| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 17:53
Oxyuranus bella la Chamonix, vedrai che con le lastre e' un gran piacere scattare e sviluppare! |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 17:54
Mario grazie. |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 18:37
Ho letto questo blog.analogica.it/analogica-it/2012/09/lezioni-di-fotografia-analogica preso dal link di Marinaio. In tutta sincerità non ho trovato molto di interessante, fatti salvi numerosi ragionamenti personali, simpatici ed in buona parte condivisibili, ma pregni di vis polemica con scarso costrutto didattico. Mi rendo conto che l'argomento è vastissimo, e mi auguro che l'iniziativa cui plaudo con entusiasmo poco alla volta si consolidi, e solletichi la curiosità e l'interesse dei più giovani. Mi piacerebbe si parlasse anche delle tecniche di sviluppo forzato dell'emulsione, film, sviluppi, tempi, diluizioni, e delle tecniche di stampa in camera oscura per tenere sotto controllo il contrasto (due bagni, prevelatura), forzatura locale dello sviluppo.. ecc. Argomenti tutti cui lo scrivente si è cimentato fin da ragazzino, e non ha alcuna intenzione di smettere. Per inciso, l'analogico per me da sempre è il 35 mm. BN. Se posso dare una mano... Stefano |
user46920 | inviato il 15 Dicembre 2014 ore 18:53
Beh Stefano, penso si potrebbe aprire un thread per ogni singolo argomento che hai citato e magari potresti fare qualche introduzione, riassumendo la tecnica e la specificità d'uso. |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 18:56
Stefano certo che sei il ben venuto. Le tecniche di stampa effettivamente sono molto interessanti, pero' a mio avviso il negativo e' la base, scattarlo e svilupparlo in modo corretto e' una condizione fondamentale per ottenere una buona stampa. In quell'articolo tra vari interventi sono elencate delle verita' assolute per chi ha voglia di cominciare come ad esempio: 1) Sensibilita' delle pellicole reale diversa da nominale (spesso e' circa il 50% anche se poi andrebbe calibrata tutta la filiera) 2) Esporre per le ombre e variare lo sviluppo per le luci o per il contrasto richiesto 3) Elementi del sistema zonale Probabilmente sono superflui per chi come te scatta da anni a pellicola e gia' li applica, sono invece interessanti per chi approccia questo mondo. Dovendo partire da qualche parte ho scelto di farlo da qui. Nel gruppo chiaramente si possono aprire topic a piacimento. L'articolo e' nato da una discussione di un forum e ne ha riportato gli interventi piu' importanti. Di sicuro saprai benissimo quello che sto per scrivere, e non e' assolutamente in polemica con il tuo intervento: dover tenere sotto controllo il contrasto in fase di stampa e' spesso indice di un negativo esposto o sviluppato male. Alle volte e' un procedimento necessario, ad esempio con i rulli se si e' costretti a scattare in scene dal contrasto molto diverso nello stesso rullo, oppure quando proprio in emergenza si e' costretti a tirare il collo alle pellicole. In generale pero' gli interventi in fase di stampa dovrebbero servire ad interpretare e non a correggere errori in fase di scatto. |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 18:59
Finalmente un topic dove leggere e imparare la vera fotografia, ho cominciato da poco in digitale , ultimamente ho un discreto corredo di ottiche manual focus che uso con adattatore sulla mia 6D , da poco ho comprato una bellissima Canon Ftb Ql con il mitico fd 55mm f/1.2 dove ho inserito primo rullino Fuji 200 iso che devo ancora finire :) vi seguo con molto piacere e non vedo l'ora di svilupare il mio primo rullino 35mm e guardare i risultati ! |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 19:02
“ e tecniche di stampa effettivamente sono molto interessanti, pero' a mio avviso il negativo e' la base, scattarlo e svilupparlo in modo corretto e' una condizione fondamentale per ottenere una buona stampa. „ Mi permetto di fare una critica costruttiva. scattare un negativo in modo corretto non è il massimo per poi ottenere il massimo in fase di stampa. (parlo di negativi bw ovviamente) |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 19:10
Callisto le tue critiche le ho trovare sempre costruttive, poi magari non ero d'accordo in parte. Non capisco cosa intendi. Per me scattare un negativo correttamente significa adattarlo in base alla scena ripresa alla carta su cui dovra' essere stampato; lo si fa gestendo esposizione e sviluppo. Visto che le carte sono sempre piu' dure per stamparle bene bisogna partire da un negativo "morbido". La parte in cui gli interventi sono particolarmente difficili sono le ombre per cui l'esposizione e' fondamentale e bisogna usare la sensibilita' reale della pellicola. Il resto e' un po' piu' facile ma non si arriva a correggere oltre una certa densita'. Poi hai margini di manovra ma un negativo ben calibrato sara' piu' facile da stampare e da interpretare; non sei d'accordo? |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 19:24
dici bene.... ma scattare correttamente un negativo era la frase che secondo me non era corretta. scattare un negativo correttamente darà un risultato soddisfacente in stampa senza tante alchimie. Ma (come hai ben detto), scattarlo per ottenere il massimo dalla stampa non è corretto definirlo " negativo scattato correttamente". Non per essere puntiglioso ma è proprio il negativo non esposto correttamente che ti darà il massimo risultato di stampa. (non esposto correttamente secondo un certo criterio ovviamente) ci tenevo a specificarlo quando sopra scrivi " adattarlo in base alla scena" allora diventa più corretto. (perché scattarlo correttamente vuol solo dire affidarsi alla latitudine di posa della pellicola con una stampa diretta senza intervento. Per questo dicevo) Ma non ha senso se si pensa di sviluppare e stampare in casa il proprio negativo. |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 19:24
“ Marinaio Non capisco cosa intendi. Per me scattare un negativo correttamente significa adattarlo in base alla scena ripresa alla carta su cui dovra' essere stampato; lo si fa gestendo esposizione e sviluppo. Visto che le carte sono sempre piu' dure per stamparle bene bisogna partire da un negativo "morbido". „ Discorso ineccepibile. La stella polare del discorso è la stampa. Quindi un negativo correttamente esposto (e trattato) non può che essere quello che ti permette di ottenere la stampa che volevi. |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 19:24
Ok Gianluca, preferisco chiamarti per nome, per me nessun problema. Mi riferivo proprio alle situazioni un tantino balorde cui tu stesso fai cenno, e purtroppo non sono così rare e necessita far di necessità virtù. Il bello è che i risultati finali non sono assolutamente ripieghi, e con un po' di pazienza si tirano fuori stampe di ottimo livello. Chiaro che lo sviluppo sapiente è fondamentale. Ciao |
user46920 | inviato il 15 Dicembre 2014 ore 19:36
Callisto:“ (perché scattarlo correttamente vuol solo dire affidarsi alla latitudine di posa della pellicola con una stampa diretta senza intervento. Per questo dicevo) „ ... esatto Callisto, hai ragione, in genere è quello che viene sempre preso in considerazione come "giusta esposizione" ed è bene fare questa chiarificazione di termini. Ma passando alla stampa, che citavi quella digitale o a inchiostro, te ne intendi anche di stampa su lucidi per essere usati come una negativa per la stampa a contatto su carta fotografica ??? |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 20:32
onestamente no... |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 20:37
Utilizzo la pellicola soprattutto per i ritratti. Mi piace l'effetto contrastato di Kodak Gold 200 e Fuji Superia 200. Una pellicola ottima per lo scanner é la Fuji C200 economica e poco contrastata. Mi piace scattare alla vecchia maniera, immaginando i risultati, con un prodotto finito, la stampa, senza accendere il pc. |
| inviato il 15 Dicembre 2014 ore 21:36
Io in pellicola scatto solo bianco e nero e solo medio formato. Il 35mm (soprattutto a colori) rimane in digitale. Nel corso dell'ultimo anno sono diventato il felice possessore di una Rolleiflex 2.8f Planar e di una Pentax 67II Sviluppo e stampo i rulli da solo.... con una gioia impagabile!!! |
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