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dov'è l'Arte?







avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 10:20

quanto incide il backstage di quel lavoro fotografico, sul giudizio che si esprime nell'osservarlo?

Niente, perchè quello che funziona è quello che vedi guardando in serie molte foto.
C'è una realtà che è tipica dell'america di provincia, lui ricerca quei paesi e quelle atmosfere, c'è una normalità quasi noiosa ma poi inizi a notare i dettagli, l'inquitudine sotto la banalità, l'atmosfera che non avevi notato nel quotidiano, a volte ci sono ombre o persone nascoste fuori dalle case, in altre la luce rende tutto straniante, l'avere tutto a fuoco crea un effetto particolare, poi ci sono quelle che hanno ovvi richiami filmici, storie che non esistono e che sei oobbligato a raccontarti

1.bp.blogspot.com/-kHtgOR_S5No/T0ajr3EkZ7I/AAAAAAAAgfk/WumZ6fzgsrk/s16

www.fotomuseumdenhaag.nl/files/FOTOMUSEUM%20DEN%20HAAG/Tentoonstelling

www.dyrmdaily.com/images/Gregory-Crewdson-photographer-feat-840x420.jp

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 10:24

Sono totalmente d'accordo con Paco68 e Daniele Ferrari.

Se vogliamo parlare di Crewdson parliamone. Io lo conosco poco e il discorso mi interessa alquanto. Poi magari dopo averlo "masticato" riterrò che è fuffa sopravvaultata ma per ora il beneficio del dubbio glielo lascio...

Se invece vogliamo estrapolare una foto a caso di un fotografo su cui non sappiamo niente e metterci in cattedra gridando "merda d'artista" allora il giochetto provocazione funziona con qualsiasi fotografo che si conosca poco e che non faccia foto descrittive (tipo un tramonto o uno still life) o "autosconclusiva" (tipo una Street).
Prendiamo pure una foto di Robert Frank, Nan Goldin, Stephen Shore, Luigi Ghirri, Robert Adams, William Eggleston, Lee Friedlander, Joel Sternfeld, Jeff Wall, Martin Parr ecc. ecc. Labirint conoscerà di sicuro qualche altro nome ;-)
Funziona parzialmente anche con le foto più "dirette" Salgado. La foto resta piacevole al nostro occhio abituato a quella tipologia di scatti ma il significato complessivo del lavoro in cui lo scatto è inserito rischia comunque di perdersi. Specie se uno non ha la più pallida idea di chi sia Salgado...
Ma perché limitarci alla fotografia?
Un quadro di Rothko, di Picasso, un brano di Orentte Coleman o John Cage.... Imbianchini mancati e furbi strimpellatori?

Sono tutti sopravvalutati? Cioè un conto è cercare di ragionare con la propria testa, un conto sputare una sentenza non capendo/sapendo nulla...

avatarsupporter
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 10:31

Un lavoro notevole che mi fa capire meglio l'opera di Crewdson, ciò non ostante non mi cattura, non mi colpisce, preferisco di gran lunga la street classica. A me le prime due foto e quest'ultima di Crewdson mi hanno fatto pensare più ad un fotogramma ricavato da una scena cinematografica. Finzione per finzione preferisco il set cinematografico dove almeno ho un racconto da seguire. Per me, fotografo naif, la foto rimane ancora saper cogliere l'attimo, la luce particolare, la situazione unica. Poi sono pienamente consapevole che le foto sono anche progettualità, costruzione di un percorso e costruzione di una situazione fotografica e che anche gli autori classici della fotografia, spesso e volentieri le foto più belle le hanno pensate prima, composte dopo e fotografate alla fine.
Questo senza togliere niente al valore tecnico ed artistico di questi autori che fanno "Staged"Cool

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 10:49

Alla fine, quando si parla di "contesto" in cui va inserita e fruita una foto, si parla anche del fatto che sia realizzata (cioè pensata dall'autore già prima dello scatto) per essere fruita anche singolarmente o solo all'interno di un gruppo più esteso di immagini (quest'ultima può essere una scelta consapevole e con una sua logica persino per foto molto studiate e costruite); quindi, nel secondo caso, estrapolando quell'immagine dal gruppo che ne costituisce il "contesto", sarà possibile giudicarla solo per chi già conosce e ricorda l'intera produzione.
Questo pone un problema a chi propone quell'immagine (su internet, su una rivista ecc., dove chi propone l'immagine è comunque persona diversa dall'autore), perché dovrebbe sapere lui per primo, e renderlo noto agli osservatori, qual'era l'intenzione dell'autore rispetto al corretto "contesto" di lettura di quella foto; ma questo, spesso, viene a mancare. Ovviamente non mi riferisco a questo 3d, dove il post iniziale aveva chiaramente l'intento di provocare e di confrontare le reazioni che poi si sono mostrate, ma alla spregiudicatezza con cui le immagini, una volta prodotte, vengono poi "consumate" all'interno dell'attuale sistema sociale e comunicativo

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 11:37

Vero!
Per non parlare di tagli, affiancamento ad altre foto in estrose compilation, colori diversi, foto male attribuite.
La foto su web è utilissima per farsi una prima idea dell'autore.
Poi se si vuole realmente approfondire l'unica è contemplare il prodotto finito (mostra o libro).
Se no diventa come dissertare dei Pink Floyd (nome a caso) dopo aver ascoltato 5 minuti di un album caso. Se poi quell'album è Ummagumma... MrGreen

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 11:46

Quando si trattano questi temi, si ha la tendenza ad elevare il discorso restringendolo a pochi fruitori, intenditori, fini analisti e sensibili interpreti.
In realtà, io credo che sia necessario indagare, capire perchè di fronte ad un Klee o un Picasso cubista alcune persone esprimono pareri del tipo "questo lo può fare anche mio nipote di tre anni".
Questo bisogna sondare. Altrimenti si riduce tutto a "tu non puoi capire..."
La solita, trita e ritrita, Fontana di Duchamp, non è un'opera d'arte per ciò che rappresenta visivamente, o per il livello tecnico dimostrato dall'artista, ma per ciò che esprime nel suo linguaggio.

Intendiamoci, l'arte intesa come comunicazione di un messaggio, di una emozione, riflessione, ha sicuramente a che vedere con la propria esperienza sensoriale, con la cultura (inteso per tipologia, e non quantitativamente), ma se esistono opinioni e sentenze differenti non è per una questione di intelletti superiori/inferiori, o per una banale questione di gusti. Alcune corde vengono raggiunte e pizzicate in alcuni soggetti, da alcune opere d'arte, e viceversa per altri soggetti e altre opere d'arte. Poi, è anche una questione di educazione all'arte:
esistono persone ineducate o diseducate a questo tipo di messaggio mediato e codificato, e chiaramente non si può fargliene una colpa, se non quando tralignano esclamando "che schifo".

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 12:00

Caneca hai perfettamente ragione; il problema è capire chi e a quale livello dovrebbe occuparsi di questo tipo di educazione. Se guardiamo alla scuola, ad esempio, c'è una tendenza sempre più forte a delegare la "vera" educazione visiva e all'immagine alle sole scuole superiori e, anche fra queste, in particolare a quelle d'indirizzo.
Personalmente non ritengo affatto che nella scuola dell'obbligo non sia possibile affrontare queste tematiche perché i bambini/ragazzi sono troppo giovani o gli mancano le basi per capire (grazie al pit, sono queste le basi, quand'è che vogliamo iniziare a parlargliene?); in realtà sono gli stessi insegnanti a non avere una preparazione in merito.
Internet poi non aiuta, perché è vero che ha ampliato incredibilmente le possibilità di accesso all'informazione, ma è anche vero che richiede già una preparazione culturale di base per poter vagliare e rielaborare questa informazione.
Insomma, vedo un gatto che si morde la coda.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 12:02

@Labirint ricordo quel video, al tempo non avevo nemmeno la reflex e mi colpì la meticolosità e la ricerca dello scatto perfetto, forse è proprio questo che non mi piace di questo genere, dover creare un setup così complesso e costoso per esprimere un concetto l'ho vista sempre come una cosa eccessiva.

Il risultato è bello ma non mi ha mai entusiasmato ecco.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 12:05

Può anche essere più semplice come fa Adi Nes:
www.phaidon.com/resource/lastsupper.jpg

o addirittura cindy sherman che fa autoritratti
media.timeout.com/images/103364620/image.jpg

non per forza devi ricercare un iperrealismo

user46920
avatar
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 13:18

Ragazzi, io sono un comune tesserato ed anche ormai il presidente del "Circolo di Confusione", ed è per questo che ho l'esperienza giusta di capire che ogni cosa si può e si deve "spiegare", sia essa Arte che Parte! ;-)

Per me è normale cercare le strade delle risposte, la curiosità di vedere ciò che non è visibile, anche perché è nella mia natura: fin dai tempi che furono, veggo in maniera speciale o fuori dal comune, ne sono cosciente e non potrei fare diversamente. Ma capisco che far vedere l'invisibile agli altri, non è cosa per me o comunque non la trovo certo una cosa semplice, anzi.

Molto probabilmente l'Arte è una maniera di esporre le cose, con un differente metodo dalla "semplice e complicata" spiegazione. In fondo, è proprio l'esempio il miglior livello di insegnamento e l'Arte comprende l'esempio in ogni forma possibile recepibile dall'uomo (tutti i sensi).

Ma bisogna deciderlo coscientemente di fare l'Artista e bisogna iscriversi al club (come dice Jeronim) coll'autoproclamazione, entrare nel giro insomma e poi cercare il supporto popolare. E questo non fa per me, non mi interessa "fare" l'Artista ... anche perchè non "sono" un Artista.

Quindi anch'io concordo con Paul Klee nella definizione di Arte: "l'opera dell'ingegno umano che rende visibile l'invisibile" ... quanto meno perché ne descrive perfettamente l'intento, che dovrebbe poi perseguire deontologicamente ogni Artista (autoproclamato o meno).

L'Arte della fotografia è banalmente nascosta nella sua natura visiva, ma in questo caso del topic, il luogo è anche un gioco di parole per stimolare a guardare, senza una educazione tendenziosa o di parte: che ognuno veda quello che vede e lo esponga condividendolo. Ma io (come altri) non vedo nessuna particolare Arte fotografica in queste due opere di esempio e lo continuo a sostenere: vedo solo un'opera di ingegno nell'idea del "soggetto" rappresentato, col mezzo fotografico (che poteva pure essere un dipinto, non sarebbe cambiato nulla). Lo "scatto mentale" che produce la scenetta (la rappresentazione narrativa) è ... l'arte visiva che ti fa "vedere" l'immediato futuro o passato (ciò che non si vede).

Dire quindi che l'Arte è nella fotografia, non risponde al topic, ma descrive soltanto che la fotografia può essere Arte visiva. E quello lo sapevano anche i muri!
Qui invece è importante capire dove è posizionata l'Arte in questi due scatti (che sono fondamentalmente identici - come sistema di base), proprio per capire che non è affatto necessario l'uso della fotografia, come mezzo di espressione della stessa medesima Arte.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 13:23

secondo me, la postproduzione non va fatta, mai...

...ah, no...scusa, ho sbagliato 3D Cool

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 13:43

@labirint, niente non è un genere che mi appasiona, forse le ultime 2 foto sono più "naturali" e mi aggradano un pò, l'iperrealismo anche fatto bene a me da proprio quella sensazione di finto, troppo perfetto per essere vero ...
Comunque devo riconoscere la singolarità della foto dei gatti in verde (che voglio osservere con più attenzione), però a primo impatto questa mi lascia qualcosa.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 13:43

bisogna iscriversi al club

non bisogna iscriversi al club, ma provare a capire e andare oltre il mero bella brutta, solo che qui non nè vedo di artisti, autoproclamazione non funziona

che poteva pure essere un dipinto, non sarebbe cambiato nulla

spiegazione su iperealismo saltata?
in ogni caso vale per qualunque cosa, un qualunque film poteva essere un libro, una storia animata, un racconto alla radio, ma è un film e è un dato di fatto.
Questa è una foto, ha deciso di fare fotografia, Richard Estes dipingeva, altri usano video o addirittura proiezioni.

l'iperrealismo anche fatto bene a me da proprio quella sensazione di finto, troppo perfetto per essere vero ...

in pittura è lo stesso, mi è capitoato di vedere dipinti e quella sensazione è potente, ho citato Richard Estes perchè è molto bravo in questo genere, questo è un dipinto:





parte da più foto, col mezzo fotografico è impossibile avere tutto così a fuoco, vetrina, riflessi, interno locale, idem nostro occhio non mette a fuoco così perfettamente ogni cosa.

Stessa cosa avviene in certe foto di crewdson






Ultima cosa sulla foto prima,una piccola aggiunta compositiva:





user46920
avatar
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 14:09

Labirint:
" che poteva pure essere un dipinto, non sarebbe cambiato nulla"
spiegazione su iperealismo saltata?
in ogni caso vale per qualunque cosa, un qualunque film poteva essere un libro, una storia animata, un racconto alla radio, ma è un film e è un dato di fatto.
Questa è una foto, ha deciso di fare fotografia, Richard Estes dipingeva, altri usano video o addirittura proiezioni.

appunto, non cambia assolutamente la sostanza di quello che ho detto .. indipendentemente dai salti o non salti!

e comunque ...
parte da più foto, col mezzo fotografico è impossibile avere tutto così a fuoco, vetrina, riflessi, interno locale, idem nostro occhio non mette a fuoco così perfettamente ogni cosa

qui c'è un voluto e necessario bisogno di trovare (ritrovare) il realismo insito della fotografia. Come ripeto ogni volta, si usa la fotografia per la sua natura di documentazione, per la sua caratteristica naturale di ripresa della realtà ... altrimenti bastava una pittura, per esporre lo stesso messaggio.

avatarsenior
inviato il 12 Gennaio 2017 ore 14:12

perchè viene percepita più realistica la fotografia, esatto in questo specifico caso si, in altri no.
Se guardiamo lo specifico autore è così, la foto serve per creare la sensazione di documento della realtà banale di provincia
ma Richard Estes ha scelto comunque pittura come mezzo espressivo rendendo suoi quadri più reali del reale, superando i limiti della fotografia

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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