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Questa è ancora fotografia naturalistica?


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  4. » Questa è ancora fotografia naturalistica?





avatarsenior
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 19:10

Nutrire la fauna selvatica è sbagliato....
Certo, esiste il buon senso e non bisogna essere talebani.....
Però è indubbio che si tratta di una pratica sbagliata
Negli usa ho visto un ranger fare un cu lo di dimensioni planetarie a un tizio che dava dei corn flakes ai chipmunks....
E ovunque, anche sui bus nei parchi esistono cartelli che sipegano perché è sbagliato dargli da mangiare....

Ps
Se il 90% dei fotografi fa una cosa non diventa automaticamente una cosa giusta....

Pps
Se do un paio di nocciole ad uno scoiattolo per farlo andare su un determinato ramo non succede nulla....però fatta la foto fine....
Non che poi continuo a ingozzarlo come un maiale solo per fargli il servizio fotografico o peggio per spillare soldi ad altri fotografi....

avatarjunior
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 19:23

Qualcuno in questa conversazione sta facendo intenzionalmente confusione, mescolando argomenti e situazioni senza logica alcuna. Mettendo sullo stesso piano oasi, parchi regionali/provinciali, comportamenti etici, comportamenti illegali, proprietà private, capanni per fotografi....e via discorrendo. Per quanto mi riguarda continuo a desiderare analisi basate su dati, studi di etologia e biologia, opinioni di esperti....al buon senso da bar sport.

Infine, la strisciante accusa di "tentato addomesticamento" trova facile contraddittorio: basta leggere le caratteristiche della domesticazione su Wikipedia.

it.m.wikipedia.org/wiki/Addomesticamento

avatarsupporter
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 19:25

Se il 90% dei fotografi fa una cosa non diventa automaticamente una cosa giusta....


giusto

infatti la mia intenzione non è giustificare questo comportamento, mi ci metto anche io, ma dato che la realtà è questa, sarebbe da sostituire la denominazione fotonaturalistica con "assistenza e mantenimento agli animali selvatici"

avatarsenior
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 20:12

Luve@ Qualcuno in questa conversazione sta facendo intenzionalmente confusione, mescolando argomenti e situazioni senza logica alcuna. Mettendo sullo stesso piano oasi, parchi regionali/provinciali, comportamenti etici, comportamenti illegali, proprietà private, capanni per fotografi....e via discorrendo.

Se non sei in grado di capire non è colpa di nessuno, la realtà dei fatti è davanti agli occhi di tutti, basta aprirli invece di tenerli chiusi.

Per quanto mi riguarda continuo a desiderare analisi basate su dati, studi di etologia e biologia, opinioni di esperti....al buon senso da bar sport.

Infatti se analizziamo le condizioni in cui è ridotto il territorio(italiano)
le analisi, gli studi e le opinioni degli esperti non hanno il ben che minimo risultato,e le cose continuano ancora a peggiorare....io non pratico il bar sport ma credo che il buon senso sia una cosa positiva e da adottare....non a caso il tema di questo post è basato proprio sul buon senso.
Saluti

avatarjunior
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 21:11

@Giordano52 non mi riferivo ai tuoi post. Non mi riferivo al grado di conservazione del territorio italiano. Mi riferisco alla manifesta impossibilità di parlare di fotografia naturalistica senza che da parte di molti non si crei una irrefrenabile esigenza di imporre il proprio modo di intenderla come assoluto.

avatarsenior
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 21:30

Secondo me c'è sempre una via di mezzo tra l'essere fuorilegge ed essere talebano.

Un conto è dare acqua e semi ad uccellini solo l'inverno ed un altro è dare da mangiare direttamente in bocca ad una volpe tipo quelle di Marina di Alberese.
Se non altro perché in un caso quando esco dal capanno gli animali scappano tutti via perché hanno paura dell'uomo, nell'altro quando vedono o sentono gli uomini si avvicinano perché lo associano al cibo.

In un caso ritengo l'animale ancora selvatico che ha trovato per sua fortuna del cibo come ne troverebbe in un campo arato e non lo associano all'uomo, nell'altro invece perde la paura dell'uomo e muta il suo comportamento.

Che esiste una via di mezzo ne è la dimostrazione che da qualche tempo anche le oasi WWF offrono capanni a pagamento con mangiatoia per fotografare passeracei, scoiattoli e picidi. Vedi Alviano che è frequentato qui dentro dal 50% degli utenti del centro Italia.
Noi capannisti almeno ci facciamo il mazzo e una volta fatte le foto se siamo in terreno pubblico, smontiamo tutto e ripristiniamo lo stato dei luoghi.

avatarsenior
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 21:33

Il classico carnaio alla poiana è già Border line, ma anche lì si tratta di una cosa temporanea e soprattutto fatta ad un animali abituato ad approfittare di tutto quello che trova in giro senza per questo perdere alcun comportamento innato.

Certo, se si mantiene un carnaio senza interruzione nello stesso luogo per diversi anni inizia ad essere pericoloso e assolutamente fuori legge.
Di norma un piccolo carnaio si tiene da novembre a febbraio, mese in cui iniziano a nidifcare.

user46920
avatar
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 22:32

Nicola:
non ho capito la differenza di dichiarazione da fare tra oasi "pubbliche" e capanni privati e/o mangiatoie invernali con capanni mobili

e la stai chiedendo a me?
Io non sono certo un esperto.... ragionavo a logica:
" Le riprese di animali selvatici nel loro ambiente selvatico naturale, possono a ragion di logica essere dichiarate come fotonaturalistiche , mentre le altre no. "
Se tu sei esperto e ragioni a logica, vedrai che trovi le risposte per capire la differenza.


Nerone:
allora la maggior parte delle oasi e il 90 % dei fotografi sono fuorilegge.

e allora perché tu vuoi dar da mangiare alla Volpe, se è una procedura fuorilegge?
Non solo, nel frattempo stai anche dando un esempio fuorilegge a chi ti legge sul forum e lo stai facendo con un pò di leggerezza, senza pensare alle conseguenze né per la Volpe né per il messaggio che passa ... o sto sbagliando?

avatarsenior
inviato il 06 Gennaio 2018 ore 22:49

È un argomento tanto interessante....
Cerchiamo di non buttarla in rissa.....

@luve....
Sicuramente esistono considerazioni legate al "punto di vista"....
Però esiste anche la scienza, che è tutto tranne che un punto di vista....


avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2018 ore 9:55

Mi viene da sorridere a leggere certi commenti, perché vorrebbe dire che tutti i caprioli, cinghiali, tassi, volpi, faine, poiane, ecc. che vivono qui in frazione montana vicino alle case allora sono animali non selvatici, perché una frazione montana abitata da qualche centinaio di abitanti e decine di case non può essere considerata ambiente selvaggio e naturale.

Questa è una zona aperta alla caccia, infatti quasi tutti gli anziani della frazione sono o sono stati cacciatori, visto che è una tradizione dai tempi di Re Arduino. I giovani non praticano la caccia, tranne qualcuno che fa pure il bracconiere (li conoscono tutti chi sono, ma fino a che non li becchi con le mani nel sacco, è inutile chiamare i carabinieri, perché non vengono). Non devono andare lontano per tirare ai caprioli, basta appostarsi di notte nei prati intorno alle case ed aspettarli. Più di una volta abbiamo sentito dei forti colpi nel prato sottostante la nostra abitazione, di sera tardi o in piena notte, entro i 150 mt dalle case, ma tanto i carabinieri non vengono...Triste

Nonostante ciò la zona brulica di caprioli che non hanno paura a girare per i campi vicino alle case (nel periodo fuori caccia, capita sovente di vedermi attraversare la strada da caprioli vari, spesso intere famiglie, mentre scendo per andare a lavorare), forse perché hanno scoperto che l'insalata degli orti è più buona della comune erba. ;-)

Le volpi non le vedi di giorno, ma non è difficile incrociarne una di sera, mentre si sale su a casa, che gira nelle aree vicino alle case perché c'è ancora qualche coraggioso contadino che alleva le galline. Sorriso

Faine non ne ho ancora mai viste di persona, ma solo fotografate con fototrappole, anche esse di notte arrivano vicino alle case.
Una o più poiane ogni tanto si vedono dal balcone di casa. A volte si avvicinano alle case, senza timore, perché qui trovano ratti e vipere a iosa.
Tempo fa, mentre andavo a lavorare, una poiana mi è passata davanti la macchina a meno di due metri, per poi posarsi un attimo su un albero vicino, mi sono spaventato a morte, perché non me lo aspettavo, inoltre non è tanto piccola, quando mi sono fermato per osservarla meglio, se ne è andata via.

Ora è da capire, in base a varie affermazioni che ho letto, se la zona dove abito io è ambiente non selvaggio, quindi anche gli animali in libertà sono "non selvaggi", oppure è ambiente selvaggio ed anche gli abitanti umani della frazione lo sono. MrGreenMrGreen

Credo che molte persone che praticano il fotonaturalismo sono nati in città (anche io) e vivono in città, non hanno mai avuto l'occasione, come il sottoscritto, di vivere una decina anni in una frazione montana con la casa, penultima della frazione, ai confini dei boschi, perché altrimenti scoprirebbe che le cose non sono poi così categoriche, ma molto più sfumate.

Le riprese di animali selvatici nel loro ambiente selvatico naturale, possono a ragion di logica essere dichiarate come fotonaturalistiche , mentre le altre no.

Enrico, se leggi sopra la mia esperienza, ti rendi conto che le cose sono molto più sfumate e certe affermazioni non sono sempre vere. ;-)

Giorgio B.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2018 ore 10:17

I selvatici sono opportunisti....
Chiaramente sfruttano l'occasione migliore... Restano pur sempre selvatici, anche se mangiano le verze nel campo da parte a casa mia.....
Questo è peraltro uno dei comportamenti che più mette a repentaglio la loro esistenza....interferire e ostacolare le attività umani prima o poi li condannerà (cinghiali, lupi, caprioli, cervi, daini) a campagne di sterminio battezzate come "caccia selettiva"....
Studio da tempo un branco di lupi che caccia in una frazione....spinge i caprioli e i daini contro il muro di uno stabile inseguendoli da vari lati e sfruttando quella costruzione realizzata dall'uomo come trappola....
Restano però sempre più che selvatici..quando un animale non è più selvatico?
Ad esempio quando viene regolarmente nutriti dall'uomo....
Prendiamo un'aquila....sa che c'è un cqrnaio costante....vi si nutre....vi potra i piccoli a nutrirsi....
Chiaramente l'istunto oredatorio in breve tempo perderà forza.....
Ah...per gli scettici....
Di questo ne ha parlato un biologo in un seminario...non un fotografo o un panettiere....

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2018 ore 10:47

Non ho letto tutto. Una trentina di anni fa, un amico che curava un progetto di sostegno ai capovaccai siciliani, ogni 2-3-4 giorni (cioè in maniera non regolarissima), portava del cibo a una coppia in una zona impervia in cui doveva fare un lungo tratto su una mulattiera molto sconnessa. Mi raccontava che appena spuntava all'orizzonte la coppia si avvicinava e cominciava a volteggiare sul punto in cui avrebbe lasciato il cibo. Si erano abituati, lo riconoscevano, ma se non andava cercavano altro. Finiti i fondi, ripresero ad alimentarsi normalmente. Gli animali sfruttano ogni situazione vantaggiosa. A meno di rare situazioni, in cui magari qualcuno poi non ce la fa e soccombe, ed essendo presenti fonti di cibo naturali, gli animali tornano a rinselvatichirsi in brevissimo tempo.
In generale sono contrario ai foraggiamenti, soprattutto quelli a scopo business fotografico, anche se capisco che così va il mondo. Anche perchè dopo un po', nel business, subentrano considerazioni sui contenimenti dei costi, e allora cosa viene dato da mangiare se non i peggiori scarti? Penso che, avvoltoi a parte, non gli faccia molto bene.
Inoltre capisco l'emozione di avere un'aquila a pochi metri, ma che disciplina si è maturata prima? Che effetto fa a una persona senza esperienza entrare in un capanno e scattare a specie di questo tipo? Raggiungere un'esperienza così intensa, per cui a volte occorrono decenni prima di arrivarvi autonomamente, con questa noncuranza dei soldi non credo aiuti a maturare alcuna coscienza ecologica, diventa un "consumare" una cosa come un'altra.
Il prodotto stesso di queste esperienze, aquile di mare posate in un prato, reali con un coniglio su un ramo, Bonelli col piccione legato, diventa ripetitivo, stereotipato, immediatamente riconoscibile e, dal punto di vista del valore fotonaturalistico, irrilevante. E molto spesso anche proprio brutto, con quelle volpi e conigli che sembrano "pestati" come risultato della surgelazione

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2018 ore 10:59

Nicola:" non ho capito la differenza di dichiarazione da fare tra oasi "pubbliche" e capanni privati e/o mangiatoie invernali con capanni mobili "
e la stai chiedendo a me?
Io non sono certo un esperto.... ragionavo a logica:
" Le riprese di animali selvatici nel loro ambiente selvatico naturale, possono a ragion di logica essere dichiarate come fotonaturalistiche , mentre le altre no. "
Se tu sei esperto e ragioni a logica, vedrai che trovi le risposte per capire la differenza.

Il 99% delle foto agli animali postate su juza sono fatte in oasi o capanni fissi e mobili

user46920
avatar
inviato il 07 Gennaio 2018 ore 11:38

Enrico, se leggi sopra la mia esperienza, ti rendi conto che le cose sono molto più sfumate e certe affermazioni non sono sempre vere. ;-)

scusa Giorgio, senza voler essere categorici, ma prendere solo un pezzo del discorso che ho fatto prima, che senso ha?

Se invece lo si leggesse tutto insieme, si capirebbe meglio il significato di quel " mentre le altre no "
[...] Fotografare gli animali selvatici credo voglia dire riprenderli nel loro ambiente selvatico e la città non è un ambiente selvatico. L'oasi è un ambiente di mezzo, creato come oasi appunto e poi diventato anche un grande posatoio per fotografi che hanno poco tempo, ma si spera che l'ambiente resti il più selvatico possibile. Se invece diventa un teatrino dei set fotografici a pagamento con tanto di pastura, allora non ha proprio più nulla di selvatico e molti animali vengono proprio addomesticati (in pratica).

Il tema tratta la questione onestà nella didascalia delle gallerie, per differenziare le due tipologie di ripresa. Le riprese di animali selvatici nel loro ambiente selvatico naturale, possono a ragion di logica essere dichiarate come fotonaturalistiche , mentre le altre no.
[...]

Questa io la reputo una base di partenza logica, da cui poi trovare le varie sfumature, che comunque possano fare riferimento ad una base di partenza. Altrimenti, senza una base, i vari discorsi sarebbero del tutto astratti e indefinibili a priori, per cui non avrebbero né capo né coda = discorsi da Bar.

Secondo me, per poter ragionare sensatamente sull'argomento, è meglio partire proprio dall'inizio e quindi dall'etimologia dei termini:
- fotonaturalistica = fotografia della natura, escludendo la civiltà umana.

Ovvero, se si tratta di fauna, che sia selvatica ripresa nel suo ambiente selvatico. Altrimenti acquisisce altre connotazioni che non coincidono.

Non so cosa dire, per me le cose sono abbastanza semplici: o sono così o non sono così. Ovvero, 2+2 non può fare 3 e anche 4 e anche 5 ... o fa 4 o altrimenti c'è qualcosa di sbagliato!

Infatti concordo con quello che tenta di spiegare Luve circa il desiderare analisi basate su dati, studi di etologia e biologia, opinioni di esperti .... ma il mio discorso del domestico era riferito ad esempio alle foto dei Lupi addomesticati che poi vengono usati per i set di fotonaturalistiche fasulle (ad esempio).

Se riprendo in campagna un falco Pellegrino di proprietà di un falconiere che preda un topolino, è fotonaturalistica?
Se costruisco un set per il falco e poi lo riprendo in vari modi è fotonaturalistica?
Se riprendo un falco Pellegrino che ha nidificato in città è fotonaturalistica?
Boh ... non lo so, ci devo ancora ragionare.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2018 ore 12:14

Falconiere e fotonaturalistica non possono esistere nella stessa frase....
I set invece possono avere senso se nel rispetto dell' animale
Il falco ripreso in città è assolutamente naturalistica....tanto che al wildlife photographer of the year c'è una sezione apposta ...guardati anche il lavoro sui falchi di Unterthiner

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