| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 9:41
Così il bilanciamento del bianco, proprio nelle fasi iniziali del contestato processo di post-produzione, ci rivela la sua duplice essenza di paladino della correttezza nella riproduzione del colore (si pensi ad esempio alla realizzazione di un catalogo di tessuti), ma anche di eccitatore di emozioni (come ad esempio nelle brochure pubblicitarie), incarnando di fatto il dualismo che soggiace alla fotografia in quanto arte dell'uomo, allo stesso tempo oggettiva e soggettiva. (segue) |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 9:52
Fotogion, ci risiamo ma guardi che lei si deve far vedere da uno specialista, sia buono non mi può passare di palo in frasca così, dice che vuole solo sparare cazzate e poi mi esprime concetti così profondi che non se ne vede il fondo. E' anche disonesto, oltre che maleducato, mi scusi! |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 9:58
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| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 11:42
Nel concetto di bilanciamento del bianco inteso in senso non tecnico ma psicologico, rientra anche la caratterizzazione più o meno evidente che distingue i vari obiettivi fotografici, caratterizzazione che i costruttori tendono a rendere uniforme in tutti i loro prodotti come fattore distintivo del brand . Una curiosità che comunque genera anche un po' di confusione è che ciò che per la scienza è un colore 'caldo' , per la psicologia umana risulta invece essere 'freddo' . Al blu corrisponde infatti una temperatura (di fusione del metallo, ad esempio) più elevata del rosso, pur essendo quest'ultimo riconosciuto invece come 'più caldo' . (segue) |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 11:43
E intanto stiamo percorrendo pagina 12 |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 14:02
Credo di sì, in fotografia succede molto spesso. Non solo, la bellezza trasferendosi può trasformarsi ad esempio in felicità e continuare poi il suo percorso per ritornare alla fine bellezza, anche se ormai è caratteristica di cose diverse da quella da cui è originata. |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 14:06
Credo di capire cosa vuol dire, lei sta per caso parlando della bellezza di una macchina fotografica che si trasmette al fotografo e poi di nuovo alle foto che fa? |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 14:07
Lei è un genio, mi perdoni ma l'avevo decisamente sottovalutata. |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 14:07
No no il genio semmai è lei, mi creda! |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 15:17
Il bilanciamento del bianco è uno strumento che può essere usato in modo molto tecnico. In questo caso però deve essere abbinato ad accorgimenti in fase di ripresa, primo fra tutti quello di fare uno scatto di prova includendo nell'inquadratura il famoso cartoncino grigio medio, ma anche cercare di evitare che il soggetto sia illuminato da sorgenti luminose con diversa temperatura di colore (ce ne sono molte, ma attenzione al flash). Il problema è che in questo modo (utilizzo tecnico del bilanciamento del bianco) probabilmente la foto non viene coinvolgente emotivamente. Tanto vale allora, sempre che non dobbiamo fare un catalogo di tessuti, usare il bilanciamento del bianco in modalità creativa, ma senza esagerare. Allo scopo ci sono dei preset su cui si possono effettuare piccoli (o meno piccoli a seconda dei gusti) aggiustamenti. (segue) |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 18:02
Vorrei concludere questa chiacchierata sulla conversione raw con un altro strumento importante: le curve di tono. Tralasciamo il fatto che è possibile agire in modo più mirato sul singolo colore (curve RGB), diciamo semplificando che vogliamo intervenire su tutti i colori contemporaneamente con un'unica curva, di fatto modificando il contrasto dell'immagine senza provocare (o quasi, perchè qualche casino c'è) slittamenti di colore. (segue) |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 18:06
Quando si parla di post-produzione è inevitabile che si finisca col parlare di contrasto, è un chiodo fisso. Ai più attenti non sfugge nemmeno il comportamento dell'occhio umano, che guardando una scena si adatta alle zone in ombra, poi alle zone illuminate, di fatto estendendo la visione umana a livelli di contrasto inarrivabili per il sensore della nostra fotocamera, per non parlare del nostro monitor o, peggio ancora, della foto finalmente e faticosamente stampata. (segue) |
| inviato il 31 Ottobre 2017 ore 18:06
Su questa base (il comportamento dell'occhio) si aprono le ombre, si recuperano (abbassano) le alteluci, si modificano ad 'S' le curve di tono per aumentare il contrasto dei toni intermedi fino a che, soddisfatti, si osserva l'obbrobrio risultante con malcelato orgoglio. Abbiamo finalmente superato i limiti del nostro occhio? Non credo, più probabilmente siamo semplicemente arrivati al limite del nostro cervello. (segue) |
user28347 | inviato il 31 Ottobre 2017 ore 18:07
ci metta una foto di esempio così imparo qualcosa ,io uso solo ps cs6 exstended in italiano.quando è bello il bianconero?quando è bella a colori? |
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