamente o economicamente sfruttabili oggi invece lo sono. Bada bene, non sono contro la transizione, anzi sono del tutto favorevole, però non bisogna farsi prendere in giro; pensate che torneremo a tingere i tessuti con coloranti naturali? È le vernici? E tutta la plastica che utilizziamo? Attualmente solo pochi tipi di plastica sono sostituibili da quella derivata da materie vegetali. E la gomma? Pensate che il caucciù sia sufficiente? Senza considerare che per determinate caratteristiche tecniche di prestazioni e durata occorre comunque la gomma sintetica. E tante altre materie chimiche che non sto a elencare da dove credete che provengano? Ricapitolando, ben venga una transizione verso materie e modi vivere più ecologici, ma deve essere graduale e non imposta, perché tanto del petrolio purtroppo non se ne potrà fare a meno per molto molto tempo (o forse addirittura mai). |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 14:09
Qua il graduale non sanno cos'è. O si arriva a pelo oppure qualcuno si impunta, fare le cose con calma mi sa che non piace, ma lo capisco bisogna lavorare e a molti non piace. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 14:24
Soprattutto dovrebbero fare delle trasmissioni che spieghino le soluzioni e come ci si deve comportare per consumare e inquinare meno. In questo anno attraversato da grandi problemi energetici non hanno dedicato un secondo di trasmissione per diffondere un insegnamento a riguardo. Povero Piero Angela. È assolutamente necessario educare il grande pubblico. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 15:24
Tutti parlano di transizione energetica, nessun o parla di ridurre il consumo energetico, é la strada più breve e meno costosa per ridurre la produzione di CO2. In Italia circa il 50% dell'energia è da fonte rinnovabile, riducendo il consumo di energia a metà, è si può fare non producendo cose inutili (oltre il 50% dei nostri acquisti riguarda cose inutili se non dannose, o cose che rimangono invendute) si azzererebbe la CO2, il poco prodotto dalle auto e camion viene sequestrato dalle piante. La vita sarebbe più naturale, più sana, più lunga e più felice. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 16:19
“ @Angor ma definire Greta in quel modo ti fa sentire meglio? Rafforza la tua verità? „ no, semplicemente la disprezzo, come tante altre persone disprezzano altri personaggi...se la cosa ti da fastidio, mi spiace, sappi che a me da molto più fastidio come vengono appellati alcuni politici da parte di molti sostenitori di movimenti pseudo ambientalisti e inclusivi... in effetti più che lei, che è solo una poverina malata che, forse si forse no, capisce realmente quello che faceva, è l'ideologia che sostiene lei e i suoi gretini che non condivido, per usare un eufemismo. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 16:29
Se in Italia, come nel resto d'Europa, togliessimo il 50% del consumo, sparirebbero ben di più che "cose inutili". Il problema quando si parla di "transizione" e di "risparmio energetico" o di materie prime, è credere nella BUFALA della riduzione progressiva. Togliamo il 10%, il 20%, il 30%....addirittura il 50%. Così, come fosse un rubinetto. Non funziona così: l'economia che sostiene il nostro benessere non è dimmerabile come fosse una lampada alogena. Ci sono meccanismi complessi e soggetti a soglie: magari fino a meno 10% non succede nulla, poi a meno 11% crolla l'economia. Io non sono disposto a mettere a rischio il futuro benessere dei miei figli solo per soddisfare le spinte autopunitive e i rimorsi di certe correnti di pensiero antioccidentali. Perchè meglio ricchi in un mondo inquinato che poveri in un mondo inquinato. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 17:44
Il problema che non consideri è che potrebbe non esserci un benessere nel futuro dei tuoi figli. E non si tratta di essere antioccidentali ma consapevoli. Ho visto, in quarant'anni di attività nel monitoraggio dell'ambiente, come il disprezzo delle persone superficiali verso ciò che li circonda, porta a disastri irrecuperabili. Le conseguenze non distinguono ricchi o poveri, ma distribuiscono i loro effetti in modo indiscriminato. L'economia che sostiene il nostro benessere si basa sulla disponibilità di risorse. Queste non sono a nostra disposizione in modo economico e illimitato. Un mondo inquinato è un mondo invivibile, se l'aria è tossica e l'acqua è scarsa o inutilizzabile, non ci può essere vita. Poveri o ricchi che siamo. Poi ognuno la può pensare come crede, ma quello che non c'è più non si recupera. Il risparmio delle risorse non è utopia, né tantomeno inutile. E il nostro benessere fisico non può essere barattato con quello economico. Credo che anche Steve Jobs avrebbe volentieri scambiato la sua ricchezza per la salute che non aveva più. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 18:14
Io credo che quello che stia cercando di dire Angor sia che un sacrificio economico forte solo di una piccola parte della popolazione (Europea) sia più controproducente che producente, nel senso che se anche noi fossimo perfetti a scapito delle nostre richezze o presunti tali, saremmo solo più poveri in un mondo ugualmente inquinato o forse più perchè Cina, India, Africa di tutto questo se ne sbattono o quasi. Pertanto vale la pena? Io credo che come da altri evidenziato qua la verità stia nel mezzo su come attuare il tutto e certamente respingendo con forza qualsiasi imposizione che crea solo l'effetto opposto. Ma ci rendiamo conto che un qualcosa che non poteva che mettere d'accordo il 99% delle persone come la cura dell'ambiente ora a causa di imposizioni o paura di presunti tali a livello Europeo (auto elettrica/casa), atti vandalici all'arte o blocchi in mezzo a strade ad alto scorrimento a danno del comune cittadino come quelli da parte di Ultima Generazione si sta creando un movimento diametralmente opposto che si basa solo sull'antipatia, spesso estremamente forte, contro questo determinato tipo d'azioni? Pura idiozia, no? |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 18:18
Rjb scusami, ma cina + india + africa= molto più della metà della popolazione mondiale, e vogliamo fare noi in Europa la differenza sull'inquinamento globale? lo sai che gli allevamenti di bestiame in particolare dei bovini incide molto di più a livello di gas serra rispetto ai motori?(18% contro il 14%) www.key4biz.it/inquinamento-delle-mucche-centra-con-leffetto-serra/426 quindi di cosa parliamo??? le case green in europa incidono pochissimo se non nulla, basta guardare le pagliuzze, il problema non è l'europa e la soluzione non è l'europa, se si vuole invertire il trend bisogna iniziare da cina ed india. |
| inviato il 19 Marzo 2023 ore 18:46
Noi giustifichiamo la nostra cattiva coscienza dicendo che gli altri sono peggiori di noi. E quindi saremo più poveri se noi risparmiamo energia ed inquiniamo di meno. India, Cina e Africa inquinano in valore assoluto più degli occidentali ma in valore relativo inquinano meno. Ci fa comodo però spostare la produzione più impattante sull'ambiente in questi siti. Concerie, industrie tessili industrie chimiche e tutto quello che può massacrare l'ambiente li abbiamo spostati nel sud del mondo. Ora, quello che ci resta da fare è ridurre la dipendenza da combustibili fossili, che peraltro importiamo praticamente da gente che si arricchisce a spese nostre in modo esagerato, e ridurre lo spreco energetico in modo progressivo. Forse le tempistiche vanno riviste ma sulle finalità non credo che non si possa convenire. E comunque le polveri sottili ce le abbiamo in Valpadana. Se ci sono a Pechino, a Mumbai o a Nairobi non è che ci importi molto. |
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