| inviato il 07 Giugno 2020 ore 14:18
Il fatto è che non vanno così meglio come credi, appena visti i primi files veri l'ho comprato IMMEDIATAMENTE E ho avuto sempre il palato fine per le lenti... |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 14:21
Allora, questo 75 in effetti è il primo samyang che non mi lascia per nulla indifferente, sembra andare proprio bene per la miseria |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 14:23
Eh, costa pure poco, non so se finalmente hanno il know how o se gli è andata di "lato B" ma se iniziano a farle tutte così... Tra l'altro anche in raffica HI+ tiene tutto a fuoco sullo sport ed ha questa resa... Ottima |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 15:23
“ No dai Leone, proprio tu, i samyang no! „ Ho diverse anime, Paolo Nei periodi in cui mi prende col MF analogico non mi accontento nemmeno dei Leitz.. In realtà mi riferivo proprio al 75. Poco tempo fa mi ero deciso a prendere il 100 apo Leitz. Poi invece ho rivisto alcune foto fatte col 100STF e i suoi sfocati, e ho cominciato a tentennare... Poi ho visto alcuni scatti del 100apo e proprio lo sfocato non mi ha fatto impazzire. Visto che ho un botto di obiettivi 80-90-100 macro, ero sempre meno convinto di prenderne un altro, che fra l'altro non userei mai in macro per la perdita dell'automatismo del diaframma, anche se ha altre peculiarità. Tenevo sott'occhio 3 100stf, fra mercatino e altri posti. Ma in altre città. Poi un'occasione irrinunciabile, come nuovo a un prezzaccio, e qui in città. E l'ho preso. Sono contentissimo, è una meraviglia. Però è 5.6 fisso. Insomma il 75 sarebbe l'ideale: luminoso, af, otticamente buono, economico, ottimo da usare abbinato al solo 35, saltando il 50. Alla fine 75+100stf non è male, e insieme a un prezzo inferiore al 100 apo Leitz, per il quale comunque c'è sempre tempo |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 15:31
Questo 75mm sembra un obiettivo trovato dentro le "patatine chips", da quanto è leggero, con tutta quella plastica (secondo me, mi sbaglierò, di vetro ce n'è pochino lì dentro). La resa non è male, lo ammetto, ma dovrei provarlo per fugare ogni dubbio, cosa impossibile visto che ho una vecchia Canon DSRL. Comunque, per tornare al discorso di Leone Giuliano sulle ottiche universali. credo proprio che stiano facendo le nozze con i fichi secchi. Il vetro buono costa parecchio, puoi fare i salti mortali, usare i migliori rivestimenti, fare bella figura su una mira ottica, ma poi sul campo ti sciogli come le ali di Icaro. Prendiamo il Sigma 85/1.4 Art e il Milvus 85/1.4 come esempio (quindi ottiche universali costose). Il primo monta 14 elementi in 12 gruppi, di questi 14 elementi solo due sono in vetro SLD (Special Low Dispersion), che è vetro molto costoso. Il Milvus invece, grazie all'utilizzo di ben 7 lenti speciali (with anomalous partial dispersion) può ridurre lo schema ottico ad 11 elementi in 9 gruppi, evitando di montare lenti asferiche (che è notevole, soprattutto per lo sfocato) pur mantenendo una correzione ottica stellare. Se fai un test su mire ottiche, sono sicuro che il Sigma si difende benissimo. Ma se fai un test sul campo, le cose potrebbero essere un pochino diverse, ne sono certo. Questo per dire che "fare le nozze con i fichi secchi" significa utilizzare schemi ottici complessi per buttarci dentro vetro spazzatura a basso costo (non mi riferisco a Sigma), ma poi sul campo paghi pegno quasi sempre. Quindi bene gli universali (i Sigma Art sono eccezionali), ma preferisco evitare quelli troppo economici, perché non credo ai miracoli (ormai sono troppo vecchio per cambiare idea). |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 16:53
Non si tratta di cambiare idea, ma di informarsi prima di parlare. Innanzitutto le prove comunque qualcosa dicono, se no i produttori per primi non ne farebbero. E non credo che la filosofia di queste ottiche 1.4 Sigma, talvolta di qualità eccelsa e inimmaginabile fino a 5-6 anni fa, sia di buttar dentro vetro spazzatura e per questo sono pesanti. Perchè lo stesso fanno Leitz e Zeiss, che non utilizzano certo vetri scarsi. Le migliori ottiche Zeiss non sono i Milvus, spesso inferiori ai Sigma (d'altro canto le une fatte da Cosina in Giappone con vetri comunemente in commercio, le altre fatte da Sigma in Giappone con gli stessi vetri comunemente in commercio, dove dovrebbe stare la differenza?). Sono gli Otus, laddove un normale, per giunta manual focus, dunque senza motore incorporato, pesa tranquillamente un chilo. Stessa cosa un normale attacco L di Leitz, 100g più di Otus. Penso che il tempo delle ottiche esoteriche costruite dai maghi tedeschi col vetro fuso nel crogiolo di platino siano ampiamente passati, e tutti costruiscono quello che vogliono dove gli pare. Come Zeiss e le sue bellissime ottiche tailandesi o leitz e le sue bellissime ottiche giapponesi |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 17:30
Leone Giuliano, non sono aggiornato, lo ammetto. Ma se ho imparato qualcosa, in questi 75 anni, è che nell'economia di mercato nessuno ti regala nulla, anzi, se possono te lo mettono in quel posto. Poi i giovani possono credere quello che vogliono, possono sognare chissà quali regali (Babbo Natale, eccetera), ma la triste realtà è che la qualità si paga, sempre. Inoltre, non mi riferivo a Sigma, ma a Samyang e roba simile, che non mi convince punto. Gli Otus non li considero proprio (visto peso e prezzo), non li conosco, come non conosco i Milvus, che per me costano troppo (il mio era un ragionamento logico, aprioristico). Conosco solo qualche Zeiss per Contax, perché avevo una modesta Yashica. Oggi di Zeiss non mi frega nulla... Ma non avevo mai visto un 85mm con ben 7 lenti speciali (il Milvus), questo credo sia dovuto al fatto che Zeiss il vetro se lo fa in casa, al contrario di altri. Ma lasciamo perdere, che se non si utilizza la logica e il buon senso, si rischia di finire male nella vita. Inoltre, ho già scritto che non mi fido minimamente delle prove fatte su mire ottiche... La prova decisiva, per me, è sul campo, nell'utilizzo reale, meglio se su diapositiva, per evitare manipolazioni. |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 17:55
“ evitando di montare lenti asferiche (che è notevole, soprattutto per lo sfocato) pur mantenendo una correzione ottica stellare. „ io infatti nel corredo ho solo pre-asph. Sarò snob ma non soffro di ipercorrettivismo. Sarei curioso a tal proposito di provare il 50 apo Voigtlander... Ma da quel poco che vedo mi pare solo super nitido...scaffale! |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 18:28
“ Penso che il tempo delle ottiche esoteriche costruite dai maghi tedeschi col vetro fuso nel crogiolo di platino siano ampiamente passati, .... „ A quanto leggo in questo articolo di Giuseppe Ciccarella web.infinito.it/utenti/j/joseph_galilee/ELCAN.htm Leitz ha venduto il proprio Glass Research Laboratory di Wetzlar, con i suoi crogioli in platino, alla Corning Glass USA nel 1989. |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 18:35
Ottimo, le mie lenti vanno dal 71 all'86... |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 18:43
Per Paolo: Per quanto riguarda il vetro, a Wetzlar, il Leitz Glass Research Laboratory (venduto nel 1989 alla Corning Glass USA) nei suoi crogioli in platino (metallo che non inquina l'impasto ottico) erano introdotte “cucchiaiate” di silice variamente additivata; sensori elettronici inseriti nello stelo di un agitatore (sempre in platino) immerso nell'impasto, rilevavano istante per istante la temperatura di fusione del crogiolo, riscaldato da un sistema elettrico. Con manipolazione manuale il vetro fuso era versato in apposite piccole vaschette per essere avviato ad un raffreddamento e poi ad una ricottura controllata. Un forno dell'ottica insomma, artigianale all'aspetto, equipaggiato però di dispositivi costosi, precisi e raffinati. Questo forno produceva circa dieci tonnellate di vetro l'anno (dati Leitz tratti dal documento intitolato “Leica Lenses for Optical Excellence”, List Nr. 110-190 stampato e pubblicato il IV '85): vetro speciale però, e solo speciale, utilizzato in ottiche come il Summilux-R 80/1.4 . Quindi piccole quantità di vetro, prodotte all'anno, nulla a che vedere con i grandi forni di fusione degli stabilimenti industriali della Leitz Canada, dove era realizzata la produzione in serie delle celeberrime ottiche Leitz. Anche oggi, a Midland, grazie alle macchine a controllo numerico presenti nello stabilimento, si possono produrre lenti asferiche con il sistema di molatura e lucidatura, Grinding and Polishing, con una precisione assoluta. Leica, si è avvalsa di queste tecnologie per i suoi obiettivi. |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 20:06
“ Roberto P, mi dici chi a parlato di Leitz? ... „ E' semplicissimo appurarlo. Nella pagina precedente Paolo, nel post delle 13:59, dichara la sua predilezione per gli obiettivi di tale Casa: “ Va bene che io con i leica sono più snob che altro, ... „ Poi, nel suo post delle 16:53, Leone parla dei crogioli di platino, che notoriamente erano in uso ai laboratori della Leitz. A questo punto ho messo quel link che per comodità rimetto web.infinito.it/utenti/j/joseph_galilee/ELCAN.htm Poi Paolo, alle 18:35, scrive che i suoi Leitz vanno dal 71 all'86, quindi realizzati nelle vetrerie della Casa. P.S.: Mi pare che attualmente Leica Camera AG acquisti il vetro dalla Schott. |
| inviato il 07 Giugno 2020 ore 23:19
Roberto P, hai ragione. Credevo che Leone Giuliano si riferisse solo a Zeiss. |
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