| inviato il 16 Dicembre 2021 ore 17:17
Se ricordo bene, la differenza più importante ("la differenza"!) tra FT-QL ed FTb-QL sta nella misurazione esposimetrica. Quando si aziona la leva, di fianco all'obiettivo, per effettuare la misurazione, la prima CHIUDE EFFETTIVAMENTE il diaframma all'apertura di lavoro prefissata (ma, dopo la misurazione, e rilasciata la leva stessa, lo riapre fino allo scatto); la seconda, ha il "simulatore" di diaframma, e pertanto ANCHE DURANTE la misurazione il mirino NON si oscura. La prima va con gli obiettivi FL; la seconda credo che (per forza di cose) richieda gli FD. Meccanicamente, però i due innesti sono uguali/intercambiabili. La ricordo così! GL |
| inviato il 16 Dicembre 2021 ore 17:59
eh... e l'80-200 L? |
user14408 | inviato il 16 Dicembre 2021 ore 18:13
“ eh... e l'80-200 L? „ mi dispiace l ho venduto |
| inviato il 16 Dicembre 2021 ore 19:32
Io invece me lo tengo stretto anche perché col trecentodueotto sai che coppia... |
| inviato il 16 Dicembre 2021 ore 20:16
Mi piace tutto questo entusiasmo per l'analogico... come detto in precedenza ho ancora un corredo FD e persino un corposo corredo MAMIYA RZ. Purtroppo i costi per scattare a pellicola, (colori), specialmente in M.F., sono diventati assai esosi, tali da scoraggiare un utilizzo intensivo dell'analogico. Senza contare le difficoltà di trovare un buon laboratorio di sviluppo e stampa a costi "umani"... Si salva chi gestisce l'intero processo da solo in B.N., dove la pellicola offre possibilità "diverse" dal digitale. Per chi, come me, scatta prevalentemente a colori... la pellicola è diventata un "lusso" assai costoso. |
| inviato il 16 Dicembre 2021 ore 20:38
Beh, Frank, non posso che darti ragione. Fino a pochi anni fa io scattavo poco a pellicola proprio per via dei costi e, soprattutto, della qualità dei risultati ottenuti appoggiandomi ai laboratori esterni. Poi ho avuto la fortuna di incontrare un ex utente di questo forum che mi ha insegnato molto riguardo la camera oscura, per cui il BW lo sviluppo e stampo da me. Il colore invece lo lascio a lui che, fino al 50x70 è in grado di produrre stampe ottime. Così come sviluppo ed intelaiatura di diapositive fino al 6x7... Da qui, la quasi eliminazione del digitale. |
user14408 | inviato il 16 Dicembre 2021 ore 21:21
Il colore 120, come il BN, sviluppato a casa oggi è non solo possibilissimo ma conveniente e gratificante. Io sviluppo in casa BN e diapositive con ottimi risultati e con il piacere del controllo dallo scatto alla fine. Ho postato nella sezione analogica il mio attuale setup (non molto seguito in vero) sous vide per le temperature e lab box motorizzata.in pratica un processore Jobo fatto in casa. Costanza e controllo dei processi. |
user14408 | inviato il 16 Dicembre 2021 ore 21:22
Il colore 120, come il BN, sviluppato a casa oggi è non solo possibilissimo ma conveniente e gratificante. Io sviluppo in casa BN e diapositive con ottimi risultati e con il piacere del controllo dallo scatto alla fine. Ho postato nella sezione analogica il mio attuale setup (non molto seguito in vero) sous vide per le temperature e lab box motorizzata.in pratica un processore Jobo fatto in casa. Costanza e controllo dei processi. |
| inviato il 17 Dicembre 2021 ore 2:12
Giulia , penso che oggigiorno sviluppare e stampare da soli sia l'unico sistema per ottenere i risultati desiderati... ovviamente dando per scontato di saper padroneggiare l'intero processo. Oggi la maggior parte dei laboratori che trattano ancora l'analogico (mi riferisco in particolar modo al negativo a colori), digitalizzano il negativo, e non so se ciò comporti un degrado delle caratteristiche della pellicola. Alcuni anni fa feci stampare alcuni fotogrammi 6x7 di un rullo 120, ma non rimasi molto soddisfatto del risultato; ragion per cui provai a contattare un laboratorio di Milano che stampava alla vecchia maniera, ma i prezzi proposti, per stampe 30x40-45 cm, erano tali da accantonare l'idea. Peraltro una pellicola che a me piaceva molto, la Fuji Reala 100, non viene più prodotta... quelle attuali non le conosco per poter esprimere un giudizio. Ho guardato il tuo profilo... complimenti per ciò che scrivi... e complimenti per il corredo.! Ho visto che hai anche un bel sistema Fuji XF... anch'io ho adottato tale sistema con una XT3 ed alcuni obiettivi XF. Praticamente, per via dei pesi e degli ingombri, ormai uso solo quella, specialmente in viaggio. |
| inviato il 17 Dicembre 2021 ore 9:03
Beh Frank la scansione (digitalizzazione) di un negativo, o di una diapositiva, è una ulteriore manipolazione dell'originale che allunga la cateva di lavoro e quindi, e ciò è inevitabile, abbassa la qualità finale. A detta di Henning Serger, che a questo riguardo ha condotto prove specifiche, una scansione a tamburo (reale) comporta una perdita di informazioni quantificabile in circa il 40% rispetto a quelle registrate sul negativo (o positivo) originale. Io non ho condotto prove specifiche, posso però confermare che il confronto fra una pur ottima stampa da scansione col suo originale proiettato è, sic et simpliciter, improponibile. |
| inviato il 17 Dicembre 2021 ore 9:44
Ciao Paolo sono d'accordo con te. Al solito si parla, poi, di un essere mitologico, la scansione a tamburo. Qualcuno mi sa indicare laboratori reali che fanno la scansione a tamburo nel sud Italia? Se ne parla tanto, ma indirizzi reali...niente Mi interesserebbe, magari anche con prezzi indicativi per chi se ne serve |
| inviato il 17 Dicembre 2021 ore 10:16
Ordunque Claudio mi risulta che uno scanner a tamburo lo abbia ancora, seppure inutilizzato da anni, una tipografia di Lanciano (CH) cui, anni addietro, chiesi informazioni per una serie di scansioni che intendevo fargli fare. A parte i prezzi abbastanza esagerati, 30 € a scansione, il problema era che volevano, pretendevano anzi, un numero minimo di scansioni, mi pare di ricordare all'incirca un centinaio, al di sotto del quale non era per loro conveniente rimettere in funzione il trabiccolo e, soprattutto, pagare il disturbo all'unico dipendente in grado di adoperarlo e che, ovviamente, era andato in pensione qualche mese prima |
| inviato il 17 Dicembre 2021 ore 10:24
In realtà caro Claudio io credo che quasi ogni tipografia di un certo valore disponga di uno di questi strumenti, quindi anche nel nostro Sud ce ne dovrebbero essere un buon numero, il problema, come nel caso testé descritto, è che ormai quasi nessuno li usa più, e questa storia credo vada avanti ormai da almeno una buona decina d'anni. |
| inviato il 17 Dicembre 2021 ore 10:33
Beh Paolo che vuoi che siano 30 euro se paragonati alla perdita di una giornata di lavoro, alla benzina necessaria, al costo delle autostrade ecc per arrivare a Lanciano! Sciocchezze! Lo dico per sapere perché si parla tanto dei mirabolanti risultati dello scanner a tamburo come se ognuno di noi lo tenesse in cantina...Se fosse così io ogni tanto vorrei vedere i risultati e uno " sfizio" me lo toglierei. Ma penso che non è un sistema utilizzabile con regolarità e quindi lo dichiarerei non praticabile. Se è cosi, inutile proprio evocarlo e bisogna accontentarsi o degli scanner piani ( che io ho) di buon livello soprattutto utilizzate con pellicole MF oppure scanner dedicati alla pellicola che oggi anche se raramente ho visto usati al costo di 500/600; un costo accessibile rispetto alla follia della scansione a tamburo. Un costo ammortizzabile per un qualcosa da fare comodamente a casa e con il gusto di farlo in proprio |
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