| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 15:58
Un bell'intervento Maserc. Con un'apprezzabile intuizione sulle pulsioni dell'artista. Indice del fatto che ragionevolmente, almeno in parte... lo sei Qui non scappo! Postare foto in questi contesti non mi piace per le ragioni che ho detto, che non sono capziose: spero tu mi conosca ormai abbastanza per sapere che non ci sono "paure" o cose del genere Io amo l'arte. Di tutte le vie, potessi, vivrei d'arte. La bellezza implicita nell'arte (e non mi si dica che arte è anche altro: ok, ma qui non c'entra) credo sia un nutrimento essenziale, che non ha altro che possa esservi paragonato. Possiamo strillare nei forum, ma abbiamo bisogno, tutti, di poesia. Anche se non ci pensiamo. Ma al tempo stesso, pur avvertendone il movimento talvolta, so perfettamente di non essere un artista. Che non è la mia vocazione e non ne ho le stimmate. Sono di quei fotografanti che vedono la fotocamera come un taccuino di appunti. E la concessione a qualcosina "oltre", sta solo nella ricerca di scriverli (quegli appunti) trovando un punto di vista personale (non originale). In tutta la mia vita, il complimento che mi ha fatto più piacere fu in occasione di un piccolo evento: in quel caso (ebbi l'occasione di parlare per un'oretta) mi si disse che le fotorafie erano perfettamente in linea con quel che dicevo, a parole. Ecco: che fosse poi tutto mediocre (verbo e foto) va benissimo. L'importante era la percezione di unitarietà. Fosse vera anche per un pezzettino piccolissimo, lo troverei un risultato straordinario, per me. |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 15:59
Scusa Maserc: "agisci" era rivolto a Daniele |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 17:16
quasi off topic: In ogni caso non solo l'arte è meritevole di interesse. Come forse già ricordai, ho avuto nella vita una sola esperienza con una mostra di foto; da militare di leva sono stato sorvegliante, e in parte spiegavo al pubblico, in una esposizione di foto dell'IGM di inizio secolo scorso lungo i confini nazionali. Erano foto magnifiche, di gran dettaglio, interessantissime, intrise di storia, ma non erano artistiche nel senso in cui definite sopra. Avessi io simili foto da esporre ... |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 17:25
Bel contributo Loiety. La fotografia come racconto delle cose della vita: io continuo a trovare che sia la sua vocazione più profonda. Comunque su 'sta cosa di arte e non, trovo che la distinzione che usa Marra (non so sinceramente se abbia altri padri, ma poco cambia...) tra "fotografia di pratica sociale" e "fotografia d'arte" mi sembra funzionale, per quanto estremamente semplificata. Nella prima ovviamente trova posto tanto il grande reportage quanto il compleanno di Pino. Nella seconda gli esperimenti di Man Ray e l'albero solitario in val Padana. Tutto sommato è un demarcatore che mi ha sempre convinto, rispetto alla taratura di certi criteri |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 18:06
Anche qui sul forum ogni tanto compare il concetto di progetto e progettualità dei contenuti e di quel tipo di fotografia che sostanzialmene avvalendosi di queste caratteristeche assume connotati precisi e significativi. Sotto la veste della progettualità e del riferimento storico fotografico potrebbe annidarsi la stessa insipienza dello scatto veloce da caricare sul social...? E qui nell'ipotesi dell'ipotesi le motivazioni potrebbero essere due,o si tratta di aperta polemica con questo modo di procedere che fa parte di una sottocultura,oppure la lente col led del Lidl era esaurita... Se invece beatamente ci si vede ancora benissimo o l'altro giocava a nascondino oppure non ci sarebbero troppo scuse. Appollaiato al totem ci potrebbe essere un bel gattino e piu' in basso l'erba gatta,ma con i fili a forma di piccoli totem,con tanti gattini seduti come spettatori che fanno la ola. Intanto la segnalazione è pervenuta. |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 18:41
Sulla faccenda del "progetto" tocchi un altro bel tema Caputo Io ho un'antipatia congenita verso questa parola (da quando lessi un bel libro dal titolo "Il cre.tino cognitivo", figura molto dedita a "progetti" di ogni tipo), e ogni volta che la sento mi preoccupo. Ma giusto per apparire del tutto incoerente, credo pure che quel che cela (dietro, molto dietro) sia l'unica possibilità per la fotografia di dire ancora qualcosa. Ma per intendersi bene-bene, è importante anche qui un distinguo che, se non si fa, rende tutto molto nebuloso. Ovvero la distinzione tra: - quel che è la fotografia, in sé, come movimento, forma d'arte o quel che si vuole. - quel che faccio e voglio fare io con la macchina fotografica ogni giorno (io inteso come ognuno di noi) Le due cose non è affatto detto seguano la stessa logica o percorso... |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 18:43
A proposito Maserc, se ci sei.... hai chiesto un outing, e io l'ho fatto. E tu? Niente? |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 21:13
Naah. Per oggi mi sono già sput.tanato abbastanza... E riguardo al tuo outing? Sulla storia del cretin0 cognitivo? |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 21:26
“ Sulla storia del cretin0 cognitivo? „ Storia lunga: ne riparleremo E fai outing! |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 21:30
Dopo il "papiello" di oggi? Cosa volete di più, il sangue? |
| inviato il 13 Gennaio 2020 ore 21:45
Vabbè Maserc: domani ci dirai se sei artista o no 'Notte! |
| inviato il 14 Gennaio 2020 ore 8:11
Se ad un certo punto un fotoamatore decide di mettere assieme un portfolio e sottoporlo al giudizio di una commissione esaminatrice, questo già è indice di una certa attitudine mentale, di una certa "ambizione" (o illusione?) che va nella direzione del " mi piacerebbe se le mie foto fossero qualcosa di più che delle istantanee da social. Io sto cercando di capire se sia giunta l'ora per me di compiere un passo simile ma se da una parte sottopormi ad un giudizio esperto mi attira per altro verso mi viene la paura di essere criticato ed apparire ridicolmente presuntuoso. Fino ad ora ho soltanto partecipato a qualche concorso planetario-nazionale-locale con risultati che definirei tra il disastroso ed il mediocre. Il dilettante che invia foto ad un concorso pensa evidentemente di avere prodotto non dico un'immagine artistica ma sicuramente una foto "notevole". |
| inviato il 14 Gennaio 2020 ore 8:21
“ Il dilettante che invia foto ad un concorso pensa evidentemente di avere prodotto non dico un'immagine artistica ma sicuramente una foto "notevole" „ E ovviamente la delusione è cocente se scopre che non è così. Ma potrebbe andargli peggio (potrebbe piovere ): a quel concorso potrebbero aver partecipato solamente fotografi del suo stesso livello, potrebbe essere risultato vincitore e dunque convincersi che la sua foto SIA effettivamente "notevole". Personalmente ho sempre creduto che i concorsi siano un'arma a doppio taglio, in cui è difficile avere la reale percezione, nel bene e nel male, dell'autentico livello della propria produzione fotografica. |
| inviato il 14 Gennaio 2020 ore 8:27
E allora dove sarebbe il problema? Se uno è convinto di quello che fa e va convinto per la sua strada, con coerenza e costanza, secondo me è l'unico appoggio giusto. Se poi sarà stato soltanto il sogno di un dilettante, non fa alcuna differenza. |
| inviato il 14 Gennaio 2020 ore 8:47
A mio avviso fare una mostra e vincere un concorso sono due cose diverse. Una mostra ha senso se si tratta un tema, le foto in questo caso non debbono essere brutte ma non necessariamente debbono essere straordinarie, quanto suscitare interesse. |
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