| inviato il 13 Settembre 2018 ore 11:59
scusate ma pensavo che si parlasse di fotografia, non di arte! (men che meno di massimi sistemi, forme di stato e di governo)   “ .. ma ti devi comunque confrontare con un pubblico „ @Matteo non lo darei per scontato.. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 12:04
“ scusate ma pensavo che si parlasse di fotografia, non di arte! „ Forse sono un po' uscito dal seminato... ma ho intravisto nel titolo del 3D qualcosa che mi ha spinto in questa direzione. Nella fotografia è cambiato questo: ora che il mezzo ce lo permette, il numero di click ci dà (erroneamente) la misura del nostro livello. Se i click sono molti ci crediamo artisti. Questo è cambiato. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 12:05
E' cambiata l'intenzione, la motivazione che ci spinge a scattare. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 12:08
“ scusate ma pensavo che si parlasse di fotografia, non di arte! „ La pittura è fatta dai pittori. Solo pochissimi di questi diventano artisti. La scultura è fatta da scultori. Solo pochissimi di questi diventano artisti. La fotografia è fatta dai fotografi. Solo pochissimi di questi diventano artisti. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 12:09
“ E' cambiata l'intenzione, la motivazione che ci spinge a scattare. „ boh? Intanto ciascuno si ponga la domanda di quale sia la propria motivazione. L'intento del topic dovrebbe essere di sostenere che la rete ha influenzato le nostre motivazioni, non come diventare famosi o esporre il proprio risultato (almeno mi pare..) |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 12:16
La nuova direzione che ha preso la fotografia è molto influenzata dalla rete, in vari modi: - facilità nel mostrare il proprio lavoro - facilità nell'apprendimento delle tecniche (tutorial, forum, ecc.) è anche influenzata dal digitale, che - ha messo alla portata di tutti un livello tecnico impensabile solo pochi anni fa - ha azzerato il costo della singola foto Queste due innovazioni (digitale + internet) portano ad un cambiamento di mentalità delle persone comuni e anche dei fotoamatori. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 12:24
Non è un topic su arte ma come internet ha cambiato il modo di scattare vi chiedo di tornare in tema e di fare sempre esempi concreti alle vostre tesi, potete affermare quello che volete, ho aperto un topic per avere un confronto, ma vorrei si parlasse di foto in concreto non di idee astratte, quindi portate esempi di fotografi contemporanei che avvalora o quelli che dite, il discorso sarà più utile e permetterà di parlare davvero di fotografia e scoprire autori Non è importante come diventare influencer o se è arte o meno qualcosa che è in galleria, ma come la rete ha influito sui fotografi |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 12:24
@skylab “ Queste due innovazioni (digitale + internet) portano ad un cambiamento di mentalità delle persone comuni e anche dei fotoamatori. „ Lasciamo perdere chi si pubblica continuamente i selfie o amenità del genere. In che cosa, digitale + internet, portano secondo te a un cambiamento di mentalità dei fotoamatori? Poi questa denominazione "fotoamatori" non mi è mai piaciuta, esistono i pittoriamatori? Esistono gli scrittoriamatori? Ma questo è tutto un altro discorso |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 13:28
@Matteo, va bene: torniamo on topic. Domanda iniziale: “ La domanda è: Eco ha qundi ragione? „ Io non mi sento della caratura di Eco per poterlo smentire e anzi, nel mio campo, non posso che dargli ragione. “ Internet dando la "parola" a tutti a creato sono una marea di fotografie banali dove la qualità è affogata dal rumore di fondo? „ Non saprei bene: non credo che Eco si riferisse alla fotografia e all'arte più in generale, ma che fosse un po' più pragmatico. Sicuramente, vorrei sottolineare una cosa che, mi è parso di capire, non è molto chiara: Instagram è un social network; se intendete come rumore di fondo i selfie e le foto dei piatti o dei gattini pubblicati su Instagram, beh, state sbagliando strada: non è lo stesso campo da gioco, come direbbe qualcuno, è un'altra cosa. Che poi venga utilizzato da fotografi professionisti, aziende e altro ancora è una stortura che lo stesso Instagram sta cercando di raddrizzare. Credo che probabilmente la maggior parte di noi su Juza sia il mare di fotografie banali: io sicuramente, magari voi no, quindi buon per voi. “ come vivete questa evoluzione dell'immagine e questo confronto con una marea di altri scatti? „ Come la possibilità di avere sempre tanti spunti. “ come e cosa decidete di pubblicare? „ Quel qualcosa che, già di mio, non ritengo banale, ma che, almeno a me, mi comunichi qualcosa; è banale per tutti gli altri? Magari gli altri potrebbero mettere un commento e farmi capire perchè, così anche io posso crescere culturalmente. Infatti quello che manca, per ricollegarci a Eco, è la cultura, che si può avere solo con una solida educazione: purtroppo, la solida educazione, già da tempo spesso non è presente; lo dico nonostante la mia giovane, rispetto a molti altri, età. In generale, poi, sono d'accordo con Skylab e Gaga a cui controbatto, però, che non è così semplice ottenere una buona visibilità su instagram, soprattutto con le regole attuali. P.s.: “ Internet veniva paragonato all'invenzione della stampa di Gutenberg, la diffusione della stampa diede la possibilità a molte più persone di accedere a informazioni, a poter leggere, la chiesa non controllava più l'informazione, inizia il rinascimento e una diffusione della cultura diversa. „ La storiografia in questo modo mi sembra un po' facilona. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 14:31
Scusa Matteo, sono partito per la tangente dal solo titolo... ora cerco di esprimere la mia opinione su quello che scrivi subito sotto: “ Internet? Ha dato diritto di parola agli ×: prima parlavano solo al bar e subito venivano messi a tacere „ Immagino che Umberto Eco si riferisse all'espressione verbale, cioè alle opinioni che chiunque può esprimere liberamente in rete. “ Cosa ne pensate? „ Non so se riportare questo concetto alle fotografie sia esattamente la stessa cosa. Con la parola si possono causare gravi danni, dire sciocchezze terribili, falsità o offendere le persone. Con le immagini è già più complicato, anche se non impossibile. Come detto già da altri, si può però riempire la rete di immagini banali e inutili. Non è però indispensabile andarle a vedere... “ come vivete questa evoluzione dell'immagine e questo confronto con una marea di altri scatti? „ Malgrado tutto, trovo che ci siano elementi positivi in tutto questo marasma: bisogna però fare delle scelte: selezionare e guardare solo ciò che veramente interessa. Come in TV: se non interessano le baggianate dei vari opinionisti, basta non andare a vederle, anzi, nemmeno accendere la TV... meglio ancora: non averla nemmeno. Se si sceglie cosa andare a vedere, si ha l'opportunità di osservare il lavoro di altri come noi, e se è il caso, anche di scambiare qualche opinione. Questo è veramente grandioso! Sta tutto a noi, nessuno ci tiene legati davanti ad un monitor. “ come e cosa decidete di pubblicare? „ Personalmente pubblico ciò che mi piace, o che per un motivo o per un altro penso possa interessare a qualcuno. Nulla di stratosferico ovviamente, sennò pubblicherei sul National Geographic. La libertà di esprimersi, verbalmente o fotograficamente è a priori sempre una buona cosa . Gli x che sparano cazzate ci sono sempre stati, e non solo nei bar, ma ovunque, anche nei parlamenti e nei governi. “ Ci troviamo di fronte a un nuovo inizio per la fotografia? „ Non mi sembra un nuovo inizio. La fotografia è sempre la stessa, semplicemente evolve, grazie ai nuovi mezzi tecnici. Siamo forse noi che siamo un po' cambiati... |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 15:23
“ Non è un topic su arte ma come internet ha cambiato il modo di scattare vi chiedo di tornare in tema e di fare sempre esempi concreti alle vostre tesi, „ Ha cambiato per il metodo fruizione/produzione e come diceva AleZ. La fotografia democratica stile Eggleston sembrava aver portato il confine al limite dei soggetti pubblicabili. Adesso il soggetto si è ampliato a noi stessi. E non parlo solo di selfie. Foto che avevano senso solo per amici e famiglia adesso sono visionati da "tutto il mondo". Non saprei dire se la cosa siano nata più o meno volontariamente. Nel senso che non credo che i primi che iniziarono a postare foto su social si preoccupassero di che messaggio potesse trasparire a terzi. Ora forse c'è più "consapevolezza" sia degli aspetti legali che di quelli "sociali". Modelle in erba hanno capito che è apparentemente più semplice ed efficace farsi qualche scatto col cell in atteggiamenti "sexy quotidiani" che assoldare qualche fotografo o presunto tale. Ma è semplicistico accomunare tutte le foto "sociali" a spazzatura fotografica. Quando il risultato è c'entrato vuol dire che la parte fotografica è "funzionale". Esattamente come lo still life di una pentola può non essere arte ma viene riconosciuta "fotografia" al 100%. E lo si nota confrontando le foto di qualche personaggio famoso. E comunque credo che quando si abbia consapevolezza che la propria foto pur essendo "personale/sociale" viene data in pasto alla rete con la consapevolezza che altri la visualizzino.... questa consapevolezza porta comunque a pensare fotograficamente... L'errore che si fa spesso è pensare che il "fotograficamente corretto" sia univocamente quello che deve "convincere" e raggiungere il fruitore delle mostre e il pubblico più attento e intelligente (???). Sveglia: la stessa persona che ha visto una mostra di Gursky magari segue su instagram la Ratajkowski o qualche Suicide Girl. Ma sono fruizioni diverse: non è detto che senta la necessità di vedersi le fotografie iperdettagliate di Gursky sull cellulare o le foto "fintamente casual" delle modella ad una mostra con audioguida... Inoltre si cade spesso in un tranello... un Rovazzi è mediocre se lo considera come cantante o come "artista" con la A maiuscola. Ma da un punto di vista puramente "sociale" lui è un "eletto" che ce l'ha fatta. Pensare di riuscire a imitarlo agevolmente perché non "non ha talento" è oggettivamente sbagliato (è quasi equivalente a dire questa foto di Eggleston la sapevo fare anch'io ). Questa speranza totalmente immotivata serve solo ad incrementare la produzione di contenuti digitali spazzatura ulteriormente foraggiati/incoraggiati dalla dose di like "fisiologici". Ma ripeto foto fatte apposta per il web (sociali o meno) e che hanno senso fotograficamente ce ne sono. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 18:57
Paul kurucz, jean-Cristophe Linde, Jerome Bertrand, Fred Ucciani, Mylene Fremont sono solo alcuni nomi presenti sul web che probabilmente non avrei mai conosciuto o semplicemente non avrebbero avuto la possibilità di mettersi in gioco.A mio parere anni fa produrre un certo d'immagini non era per tutti e sicuramente anche molto costoso per chi alle prime armi. Chi comprava riviste come Zoom non era una novità trovare immagini di un questo tipo lontane dalla classica fotografia tradizionale. Attualmente con la nuova generazione di fotocamere e programmi come Photoshop se si ha una buona conoscenza tecnica realizzare un certo tipo di fotografia più ricercata è accessibile anche a chi non è un pro. e far girare i propri lavori sui social per avere visibilità. Non è cambiata la fotografia si è adeguata ai tempi e non appartiene più ad una nicchia di persone ma è di tutti. |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 21:28
Sto col Virus... |
| inviato il 13 Settembre 2018 ore 21:34
Come ha affermato Alfredo Sabbatini (reporter, ritrattista, professionista Nikon) nel corso della presentazione dell'Uni International Photo Contest il 16 giugno 2016 all'Università degli Studi di Salerno, “tecnicamente il mezzo è buono e la qualità per lo più standard“. In un mondo invaso da scatti via smartphone e dalla volontà di raggiungere unicità e accettazione sociale anche attraverso gli scatti fotografici, in una comunicazione real-time di sé, dei propri spostamenti, delle proprie azioni, anche nel normale quotidiano, una delle conseguenze negative – sottolineate da Sabbatini – è quella dell'atrofizzazione delle menti. “La fotografia prima del digitale era un fortissimo atto di pensiero“, ha affermato il fotografo, sottolineando come prima si innescassero diversi meccanismi nel cervello per comprendere tecnicamente come realizzare al meglio la fotografia e come lo si faccia molto meno con lo smartphone, perché si è spinti più che altro da “una bulimia, una mania“, che è poi anche un modo di partecipare, condividere e sentirsi in qualche modo meno soli. Uno dei fattori che hanno contribuito allo scatenarsi di questa sorta di 'dipendenza' dallo smartphone e della necessità di immortale ogni attimo risiede, infatti, nel bisogno umano di affiliazione e di condivisione che da sempre guida la vita sociale dell'uomo. E così, riprendendo le parole di una delle canzoni più popolari e 'mainstream' di questa estate 2016, “ogni ricordo è più importante condividerlo che viverlo“. La necessità di condividere foto – in tutte le sue forme, passando ovviamente anche per i selfie – dovuta all'incredibile possibilità offerta dalle piattaforme virtuali che consentono di compiere quest'attività in maniera immediata, accende un forte dibattito non solo sull'involuzione del termine 'fotografia', come spiegato prima, ma anche su quanto sia positivo l'atto della pubblicazione, per lo più continuo, di fotografie sulle bacheche dei vari social network. C'è chi lo ritiene un dato non preoccupante ed innocuo e chi lo ritiene estremamente dannoso anche per gli effetti che quest'azione continua può avere sulla persona. In supporto a queste ultime affermazioni, infatti, vi è uno studio che dimostra che la smania di fotografare ogni esperienza vissuta ha un impatto negativo sul cervello e sulla memoria, e, più precisamente, va a inficiare il processo di formazione dei propri ricordi legati ad uno specifico momento. Si presterebbe, infatti, maggiore attenzione all'atto di fotografare e di condividere che a quello che si sta osservando e vivendo. Il risultato? Una profonda incapacità di ricordare non solo l'oggetto degli innumerevoli scatti, ma anche tutto ciò ad esso connesso, come le emozioni provate, la compagnia, cosa dunque che va ad influire non solo sulla qualità del ricordo, ma soprattutto sulla modalità di memorizzare ciò che 'attrae'. Da: www.insidemarketing.it/conseguenze-evoluzione-tecnologica-sulla-fotogr |
| inviato il 14 Settembre 2018 ore 8:50
Vincenzo... quoto. Ma secondo me è anche vero che molti fotografi, anche bravi, quando pensano a un lavoro finalizzato su web/social non fanno foto "ricercate" con reflex/mirrorless ammiraglie e Photoshop. Ho visto le foto di Fred Ucciani... belle mi piacciono molto... e conferma il fatto che grazie a internet si riescono a scovare nomi interessanti e i fotografi hanno più visibilità. Ma sono foto che ad occhio - magari mi sbaglio, eh! - mi sembrano più pensate per mostre/pubblicazioni cartacee... Cioè come dicevamo prima va fatto un distinguo fa chi utilizza il web solo per pubblicizzare le foto e chi pensa scatta avendo già in testa che sono foto fatte apposta per il web. Perché solo nel secondo caso il web cambia in modo "diretto" il modo di fotografare dell'autore. Questo a prescindere dalle capacità del fotografo... Curiosità personale, visto che un po' di nomi "alternativi" li conosci... secondo te qualcuno bravo/bravino che ricade nel secondo caso c'è? |
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