| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 20:06
“ Le chiacchiere da forum come prima le hai descritte mandano avanti la cultura fotografica come non mai prima d'ora. „ Ultimamente temo la stiano mandando indietro, sta prendendo piede una visione molto distorta della fotografia e devo ammettere che anch'io ho le mie colpe al riguardo avendo in passato sottovalutato alcuni segnali.. |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 20:09
Allora gente... come ha detto qualcuno: ho lanciato una mina. Confesso che la discussione ha preso una piega troppo generale ed è francamente, per la fotografia, come parlare se l'universo è in espansione o meno... argomento troppo grande. Mi pare di aver colto comunque, da parte di tutti, o almeno della maggior parte, una univocità di pareri sul fatto che un reportage, se non per le normali elaborazioni del file, non debba essere falsificato con cancellazioni o aggiunte. Leggendo la discussione mi pare che vi sia un equivoco sul fatto che vada dichiarata la post produzione correttiva delle immagini. Sul reportage ritengo sia etico non manipolare le foto ed è per questo che l'autore che è citato nell'articolo ha perso la sua credibilità. E' una questione di onestà. In merito al messaggio: nel reportage il messaggio è la storia che si racconta, deve essere una storia vera presa dalla realtà, non vedo altro. Spero che la discussione continui, ne sono certo, ma vorrei che fosse su quanto ho evidenziato in link. Anche un po di pacatezza andrebbe bene. Nel frattempo bevetevi un vinello, rosso che si assomomigli al cannonau, se foste qui ve lo offrirei io volentieri per ringraziarvi della partecipazione. Un saluto. |
user46920 | inviato il 09 Dicembre 2014 ore 20:15
Mi dispiace molto che te ne vai Black ... grazie comunque. Max:“ Quindi .... Il digitale non e' foto ! „ ... si che è una foto e anche opto-"chimico", ma dal momento che hai il RAW, per vederlo devi stamparlo o su monitor o su carta (trasparente o bianca, sempre carta è). La vera differenza tra analogico e digitale, è che col digitale non esiste la negativa ne la positiva. C'è il RAW che non lo vedi finché non lo stampi !!! EDIT: grazie del vinello |
user14286 | inviato il 09 Dicembre 2014 ore 20:22
“ Sul reportage ritengo sia etico non manipolare le foto ed è per questo che l'autore che è citato nell'articolo ha perso la sua credibilità. E' una questione di onestà. „ Bene. Continua a credere che esista il reportage onesto... |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 20:41
Caterina sono sicuro che avendo possibilità ambiente e mezzi quasi illimitati e nessuna preoccupazione, perché lavorare a fianco di un personaggio simile ti permette anche questo...alla base devi ovviamente sapere cosa stai facendo quindi tecnica al Top,anche a te verrebbe l'inventiva, credo tu abbia già la spinta interiore per sperimentare e spingerti sempre oltre...avresti molta più visibilità e possibilità e se ami quello che fai ti apre il mondo. |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 20:45
L'argomento si è allargato a dismisura (com'era prevedibile) e alcuni punti di vista sono talmente lontani dai miei che mi rendo conto che non può esserci un vero e proprio contraddittorio costruttivo. A livello di concezione fotografica siamo agli antipodi e quindi è come convincere uno di destra a farlo diventare di sinistra.... tempo perso.... Quindi abbandono questa discussione e vi lascio proseguire. Buona serata. |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 20:57
“ avendo dei fondi „ Roma docet!! |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 21:34
Ho visto il lavoro di James Nachtwey, qualche intervista ed il documentario "War Photographer", è del 2001. Uno degli autori che mi ha aiutato molto a sognare che vi sia il reportage onesto. Paco ha ragione, come già detto la discussione è fuori misura, mi dispiace che vada via. Invito ancora a rimanere nel merito del post che ho proposto. Se cosi non fosse... questo è ancora una volta uno di quei thread finiti off topic. Pazienza. Un saluto |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 21:50
Paolo, credo che sia impossibile visto l'articolo citato all'inizio rimanere completamente sull'argomento reportage, io un paio di mesi fa avevo visto il reportage fatto da Capa qui in Italia durante l'avanzata degli alleati, mi è sembrato un ottimo lavoro, fondamentalmente onesto, qualche immagine poteva dare l'impressione d'essere "posata" ma era appunto un'impressione ed era di contorno alla storia non ne mutava l'essenza, così per me dovrebbe essere. Anche Salgado nel suo film mostra la realizzazione di splendidi reportage "onesti" Poi può succedere che qualcuno progetti una fotostoria in stile reportage e realizzi un fantastico lavoro di grande spessore comunicativo, che ha un grande valore..ma va presentato per quello che è |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 21:57
“ Poi può succedere che qualcuno progetti una foto storia in stile reportage e realizzi un fantastico lavoro di grande spessore comunicativo, che ha un grande valore..ma va presentato per quello che è „ Perfettamente d'accordo. |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 22:49
Paolo, mi sembra che sull'etica del reportage siamo tutti d'accordo, è sul resto che i punti di vista sono differenti, per cui il dibattito finisce con lo scivolare ot... |
| inviato il 09 Dicembre 2014 ore 23:32
Chiuderei allora con la conclusione di Renata Ferri, dal secondo link proposto: “ È proprio inseguendo lo stereotipo di immagini più forti, più composte, più brillanti che si perde lo sguardo attento sul mondo. La fotografia umanistica e il fotogiornalismo sono le vittime privilegiate dei trucchi digitali e delle combine: non sostituiscono, neppure con i migliori tecnicismi, le sue peculiarità: forza interpretativa e poetica. E se proprio alcuni non possono fare a meno di manipolare e inventare le immagini, lo dichiarino. Non ci saranno processi, ma consapevole libertà di scegliere se e come utilizzare quelle immagini: senza inganno per chi le mostra e per il pubblico che le guarda. „ È sostanzialmente il mio punto di vista. Alla prossima, un saluto. |
| inviato il 10 Dicembre 2014 ore 3:33
vi ricordate tempo fa la storia del tipo che ha vinto il concorso ng e poi una volta scoperto che ha cancellato un sacchetto di plastica (perchè antiestetico) è stato squalificato, umiliato davanti mezzo mondo e relegato a fotografare a vita con una ml? lascio il link per chi se l'è persa: www.fotografidigitali.it/news/vincitore-del-concorso-fotografico-natio bhè, ng è stata molto chiara, nel settore fotoreportage sono ammesse qualsiasi modificazione sulla profondità colore dei pixel ma non la loro alterazione componitiva. in parole povere non puoi aggiungere o sottrarre o copiare pixel, puoi solo cromaticamente modificarli. bhè, direi che per una foto di reportage sia oltre che giusto anche ovvio ! ecco le linee guida di ng: yourshot.nationalgeographic.com/photo-guidelines/ in questo caso tutto nasce dal contesto del progetto fotografico. l'autore dice che era un progetto rivolto al mercato fineart e stampe d'intrattenimento. poi, vista la natura reportagistica, è migrato senza secondi fini, al mercato reportage... e quindi una volta finito in quel settore sono (giustamente) iniziati i c@zzi. doveva da subito chiarire il tutto con editori e promotori. lo sbaglio non è stato clonare il clonabile, ma la superficialità con cui si è pubblicizzata e distribuita l'opera intera. |
user46920 | inviato il 10 Dicembre 2014 ore 7:18
[...] E se proprio alcuni non possono fare a meno di manipolare e inventare le immagini, lo dichiarino . Non ci saranno processi, ma consapevole libertà di scegliere se e come utilizzare quelle immagini: senza inganno per chi le mostra e per il pubblico che le guarda.[...] ... non è che sia così difficile, ne' da capire ne' da fare !!! o qualcuno ha la presunzione, che qualsiasi cosa esca dal computer è fotografia ??? |
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