| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 11:38
“ singolare constatare come, su di un forum di appassionati di fotografia, ci siano così tanti "fotografi" pronti a sminuire il lavoro di un "collega". proprio singolare... „ sottoscrivo, davvero singolare. Mi domando, quando un reporter scrive un pezzo per il giornale questo non è coperto dal diritto di autore (70 anni dalla morte)? Quando un vignettista disegna una vignetta quotidiana per il giornale non è tutelato dal diritto di autore pieno? Eppure anche questi stanno "lavorando". Io non sono assolutamente in grado di dare un opinione in punta di diritto, do solo un giudizio "morale" per cui trovo una certa paradossale incongruenza tra la tutela riservata ad una qualsiasi vignetta o ad un corsivo di Beppe Severgnini e la tutela di cui sembra non godere una foto iconica (credo che vignette e corsivi godano del diritto di autore pieno, non ne sono sicuro). Non è questione se sia arte o meno del resto non credo si possa attribuire valore d'arte alle vignette di Forattini o agli articoli di Severgnini (ma qui si entra nel campo delle opinioni). |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 12:06
Dopo quasi 200 anni siamo ancora succubi del pregiudizio Baudelaire. Voglio raccontare un piccolo aneddoto personale. Mi diletto di fare foto a concerti, tra questi ne ho fatte alcune ad un concerto di un gruppo di amici lo scorso anno e gliele ho trasferite ovviamente in modo gratuito, sono un fotoamatore e non ho la pretesa di avere fatto delle opere d'arte e nemmeno delle foto tecnicamente perfette. Quest'anno il loro gruppo compie 20 anni ed hanno stampato un opuscoletto, nel quale compariva anche una foto scattata da me. Che io la abbia scattata non viene citato e non libretto non c'è nemmeno un "grazie" per la foto. Ora chiedo: se invece avessi scritto una dilettantesca poesiola dedicata alle loro musiche e la avessero pubblicata nell'opuscolo secondo voi non avrebbero scritto in calce l'autore della poesia? Altro esempio: ho girato l'articolo di Smargiassi su Facebook dove una mia amica che ha lavorato come giudice al TAR di Milano (senza cmq. mai occuparsi di diritto di autore) di primo acchito mi commenta così: "Cioè questo qua vuole lucrare sulla foto perché cerca di dimostrare che è un'opera d'arte? No, vabbè" e poi " la foto può essere una modalità di espressione artistica come può non esserlo, cioè di norma una foto non è che una foto, cioè un segmento lavorativo di una professione, quella di fotoreporter". Chiaramente poi dice di non avere nessuna dimestichezza con il diritto di autore ma le parole "una foto non è che una foto" la dicono lunga sul perdurante pregiudizio Buadelaire. |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 12:22
“ ...questo qua vuole lucrare sulla foto... „ La foto è SUA e ci fa ciò che vuole. Bastava chiedere prima, e se il prezzo fosse stato ritenuto troppo altro, la RAI avrebbe potuto usare un'altra foto, più economica. E' così semplice!!! Le ostriche ti sembrano troppo care? Il ristoratore vuole lucrare sulle sue ostriche? Va da un'altra parte, o mangiati le cozze. |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 12:52
Ma perchè qualsiasi stupidaggine venga scritta su un giornale, o su un blog ha valore autoriale? Cioè un tipo che anni fa si è inventato di sana pianta un articolo su un furto a casa mia, mettendo dettagli del tutto sbagliati, giusto per riempire il trafiletto, è da considerarsi "autore". Qui non mi sembra si stia negando il diritto d'autore delle foto. Mi sembra si stia facendo una distinzione fra foto di un certo valore, ed altre di valore inferiore. Poi il confine è per sua natura opinabile. |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 14:28
Facciamo finta che io sia un fotografo di cronaca, e che nel 1998 abbia fotografato l'inaugurazione di un nuovo stadio. Una foto l'ho mandata ad un giornale e le altre 20 le ho tenute per me. Oggi mi telefona una casa editrice che mi chiede se ho ancora delle fotografie di quell'evento. Ci accordiamo telefonicamente per 20 foto a 100 euro l'una. Mando le foto con relativa fattura. La casa editrice le inserisce in un libro commemorativo che viene messo in vendita, e non paga la mia fattura. Al mio sollecito mi dice: Ahò che vuoi? Dopo 21 anni i diritti sono scaduti! Plausibile, no? |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 14:34
A me sembra chiaro.... C'è un diritto d'autore sulle fotografie e c'è un diritto d'autore su una realizzazione artistica. La prima ha durata 20 anni la seconda 70 dopo la morte dell'autore... Indipendentemente dal valore della foto una foto è una foto, un'opera d'arte è un'altra cosa. Possiamo disquisire sul fatto che questa distinzione in termini temporali sia ingiusta. Ma sono due cose diverse e la sentenza è giusta per me. |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 14:43
Quindi se avete intenzione di vendere foto che hanno più di 20 anni mi raccomando: una stampa in ordine, taglio perfetto, cornice costosa, firma autografa sulla foto. E sulla fattura l'intestazione: Studio fotografia artistica Gianni Rossi. Se la foto fa schifo non fa nulla... dopo le "opere d'arte" che abbiamo visto in giro ultimamente, nessuno se ne accorgerà. E' comunque indispensabile un contrattino controfirmato prima della cessione delle foto, in cui si dice ESPLICITAMENTE che i diritti sono scaduti e che l'acquirente pagherà comunque. Che tristezza! |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 14:53
Ma se la legge dice "dopo venti anni dallo scatto" il giudice che doveva fare La sentenza è giusta, magari è la legge che è sbagliata |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 15:45
“ Facciamo finta che io sia un fotografo di cronaca, e che nel 1998 abbia fotografato l'inaugurazione di un nuovo stadio. Una foto l'ho mandata ad un giornale e le altre 20 le ho tenute per me. Oggi mi telefona una casa editrice che mi chiede se ho ancora delle fotografie di quell'evento. Ci accordiamo telefonicamente per 20 foto a 100 euro l'una. Mando le foto con relativa fattura. La casa editrice le inserisce in un libro commemorativo che viene messo in vendita, e non paga la mia fattura. Al mio sollecito mi dice: Ahò che vuoi? Dopo 21 anni i diritti sono scaduti! Plausibile, no? „ Questo è un caso diverso. Se non le hai mai pubblicate, indipendentemente dal diritto d'autore, stipuli un contratto per fargliele avere, se loro non rispettano il contratto sono nei guai comunque. |
user1856 | inviato il 12 Dicembre 2019 ore 15:48
Ma la legge non dice questo... |
user177356 | inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:08
Capisco che siamo in un consesso di appassionati di fotografia, ma in effetti " di norma una foto non è che una foto" è un'affermazione indiscutibile. Di norma in senso statistico: la norma (detta anche "moda") è la modalità che si verifica con la massima frequenza. E sfido chiunque a sostenere che la stragrande maggioranza delle foto che vengono scattate, o anche pubblicate, non sia priva di qualunque intento e valore di "opera fotografica". Insomma, la foto autoriale costituisce una minoranza se non un'eccezione. Visto però che anche le foto prive di valore artistico o autoriale sono il frutto di un'attività umana, è corretto che venga conferito un diritto al loro autore, che però non può allinearsi a quelle di altre foto equiparate (ai fini di legge) ad opere d'arte. A chi chiede perché un banale articolo di cronaca locale o un orrido quadro amatoriale godano di un trattamento diverso rispetto alle foto "non artistiche" (o "semplici fotografie", come recita la legge) è facile rispondere: in quei casi è incontrovertibile che l'autore esprima sé stesso, tanto è vero che pone un certo impegno nel realizzare l'opera. Ovviamente, un ottimo giornalista può scrivere un pezzo interessante in cinque minuti, e un ottimo pittore può realizzare un'opera anche in meno tempo (chissà Fontana quanto ci metteva a tagliare le tele?). Quello stesso impegno può essere posto dal fotografo nel realizzare una foto. Ma ciò dev'essere evidente dalla foto, o quanto meno dal processo che il fotografo ha utilizzato per realizzarla. A onor del vero, l'unico passaggio della sentenza che mi lascia perplesso è quello relativo al tempo che il fotografo deve impegnare affinché la sua fotografia assurga al rango di "opera fotografica". Come in tutte le arti e le professioni, ciò che conta non è il tempo richiesto per realizzare un lavoro, ma quello che è servito per mettersi in condizioni di farlo. Quando facevo il consulente e qualche cliente commentava la supposta esosità delle tariffe orarie, rispondevo "Lei con X euro non paga un'ora del mio lavoro, ma trent'anni della mia esperienza". |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:09
Allora, se non le pubblichi, nessuno dopo 20 anni ti può obbligare a farlo perchè i diritti sono scaduti. E tu puoi far firmare un contratto per vendere le foto. Non i diritti, le foto proprio. Come nessuno ti può obbligare a cedere gratuitamente una sedia che hai costruito, solo perchè su di essa non c'è il diritto d'autore |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:17
La legge non parla di arte ma di "opere dell'ingegno" Saper cogliere l'istante decisivo, quel momento unico in cui una scena prende un particolare significato è frutto dell'ingegno almeno quanto modificare un WB in post per dare atmosfera? Ad ognuno la sua risposta, ma credo che quella decisiva vada lasciata a un critico di fotografia competente, come diceva Fabio l'uso di un consulente sarebbe stato molto opportuno |
| inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:33
“ Allora, se non le pubblichi, nessuno dopo 20 anni ti può obbligare a farlo perché i diritti sono scaduti. E tu puoi far firmare un contratto per vendere le foto. Non i diritti, le foto proprio. „ Una volta uscite dal tuo studio le tue foto sono perse, poiché i diritti sono scaduti. Non so se si possa pattuire una clausola contrattuale che preveda il mantenimento del diritto d'autore anche se già scaduto. Quindi chi ha comprato le foto al prezzo pattuito, poi potrà farne ciò che vuole, indipendentemente da quanto scritto sul contratto di vendita. |
user177356 | inviato il 12 Dicembre 2019 ore 16:46
“ La legge non parla di arte ma di "opere dell'ingegno" „ No. La legge parla di "opera fotografica" contrapposta alla "semplice fotografia". Per le fotografie esiste quindi un regime particolare, che deriva dalla Convenzione di Berna (l'ultima versione è stata approvata nel 1971, quando il fotoreportage da un lato e la fotografia d'arte dall'altro erano fenomeni sicuramente consolidati). “ Non so se si possa pattuire una clausola contrattuale che preveda il mantenimento del diritto d'autore anche se già scaduto. „ Certo che si può, e il diritto d'autore non c'entra nulla. “ Una volta uscite dal tuo studio le tue foto sono perse, poiché i diritti sono scaduti. „ No, semplicemente il tuo diritto nei confronti della generalità dei terzi è scaduto, ma quello nei confronti dell'editore non lo è. La fonte del tuo diritto è diversa: nel primo caso la legge, nel secondo il contratto (io fossi nel fotografo farei comunque inserire una clausola che specifica la situazione). |
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