| inviato il 18 Maggio 2022 ore 16:19
Eh Valerio... ricordati che c'è stato qualcuno che pretendeva di spezzare le reni alla Grecia P.S. - io di calcio capisco meno che di fisica quantistica |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 16:24
Appunto Black, se uno vuole sovraesporre una propria fotografia chi sono io per dirgli di non farlo? |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 17:05
@Paolo il calcio è un mistero agonistico (cfr. Gianni Brera), altro che la quantistica, che non si sa bene perché funziona però ha regole ben chiare |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 17:16
“ Appunto Black, se uno vuole sovraesporre una propria fotografia chi sono io per dirgli di non farlo? „ Si, ma quello non è "uno" scappato di casa a caso (***), a prescindere se piaccia o no soggettivamente... è quello il punto. Sennò mi vengono subito in mente quelli che hanno criticato ferocemente di recente uno scatto staged di Erwin Olaf solo perché c'erano due (2!) particolari tagliati (ovviamente scientemente da parte dell'autore, ci mancherebbe anche); non ricordo se rientravi nel novero anche tu, "quelli" non lo dico con disprezzo sia chiaro. Ma per favore però! Se non piace non piace, ma non ci si deve appuntare su dettagli come esposizione e particolari tagliati, non è la mia galleria Juzaphoto, sono autori con un percorso ed una affermazione generale notevoli. (***) Come potrei essere io ad esempio, tanto per stare in tema "pochi toni di grigio" (dato che 50 sono decisamente troppi ): www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2766396 |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 18:02
Falso d'Autore? Probabilmente, anzi certamente, ma pur sempre una situazione irreale! |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 19:38
Sai, col reale buona parte della fotografia c'entra poco (e la mia l'ho linkata proprio per questo): almeno questa cosa l'ho imparata, strada facendo. Che c'è di reale nel mio avatar? Niente. Però paradossalmente ha meno ritocco della foto di prima, e nonostante tutto sono entrambe singole esposizioni. È per questo che reputo che, come nella cinematografia, si debba saper sospendere la propria incredulità anche fino a un discreto punto, quando si guardano certi generi fotografici. I manierismi esistono, in tutte le forme di espressione, ma quando sono funzionali a quel che si vuole dire (o ai dubbi che si vogliono insinuare nell'osservatore) ci stanno sempre per me. Odio solo i twirl, le sostituzioni cielo irrealistiche e gli HDR pacchiani, dal canto mio. La staged è assolutamente uno dei generi che richiede quella sospensione di incredulità. Lì le ombre non puoi prenderle a riferimento neppure pee scherzo, per esempio, perché dietro e a lato di quei soggetti ci sono fior di migliaia di euro di illuminazione piazzati chissà come; sicuramente un faretto potente, ma direzionale è che quindi non arriva al gigante d'ebano, è proprio puntato sul bimbo e genera la sua ombra esclusiva. Per non parlare delle staged di Crewdson... lì altro che faretti, tutte le luci sono studiate e vi sono fonti luminose, anche temporizzate ad hoc, messe nei posti più impensabili, per creare le giuste esposizioni localmente e plasmare le ombre e le luci esattamente come le vuole l'autore (non come dovrebbero essere nella realtà!) in ogni angolo del frame. |
| inviato il 18 Maggio 2022 ore 23:20
Il punto è che il procedimento fotografico corretto, che include anche la corretta esposizione, è quello che produce il risultato desiderato dal fotografo. Punto. Apparentemente è una cosa molto evidente, nella sostanza si ottiene solo un ottimo controllo di tutte le fasi del procedimento. Ma "corretto" non significa necessariamente "tecnicamente corretto". Se fosse così sarebbe alla portata di quasi tutti, anche di una "macchina". |
| inviato il 19 Maggio 2022 ore 6:48
Non generalizzare o banalizzare per sminuire il mio punto di vista Paolo, please... Ale te l'ha riassunto in una riga. Specificando poi nella seconda frase che è esattamente il contrario del concetto dei "mettinculi" (mah) : se giusto fosse solo tecnicamente corretto, allora si che sarebbero tutti artisti, ma solo grazie all'esposimetro e all'af valutativo. Bello eh! ....... Poi però non ti venire a lamentare che le foto sono tutte uguali e che resteranno solo i cellulari, a fare foto, guardacaso, tutte uguali. |
| inviato il 19 Maggio 2022 ore 7:11
Si vede chiaramente dai grafici. Nelle ombre il rumore è prevalentemente generato dal sensore. Nelle luci invece dalla luce stessa. Differenza fondamentale. Poi arrivano i metafisici e lì su "essere" ed "essenza" si può discutere all'infinito senza mettersi d'accordo, è così fin dai tempi del pensiero greco classico. |
| inviato il 19 Maggio 2022 ore 7:16
Beh all'infinito no, se metto una foto qui e non se la fila nessuno per 4 anni, vuol dire che fa schifo in maniera abbastanza oggettiva. |
| inviato il 19 Maggio 2022 ore 7:35
Val, non sottovaluto affatto gli aspetti teorici, tecnici e tecnologici. Credo che la conoscenza approfondita del mezzo sia una condizione per ottenere il risultato. Per questo partecipo volentieri a thread dove si parla di questo. Dico però che una "esposizione" fatta nella completa conoscenza tecnico/teorica e nel rispetto di tutti i suoi vincoli non necessariamente porta ad una "esposizione corretta" cioè che conduce il fotografo al risultato desiderato. Da sola non basta. Ci vuole semmai una "esposizione consapevole". Detto questo parliamo pure della natura del rumore digitale. Ma nella consapevolezza che così arriviamo a metà strada nella soluzione di questo nodo. Una metà strada comunque importante… Mettere uno scatto di Giacomelli è un po' fuorviante, lo ammetto. Perché sapendo la tecnica che lui usava, una sua stampa non ci dice nulla sull'"esposizione corretta" o meno del suo negativo. Ma era per spiegare il concetto. |
| inviato il 19 Maggio 2022 ore 8:24
@Ale il 3d è “ Come Esporre correttamente ? „ L'ho interpretato alla lettera. Esposizione è EV e basta. "Corretta" è più dura da definire. Per questo ne è sorto un 3d interessante. Giacomelli usava un rottame di macchina. Essendo di mestiere un tipografo, era anche bravo in camera oscura. Ghirri spediva i rullini delle dia a laboratori commerciali. Si può dedurre che Ghirri esponeva secondo i suoi punti di vista perché la dia sviluppata in un normale laboratorio non ammetteva aggiustamenti. Poi avrà dovuto convertire le dia in stampe e lì ci stava di tutto. |
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