| inviato il 19 Maggio 2020 ore 11:35
Gia, ai miei tempi si faceva proprio così ... Ho il Visoflex mk III° e il 280, il 560 ed il 65 dedicati, ma giuro che non li ho mai usati ... Prima o poi proverò... Così come proverò le stesse lenti tele (che sono intercambiabili anche con le reflex LEICA) con la mia LEICA SL MOT degli anni 70, pure lei mai usata. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 11:38
Nel 1964 Leica Canada commissionò a Wetzlar, 10 (!!!) Leica MD "Hammertone" ... successivamente fornì i 10 Visoflex con la stessa (quasi) finitura martellata ovviamente rarissima ... Le quotazioni per corpo macchina e Visoflex sono stellari ... intorno ai 150.000€ www.leitz-auction.com/auction/en/auktion34/auktion35/article/131.html Questi 10 pezzi sono gli unici rifiniti con questa speciale verniciatura ... in realtà i maligni, collezionisti di roba soviet, affermano della sottile, inconsapevole sudditanza psicologica che i crucchi di Wetzlar avevano per la foto-ottica d'oltre cortina e si ispirarono alla fantasmagorica verniciatura martellata della Kristall (KMZ) di tre anni precedente ... Soprannominata " Il Trattore ", quella si la prima vera fotocamera con finitura Hammertone della storia. www.flickr.com/photos/schyter/45130723951/in/album-72157700523212654/ |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 11:44
Interessante Schyter ! Tra l'altro ho visto su flickr il tuo nome di battaglia "Landini testa Calda" !!! Il mitico trattore che si faceva partire a freddo, scaldando la testata sul fuoco; pura e semplice storia dell'umanità!!! Ilcatalano |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 11:53
“ Ilcatalano ... „ quasi tutti i miei catorci falce e martello hanno un nomignolo più o meno simpatico ... Per la Kristall nn poteva essere altrimenti. Essendomi reso conto di essere un fotografo dilettante decisamente scarso, mi sono buttato sulla parte "storica" del materiale soviet che normalmente viene definito "rumenta". E' un mondo pressochè sconosciuto, visto l'isolamento che durò decenni ... a volte sorprendentemente si scoprono cose quantomeno interessanti. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 17:45
Salve, per i lungo fuoco da usare con le fotocamere a telemetro, non vi fu solo il Visoflex di Leica, ma, per la diretta concorrente di Leitz, la Contax di Zeiss Ikon, fu creato il "Flektoskop" (di cui esistono tre versioni, due delle quali risalenti alla DDR) ed infine il "Flektometer" (interamente progettato in DDR). Questo, in foto, è il mio Flektoskop, del 1948
 con montato il noto Carl Zeiss Jena Sonnar 180/2,8. Inoltre, al Flektoskop possono essere montati il Sonnar 300/4 ed il sorprendente Carl Zeiss Jena "Fernobjektiv" 500/8. A differenza della Leica, La Contax aveva un telemetro a base assai larga, al punto che poteva essere montato senza problemi il Tele-Tessar 180/6,3, regolarmente accoppiato alla messa a fuoco telemetrica. Poi, si decise per la cassetta reflex. Il complesso Contax/Flektoskop/180/2,8 non è scomodo, purché ci si abitui al modo di impugnarlo, magari con l'ausilio di un monopiede o di uno stativo da petto o a "fucile". Personalmente, quale appassionato dell'uso di Contax (e Kiev, naturalmente), trovo questo assieme assai soddisfacente e non più pesante di una moderna reflex digitale, munita di un lungo fuoco luminoso. Da notare che questo strumento, è stato magnificamente riportato a perfetta efficienza ottica e meccanica, da Giampaolo Ferro di Buttrio. A presto, E. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 17:56
“ Enzo C „ va beh ... mi inchino ... in quei decenni Contax era decisamente un (due, tre) passi avanti; il resto del gruppo a debita distanza. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 18:10
Sulle scatole delle pellicole c'era uno specchietto simile ai vari bilanciamenti del bianco, per ciascun disegno c'era l'accoppiata tempo, diaframma. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 20:45
Però una cosa che non sanno molti e che io so solo perchè frequento (frequentavo prima del COVID-19 ) settimanalmente il grande Giampaolo Ferro (detto San Ferro) di Buttrio che, come stima Leica e molte italiane per la qualità meccanica, parimenti disistima Zeiss per aver costruito macchine complicate e poco affidabili nel tempo, anche se spesso all'avanguardia. Avanguardia però pagata cara come affidabilità. Mentre Leica, oggettivamente, è un carroarmato. Tutte le mie numerose Leica non hanno mai avuto un problema, salvo qualche sciocchezza di taratura, ma le Zeiss... un disastro ... E tenuto conto che le mie Leica sono molto maggiori come numero delle mie Zeiss, la cosa è ancora più impressionante. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 21:26
ecco perchè amo le soviet... fotocamere al limite dell'avanguardia; proprio come le ContaxKiev. Con qualche problema di affidabilità. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 21:45
“ parimenti disistima Zeiss per aver costruito macchine complicate e poco affidabili nel tempo, ... „ Poi hanno fatto quello che, perlomeno col senno di poi, appare un grave errore; ovvero dividere l'offerta in troppi sistemi incompatibili tra loro. A partire dagli anni '50: Contaflex (ottica fissa con aggiuntivi da agganciare frontalmente), poi Contarex ad obiettivi intercambiabili.* Quando negli anni '60 decidono di offrire un'alternativa più economica alla Contarex, ecco che ti fanno la Icarex; con un innesto completamente differente e incompatibile**; a differenza di Nikon che ha avuto la lungimiranza di dare alla Nikomat la stessa baionetta della F. Poi alla fine, in collaborazione con Yaschica, il sistema reflex C/Y e il tentativo di rilanciare il telemetro con il sistema Contax G, che non mi sembra abbia avuto un gran successo... www.guidafotousato.it/4-STORIA_MARCHE/testi/ZEISS-IKON.htm * P.S.: Per un quatto-cinque anni i sistemi Contaflex e Contarex sono rimasti parallelamente in listino. ** P.P.S.: C'è però da dire che difficilmente sarebbero riusciti a realizzare dei corpi molto più economici compatibili con le ottiche per Contarex, dato il macchinoso sistema di gestione dei diaframmi, oltretutto causa di frequenti problemi. Ne parla qui Marco Cavina: www.marcocavina.com/attrezzatura_fotografica/contarex/01_pag.htm Tale sistema probabilmente vincolava verso l'alto anche il costo di produzione degli obiettivi. Questi due disegni in sezione rendono l'idea della complessità meccanica delle Contarex: www.guidafotousato.it/4-STORIA_MARCHE/imm-zeiss/1959%20schede%20contar Secondo Pierpaolo Ghisetti furono i progettisti di Zeiss e di altre case tedesche, finiti nella DDR, a realizzare i modelli più funzionali e innovativi: www.photobit-forum.it/phpbb/viewtopic.php?f=1&t=2998 Quando scrive "prima reflex con pentaprisma Contax S", omette il fatto che la Rectaflex uscì nel 1947, un anno prima della Contax S www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/rectaflex-un-mito-it www.nocsensei.com/camera/storia/massimilianoterzi/rctaflex-un-mito-ita Escludo che Ghisetti, conoscendo la sua competenza, ignori la Rectaflex. Penso che intendesse "la prima reflex a pentaprisma ad aver avuto una significativa diffusione"; dal momento che la sfortunata macchina italiana restò un prodotto di micro-nicchia. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 22:10
La Nikkormat Roberto, l'alternativa economica alla Nikon F era la Nikkormat... la Nikomat non era altro che la Nikkormat per il mercato statunitense. |
| inviato il 19 Maggio 2020 ore 22:29
Si hai ragione... e mi sono dimenticato che, prima della Nikkormat, Nippon Kogaku (così si chiamava allora la società), come alternativa economica alla F realizzò la Nikkorex, prima con un 50mm non intecarcambiabile, ma con due aggiuntivi ottici (38 e 90mm) da agganciare frontalmente (concetto simile alla Contaflex); poi con uno zoom 43-86mm, anch'esso non intercambiabile. Però non ebbe molto successo. www.nadir.it/ob-fot/NIKKORMAT/nikkormat.htm |
| inviato il 20 Maggio 2020 ore 7:29
Le CONTAG G... Che macchine! Che idea! Non proprio di Contax, di cui si prese solo il marchio, ma della giapponese Kyocera, gigante dell'elettronica. Una range finder a ottiche intercambiabili (e che ottiche ...) con il motore e la raffica da 3 FPS, riavvolgimento automatico motorizzato e, mira visu l'AF! Che io sappia l'unico caso di range finder con l'AF e le ottiche intercambiabili. Me ne sono subito innamorato, poi mi sono accorto che l'AF (migliorato nella G2, rispetto alla G1) non è che fosse proprio preciso, preciso ... Ma le lenti rimangono straordinarie anche in digitale! Proprio dei signori Zeiss. |
| inviato il 20 Maggio 2020 ore 8:36
“ Non proprio di Contax, di cui si prese solo il marchio, ma della giapponese Kyocera, gigante dell'elettronica. „ Non solo le Contax G, ma mi sembra che anche le reflex Contax C/Y fossero prodotte in Giappone da Kyocera, che nella 1983 aveva acquistato Yashica. Gli obiettivi Zeiss erano progettati in Germania, dove erano fabbricati alcuni di essi, in genere i più costosi; altrimenti erano prodotti in Giappone nelle manifatture di Kyocera. Ad esempio, delle due varianti del Distagon 28, quella più economica (ma, in base alla mia esperienza, comunque molto buona), l'f/2.8, disegnato dal grande Walter Woeltche, era appunto Made in Japan. La versione più prestigiosa, ovvero l'f/2 detta "Holliwood" (uno degli ultimi progetti del grandissimo Erhard Glatzel), era Made in Germany. Su di esso c'è questo eccellente articolo di Marco Cavina: www.marcocavina.com/articoli_fotografici/Glatzel-2-28/00_pag.htm Le ottiche Yashica C/Y, ovviamente prodotte in Giappone, in certi casi avevano gli stessi schemi degli Zeiss, ma un trattamento antiriflesso meno buono del T*, che era esclusivo del marchio tedesco. |
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