| inviato il 18 Maggio 2020 ore 20:54
SOLO i cellulari anzi |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 21:09
“ Neanche i rullini da 32.... MrGreenCool Anzi, a pensarci bene non ci sono mai stati... „ Hai ragione. Che gaffe . Correggo immediatamente |
user14103 | inviato il 18 Maggio 2020 ore 21:23
Anche oggi si stampa Karmal?? Certo, come no, infatti si stampa talmente tanto che non ci sono praticamente più laboratori... in sostanza hanno chiuso tutti a causa del superlavoro? Online ne trovi quanti vuoi io mi servo spesso da saal digital .. tu compri ancora dal negozietto o al supermercato? I tempi cambiano |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 21:45
Scusate ma le SD, dopo averle usate, le buttate? Ditemi dove per favore. |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 21:46
Se era ironico nel water! Sennò andrebbero portate all'isola ecologica come materiale elettronico, esattamente come gli elettrodomestici in genere... Ma non conosco nessuno talmente sciroccato da farlo al primo riempimento e dopo averle copiate. |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 21:55
perchè mi era sembrato di capire che con la vendita di una scheda SD l'industria ha compensato i rullini che vendeva in tre anni ad ogni individuo |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 21:57
Appunto... Il ciclo di vita medio di una SD corrisponde a migliaia di rullini+migliaia di sviluppi. Ora, anche ammesso di acquistare le peggiori porcherie di pellicole da 3 euro a rullino, 1000 rullini fanno 3000 euro. Con lo sviluppo a 2.50€ a rullino (e parlo di servizi di sviluppo pietosi, tipo Photosì e similari) arriviamo a 5500 euro. Ora, se qualcuno di voi è disposto a pagare 5500 euro una scheda di memoria, scrivetemi in privato, che apro subito una partita iva e metto su un commercio di SD. |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 22:07
C'era un certo Forti, direttore di una rivista di fotografia fortunatamente scomparsa, che sosteneva che il limite della fotografia digitale fosse il costo proibitivo rispetto alla fotografia pellicolante. |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 22:10
In realtà pare che avrà ragione a breve! |
user120016 | inviato il 18 Maggio 2020 ore 22:16
Oltre a quello che è stato già scritto e che condivido sul crollo delle spese legato ad acquisto pellicole e relativo sviluppo (l'acquisto delle schede compensa forse lo 0.1% delle perdite), non venite a dirmi che i fotolibri di saaldigital o chi per essi, possano colmare il gap economico ma soprattutto qualitativo con la stampa ad ingranditore. Come ha scritto correttamente Giulia, una volta, tornati dalle vacanze si portava a sviluppare il rullino esposto con le varie Olympus trip, piuttosto che Kodak instamatic o Canonet QL e per poco che fosse si stampavano le foto 10x15, salvo poi richiedere gli "ingrandimenti" delle pose più belle. La stampa era il termine naturale del percorso. Oggi non è più così. Le foto si guardano sul display del telefono o, ad esser esigenti, sul monitor del PC. Ogni tanto si stampa... E dunque si arriva alla situazione descritta da Paolo con migliaia di laboratori che hanno chiuso i battenti. Signori, facciamocene una ragione: gli eventi epocali che cambiano una forma di costume, portano inevitabilmente a conseguenze irreversibili e così vale per il mercato attuale delle fotocamere. |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 22:19
Black, se ti accontenti dell'usato e sei fuori dalla menata che più spendi più le foto sono belle, ti assicuro che oggi ti fai dei corredi reflex con un costo ridicolo. Ho acquistato recentemente usate una Nikon D80 a 80 € ed una Pentax K50 a € 130 solo perchè indignato da un prezzo così basso ed irrispettoso nei confronti dei prodotti stessi. poi una Nikon D700 a 450 € e poco meno di 5000 scatti. Si trovano cinquantini e trentacinquini meravigliosi sotto i cento euro. A tonnellate. C'è la corsa alla ML FF, al 50 mm f.0,98, e io godo come un porco. Compro macchine usate e le uso come fermacarte. |
user120016 | inviato il 18 Maggio 2020 ore 22:22
“ C'era un certo Forti, direttore di una rivista di fotografia fortunatamente scomparsa, che sosteneva che il limite della fotografia digitale fosse il costo proibitivo rispetto alla fotografia pellicolante. „ Giulio Forti, e la rivista era "Fotografare" negli anni 70-80 e successivamente "fotografia reflex". Io penso che si riferisse ai prezzi dei corpi macchina. Le prime digitali da 2-3 MPX costavano come 6 mesi di stipendio di un operaio... |
| inviato il 18 Maggio 2020 ore 22:23
Però tutto di qui si parla oggi è riferito al mercato fotografico più "popolare", quello dei prodotti di massa. Io credo che se andiamo a vedere il numero di acquirenti di una Nikon F100 non è tanto diverso da quello degli acquirenti di una Nikon D850, giusto per fare un'esempio grossolano. Quindi, se vogliamo metterci a fare ragionamenti, per il settore sarà per forza impossibile sopravvivere se le vendite ritornano ad essere concentrate sui prodotti più costosi? Secondo me non necessariamente, magari avremo fusioni ed acquisizioni per qualche marchio, ma non vuol dire che la fotografia è destinata a morire solo per questo. Vorrà semplicemente dire che avremo triliardi di immagini fatte con smartphone, action cam ed altri device di grande diffusione, e la solita minoranza fatta con attrezzature specialistiche. Oltretutto lo sviluppo tecnologico sta producendo apparecchi con prestazioni ben oltre l'immaginabile anche solo 3/4 anni fa, quindi possiamo tranquillamente accettare di cambiare fotocamera ogni 4/5 anni invece che ogni 1/2. |
user120016 | inviato il 18 Maggio 2020 ore 22:26
@Luca Bugli, ti capisco. Ho vissuto la stessa cosa quando nei primi anni 2000 acquistai un corredo Contax con due corpi e 6 pregiate ottiche Zeiss tra cui un 300 mm f/2.8 (solo quello costava all'origine oltre 5 milioni di lire) o il distagon 35 mm decentrabile (guardare il prezzo attuale...) a meno di mille euro. Non c'è altro da dire. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 5:22
Karmal i tempi possono cambiare finché vuoi, e su internet puoi trovare quello che vuoi, ma è un dato di fatto, oggettivo, che tutti i laboratori che tu puoi trovare al giorno d'oggi sulla rete sono si e no 1/100 (e sto largheggianndo in eccesso) rispetto a quelli che una volta potevi trovare quasi a ogni angolo di casa! Del resto prova a contarli tutti questi millemila laboratori online che, ORA, tu trovi in giro per tutta Europa e poi prova ad andare con la memoria a quanti ne esistevano, già solo nei tuoi ricordi, negli anni '80... e dopo aver fatto giusto due proporzioni fammi sapere |
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