| inviato il 16 Marzo 2022 ore 8:04
Daunio Capisco. A me personalmente fa più contrasto l'espressione, riguardo alla quale ci vedo più che altro l'inesperienza della modella che forse non era perfettamente a suo agio. Ripeto però che io guardo la foto con gli occhi di chi osserva uno scatto amatoriale. Alcuni aspetti quindi li considero più come “limiti” (di esperienza, di tempo, di materiale, ecc) associati a questo aspetto che non scelte artistiche. Ma magari sbaglio. Comunque è certamente vero che la vicinanza a noi nel vestire avvicini per certi versi l'immagine alla nostra realtà. |
| inviato il 16 Marzo 2022 ore 9:11
Non sempre si ha il tempo di leggersi le 12 pagine precedenti. Dico solo che se fosse una foto spontanea sarebbe poetica nella sua denuncia e nel crudele realismo. Invece chiaramente è costruita e mi e lascia l'amaro in bocca: immagine pubblicitaria, da copertina, non difficile, anzi direi facilissima da progettare da chiunque. Cosa ci vuole a progettare un'immagine forte? E cosa c'è di più forte di un bambino ( meglio ancora per l'immaginario collettivo, una bambina) con un fucile in mano? Due cose tanto distanti quanto purtroppo oggi collegate. Bella formalmente, ma sotto sotto banale. E questo un po' mi offende. Il classico leit motiv odierno del vero, verosimile, finto. E sinceramente, in un momento così tragico, non me la sento di giocare alla composizione, con l'accostamento degli elementi, dei colori, con la ricerca della location adatta... |
| inviato il 16 Marzo 2022 ore 11:33
“ Cosa ci vuole a progettare un'immagine forte? E cosa c'è di più forte di un bambino ( meglio ancora per l'immaginario collettivo, una bambina) con un fucile in mano? Due cose tanto distanti quanto purtroppo oggi collegate. Bella formalmente, ma sotto sotto banale. E questo un po' mi offende. Il classico leit motiv odierno del vero, verosimile, finto. E sinceramente, in un momento così tragico, non me la sento di giocare alla composizione, con l'accostamento degli elementi, dei colori, con la ricerca della location adatta... „ Claudio in linea di principio posso capire quello che dici. Io però muovendo dalla supposta buona fede del fotografo considero le criticità, da te e da altri stigmatizzate, come ingenuità proprie del fare fotografia da parte di un amatore che ha avvertito l'urgenza di rappresentare il proprio pensiero, il proprio sentire, su un dramma anche e prima di tutto personale. E di fronte alla necessità umana e individuale di questo padre (che in ambito fotografico, come espressione prima di tutto dell'individuo, ritengo prevalente) non sono portato ad esprimere giudizi di opportunità che siano così profondamente condizionati dal mare magnum di falsità, ambiguità, egoismi, opportunismi (bilaterali) in cui annega la guerra, la politica, l'umanità. Guardo all'individuo che ha scattato la foto e ritengo di aver capito bene quello che voleva dire. Quindi la foto, per me, funziona (al netto delle imperfezioni). Quanto al sentirsi offeso dalla banalità... Mi sono chiesto: se avessi avuto quell'urgenza comunicativa lì, fossi stato in quelle condizioni e al suo posto, avrei saputo fare di meglio? e non potendo fare di meglio, avrei desistito dall'esprimere quello che avevo da dire per il solo fatto di non essere in grado di farlo in modo originale? Mi sono risposto di no |
| inviato il 17 Marzo 2022 ore 9:17
Io avendo queste urgenze e volendo testimoniare, sarei uscito per strada a riprendere le file davanti ai supermercati o alle farmacie, le devastazioni, il pianto dei protagonisti: sicuramente tutti soggetti..." sotto casa", senza creare un piccolo falso o anche un verosimile ma falso che potrebbe, un giorno essere addirittura annoverato nel possibile. In fondo un muro crivellato di colpi sicuramente lo trovi ad ogni angolo, probabilmente una persona affranta altrettanto, le armi o i soldati, le molotov, i cavalli di frisia probabilmente fanno parte ( purtroppo) del " paesaggio ordinario" e quotidiano , lì, in quel periodo. Ma capisco che ognuno possa vederla differentemente. Probabilmente, dato il mio mestiere, non sarei nemmeno lì a creare immagini più o meno posticce o verosimili, ma mi darei da fare ad aiutare i bambini feriti o malati o bisognosi di aiuto. Cosa che faccio normalmente e che farei ancora di più in simili circostanze. Ma, ripeto, non giudico assolutamente certe posizioni; mi domando a cosa servano E magari ( non mi meraviglierebbe poi tanto) un giorno questa brutta faccenda sarà ricordata da un simbolo posticcio. Ma perché? |
| inviato il 17 Marzo 2022 ore 9:56
Non trovo corretto rappresentare il fatto di aver scattato una foto come questa in antitesi alla solidarietà. Sinceramente… Un discorso un po' populista |
| inviato il 17 Marzo 2022 ore 12:02
“ Io avendo queste urgenze e volendo testimoniare, sarei uscito per strada a riprendere le file davanti ai supermercati o alle farmacie, le devastazioni, il pianto dei protagonisti: sicuramente tutti soggetti..." sotto casa", senza creare un piccolo falso o anche un verosimile ma falso che potrebbe, un giorno essere addirittura annoverato nel possibile. In fondo un muro crivellato di colpi sicuramente lo trovi ad ogni angolo, probabilmente una persona affranta altrettanto, le armi o i soldati, le molotov, i cavalli di frisia probabilmente fanno parte ( purtroppo) del " paesaggio ordinario" e quotidiano , lì, in quel periodo. Ma capisco che ognuno possa vederla differentemente. „ Comprensibile, anch'io forse sarei più orientato a una fotografia "di reportage". Questione di vicinanza ad un certo tipo di linguaggio (non ad una morale). Che poi qualcuno (non io per la verità) potrebbe trovare il tuo suggerimento di fotografare la sofferenza di sconosciuti moralmente ancor più discutibile, magari qualificandolo come "sciacallaggio"... Per quello dico che il pre-giudizio morale andrebbe calmierato quando si giudica una foto che è prima di tutto espressione dell'individuo. Perchè parli di falso con evidente accezione negativa (per poi però precisare “ non giudico assolutamente certe posizioni „ )? Non è un falso. E' un modo di fare fotografia. Sono certo che lo sai. |
| inviato il 17 Marzo 2022 ore 14:59
@claudio "Io avendo queste urgenze e volendo testimoniare, sarei uscito per strada a riprendere le file davanti ai supermercati o alle farmacie, le devastazioni, il pianto dei protagonisti: sicuramente tutti soggetti..." sotto casa", senza creare un piccolo falso o anche un verosimile ma falso che potrebbe, un giorno essere addirittura annoverato nel possibile." "Ma capisco che ognuno possa vederla differentemente. Probabilmente, dato il mio mestiere, non sarei nemmeno lì a creare immagini più o meno posticce o verosimili, ma mi darei da fare ad aiutare i bambini feriti o malati o bisognosi di aiuto. Cosa che faccio normalmente e che farei ancora di più in simili circostanze. Ma, ripeto, non giudico assolutamente certe posizioni; " Ok, mi ero ripromesso di non ripetermi e cercherò di non farlo, cercando di ampliare. Quello che tutti reputiamo colpa dei social forse è un merito, merito di aver diffuso la verità sull'essere umano. Anche te fai allusioni sulla moralità del fotografo, in pratica tu sei migliore senza aver fatto nulla, lui è peggiore perché ha agito male, per vanità, o altro. Ovviamente tu sai che non si sia prodigato per aiutare i suoi vicini, sai che non lo ha fatto perché è una persona misera, però se lo avesse fatto e comunicato ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe detto lo ha fatto solo per poi farsi bello. www.facebook.com/story.php?story_fbid=7171701706236619&id=115504201856 Se hai fb... Leggi i commenti e pensa dove ti metteresti dopo il commento sopra. Questo è l'articolo più esaustivo che ho trovato www.open.online/2022/03/14/vera-storia-bambina-ucraina-fucile-lecca-le Io non so nulla, reputo la foto funzionale finché sappiamo il suo contesto, senza sapere nulla è ovviamente una foto meno forte, anzi forse dozzinale, un persona che attende dentro casa l'invasore/nemici scrutando l'orizzonte è un cliché Hollywoodiano, dai mostri/zombie agli alieni o narcotrafficanti o cowboys al servizio del boss di turno, lo sguardo serafico che dimostra nessun timore, il lecca lecca che potrebbe essere il sigaro o sigaretta o altro per riempire l'attesa, il minore che in queste situazioni non viene risparmiato... Eppure tu faresti meglio ... Tutti fareste meglio. Non lo escludo eh, forse si, ma tu sottintendi che lui dopo la foto si sia rinchiuso dentro casa a godersi la notorietà o forse è in una isola caraibica con un cocktail in mano.... probabilmente hai più info di me che ho solo googlato anche solo per capire che lavoro facesse in realtà... P.s. Non voglio convincere nessuno che sia una bella foto, non lo penso neanche io, contesto l'uso indiscriminato delle allusioni morali... Che poi ho provato ad usare per giudicate il tuo intervento. |
| inviato il 17 Marzo 2022 ore 15:33
edit.. vera perdita di tempo... grazie per il blocco.. a presto.. |
| inviato il 17 Marzo 2022 ore 17:41
Ok però se si bloccano tutti che gusto c'è? P.s. Salt se hai cancellato quello che hai scritto ti invito a riscriverlo |
| inviato il 17 Marzo 2022 ore 22:48
Forse in poche righe ci si spiega in modo non esauriente. E probabilmente non sono riuscito a esprimere bene le mie sensazioni personali. Ho detto di non giudicare l'operazione fatta con quella foto, ma solo che non capisco bene a cosa serva. Penso che si potessero rappresentare quei fatti con immagini più potenti, forse spietate ma reali, un po' meno scontate ( il muro distrutto, il fucile, la bimba dall'aspetto delicato e fragile che ovviamente contrasta con tutto il resto) . Cose già viste ma magari, scattate in ambiti reali .. Ma ho anche scritto ( e se non sono stato sufficientemente chiaro, lo ribadisco ora)che comunque sono valutazioni mie e non devono necessariamente essere la verità . La mia idea è quella che certe foto possano forse servire in tempo di pace come monito, mettendo insieme simboli artificiosi, non veritieri ma collegati ad un immaginario collettivo, ad una serie di paure per noi fortunatamente lontane nella memoria ed a una serie di sentimenti comuni, mentre in tempo di guerra darei spazio alla documentazione della realtà, dell'esistente, degli avvenimenti nel loro divenire: operazione, questa, più potente e meno di maniera e scontata di questa in oggetto e che definivo banale. Ho scritto, sempre a mio modo di vedere, che quindi non comprendo a cosa serva un'operazione del genere giustificata da quella immagine. Ma è solo una mia opinione che può essere condivisibile o meno; non voglio convincere nessuno, ma solo esaminare la questione da un altro punto di vista. Non c'è alcun giudizio morale, ma sinceramente solo un po' di disinteresse per tale operazione culturale ( se lo e), a mio parere ( ribadisco, a mio parere) inutile, poco interessante in questo momento D'altra parte, penso che non sia necessario essere sempre in accordo, ma si possano esprimere proprie osservazioni anche per esaminare tutte le sfaccettature di una discussione forse anche per chiarirsi tutti le idee, chiarimento che non può discendere da una visione unica. Infine, non penso affatto che chi ha scattato quella foto possa essere peggiore di me o di chiunque altro. Non mi piace molto la foto e, francamente, di fronte ad una tale immane tragedia reale, non mi colpisce nemmeno più di tanto. Non provo riprovazione ma disinteresse nelle attuali condizioni. E credo che sia giusto valutarla in ogni angolazione e con voci diverse. O no? |
| inviato il 18 Marzo 2022 ore 7:33
Giustissimo e ora hai chiarito bene. |
| inviato il 18 Marzo 2022 ore 8:46
Non ho letto tutto, però penso che quella foto non esprima la situazione ucraina. Non mi risulta che lì ci siano bambini che combattono. Magari non si trovano i lecca lecca che hanno messo in bocca alla piccola modella, questo si, ma per il resto per me quella foto non esprime niente. Anzi la sua costruzione mi fa solo capire come funziona la propaganda. Il messaggio che io leggo in questa foto è che al pubblico bisogna dire quello che il pubblico vuole sentirsi dire, e perfino quando ciò è palesemente non credibile, il pubblico apprezza. |
| inviato il 18 Marzo 2022 ore 10:35
Rifletto sul contributo di Claudio Santoro ... Secondo Claudio, il carattere d' urgenza, e di necessitá e giustezza (?), d'una operazione culturale viene fondamentalmente offerta dalla sola, "piú potente", dimensione/azione documentaria che garantisce, postuma, un autentico portato simbolico; l'espressione costruita (finzione, staged, "di maniera" ...) espone, nella successiva commemorazione, ad un futuro rischio di mistificazione ... E mi sovviene Pablo Picasso che dipinge di getto, e termina in soli due mesi, Guernica ... appena dopo il bombardamento ... una operazione culturale "contestuale", urgente, d'impeto e d'una successiva portata simbolica straordinaria da lí agli anni a venire ... Potenzialitá piú estese della pittura ? Genialitá di Picasso? Realismo dell'astrazione ed urgenza di verismo ? Ma, ad "onor del vero", il rischio della mistificazione, tuttavia, ha riscontri nell'intera storia dell'Arte ... Nel costruttivismo psicologico di Piaget il bambino costruisce strutture cognitive a partire da riflessi innati; si potrebbe pensare al "Puro Fotografo", un sur-reporter, come ad un particolare bimbo ... come ad un costruttore attivo della realtá ... Le "operazioni concrete", mutuando ancora Piaget, del 'bambino-fotografo' ( la "Vera fotografia"?) sono, propriamente ad esser tali, mani-polabili ...(indebitamente di mani-era). [ ... ] Un gentile augurio di buona giornata a Voi Tutti, Ben Ps. : Fred Echard, illo tempore portavoce dell'ONU, ebbe a dire, poco prima della guerra in IraQ, che Guernica incuteva "un effetto di confusione visiva"... non poteva dir altro ... i vertici non potevano ovviamente disfarsene ed altrettanto ovviamente farsi riprendere con, alle spalle, tal arazzo di veritá. Fu cosí che Guernica ... venne coperta con un drappo blu. Gijs van Hensbergen Guernica. Biografia di un'icona del novecento ed.Il Saggiatore, Milano, 2010 (p. 382) |
| inviato il 18 Marzo 2022 ore 11:10
Molto pertinente secondo me il richiamo a Guernica. Suggestivo quello a Piaget (la cui teoria scopro grazie al tuo intervento e che cercherò di approfondire). Un bellissimo contributo. Grazie |
| inviato il 18 Marzo 2022 ore 12:56
Vorrei aggiungere una info... Che mi ha dato da pensare, il servizio il papà lo ha effettuato qualche giorno prima dell'invasione, evidentemente se per le nostre sensazioni speranze non ci sarebbe stata una invasione per chi viveva in Ucraina invece c'era e si viveva una vera incombenza di tale fatto. Effettivamente il primo post su Instagram con questa serie di foto è del 22 febbraio, non so se aveva già in mente cosa sarebbe accaduto da lì a poco www.instagram.com/O.k._img/ |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 253000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |