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@Luca se parli di me, non ho assolutamente intenzione di provocare, anche perché vivo in Emilia e nello specifico in provincia di Bologna, e per quanto non sia stato toccato dall'evento, i danni li ho sott'occhio…quindi di provocare proprio no, non mi sembra il caso.
Dico soltanto che, al netto di tantissimi pro e contro dei quali potremmo parlare per giorni, da assiduo frequentatore di Alto Adige, trovo innegabile che la gestione del territorio e delle emergenze sia in quei posti profondamente diversa rispetto ai miei posti…ma presumo anche rispetto a tanti altri.
Sembrano luoghi comuni, ma basta guardare le strade e il ritmo a cui le rifanno…la pulizia dei loro boschi (non parlo solo di cartacce e fazzoletti, ma anche di cura degli alberi e del sottobosco)…l'attenzione a non costruire ovunque…e via dicendo. Lo fanno perché sono illuminati da spirito divino? No, lo fanno per convenienza, anche di questo potremmo parlare per mesi. Ma lo fanno. Sono “aiutati” dal territorio che hanno? Forse…ma comunque lo fanno…e aiutati che Dio ti aiuta!
Davvero non è polemica, perchè sono bolognese da parecchie generazioni, quindi sarebbe polemica contro me stesso…ma è così, e negarlo o fare finta che Selva di Val Gardena, Nova Ponente, Brunico siano solo più fortunati di Avellino, Rende, Prato o Forlì, mi sembra azzardato
per fare le cose bene e riparare i danni, servono soldi. continuo a insistere su questo punto perchè bisogna che più gente possibile sappia e abbia coscienza che seguire l'ideologia green comporterà spese enormi, riduzioni di profitto delle imprese e di competitività dell'europa in generale. Tradotto, molti meno soldi per affrontare i danni e le difficoltù che il cambiamento climatico porta e porterà in futuro.
purtroppo hanno costruito parecchio, anche negli anni passati, di fianco a fiumi e torrenti....perdipiu' anche poli logistici, centri commerciali ecc.ecc.....quindi saranno cavoli amari, a meno che non abbiano tanti soldi per andare a vivere in un altro posto.....ricordo tanti anni fa la disastrosa alluvione dell'Arno......cosa ha insegnato? nulla in quanto poi hanno continuato a costruire di fianco agli argini....quindi non e' soltanto una pura questione di denaro ma di impedire la costruzione in certi siti ed anche la cementificazione che prima o poi si paga amaramente
ma da sempre l'uomo costruisce in riva ai fiumi, ci son nate civiltà come quella Assiro babilonesi, Indiana ed Egizia, imperi come Roma Parigi o Londra
l'unica cosa e fare argini sicuri ma ci vogliono soldi ruspe e cemento, dire che non si deve costruire in riva a un fiume e da verde, per me l'offesa peggiore , significa non fare nulla, e allora tenetevi le piene e inondazioni
“ da sempre l'uomo costruisce in riva ai fiumi, ci son nate civiltà come quella Assiro babilonesi, Indiana ed Egizia, imperi come Roma Parigi o Londra
l'unica cosa e fare argini sicuri ma ci vogliono soldi ruspe e cemento, dire che non si deve costruire in riva a un fiume e da verde, per me l'offesa peggiore MrGreen, significa non fare nulla, e allora tenetevi le piene e inondazioni „
Purtroppo per prendere provvedimenti aspettiamo sempre che accada qualcosa. La realizzazione degli argini del Tevere, detti muraglioni, è stata eseguita in seguito alla piena alta 17 m che inondò Roma il 28 dicembre 1870. A seguito di tale evento eccezionale si radunò un'apposita Commissione, nominata dal Ministero per i Lavori Pubblici, che si occupò della scelta dell'intervento da adottare
“ Purtroppo per prendere provvedimenti aspettiamo sempre che accada qualcosa. „
C'è anche da dire che a volte accadono cose che uno mai si sarebbe aspettato e quindi è sempre dopo che si pone rimedio... L'importante è capire cosa fare e farlo e non aspettare altre 3/4 esondazioni
...strano, eppure anche per i bipedi dovrebbe essere facile da capire che se hai un secchio messo fuori per raccogliere l'acqua piovana, se piove troppo velocemente e tanto più della portata del secchio, allora inevitabilmente l'acqua tracimera' fuori.
E quindi che fare?
Sostituire il secchio con un secchio più grande.
Non si può farlo?
Allontanarsi dalle vicinanze del secchio.
Non si può farlo?
Mettersi gli stivali così che l'acqua quando esce dal secchio non bagnera' i piedi.
Quando, in seguito a una valutazione del rischio, cosa che in teoria si fa in ogni azienda, e una nazione è un'azienda, rimangono rischi residui, altro non si può fare che prenderne atto… Prenderne atto significa comunicarlo, renderlo noto, al fine che chi fa un uso improprio di qualcosa sappia che quell'uso improprio porta a rischi non mitigabili.
“Allontanarsi dal secchio” è proprio questo. Ma evidentemente è più semplice, e in fondo comprensibile, fare finta di nulla e sperare che il secchio non tracimi. Il problema è che determinati eventi, quale che sia il motivo, sono sempre più frequenti…e chi vive sperando…eccetera…