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Il dubbio, il kitsch, l'arte.







user46920
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inviato il 17 Marzo 2015 ore 4:27

Non ho mai letto tutti i blog ne' tutti gli interventi di Smargiassi, per cui non riesco a commentare meglio di così.
Posso dire soltanto che tra quelli che ho letto, ho avuto sempre l'impressione di una chiara lucidità, forse un po' "caratteristica" del personaggio, ma abbastanza in linea con "la realtà collegata al mondo della fotografia".

Questa "lucidità" la valuto come un valore, per lo meno utile alla comprensione di alcuni argomenti, non sempre alla "portata" di tutti.

Giamba, il punto di vista di Jeronim è sicuramente da considerare, ma io non vedo nessun limite: la conoscenza e la consapevolezza non mettono i limiti, anzi danno la possibilità di vedere e quindi di scegliere.

Purtroppo, se "estendere i limiti" vuol dire allargare la forchetta facendo di tutta l'erba un fascio e quindi mischiare le carte e confondere le cose, allora credo sia molto più utile e consapevole contraddistinguere chiaramente le varie funzioni fotografiche, in modo da poterle rappresentare distintamente, ognuna per quello che é ... e distinguere altrettanto attentamente anche i prodotti finali.

Il vero problema credo che sia proprio la carenza di consapevolezza, dovuta forse ad una incontrollata e troppo veloce "massificazione delle possibilità tecnologiche" avuta negli ultimi 25 anni (dai mezzi, agli strumenti quali fotocamere, software, interattività, ecc), legata probabilmente anche al basso livello di insegnamento del "visuale", che proviene purtroppo da più lontano.

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2015 ore 15:22

Giamba, c'è da dire anche che Smargiassi è giornalista, vede e vive le contraddizioni del giornalismo attuale e non può non calcare la mano sugli aspetti che riguardano fondamentalmente l'informazione giornalistica, quindi quelli documentali. Non gli ho mai visto condannare gli aspetti della fotografia non documentaristica, però è anche vero che non ne parla quasi mai, si limita a mettere in guardia dalla tentazione di mescolare le due finalità, cioè dalla tentazione di portare un discorso nel campo dell'altro. Da quelli che ho letto, tra i suoi articoli, credo che persino la foto artistica gli interessi relativamente poco, se non come scusa per affrontare il campo dell'Arte più in generale e dell'educazione artistica nel senso di "educazione mancata"; a parte la pseudosfuriata sul kitsch dove, comunque, lui stesso inserisce dei "distinguo".
Se in Smargiassi un limite c'é, è proprio quello di interessarsi solamente delle implicazioni giornalistiche della fotografia e quindi di un uso "dichiaratamente" documentale, dove proprio quella dichiarazione impone al fotografo di rispettarla. Bisognerebbe vedere un suo articolo sulle foto di Man Ray per capire quale sia il suo reale pensiero circa gli altri utilizzi dell'immagine fotografica e le possibilità di manipolazione.

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2015 ore 15:39

Lungi da me accusare o difendere Smargiassi, ma lo seguo da un pò e "sui grandi numeri" non mi pare di aver mai notato questo tipo di tendenza.

Basti aprire la home page e contare quanti post sono parenti del fotogiornalismo e quanti no.... al secondo o terzo post si parla persino di flare nei videogiochi!


avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2015 ore 16:33

Alessandro, il mio riferimento era solo agli articoli in cui l'argomento fondamentale è la fotografia (tralasciando gli altri); in questi mi pare che Smargiassi, quando parla di utilizzo dell'immagine e dei possibili trattamenti e taroccamenti, lo faccia sempre con un "occhio di riguardo" ai risvolti legati ad un utilizzo di tipo giornalistico o comunque in funzione dei mass media e assimilati, cioè la funzione di testimoniare un fatto, una notizia ecc. Ovvio che in questi casi la sua posizione sia intransigente, come sottolinea anche Giamba55; non ho ancora trovato un suo articolo in cui esprima una sua opinione altrettanto approfondita e argomentata riguardo alla legittimità delle manipolazioni là dove l'intento sia dichiaratamente diverso da quello documentale. Ad esempio, quando parla di Arte non mi pare che si soffermi su aspetti "tecnici" di questo genere (questo intendevo), a parte, come ho sottolineato, l'argomento kitsch, dove però non attacca la legittimità o meno della cosa, quanto la validità puramente estetica dei risultati, che è tutt'altra cosa

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2015 ore 17:02

Alessandro, per spiegarmi meglio, Smargiassi ha scritto fior di articoli anche contro le "ricostruzioni di scena" e le foto in "posa" per uso giornalistico, ma mi piacerebbe conoscere il suo parere anche in casi come questo
">www.ludovicofossa.it/didattica-dettaglio.php?articolo=12
Dubito molto che disapproverebbe le tecniche tipiche dello still life, se utilizzate nei contesti tipici dello still life, eppure si tratta proprio del medesimo tipo di approccio.
In definitiva, non credo che Smargiassi sia un talebano della fotografia, ma il fatto che mostri un maggior interesse per quelli che sono i limiti etici della fotografia in campo giornalistico può farlo apparire tale

avatarsenior
inviato il 17 Marzo 2015 ore 18:14

Ora capisco. L'avevo vista più in generale leggendo
Se in Smargiassi un limite c'é, è proprio quello di interessarsi solamente delle implicazioni giornalistiche della fotografia
Sorriso

user12181
avatar
inviato il 18 Marzo 2015 ore 10:57

In Libera nos a Malo di Meneghello c'è il monumento di un fotoamatore (lo colloca nell'eternità), mi ha molto colpito...

avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2015 ore 19:50

Ciao Ragazzi,
Francesco Merenda in particolare che, pur bravissimo, ti arrovelli tra ricerca, dubbi, introspezione, umanità,
vi posto il link di una intervista a un fotografo di successo nel campo della moda e della pubblicità nella quale ho trovato interessanti alcuni passaggi:

Viaggia col tuo istinto e dagli fiducia, sii fedele al tuo istinto.
Tutto ciò che parte dall'estetica, dalla forma, dal colore resta mediocre.
Per fare qualcosa che non sia mediocre bisogna partire dal concetto umano, dalla condizione umana e lavorarci sopra.
(fregatene del consenso) La ricerca costante del consenso crea solo mediocrità.

La pigrizia
(e il volersi rifare agli altri o a strade già segnate)
non porta a nulla.
Non esistono concetti di creatività, solo un i m b e c i l l e può dire sono creativo!
La creatività è la conseguenza di una azione culturale e di un lavoro.
La creatività viene dal coraggio.
Dal coraggio di sperimentare qualcosa di nuovo, fosse anche una strada mai percorsa.
La creatività deriva da un qualcosa fatto in totale insicurezza.
Il vero creativo è totalmente insicuro del risultato.
Oggi siamo pieni di i m b e c i l l i pseudo creativi.
Un artista non ha idee, non è un creativo, per lui è normale procedere (lavorare) ed avere i risultati che ha.
Quelli che valgono sono quelli che riescono a concretizzare.
L'arte non è fatta dalla natura, è fatta dall'uomo.
L'arte è comunicazione!


Cari saluti,
Giamba.


avatarsenior
inviato il 24 Marzo 2015 ore 21:04

Mi trovi d'accordo con quanto hai estratto.
Appena ho un attimo guardo l'intervista

user46920
avatar
inviato il 24 Marzo 2015 ore 22:25

Bella dura anche questa, Giamba !!!

Eeeek!!! sembra che il "tipo" sappia quello che dice ... forse però appaiono un po' troppo "nette" come riflessioni ...
Per fare qualcosa che non sia mediocre bisogna partire dal concetto umano
... magari non solo umano, ci sono anche altri mondi su questa terra !!!

La creatività deriva da un qualcosa fatto in totale insicurezza.

.. beh, se intende senza anticoncezionali ... ;-)

Quelli che valgono sono quelli che riescono a concretizzare.

Anche se ha ragione, questa è proprio bruttina !!!

... almeno secondo me ;-)

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2015 ore 17:33

Caro Giamba.... grazie per il contributo e, personalmente, per avermi chiamato in causa (anche se l'aggettivo mi sa un pò di presa in giro Sorriso .. ma che prendo per bonaria però ;-) ).
Beh... dubbio e attenzione all'umanità credo siano sempre da accogliere. Fotografando e non...

Nel merito dei concetti espressi... il personaggio è com'è, nel bene e nel male: per questo faticherei a sottoscrivere tutto il ragionamento. O a non considerarlo un tantino "personale"...
Tuttavia alcuni spunti credo siano degni di nota. Il richiamo al partire dalla condizione umana, piuttosto che le considerazioni sull'idea di creatività.

Quel che traspare, ancora una volta, è quel che spesso si è scritto nel recente, qui. Perlomeno mi pare.
Ovvero che quella "azione culturale" e quel "lavoro" di cui Toscani parla, sono una base ineludibile, precedente a qualsiasi determinazione tecnica.
Che un'estetica non la si trova copiando lavori di qualità, ma lavorando sulla crescita intima, propria.
Che la forma è una conseguenza di qualcosa di più personale e profondo, che non un punto di partenza.

E che in fondo, anche quel "istinto" così energicamente richiamato all'inizio del brano, forse non va preso solo come qualcosa di primordiale e connaturato. Ma, magari, anch'esso come figlio di quel che nel tempo siamo riusciti a far penetrare dentro di noi, dall'universo circostante...

Un abbraccio
F

PS: a proposito del passaggio sulla creatività, ti consiglio un libretto (purtroppo ormai introvabile temo), dal titolo "Il cret...o cognitivo". Ottimo per imparare a non prendersi troppo sul serio, per osservarsi un attimo dall'esterno, per cercare di mantenere in vita quel senso del ridicolo che, spesso, sembra oggi del tutto svanito.... ;-)

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2015 ore 21:20

Ciao Cigno,

le riflessioni di Toscani vanno prese per quelle che sono, al pari di quello che ci sparano i vari Benedusi, Smargiassi & C.

Chi parla è uno che a 30 anni era apprezzato anche oltre oceano e penso, quindi, che qualche considerazione "sui generis" possa permettersela.

Quello che mi ha colpito dell'intervista sono gli accenni a temi già toccati o sviluppati in questa discussione e che, tutto sommato, potrebbero vederci d'accordo.

Mi è piaciuto il concetto della creatività come conseguenza di una azione culturale e di tanto lavoro e l'insistenza sul dubbio e la insicurezza che devono sempre caratterizzare il fare dell'artista, fosse anche già affermatissimo.

Giamba;-)

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2015 ore 22:00

Ciao Bravissimo, ops, Francesco ;-) e grazie a te per l'intervento nonostante gli impegni di lavoro.

Come dicevo al Cigno quello che mi ha colpito di più dei concetti espressi da Toscani sono la necessità che alla base del percorso "artistico" vi siano basi culturali, cosa che mi vede del tutto fuori, e l'accenno ai dubbi ed alle insicurezze nelle quali, al contrario, ci sguazzo bene.

Concordo con te su come l'istinto possa essere condizionato da ciò che assorbiamo dall'esterno nel vissuto di ogni giorno e su come siano degni di attenzione gli accenni sulla condizione umana e sulla creatività.

A proposito di quest'ultima e del libro che mi hai segnalato, dopo averne letto un'anteprima che mi ha trasmesso la sensazione di appartenere di diritto alla specie MrGreen non ho potuto fare a meno di ordinarlo MrGreen... mi arriverà a giorni:-P

E' sempre un piacere sentirti,
un caro saluto

Giamba

user46920
avatar
inviato il 25 Marzo 2015 ore 23:51

Mi è piaciuto il concetto della creatività come conseguenza di una azione culturale e di tanto lavoro e l'insistenza sul dubbio e la insicurezza che devono sempre caratterizzare il fare dell'artista, fosse anche già affermatissimo.

... va beh dai, mi sa che stavolta ti sei un po' scoperto la maschera :-P: hai fondamentalmente un Cuore d'Artista, ma non lo vuoi ancora ammettere ;-) ... sei molto più vicino a Francesco e a Jeronim, di quello che credi MrGreen

Io ci ho l'occhio nel sangue, per queste cose Sorriso

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2015 ore 9:10

Ciao Occhio,
la lettura mattutina della tua deduzione mi ha consentito di recarmi al lavoro con spirito diverso e leggero, quasi da bohémienne.
Sono un artista (azz!) e non me ne ero mai accorto anche se... sotto sotto lo sentivo...
Ti ringrazio tantissimo, il merito della rivelazione è tutto tuo, sei un Grande!;-);-)
GiambaSorriso

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