| inviato il 30 Giugno 2015 ore 21:44
Purtroppo no... la diffrazione è un limite invalicabile, nemmeno una lente ideale può passare questo limite. Per questo esistono le MF |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 21:47
un 11-24 ai diaframmi chiusi avrebbe molta più diffrazione di un 300 a parità di diaframma,quindi meglio un 300 Otus. |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 21:55
No.. la diffrazione dipende solo dal rapporto f/stop; a f/11 un grandangolo e un tele hanno la stessa diffrazione. |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 21:58
“ Il filtro OLPF è formato... „ molto chiaro grazie |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:01
Dipende anche dal diametro fisico del diaframma,almeno cosi ci insegnavano quando facevo la scuola di fotografia, ma erano tanti anni fa! |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:07
Se fosse solo un buco sì... ma nel complesso dell'ottica la dimensione del foro e la lunghezza focale si compensano. E rimane solo il rapporto f/stop. Guarda questa è la formula:
 Come vedi non c'è la lunghezza focale dell'obiettivo, lamda è la lunghezza d'onda della luce. Di solito il calcolo lo si fa con 550nm, frequenza del verde. |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:10
Non dipende anche da dove è posto il diaframma nello schema ottico? Mi pareva di aver letto qualcosa in proposito... E comunque, ad occhio, la differenza ad f/11 tra 1DX e 5Dsr è più di 2mpx. MOLTO più di 2mpx. Stasera metto le fotocamere sul treppiedi con il 135L e controllo. |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:13
“ Nel caso della diffrazione da un'apertura circolare, si rilevano una serie di anelli concentrici attorno al disco di Airy. L'analisi matematica di questo specifico caso è simile alla versione utilizzata per la diffrazione da una singola fenditura vista precedentemente. Un'onda non deve necessariamente attraversare una fenditura per andare incontro a diffrazione: per esempio, anche un raggio di luce di ampiezza finita subisce un processo di diffrazione ed aumenta la propria ampiezza. Questo fenomeno limita l'ampiezza d dei dispositivi dove si raccoglie la luce, nel fuoco di una lente; ciò è conosciuto come limite di diffrazione: d = 1.22 \lambda \frac{f}{a},\, dove ? è la lunghezza d'onda della luce, f è la distanza focale della lente e a è il diametro del raggio di luce o (se il raggio di luce è più ampio della lente) il diametro della lente. L'ampiezza risultante contiene circa il 70% dell'energia della luce e corrisponde al raggio del primo minimo del disco di Airy, approssimato con il criterio di Rayleigh; il diametro del primo minimo, che contiene l'83.8% dell'energia della luce, è spesso utilizzato come "diametro di diffrazione". Utilizzando il principio di Huygens, è possibile ricavare la superficie di diffrazione di un'onda che attraversa una fenditura di qualsiasi forma: se questa superficie viene osservata ad una certa distanza dall'apertura, risulterà essere la trasformata di Fourier in due dimensioni della funzione che rappresenta l'apertura. „ |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:20
“ Dipende anche dal diametro fisico del diaframma,almeno cosi ci insegnavano quando facevo la scuola di fotografia, ma erano tanti anni fa! „ ci ho sbattuto la testa anche io tempo addietro, mi sono messo a fare i conti, ma e' come dice Raamiel, cioe' dipende solo dal numero F: per dirla terra terra, considera il seguente ragionamento: 1) considera la diffrazione (meglio dire l'effetto diffrattivo) come deviazione angolare dei raggi luminosi dovuti alla DIMENSIONE ASSOLUTA del diaframma 2) a parita' numero F in una focale maggiore la deviazione angolare e' minore (maggiore diametro del diaframma), ma il raggio luminoso percorre maggiore spazio con la suddetta deviazione angolare 3) con un po di geometria di base (e qualche approssimazione) salta fuori che all'arrivo sul sensore la deviazione ASSIALE sara' la stessa di quella che avresti avuto con un grandangolo, che avrebbe deviato (a parita' F) maggiormente ANGOLARMENTE il raggio luminoso, ma per una minore distanza |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:28
Capito grazie, avevo una vecchio retaggio che mi deviava dal discorso logico. |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:32
“ Capito grazie, avevo una vecchio retaggio che mi deviava dal discorso logico. „ ma infatti l'intensita' dell'effetto diffrattivo dipende solo dalla dimensione del foro. Se pero' vai a vedere quale e' l'effetto di tale fenomeno all'atezza del sensore dipende ulteriormente dalla focale, e tale contributo va ad "elidere" quello che la focale stessa aveva in riferimento al diaframma ... permettendoti di considerare il solo valore F |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:39
Quindi un modo per sfruttare più mpx della 5dsr in ambito paesaggistico potrebbe essere fare stacking con più foto a f8 max.. ? |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:51
Per stare sicuro sicuro sicuro anche f/6,3, ma un grandangolo non arriva alla sua massima nitidezza e uniformità a questo diaframma di solito. Fare focus staking a f/8 potrebbe essere una buona strada, quando possibile. |
| inviato il 30 Giugno 2015 ore 22:59
Secondo photozone il 16 35 f4 canon da il meglio proprio intorno a f6.. quindi sta macchina è la morte sua |
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