| inviato il 12 Giugno 2019 ore 23:05
Il cinema e le sue correnti spiegano benissimo questo concetto ( vedi neorealismo).  |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 0:09
Si, il concetto in effetti è quello o molto simile. |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 11:04
“ Esiste la foto posata, da sempre. Non si chiama semplicemente foto di strada. „ Questo può essere corretto Mirko. Ma rispetto a una discussione di questo tipo, si rischia di lasciare da parte una porzione di fotografia enorme, che in larga misura ha contribuito a fare la storia della fotografia. E credo che proprio lì nasca spesso un certo tipo di confronto. E una divisione chiara si idee. Cioè: la foto posata è posata. L'idea è abbastanza chiara e c'è probabilmente poco da aggiungere. All'opposto, secondo una scuola di pensiero diffusa (che può essere più o meno purista) la fotografia di strada "deve essere" rubata, il fotografo deve essere invisibile, non deve in alcun modo influenzare la scena. Ma mi pare evidente tra queste due espressioni c'è un mondo enorme, ovvero quello della foto che definirei "relativamente partecipata". Dove il fotografo è visibile e riconosciuto, in cui troviamo magari spontaneità, ma non inconsapevole. in cui il fotografo è praticamente parte dell'ambiente e non osservatore nascosto. E che quindi, direttamente o meno, poco o tanto, un'infuenza nella scena ce l'ha. Che è più o meno quello che ha sempre teorizzato McCurry (al di la del giudizio su quello che ha fatto in generale). Che questo tipo di fotografia non sia per definizione "street", in quel senso convenzionale che più volte abbiamo richiamato, mi sta benissimo. Ma al tempo stesso, a mio parere, non trovo assolutamente erroneo definirla foto di strada. A livello personale, io credo di farne, di foto "di strada", ma faccio molta fatica a definirla street. Non amo linkare cose mie nelle discussioni, ma per meglio intendersi ti metto due esempi concreti di cosa intendo: questa la definirei street senza particolari pudori (poi dimmi tu). www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1824289&l=it Questa invece no: c'è stata inerazione, loro erano ben consapevoli sia della mia presenza, sia di quel che accadeva. Non la chiamerei street, ma al tempo stesso non mi preoccuperei nel definirla una foto di strada senza sentirmi blasfemo www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1729116 Magari 'ste considerazioni sono di lana caprina, ma siccome per molti la vera discriminante è proprio qui (la foto posata o costruita è un po' a parte), un minimo senso credo ce l'abbia |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 11:21
“ All'opposto, secondo una scuola di pensiero diffusa (che può essere più o meno purista) la fotografia di strada "deve essere" rubata, il fotografo deve essere invisibile, non deve in alcun modo influenzare la scena. „ Credo che ormai nessuno più pensi seriamente alla invisibilità come unico criterio distintivo. Nemmeno Bresson secondo me lo pensava guardando le sue foto Nessuno è talebano ed esistono molti modi di vedere, come si è sempre detto. Chi usa flash frontali capita che possa interagire nella scena, ma nessuno (che un po mastica il genere) penserebbe mai che non sia fotografia di strada, grandi autori vi sono e vi sono stati. Il contatto visivo è segno di partecipazione da parte del soggetto, si è stati scoperti, ma nessuno (che un po mastica il genere) direbbe che non sia street perchè si è stati beccati. Non è mica giocare a nascondino. Esistono e vi sono mille sfumature ed interpretazioni, basta guardare anche solo i festival street (definizione più "integralista") dove si percepisce che non esiste una unica e vera fotografia di strada, e che vi sono mille e più correnti (per fortuna) Ma una cosa sono i contorni e le sfumature, su cui si può discutere (se interessa), anche secondo criteri ed modi personali di vedere ed interpretare, altro è un punto cardine come il posato e il non posato. Una cosa è rubare o non rubare altro è comprare. La foto di Doisneu mica è diventata di colpo una brutta foto dopo che si è scoperto che era posata. Ha solo perso di significato perchè costruita non aveva senso. Semmai la domanda è: se avesse detto che era posata, avrebbe avuto quel successo iconico? Risposta: Boh. Lo stesso MC Curry quando sono venuti fuori i pastrocchi. Mica le sue foto sono diventate brutte di colpo. Hanno perso di significato perchè si è scoperto che invece che raccontare storie, inventava favole. Di qui lo storytellers e via dicendo (che poi lui stesso abbia detto che in realtà lavora diversamente a secondo degli scopi, talvolta è stato reporter, talvolta storyteller, talvolta pubblicitario etc...), ma qui siamo oltre ed amplieremmo troppo. Tutto qui. P.S. per quanto mi riguarda sono tranquillamente due foto di strada, anche dopo la descrizione delle condizioni, che peraltro sono percepite da chi le osserva. |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 11:39
“ Credo che ormai nessuno più pensi seriamente alla invisibilità come unico criterio distintivo. „ Beh Mirko, io non credo che sia esattamente così. Mi pare anzi un tema che ricorre piuttosto frequentemente. Certo, con molte variabili... prendiamo la cosa del flash di cui parli: per alcuni (lo sappiamo) il senso è quello di "spararlo" all'improvviso, a sorpresa. In questo caso non sei quindi invisibile, certo. Ma sei "inaspettato", la consapevolezza arriva a cosa fatta. Diventa cioè una formula stilistica e concettuale ben precisa e definita, e non il tipico uso funzionale del flash. Non includo nel discorso i fotografi del passato perché, correggimi se sbaglio, l'uso della categoria "street" in modo più o meno codificato è piuttosto recente (io non l'ho mai sentito nominare, come genere, in gioventù...). Comunque, se siamo d'accordo sulla ciccia, ne sono certamente felice |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 11:53
“ Ma dai Francesco, ma seriamente si può discutere con una persona che sosterebbe una cosa del genere? Ma che argomenti seri può portare? „ Mirko, non mi stancherò mai di dirlo: se entriamo nella "convenzione", non occorre avere argomenti concreti, ma semplicemente definire criteri condivisi Cioè, se fondo una "scuola" per cui si scatta stando su una gamba sola, se aderisci è chiaro che scattare seduti non vale. E non serve per questo un argomento specifico. E' chiaro che se "fai diverso" nessuno ti arresta ma stiamo parlando, in fondo, di un mondo (quello della fotografia) in cui le scuole di pensiero sono da sempre importanti (vedi la nitidezza per f64 e la sua critica esplicita con Cartier-Bresson). In un altro ambiente, frequentato a lungo, la distinzione tra "street photography" e "straight photography" era per esempio una questione tipicamente discriminante. Poi, detto tutto ciò, se mi dici che tornando al mondo reale tutto ciò si può tranquillamente lasciare alle chiacchiere, sai perfettamente che sono d'accordo |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 11:58
Francesco non lo dico io. Prendi qualche portale che è stato caposaldo di quel movimento e scorri le foto. Guarda le foto finaliste degli ultimi anni dei principali festival street. Vedrei che è un mondo molto, ma molto, eterogeneo. Che poi per inciso, io questa cosa dell'invisibilità, non l'ho trovata scritta in nessuna "convenzione" o manifesto. in-public.com/street-photography/ “ In un altro ambiente, frequentato a lungo, la distinzione tra "street photography" e "straight photography" era per esempio una questione tipicamente discriminante. „ Posso sapere quale? Perchè detta così mi fa un po ridere... E vedrai che non è un mondo puramente convenzionale, scoprendo che le convenzioni sono in continua fase di scrittura attraverso le foto. |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 12:14
Non ho letto volutamente quanto precede (ma mi prefiggo di farlo dopo) Quando mi capita, faccio fotografia in strada. Fotografo persone, luoghi, interazioni. Senza regole. Quando posso scatto. Se vedo fastidio non scatto. A volte scatto di nascosto. In certi casi chiedo il permesso. Qualche volta, poche, mi hanno chiesto di cancellare le immagini, in tal caso lo faccio subito. A volte mi piazzo in un posto che mi piace, inquadro e, man mano che i soggetti entrano nell'inquadratura, scatto. Lo faccio con obiettivi di qualsiasi tipo, ultragrandangolari, grandangolari, normali, medi tele, tele anche spinti. Macchine piccole e senza pretese (Sigma), oppure enormi e ingombranti con obiettivi molto grossi (Pentax 645Z con 300mm). Poichè pratico da tempo immemore, conosco bene le condizioni, e spesso lo faccio per provare gli obiettivi. A volte incontro qualche personaggio conosciuto. Quasi sempre sconosciuti. A volte vedo un set fotografico con modelle professioniste o amatoriali, e cerco di imbucarmi, ovviamente non faccio mai un uso commerciale di queste immagini, al massimo ne metto qualcuna sul forum. Particolare predilezione per gli stranieri, che mi risultano molto interessanti. Nei posti che conosco bene riesco sempre a fare qualche scatto che mi piace. www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1683248 (set fotografico modella pro) www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1800638 www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2345579&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1777732 (ragazzo "esibizionista" prova attrezzature) www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2744183 (set amatoriale con richiesta di fotografare) www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1514959&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2725684 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2630131 (prova attrezzature) www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1626167 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=2815839 www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1514986&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1837330&l=it (inquadratura prefissata, monopiede) www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1514942&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2065169&l=it (di nascosto) www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2070286&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1514962&l=it www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1626190 (prova attrezzature) www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1514404 www.juzaphoto.com/galleria.php?l=it&t=1514377 www.juzaphoto.com/galleria.php?t=2856228&l=it (macchinetta compatta) Questo è quello che intendo per fotografia street, ma anche bei palazzi, chiese, architetture interessanti, mi vanno bene ugualmente |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 12:24
“ faccio fotografia in strada. „ fare fotografia in strada non equivale a fare foto di strada. “ Questo è quello che intendo per fotografia street, ma anche bei palazzi, chiese, architetture interessanti, mi vanno bene ugualmente „ Non ho visto tutte le foto. Quello che ho visto e secondo quello che scrivi, anche legittimamente puoi indicare le tue foto come vuoi, sotto qualsiasi appellativo, sapendo che il significato più comunemente inteso di un termine può non coincidere con quelli che adoperi. Io posso dire di mangiare una mela anche se per la maggior parte delle persone si chiama arancio. E' solo una convenzione come dice Francesco, spesso sono inutili, ma a volte possono servire. |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 12:32
“ Posso sapere quale? Perchè detta così mi fa un po ridere... MrGreen „ Preferisco di no Mirko. Proprio perché non mi va di ridicolizzare qualcosa o qualcuno fuori contesto.... Però Mirko, temo stiamo parlando di due cose diverse, e credo possiamo andare avanti all'infinito, inutilmente Io non sindaco "cosa è" o cosa "dovrebbe essere" una cosa. Credo di averlo detto un milione di volte: non mi interessa una cippa. Meno di zero. Ma se si parla di movimenti, scuole di pensiero ecc, si osservano quelli. Che ci paiano sensati o meno. Senza dover necessariamente dire "mi pare ridicolo", anche se così è. Quando nasce Fluxus e Maciunas dice "tutti sono artisti", per esempio... Non pensi che oggi nascerebbe il topic per dire "è una fesseria", "bisogna specificare", "cosa vorresti dire George?", e giù con le battute? Ma Fluxus è storia lo stesso. E Maciunas non sta lì a dire "verità", cose "oggettive". Vuole portare un'idea, che è di parte. Che crea fazione. Per cui le categorie di giusto o sbagliato sono irrilevanti. Questo io dico Per me tutto ciò, quel che tende a succedere qui spesso (l'impostazione, il metodo) è purtroppo il vizio capitale e insormontabile dei forum. Per concludere (perché come dicevo non credo si possa arrivare a nulla di significativo qui), ti posto qui sotto, per esempio, il "Manifesto della Street Photography" di Eric Kim. Non perché abbia valore (spero nessuno scriva che "non è d'accordo" ) particolare. Ma solo per dire che, nell'ottica di un "manifesto", troviamo una quantità di cose che il fotografo "dovrebbe fare" che non sono regola, non sono oggettive, non sono necessarie. Ma solo stanno alla base di quel manifesto... E che chiunque ha il diritto di trovare errate e "fare come si sente", o fare magari come è scritto invece su Wikipedia che è più neutra Che tanto, poi, quel che conta è quanta adesione il manifesto c'ha. erickimphotography.com/blog/2017/11/07/the-street-photography-manifest |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 12:43
Mi piace molto Kim, in tutte le sue sfaccettuture, e condivido quelle dice in quel "SUO" manifesto. Però non dice che le foto di strada possono essere posate. Prova a chiedergli: Ehi Kim, ottimo il tuo manifesto, ma se faccio posare le persone perchè vivo felice le posso chiamare street? Ho pochi dubbi sulla risposta. Francesco questa storia delle convenzioni inizia ad essere fuorviante. Sei tu che dici sempre di questa esistenza, poi in realtà non ne trovo codificata nemmeno una. Anzi una si. Unposed. Avevo già fatto il riferimento al genitore reportage-figlio street per quanto mi riguarda per evidenziare che non è solo una convenzione; Nick Turpin, dopo aver evidenziato tutti i confini grigi, lo spiega in questo modo (che condivido): "Perché l'integrità e la veridicità di una fotografia di strada è importante? Le fotografie di strada sono difficili da realizzare perché provengono da un ambiente incontrollato, il loro potere sta nella collisione tra il super reale che sembrano mostrare e il reale terreno in cui sono stati effettivamente creati. È un evento cognitivo in cui lo spettatore ricava piacere dalla comprensione che un'incredibile fotografia mette in evidenza un evento reale, la particolarità estratta dall'indisponibile. Quel potere e piacere svaniscono quando viene rivelata una scena fotografica o una manipolazione di una fotografia di strada. Questo è il motivo per cui è auspicabile una definizione che garantisca candida la fotografia di strada." edit: “ Io non sindaco "cosa è" o cosa "dovrebbe essere" una cosa. „ Francesco nemmeno io. Sindaco solo cosa non è e cosa non sia. Non posata. Le altre "convenzioni" le menzioni te e quel criticato mondo di adepti e settari, stando alle foto che vedo ove ti ho indicato, è molto più aperto di quanto leggo in giro. |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 14:16
Caro Mirko, credo sia davvero molto difficile dialogare via forum oltre una certa superficie, per cui mi scuso se, come mi pare di capire dalla tua risposta, quello che intendevo dire è stato espresso in modo non chiaramente comprensibile. Solo una nota: quando parlo di "convenzione" è solo per separarla da quel che è condiviso a livello "universale", grossomodo da tutti gli umani o perlomeno ampi gruppi di essi, e parallelamente da ciò che a vario titolo è legge o ha connotazione giuridica. Cioè, il novanta per cento delle cose che facciamo qui sono fondamentalmente legate a una qualche convenzione (senza bisogno di scriverla), e questo non richiede settarismi o altro: è banale abitudine del nostro vivere. Ti chiedo quindi di leggere il termine in questo senso, nulla di più |
| inviato il 13 Giugno 2019 ore 18:51
Caspita che bel topic che è venuto fuori ! Grazie “ La foto di Doisneu mica è diventata di colpo una brutta foto dopo che si è scoperto che era posata. Ha solo perso di significato perchè costruita non aveva senso. Semmai la domanda è: se avesse detto che era posata, avrebbe avuto quel successo iconico? Risposta: Boh. Lo stesso MC Curry quando sono venuti fuori i pastrocchi. Mica le sue foto sono diventate brutte di colpo. Hanno perso di significato perchè si è scoperto che invece che raccontare storie, inventava favole. Di qui lo storytellers e via dicendo (che poi lui stesso abbia detto che in realtà lavora diversamente a secondo degli scopi, talvolta è stato reporter, talvolta storyteller, talvolta pubblicitario etc...), ma qui siamo oltre ed amplieremmo troppo. Tutto qui. P.S. per quanto mi riguarda sono tranquillamente due foto di strada, anche dopo la descrizione delle condizioni, che peraltro sono percepite da chi le osserva. „ Io non so nemmeno se è corretto io esprima parere visto la vostra preparazione fotografica ben superiore alla mia . Però sono di questa stessa opinione anche io; ovvero che se di definisce una fotografia come reportage o giornalismo, allora le manipolazioni non devono esistere (anche perchè Leica che è stata inventata a fare ?) . Quanto alle fotografie di strada concordo con chi dice che manipolata o meno che sia , cambia poco . Io però ad esempio non riesco ad apprezzare le fotografie di "rivista style" dove magari c'è una persona agghindata ed elegante o provocante che però si trova in luoghi abbandonati , in luoghi naturali ecc ecc . Non ho ancora la cultura necessaria per apprezzare quegli scatti che ora interpreto come :"tizio paga il/la modello/a per fare questo e fotografa quello per cui ha pagato" . Una sorta di fotografare marionette . Le fotografie di strada che sono pilotate secondo me non hanno gran che di differente rispetto a quegli scatti rubati che cerco io . Da quel che ho letto su libri , riviste o video youtube concordo con l'idea che la fotografia è arte . Essendo arte , la fotografia è comunque una interpretazione , una visione personale della realtà . E' un pò come discutere sulla post produzione : che sia invasivao meno , ma la post produzione è semplicemente un proseguo di una serie di scelte fatte dal fotografo (la stessa scena fotografata con un 14mm restituisce impatto , emotività e comunicazione differente rispetto ad un macro 100 o un tele 600 F4 piuttosto che un 50 1.2) . Un'inquadratura orizzontale ha valenza differente rispetto alla verticale , un punto di ripresa rispetto ad un altro , l'orario in cui si sceglie di scattare ecc ecc ecc (sappiate ad esempio che la mia smodata passione per la fotografia è nata proprio dal ritorno da un viaggio in cui avevo visto bei panorami e vissuto esperienze intense ma poi nessuna delle fotografie scattate con la compatta poteva ridarmi quelle sensazioni ... l'anno successivo ho rifatto lo stesso errore perchè anche con la mia millina EOS1000D appena presa , non sapevo un'accidente di luci , imbre , momenti della giornata ecc ecc ... dal mio Nick capite dove ero e capirete che tornerò con la mia 5D appena possibile . Ad ogni modo io non sono talebano ma forse io sono troppo elastico perchè cancellare un palo segnaletico da una foto di Steve Mc Curry , non lo vedo affatto un problema . Anzi , dal mio punto di vista ha fatto bene . Un video su youtube (di un certo Vacchiano) mostrava uno scatto ad una bancarella di un mercato a Torino . La foto era poco incisiva , aveva un cielo orribile e bianco , aveva elementi distrattivi e primo piano insulso ma invasivo .E' bastato un crop allungato per trasformare uno scatto da cestinare in una bella foto esplicativa . Quindi , forse mi sono dilungato , io penso che sia interagiamo con i soggetti , sia che tentiamo di rimanere nell'anonimato , poco cambia alla fotografia perchè comunque vadano le cose ,quello scatto è stato plasmato da noi ,dalle scelte e dalla post produzione (che io ritengo essere il 50% del valore di ogni fotografia) . |
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