| inviato il 02 Settembre 2017 ore 13:20
“ Sì, ma chi non ha P. IVA e vende con ritenuta di acconto non può scaricare niente. Ergo, come ho già scritto, se vendi la foto paghi due volte le tasse. Poi loro possono pure dire che quella non è una tassa, ma "diritto di riproduzione" del "panorama" ... la sostanza è che dai due volte i soldi allo Stato per un reddito che - spesso - è solo presunto. Infatti, dare una foto ad un'agenzia non presuppone che la foto (anzi, il suo diritto di utilizzo/copia, il copyright) sarà sicuramente venduta ... Il reddito è sicuro (forse ...) solo nel caso di lavoro su commissione. „ Se sostengo dei costi per realizzare un lavoro, che almeno sia possibile scaricarli, visto che anche l'Ente Parco ha P.IVA...i diritti di immagine sulla natura??? ma anche no! Assurdo Ho letto bene il regolamento sulle foto e oltre a consegnare le immagini, bisogna dichiarare in precedenza tutti gli utilizzi che ne voglio fare. Bisogna fare in modo che simili regolamenti vengano aboliti. Comunque il Parco Nazionale Nazionale del Gran Sasso non mi vedrà, il pizzo sulle foto proprio non intendo pagarlo. “ Quindi devo chiedere una percentuale degli incassi a Juza... mannaggia a saperlo prima „ “ Occhio che siamo a un passo dal concludere che JuzaPhoto debba chiudere per violazione di qualsiasi possibile copyright made in pizza, spaghetti e mandolino MrGreen Flickr, Instagram, 500px, FB invece possono stare tranquilli, nei paesi avanzati c'è Libertà di Panorama „ Non sarà sicuramente il caso di Juza (e non ci vedo niente di male, solo di bene) ma esistono fotografi che guadagnano anche solo dalla pubblicazione di foto sui loro blog/siti/social di viaggio attraverso banner, sponsorizzazioni e benefici vari, in sostanza è fonte di reddito, a volte anche alto, è lavoro. Se non è fine commerciale questo? e pensiamo che su tutte queste piattaforme in giro per il mondo/rete non ci siano anche e spesso foto di aree naturali, animali o altri siti "protetti"? Dietro l'apparente uso personale c'è un modo di lucro, anche questo è il potere di internet ed è incontrollabile. L'Italia istituzionale è indietro persino nel comprendere tali concetti, con tutto il suo insieme di astruse norme, è semplicemente ridicola. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 13:32
“ Sì, ma chi non ha P. IVA e vende con ritenuta di acconto non può scaricare niente. Ergo, come ho già scritto, se vendi la foto paghi due volte le tasse. „ Considerando che online è molto difficile vendere con ritenuta d'acconto, già solo per la vendita continuativa tramite Stock per essere completamente coperti bisogna avere la P.IVA per poi magare prendere 3 centesimi a copia venduta... Formalmente non ti puoi far pubblicità dei tuoi prodotti in vendita con la ritenuta, ma solo accettare collaborazioni/vendite occasionali in modo passivo. Una vetrina e-commerce, o le foto su 500px/Flickr abilitando la vendita è pubblicità... Per lo stesso motivo sono grane anche pagare le tasse dei ricavati di un banner pubblicitario sul tuo blog/sito (e se non sei famoso si parla di pochi euro all'anno) visto che vendi 365 giorni all'anno uno spazio pubblicitario a terzi. Anche pubblicare un app gratuita su AppStore/PlayStore con banner pubblicitario ha gli stessi problemi fiscali... Attualmente è decisamente complicato gestire in modo regolare entrate piccolissime dal web (se fossero entrate grandi le spese della P.IVA diventano un problema decisamente minore). |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 13:46
Pensandoci meglio, se non ha partita iva non potresti neanche richiedere l'autorizzazione al Parco per scattare foto in ambito commerciale, proprio perché dovresti dichiarare prima il tuo intento di venderle. Se successivamente vendi quelle scattate per uso privato rischi seriamente di beccarti la multa. Anche questo è assurdo. La regola dovrebbe essere la libertà di scattare, non importa a quale fine, e se poi vendi paghi le tasse. Ma poi niente pizzo... |
user78019 | inviato il 02 Settembre 2017 ore 15:11
“ considerando che online è molto difficile vendere con ritenuta d'acconto, già solo per la vendita continuativa tramite Stock per essere completamente coperti bisogna avere la P.IVA per poi magare prendere 3 centesimi a copia venduta... „ Ho venduto foto per vent'anni (o forse trenta? ) tramite agenzia fisica, o direttamente alle riviste. Ho fatto libri fotografici (non autoprodotti, ma pubblicati da un Editore vero ... stampati su carta vera). Mai avuto P.IVA e mi hanno sempre pagato con ritenuta d'acconto su cui ho regolarmente pagato fior di tasse. Per la pubblicità, basta un sito web. Se non vendi tramite sito, non serve la P.IVA: la Photo Editor di Airone mi chiese una foto vedendola nel mio sito. Mandata per e-mail, pagata con ritenuta d'acconto. Piuttosto che vendere a 3 centesimi a copia, non do la foto. Se il Direttore di un Parco mi chiede una foto per promuovere quell'area protetta, gliela regalo volentieri anche perché sono consapevole delle carenze che hanno di fondi. Se qualcuno però usa una mia foto senza permesso, parte l'avvocato. E' successo con una grande, ma grande, associazione ... ho conservato la transazione firmata nel 2006 dal Presidente con tanto di scuse, e con cui mi davano 540 Euro per una mia foto riprodotta formato francobollo ... P.S.: il mio sito ora è off-line; mi è passata l'insicurezza e la conseguente necessità che qualcuno mi dimostrasse soldi alla mano che sapevo fotografare: penso di essere ormai in grado di capirlo da solo ... soprattutto faccio un altro lavoro, che mi impegna e mi piace |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 16:11
Ma per agenzia, riviste ed editori infatti si può collaborare senza problemi con la ritenuta. (O.T. Complimenti per la tua esperienza. Pochi giovani che iniziano oggi avranno la possibilità di farne di simili). E' la legislazione legata a tutto il nuovo mondo informatico/web che non riesce a stare al passo con queste nuove situazioni di "micro lavori" moderni. Se taglio per 10€ un prato del vicino posso fare ritenuta d'acconto, ma se metto uno spazio per un banner sul mio blog sconosciuto ed ignorato da tutti devo aprire p.iva per farmi dare pochi centesimi all'anno??? Ci sono nuove situazioni di "micro impresa" legate al web che hanno un "fatturato" ridicolo in confronto alla burocrazia e alle tasse per mettersi in regola. Tra due lavori mi ero informato su cosa potevo fare mentre ero disoccupato (visto che ho studiato ingegneria informatica anche se poi ho sempre lavorato su tutt'altro) ed è sconfortante la burocrazia attuale per iniziare anche piccoli progetti utili più per l'esperienza che per il guadagno (anche chi inizia oggi le foto di Stock ha una lunga "gavetta" prima di avere entrate significative, sempre se ci riesce). |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 16:57
"Diebu, dipende, prova a fare una foto alla mia lambretta d'epoca e farla diventare il simbolo di una campagna pubblicitaria senza il mio consenso e vedrai cosa succede. " Difficile che sia il simbolo, magari si trova per caso nella via in cui c'è il set fotografico, magari la modella ci posa pure vicino, e allora? Il soggetto diventa la lambretta? Mah In ogni cado in una situazione del genere è più che probabile che ti venga richiesto il permesso (e sicuramente anche un piccolo compenso per "l'affitto" dell'oggetto quale complemento del set), ma nel caso un fotografo faccia un reportage e pubblichi su una rivista di settore una foto del pittoresco vicolo con la lambretta parcheggiata, che fai gli fai causa? Gli chiedi i soldi? E se la foto la fa un fotografo fine art e vende la stampa? Stessa cosa? Causa e avvocati anche con lui? Ma soprattutto... su che basi? |
user3834 | inviato il 02 Settembre 2017 ore 18:00
Diebu se il soggetto è definito è un conto, se faccio una foto dal satellite e c'è anche una zona protetta ovvio che quella non è il soggetto. Inoltre stento a credere che l'Ente parco vada a chiedere ad un soggetto privato dei soldi per aver venduto una foto a 3 centesimi, diciamo che dovrebbe avere già pena per la vendita invece di chiedere altri soldi |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 18:22
Mi pare ci sia un contenzioso sul marchio lambretta , meglio non fotografare una lambretta sul Gran Sasso si scatenerebbe un conflitto internazionale |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 18:59
ma noo..Lambretta è il nome della modella! |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 19:21
Ah già.... Che la si monta in due... |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 19:33
Parlavi di foto fine art, non di stock, i prezzi sono ben diversi. E pensate un po' se la lambretta la fotografate nel parco valle Lambro! O addirittura in via Lambrate a milano, dive c'era la fabbrica |
| inviato il 03 Settembre 2017 ore 10:02
Noao, la Lambretta la facevano nel quartiere di Lambrate, all'Innocenti. Ora comunque mi vado ad informare sui diritti umani della Lambretta, può darsi che abbia diritto alla pensione. |
| inviato il 03 Settembre 2017 ore 10:23
Bhe ma il quartiere lambrate è dove c'è la via lambrate infati l'uscita dalla tangenziale si chiama lambrate e ti mands su via lambrate |
| inviato il 03 Settembre 2017 ore 10:50
No no, via Lambrate è una viuzza insignificante orientata verso Lambrate, ma appena fuori dal quartiere. Se il navigatore ti porta lì cambialo dovrebbe mandarti all'omonima stazione ferroviaria. O all'omonimo birrificio, dove fanno l'omonima birra artigianale che puoi fotografare tranquillamente |
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