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Oppure pubblicità gratuita come non ci fosse un domani.. del tipo che se ti beccano "stavo provocando", se non ti beccano ma ovviamente non puoi produrre il RAW allora "stavo denunciando". Mi sembra che in troppi ci stiano marciando.
E passiamo adesso dallo sfondo cubano, a un altra Disneyland fotografica che è New York con
CEDRIC ROUX
Questo è un giovane fotografo francese che ha trovato per me in New York il luogo adatto per esprimere la sua fotografia. Una fotografia giocata sulle ombre, sulle luci, sui grandi contrasti ( cosi' usciamo un attimo dal nuovo falso mito del fotoamatore moderno : la gamma dinamica ), sulle tonalità' e su un uso del colore quasi anni 80. Un Fotografo che oscilla tra il club di Alex Webb e del primo Meyerowitz , mantenendo pero' un identità' spiccata.
Vorrei segnalare un lavoro fotografico che mi ha colpito e trovo molto interessante. L'autirice é Diane Meyer, fa un ragionamento sulla memoria e si come con il passare del tempo si perdano ricordi, restando immagini incomplete che vengono pixellate usando fili di lana o cotone proprio per simulare il disgregarsi del ricordo instagram.com/dianemeyerstudio?igshid=NTc4MTIwNjQ2YQ==
una domanda per creare una discussione : quanto questi lavori sono fotografia e quanto sono installazioni?
Lo chiedo perche' riesco bene a distinguere la sottile linea rossa che divide le due cose, ma non riesco mai a darmi una risposta convincente.
PS: ho notato che l'aggettivo "interessante" è la piu' classica risposta che viene data quando non si ha bene chiaro la valenza artistica di una fotografia, film , musica, ecct ecct E' quasi aristocratico.
PPS: inutile dire che è l'aggettivo da me piu' usato
Parto dall'aggettivo interessante. Io cerco qualcosa che mi interessi e che mi spinga a proseguire a guardare. É un aggettivo che io uso come qualcosa di molto positivo Ora vengo alla questione fotografia, io penso alle polaroid che venivano disegnate, elaborate ecc.. qui é un po' la stessa cosa. Se pensi che lo scopo del lavoro é un esposizione c'é cosi tanta differenza tra un post produzione digitale o analogica o un po' e un po'? Io ho deciso che non mi importa molto e che mi interessa di più se il lavoro ha senso se funziona anche a livello estetico ecc.. Aggiungo un ulteriore spunto di discussione, considerando le AI non non potrebbe essere una direzione sensata ? Io ci sto ragionando e ci sto anche lavorando anche se in modo diverso, io stampo lavoro e riscatto e mi sta iniziando a piacere Mi faccio comunque molte domande, ma la mia conclusione é che comunque infondo non mi importa così tanto anzi quando ho esposto l'ultima volta le foto non ho pensato solo allo scatto ma alla carta e alla cornice adatta che era particolare e pensata per quel lavoro Quindi anche una mostra infondo é un installazione e mi piacciono quelle mostre dove ci sono diversi formati, ordini scelti in modo pensato e non la semplice monografica anche se ben fatta
... si potrebbe dunque delineare per la fotografia una dimensione produttiva, di matrice aristotelica, che nella mimesi del mondo tenda a superare la storiografia e ad accostarsi alla filosofia; una costruzione del mondo che mette in tensione la memoria ... una fabbrica (faber) critica ... e, nel caso, con un esito pur sempre formale; pur vedo un anelito alla perfezione sotteso alla ricerca d'una misura che è anzitutto inevitabile: è ancora degli antichi greci questa "impellenza", ... del resto la bellezza è la finalitá prima dell'Arte, di quella dimensione produttiva che vuole, con la perfezione, arrestare la Storia; sono dunque particolarmente attratto dai pattern - potenzialmente estensibili - delle pixellature di Diane Meyer (guardo or ora le Sue applicazioni al muro di Berlino) ... tanto piú se, nell'osservazione, elevo l'astrazione alla monocromia ... altrettanto singolare è l'azione introdotta del cucire ... del cucire-raccontare , qui si vorrebbe "a rammendare" ció che la memoria disgrega ... ma, ad esser cosa ancor piú complessa, il rimando non puó che esser rivolto alla mutualitá, nel processo produttivo della narrazione, tra Carlo Emilio Gadda ed Alessandro Manzoni; Gadda riattiva la metafora Manzoniana della filatura-trama, filo della Storia, e la deforma ( post-produzione?) in rete di digressioni ... penso quindi alle cuciture della Meyer come a delle insufflazioni logiche d'ordine minimo nel caos, ... ad una spuria fotografia d'euresi. Inevitabilmente aristocratica ...
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Ringrazio Matteo Groppi per la formidabile segnalazione; un gentile augurio di buona serata a Voi tutti
Mi piace molto lo stile erudito, ermeneutico, un po' rettorico (sottolineo la doppia "t")*, forbito e vagamente retrò di Ben-G; però se dicessi che è per me tutto chiaro e trasparente, mentirei... Infatti confesso di avere appena digitato "euresi" con Google... www.google.it/search?q=euresi&rlz=1C2FKPE_itIT968IT968&sxsrf=APwXEdc76 ...e ho constatato che ha a che fare con l'opera di Carlo Emilio Gadda.
Di quest'ultimo sono fermo alle solite cose che ti consigliano di leggere al liceo: "La cognizione del dolore" e "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana". Poi ricordo di aver visto in TV, vari decenni or sono, una lettura di "Eros e Priapo", ma di essa ho un vago ricordo. E ho letto, tempo fa (temo senza la debita attenzione e saltando qualche parte), la biografia di Arbasino "L'ingegnere in blu" (Adelphi). Poi, "lupus in fabula", proprio questo pomeriggio, a "Rebus" su Rai 3, ho sentito Corrado Augias che citava l'interpretazione Gaddiana di Manzoni... Ma "euresi" non sapevo cosa significasse.
Ricordo, oltre quarant'anni fa, di aver acquistato "Dallo Stheinhof" di Massimo Cacciari (di cui seguivo i corsi di Estetica presso l'IUAV)... www.adelphi.it/libro/9788845920035 ...e di averlo messo da parte per non averci capito una benamata mazza. Poi l'ho ripreso parecchi anni dopo e mi sono chiesto "ma come ho fatto a trovarlo così oscuro?"; perché nel frattempo avevo letto diverse opere fondamentali degli Autori Mitelleuropei (von Hofmannsthal, Musil, Joseph Roth, Karl Kraus, Wittgenstein...) cui il testo faceva riferimento.
Quindi ora metto il segnalibro e mi riprometto (spero di trovare il tempo) di fare un bel ripasso sul concetto di "mimesi" in Aristotele e (qui non parlo di ripasso perché parto da zero) di studiare il concetto di "euresi" in Gadda; e quindi rileggere il post di Ben-G qui sopra, fiducioso del fatto che mi sarà più chiaro.
Ringrazio caldamente Ben-G per questi stimoli intellettuali.
E anche Matteo Groppi per la "formidabile segnalazione".
Roberto Ben per me è tipo l'oracolo di Delfi. Ma gentile. io ho preso coscienza che non lo capirò mai fino in fondo… troppo oltre per le mie misere competenze. Ti auguro buona fortuna per il tuo percorso Interessante la segnalazione di Matteo.
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