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Uomini e animali...quali differenze?


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avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 18:19

E a quel punto o loro o noi!!

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 18:22

No, semplicemente continueremo a mangiare quello che mangiamo, però saranno molti di più quelli che si ricorderanno di innaffiare le piante così come si ricordano di riempire la ciotola del cane

avatarjunior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 19:05

Il problema è se nel frattempo avremo accettato il fatto che anche le piante sentono, comunicano, hanno rapporti di parentela ecc., perché la carne sintetica, se ci arriveranno, la faranno a partire da tessuti vegetali, ma a quel punto avremo spostato sulle piante questi stessi discorsi


Si possibilissimo.... Io però non lo vedo come un "problema" ma come il semplice e naturale evolversi della specie/società.

Un esempio che mi viene in mente e che calza a pennello sono le pellicce. C'è stato sicuramente un tempo in cui uccidere un animale per la sua pelliccia era il modo più semplice per produrre indumenti, tende o simili sufficientemente caldi per non morire di freddo. In tale contesto non credo nessun essere umano si sia neanche mai posto (giustamente oserei dire) il problema etico di uccidere l'animale per tale scopo.
Ora la società è avanzata e oggi uccidere un animale per il solo fine di farne un capo d'abbigliamento è una cosa ritenuta (altrettanto giustamente) un atto immorale.

Con la carne siamo in un periodo di transizione, in cui ancora la sensibilità personale può far propendere da una parte o dall'altra

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 19:31

direi che l'es. della dismissione della pelliccia è un buon es.,
anche le scarpe in serpente o in coccodrillo ormai sono out.
Ma è ancora ben giustificato il cuoio perchè l'animale si sa che è ucciso principalmente per la carne.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 19:32

Vi do una notizia sono anni che comprate scarpe tarocche cinesi in finta pelle credendo che sia vera pelle e pagandole anche come taliMrGreen

avatarjunior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 20:24

Ho un solo animale domestico, un coniglietto di mio figlio. Mangio poca carne, ma potrei mangiare senza problemi la carne di cane, di gatto di coniglio e via discorrendo...
Mi da fastidio la violenza gratutita verso gli animali, verso gli alberi e addirittura verso gli insetti. Ma altrettanto mi da fastidio l'atteggiamento "animalista estremo" di certe persone.
Sono consapevole che negli allevamenti, da cui deriva la mia bistecca o il salame che ho nel panino la morale etica non esiste purtroppo. Il mondo è ingiusto, lo è sempre stato e lo sarà. Prima o poi ci estingueremo, un'altra specie prenderà il sopravvento, qualcuno avrà la sua rivincita.

avatarsenior
inviato il 07 Gennaio 2020 ore 20:43

la constatazione che siamo circondati nello spazio e nel tempo da ingiustizie è ottima cosa che ci rende adulti e consapevoli.
Ma se alla constatazione segue l'atteggiamento alla rassegnazione dello stato delle cose significa che non facciamo parte di quel gruppo d'umani, sempre presenti in tutte le epoche, che hanno fatto si che le cose cambiassero.

e non è neanche prerogativa umana,
si pensi alla femmina di macaco che decise di insaporire le patate con l'acqua salata, e tutti gli altri macachi che la copiarono e che cominciarono ad usare quella miglioria.

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 0:56

Non ho ben capito tutte le dissertazioni sul concetto di specie dominante...oggi è l'uomo: PURTROPPO può decidere sull'estinzione o sulla proliferazione di ogni specie, ne può clonare diverse, o creare di nuove, come ha già fatto... o annientare la maggior parte della vita nel mondo
Cosa c'è da discutere?
Daniele, TheRealB...trovatemi un'altra specie che può fare questo... e non ne sono felice, sia ben chiaro

user111807
avatar
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 6:19

Se il mondo fosse come questo thread penso sarebbe migliore di quello che é, il che mi fa nutrire un po' di speranza per il genere umano.
Egoisticamente parlando...

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 10:07

domenic..non preoccuparti.. il forum non rispecchia la realta'

user111807
avatar
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 10:29

All'ora mi preoccupo Triste

user944
avatar
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 11:03

Sul discorso piante direi che non si arriverà mai a metterle sullo stesso piano di animali, in quanto non dispongono di un sistema nervoso centrale, o di un cervello.
Ci sono ormai parecchi studi in merito. Rispondono agli stimoli, alcune hanno una sorta di "memoria", ma parlare di dolore o sofferenza... No.

e cmq ricordiamoci che la maggioranza delle colture soprattutto nel mondo occidentale è destinata agli allevamenti intensivi.

Io personalmente non mangio carne da ormai 8 anni.
Inizialmente la mia scelta è stata di tipo etico, esclusivamente di tipo etico.
Col passare degli anni però la questione ambientale, la sostenibilità, l'inquinamento, sono cresciute in modo esponenziale nelle mie motivazioni.

E se una persona può sbattersene dell'etica (soggettivo) penso che la questione ambientale davanti alla quale ci troviamo negli ultimi anni sia oggettiva e palese.
E non riconoscere gli allevamenti e in generale in mondo della carne come tra le prime cause significa avere le fette di salame sugli occhi.

E penso che sia × riconoscerla e non fare niente (non per rassegnazione ma per menefreghismo e "gusto").
Il dire "tanto non è che se smetto di mangiare carne io cambia qualcosa" è nascondersi dietro un vetro.
Tutti accampano scuse (non la mangio tutti i giorni, e bla bla bla).

io stesso non sono un santo, pur non mangiando carne da 8 anni nella mia dieta ci sono cmq alcuni derivati, se pur in maniera marginale.
E il formaggio non è poi tanto diverso dalla carne come "flusso" (allevamento animale - sofferenza - morte).

Però tutti questi discorsi di specie dominante sono solo cazzate.
L'uomo si trova in un'era in cui ha la conoscenza, la forza, l'intelligenza, la collettività per poter cambiare strada.

Significa solo sacrificare parte del "gusto" per qualcosa da lasciare ai nostri figli.
Se tutti nel nostro piccolo faccessimo qualcosa oltre che spargere opinioni in giro forse qualcosa inizierebbe a cambiare.
E questo è un ragionamento che possiamo fare NOI (noi ricchi nel mondo a cui non manca niente e che abbiamo tutte le alternative che vogliamo) e ORA (in questo periodo storico dove NOI abbiamo TUTTO).
E' un ragionamento che i nostri genitori 50 / 60 anni fa non potevano permettersi di fare.
E' un ragionamento che il 70 % della popolazione terrestre non può permettersi di fare.

Ma è solo l'altro 30% o meno che sta causando i problemi.



avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 11:55

"Significa solo sacrificare parte del "gusto" per qualcosa da lasciare ai nostri figli".
Giusto, ma se non diminuira' la popolazione mondiale, saranno sacrifici inutili
Un piu' razionale sfruttamento delle risorse non deve essere destinato ad una crescita incessante ed incontrollata della popolazione mondiale come e' avvenuto finora.

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 11:58

io credo che gli allevamenti siano l'ultimo dei problemi..per l'ambiente.

il vero problema e' internet e tutti i dispositivi ad essa connessi che stanno distruggendo il pianeta.

Sono voracissimi di energia, per essere costruiti, per essere venduti , per funzionare e per essere smaltiti.

Cosa vuoi che siano 300 polli (un pollo al giorno per famiglia) destinati all'alimentazione in confronto dei 4 cellulari, 4 tablet, 4 computer, due televisori, una playstation etc che sono considerati oggi il minimo sindacale per ogni gruppo familiare?.


avatarjunior
inviato il 08 Gennaio 2020 ore 12:24

Andare a pesare esattamente l'impatto ambientale di ogni singolo prodotto/comportamento è veramente difficile...
Tutto contribuisce, l'automobile, il riscaldamento di casa, il cibo, l'elettronica e così via...

Di conseguenza, più comportamenti virtuosi si possono adottare e meglio è. E' difficile dire se aiuti di più un vegano che va a lavoro in auto rispetto a una persona che si muove solo in bicicletta ma mangia carne.

E' bene che ognuno faccia quello che può in base sia alla sua sensibilità, che alle sue disponibilità di tempo e denaro.


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