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La tecnologia è aggressiva?


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avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2017 ore 20:11

Daniele, vuoi davvero una risposta semplice ?...

Perche' mentre le famigliole felici campavano passando dalla vespa alla seicento, governi sempre piu' scellerati indebitavano quelle stesse famiglie, rubando poi la cassa. Vendendoci ai cinesi, agli americani, ai tedeschi e a chiunque avesse un po' di grana da spendere.

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2017 ore 21:17

Cesaregiancarlo, sono conscio che non si può tornare indietro, e quando dico di fare un passo indietro intendo dire che (chi se la sente e condivide) può nel suo piccolo fare qualcosa. Poi certo, lo so che siamo in pochissimi a resistere a certe tecnologie (io lo smartphone lo ho da due anni, fotocamere digitali non ne ho, di PC uso quello aziendale, la macchina ce l'ho da 20 anni, ok, è un modello particolare che fa sempre la sua bella figura) ma tutto quanto ho detto e in parte anche tu confer,i non fa altro che dimostrare che SI,, la tecnologia è aggressiva (ed è solk la prima linea, nelle retrpvie ci sono il marketing e i governi che spingono per la cosiddetta "crescita"; ma crescita de che....?! Se siamo sempre più poveri).

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2017 ore 22:01

Eeee... beh, noi siamo sempre più poveri, ma vuoi mettere la crescita del debito pubblico?

avatarsenior
inviato il 29 Dicembre 2017 ore 23:28

La crescita come condizione per un'economia funzionante è un concetto fondamentalmente sbagliato, senza senso.

avatarjunior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 8:45

E' evidente che in questo thread ciascuno porta le proprie scelte ,in alcuni casi queste scelte sono obbligate nel senso che dipende molto dalla nostra attività professionale che in alcuni casi ci obbliga a indirizzare le nostre decisioni.
Io ho fatto l'esempio del mio obbligo a passare dal software Works (economico, semplice) a Office (molto più caro e complesso).
Mia cognata che lavora per il secondo gruppo bancario italiano ha due giorni la settimana in cui può stare a casa ma...deve avere il PC portatile e lo smartphone per mantenere i contatti professionali con la sede.

Quello che voglio dire è che è possibile non cedere al consumismo solo se la nostra vita (nel senso di attività professionale) ce lo permette . E' evidente che una famiglia se vive in un piccolo paese , se ha un piccolo terreno da coltivare, se ha alcuni animali da accudire etc.. se questa è la situazione potrà più facilmente vivere secondo gli schemi tracciati da Diebu o da Daniele Ferrari . Io nel mio piccolo cerco di resistere al consumismo sfrenato ma il mio lavoro mi ha "obbligato" a scelte non sempre condivise ma necessarie.

Il riflesso di queste scelte obbligate lo subisco anche nelle mie scelte personali quindi pur tenendo un auto 10 anni e non cambiando prodotti che possono essere riparati solo per il piacere di avere l'ultimo modello mi rendo conto che la mia soglia di resistenza è fragile.



avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 9:16

Quella degli obblighi imposti dal proprio gruppo sociale di riferimernto (di cui la condizione lavorativa fa parte) è una verità spesso nascosta, ma ineludibile; altrimenti sarebbe inspiegabile la posizione degli Indios Yanomani dell'Amazzonia che, pur avendo ormai contatti ininterrotti (e violenti) con l'occidente, continuano a rifiutarne le logiche. Uno Yanomani isolato non potrebbe perdurare in questo rifiuto perché l'isolamento gli avrebbe fatto perdere il proprio "ruolo" sociale, ma se inserito nella sua comunità di riferimento, con una cultura ancora viva e condivisa, quel rifiuto sarà la misura del suo desiderio di difendere il proprio ruolo (identità) sociale.
Ho un po' estremizzato, ma neppure tanto, visto che la drammatica situazione degli Yanomani è un po' lo specchio dei rapporti tra l'occidente tecnologizzato e i gruppi sociali che vivono secondo altre logiche.
Non ho scritto "gruppi sociali arretrati", o qualcosa di simile, perché non sono così convinto che la superiorità tecnologica sia tale anche in altri campi: se andiamo a vedere quanti Yanomani hanno bisogno delle sedute dallo psicanalista direi che dal punto di vista della "felicità" e della "gratificazione personale" la situazione si ribalta.
L'occidente si è abituato a ragionare in termini di ricchezza, ma il Terzo Mondo non è quello più povero in termini monetari, ma quello che ha perso la propria cultura, controllo del territorio ed economia tradizionali rimanendo in balìa di un sistema di cui non comprende e non condivide le logiche.
Per contro, chi è ormai storicamente inserito nel sistema tecnologico ed economico occidentale non ne può più uscire a meno di perdere quel ruolo sociale che, per quanto frustrante e alienante possa essere, è ormai quello a cui deve riferirsi per mantenere un'identità.

P.S. e in questa situazione di costrizione sociale, il marketing ci sguazza

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 9:56

bisogna distinguere tra bisogni primari e surplus.

Le vecchiette/i che vedo, vivono perche' sono in una bolla.
Alla fine, agli occhi di un cittadino, appaiono essere poco piu che barboni organizzati per la vita in campagna. Bucolica certo, ma con gli stessi compromessi di una vita ai limiti in citta'. sfruttando i residui lasciati dai grandi consumatori.

E' vero son autosufficienti (quasi) ma vivono di poco. Quel poco che offre la campagna abbandonata.
Se tutti volessero vivere cosi... probabilmente ci si troverebbe in dieci a combattere per spartire un asparago selvatico. La campagna verrebbe pelata in meno di due cicli.
Esattamente come se tutti volessero fare come il barbone che raccoglie la frutta abbandonata a fine mercato.
dopo qualche settimana non ci sarebbe piu il mercato e tutti litigherebbero per un torsolo di mela.

Il famoso marketing e' la leva su cui sviluppi l'innovazione, che poi e' quella che cambia i modelli sociali.
Non lo vedo come negativo a priori.
Pochissimi medici farebbero il loro sporco lavoro solo per missione e spirito di abnegazione.
Una bella auto, il parcheggio riservato di fronte all'ospedale , la villa in campagna aiutano parecchio..


Edit: probabilmente se giudicassimo gli Yanomani con il metro dei moderni assistenti sociali avrebbero "tutti" bisogno dello psicologo. MrGreen

MrGreen

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 10:38

Alla fine, agli occhi di un cittadino, appaiono essere poco piu che barboni organizzati per la vita in campagna. Bucolica certo, ma con gli stessi compromessi di una vita ai limiti in citta'

Una differenza però c'è e non è da poco: quei vecchietti in campagna "sanno" di appartenere al contesto in cui vivono, mentre i barboni che vivono una vita ai limiti in città "sanno" di essere emarginati rispetto a questo contesto.
Giudicare gli Yanomani con il metro dei moderni assistenti sociali sarebbe un errore perché giudicheremmo un gruppo sociale rispetto ad un contesto diverso da quello in cui vivono.
Da questo punto di vista (il contesto di riferimento) i vecchietti in campagna o gli Yanomani sono "gruppi sociali", mentre i barboni in città costituiscono solamente una "classe sociale" all'interno di un gruppo più ampio e articolato

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 10:53

Il paradosso creato dal sistema occidentale è legato alla crescita del famigerato "individualismo": mentre ci stiamo convincendo che l'individualismo sia la negazione dei rapporti sociali, e perciò la disgregazione dei gruppi sociali, in realtà l'individualismo è solamente l'estremizzazione del "classismo sociale" e, per autoaffermarsi, ha bisogno più che mai dei rapporti sociali.
Come posso affermare di essere "il più ricco", "il più bravo", il più ... se non ho "gli altri" come riferimento?
Ricordo un articolo letto alcuni anni fa che parlava di un sondaggio fatto negli Stati Uniti; si chiedeva agli intervistati se avrebbero preferito guadagnare 100.000 Dollari l'anno, ma a patto che anche il vicino di casa guadagnasse 100.000 Dollari, o se ne avrebbero pereferito solo 50.000 purché il vicino di casa ne guadagnasse meno: la quasi totalità degli intervistati optò per i 50.000 Dollari; è la dimostrazione che anche l'individualismo necessita di un contesto socioculturale in cui muoversi.
Solo che i "valori" in base a cui vivono gli Yanomani (e probabilmete anche i tuoi vecchi di campagna) non danno peso all'individualismo e non prevedono un contesto socioculturale stratificato per "classe" o per "censo": su valori di questo tipo credo che il marketing avrebbe ben meno presa

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 11:09

Il grande "errore" dell'economia moderna è che si produce tanto per produrre, e si vende tanto per vendere, con l'unico scopo di creare guadagni e per così dire far girare l'economia. Quello che poi succede ai prodotti non interessa a nessuno. Molti di questi non vengono fabbricati per una reale necessità, ma solo per far girare gli affari. Prova ne è il fatto che per riuscire a venderli bisogna a tutti i costi creare dei bisogni dove non ci sono, e fare in modo che vangano buttati il più presto possibile (in modo da poterne vendere di nuovi).
Tutto ciò genera enormi sprechi di risorse e grande inquinamento. Carichi ambientali del tutto inutili.

Voglio essere chiaro: io non sono contro lo sviluppo tecnologico. Quando acquisto qualcosa cerco un prodotto moderno che funzioni bene. Poi lo uso finché va, e se posso lo riparo in caso di bisogno. Cerco di sfruttarlo al massimo delle sue possibilità, per rispetto verso chi lo ha costruito e verso l'ambiente. E non da ultimo, per non buttare i soldi dalla finestra. Vale per qualunque cosa: scarpe, vestiti, frigorifero, automobile, zaino... fotocamera.
Se devo scegliere, preferisco non avere sempre l'ultimo modello di qualunque cosa, un frigorifero che dura più di 5 anni, una vecchia auto/moto, ma lavorare meno ore, guadagnare meno, avere più tempo a disposizione e un ambiente naturale più rispettato.

L'aggressività non sta quindi nella tecnologia in sè, ma nel fatto di usare la tecnologia (il progresso tecnologico) come pretesto per farci sembrare vecchio un prodotto che funziona ancora bene, o peggio ancora per far sì che un apparecchio smetta di funzionare (bene) dopo un tempo prestabilito (cari saluti al compianto Steve e a Tim).

Scusate la logorrea... Sorry
Roberto


avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 11:56

c'e' un piccolo errore Daniele, quei vecchietti sanno che se escono dal contesto in cui sono confinati sono persi.
Sanno di essere costretti e confinati. prova ne e' che quando vendono un terreno e si ritrovano un po' di disponibilita' economica la investono subito in miglioramenti sostanziali. Caldaia a gas o auto nuova, alcuni il trattore fiammante.


Il consumismo puo essere visto come un sistema di arricchimento del singolo, ma in realta' e' semplicemente un modo per superare la massa critica per ottenere la possibilita' di realizzare alcune infrastrutture.
Un'autostrada non la costruisci se non hai le auto... ma le auto non le fai se non costruisci l'autostrada...

Un'autostrada ti crea la domanda di auto veloci e confortevoli. Un tratturo di campagna ti crea la domanda di auto simili a trattori.

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 12:02

Ora che abbiamo auto grandi come furgoni, con ruote da trattori che vanno a 250 Km orari siamo tutti felici e contenti.

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 12:03

Quando poi andranno in giro senza il guidatore sarà il massimo della vita...

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 12:04

...potremo starcene alla finestra e dire: guarda là come va veloce la mia auto!

avatarsenior
inviato il 30 Dicembre 2017 ore 12:48

Skylab MrGreen
hai ragione ma, se parli con i miei figli, sognano l'auto che si guida da sola.
Non vogliono l'auto personale. preferiscono soluzioni come uber blablacar o auto condivisa.
Quando il grande ha avuto 14 anni.. gli ho comprato il motorino (bello) quel motorino e' passato attraverso l'adolescenza di tre figli. in 12 anni ha fatto 4000 km, e li ho fatti tutti io andando al bar del paese e ritorno.
Perche' tra motorino e bici preferiscono la bici.
Il figlio grande aveva trovato un lavoro a 50 km da casa. 100 km ogni giorno. Non ha comprato auto o moto.
Bici elettrica.... di quelle di gamma altissima. costa come un'utilitaria.

la nuova generazione e' diversa dalla nostra. i suv li comprano le madame ed i commendatori

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