| inviato il 28 Agosto 2024 ore 17:43
Nelle foto postate da Mirko, non vedo tutto questo effetto relativo alla "terza" dimensione, lo si vede meglio in altri esempi dove è presente un minimo di fuori fuoco. Forse è difficile da separare il concetto di 3D da quello della profondità della scena (foto esempio postate da Mirko). Ho il 35 f1.8 RF ma anche il 35 f1.4 prima serie, mi trovo con le opinioni di Istoria |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 17:45
No per me lo sfocato è sfocato e non aggiunge tridimensionalità, ma solo mette in luce il soggetto. Quando usavo la 6x6 diaframmavo sempre tra 8 e 22, perchè le possibilità senza AF di mettere fuori fuoco anche il soggetto era notevole E poi a me lo sfocato non piace. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 17:51
“ Col 35 f1.4 a diaframma 16 che sfocato vuoi vedere? Ma anche se diaframmo a f 1.4 sfocando lo sfondo , isolo maggiormente il soggetto, ma non è mai tridimensionale. „ Ad f16 NON si vedono questi effetti, in nessuna lente perchè è tutto a fuoco, che centra f16?. Gli effetti oggetto della discussione si vedono a diaframmi aperti, e lenti della stessa focale, dello stesso marchio alla stessa apertura, ma otticamente (schemi) diversi, danno risultati diversi, questo vuole dire Istoria e sul quale concordo anch' io. Non è una questione di diaframma o di focale ma probabilmente di progetto ottico. Questo succede anche, a parità di focale ed apertura, fra marchi diversi, perchè? Perchè hanno schemi ottici diversi per cui i risultati differiscono. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 17:52
Io resto in attesa della confutazione scientifica del fatto che la resa ottica di ogni lente è identica all'altra. Su questo assioma si basa la vostra errata convinzione pertanto vi invito a dimostrarlo, siamo già al secondo post ed oltre a della, nemmeno divertente, ironia non vedo muoversi nulla. Dovete dimostrare che la differenza di progressione sui piani non incide sulla percezione tridimensionale, prego... fate pure. E comunque Mirko se non sei in grado di comprendere ciò che scrivo "provando" ad estendere dei significati inesistenti alle mie parole che non gli appartengono caschi male ;) Sei stato tu ad UNIFICARE il concetto di composizione nel tuo intervento non puoi lamentarti se poi io lo riutilizzo nella risposta seguendo il tuo discorso. Non attribuirlo a me... sei tu che hai scritto che <<La tridimensionalità è data dalla composizione e non dallo sfuocato di una lente.>> Indicando poi nello sfocato il reo confesso ingannatore dei poveri osservatori. Lo sfocato è reo tanto quanto la "composizione" tanto quanto l'incidenza della luce, l'accostamento dei colori ecc... nel concorso in 3D. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 18:08
“ silenzio è già un buon inizio oltre che un evidente indizio. „ Non devi mica ascoltare i profani ,vai a vederti qualche lavoro di fotografi affermati e poi capirai. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 18:12
Scienza @Mc non fantascienza... portami esempi e spiegazioni scientifiche non mi accontento di indicazioni generiche che sviano dalla risposta. Impegnati un attimo, se è così palese la cosa non dovresti avere problemi no?!! Attendere prego.... |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 18:19
“ Ad f16 NON si vedono questi effetti, in nessuna lente perchè è tutto a fuoco, che centra f16?. Gli effetti oggetto della discussione si vedono a diaframmi aperti, e lenti della stessa focale, dello stesso marchio alla stessa apertura, ma otticamente (schemi) diversi, danno risultati diversi, questo vuole dire Istoria e sul quale concordo anch' io. Non è una questione di diaframma o di focale ma probabilmente di progetto ottico. Questo succede anche, a parità di focale ed apertura, fra marchi diversi, perchè? Perchè hanno schemi ottici diversi per cui i risultati differiscono. „ Cosa c'entra F16? C'entra per dire che se la foto di un obiettivo avesse 3 dimensioni ci sarebbe anche a f16. Che poi a diaframma aperti alcuni obiettivi hanno uno sfocato migliori di altri, ok ci sta tutto, ma si tratta di sfocato e non di foto 3D. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 18:26
Si ma Bergat lo vedrai pure che nella foto dei fiori il "tipo" di sfocato incide sul piano in basso a sinistra, a destra, nel centro del frame dove il ramo esce dal tronco fino ad arrivare al fiore. In un'immagine come quella hai idea di quanto possa incidere la costruzione ottica di una lente piuttosto che nell'altra. Certo che se portiamo tutto da 5.6 in su allora fine del ragionamento... Ma qui si sta parlando di una lente per matrimonialisti e ritrattisti.. per me la valutazione dell'incidenza che le caratteristiche: Sfocato, contrasto, colori hanno sulla resa tridimensionale è un elemento fondamentale. Ma non esistono solo due piani in una foto, o meglio possono esisterne di più o di meno... quindi limitarsi a dire che lo sfocato agisce sullo sfondo è errato. La progressione agisce in ogni passaggio del frame che non si trovi sullo stesso piano. Tra l'altro le linee aprendo il diaframma perdono consistenza arrivando ad alterare la composizione stessa. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 18:30
“ Cosa c'entra F16? C'entra per dire che se la foto di un obiettivo avesse 3 dimensioni ci sarebbe anche a f16. „ No, perchè è TUTTO a fuoco. I miei due esempi che ho postato li hai visti? Le due lenti degli esempi che ho postato (35 f1.4 e 135 f2.0), le uso anche diaframmate, ma non danno lo stesso effetto/risultato, per quanto riguarda il MIO "vedere", quando nella foto è tutto a fuoco, ho l'impressione di vedere un francobollo, ovvero tutto nello stesso piano di fuoco come se non ci fosse "distanza" fra i vari elementi compositivi. Una maggiore sensazione di distanza la ho anche quando uso il 6x6 a parità di diaframma rispetto al FF. Non so spiegarlo tecnicamente, ma le parti fuori fuoco concorrono a darmi quella sensazione di disposizione delle "cose" nel frame |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 18:50
Per capire se davvero la sfocatura di una lente alle diverse profondità di campo comporti un effetto di tridimensionalità nell'osservare un'immagine a due dimensioni bisognerebbe avere delle cognizioni scientifiche su come funzioni la vista umana e su come percepiamo la profondità. A me risulta che l'uomo abbia una capacità di accomodazione automatica e praticamente istantanea ragion per cui vediamo sempre a fuoco, spostando la nostra "messa a fuoco automatica" mentre spostiamo lo sguardo, dunque pur avendo una certa finita "profondità di campo", a noi sembra sempre di vedere a fuoco (escludiamo dal discorso problemi di presbiopia), se mi sbaglio, se così non è correggetemi. La profondità di ciò che vediamo viene percepita tramite visione binoculare, la stereopsi è la capacità di riconoscere la distribuzione in profondità dell'oggetto. In questo articolo, molto divulgativo, www.otticafava.it/la-visione-monoculare-visione-stereo-e-percezione-de se leggete verso la fine, trovate quali siano i meccanismi compensativi che consentono di percepire la profondità degli oggetti a chi non sia più, per varie ragioni, dotato di visione binoculare e stereopsi, qui le sintetizzo ed elenco: - parallasse del movimento - profondità del movimento - prospettiva - dimensione relativa - dimensione familiare - prospettiva aerea - alloggio - gradiente di trama Come leggete non è in alcun modo citata la sfocatura e la profondità di campo, che pure nell'occhio umano esistono come qui si discute in questo articolo scientifico sulla profondità di campo nella visione umana : www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0042698998003174 Io alzo le mani, non ho le competenze e la pazienza di leggerlo, in ogni caso NON è la risposta a come l'uomo percepisce la profondità e non è stato sopra citato come meccanismo o proprietà in base alla quale riconoscere la tridimensionalità: una dimenticanza di un articolo troppo divulgativo e poco approfondito? Qui nessuno, me compreso, ha competenze in proposito e firse la discussione potrebbe andare avanti all'infinito. Ripropongo la domanda: se lo sfocato ci restituisce una sensazione di tridimensionalità perché nelle foto di paesaggio semplicemente non apriamo il diaframma a TA in modo che l'osservatore guardando la foto venga "tirato dentro la scena"? Perché a quanto pare questo sfocato tridimensionale vale solo per fotografare persone ambientate e, a quanto pare, solo con grandangoli da 21mm usati a TA (ricordo che la vista umana corrisponde ad un 43mm su FF)? |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 18:53
Stacco? Tridimensionalità? Semplicemente sfocatura. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:22
Comunque ho l'impressione che abbiamo delle percezioni differenti, io negli esempi postati da Ulysseta e da Rigel vedo qualcosa che chiamo tridimensionalità, forse altri non la vedono, forse la vedono ma non la identificano come tridimensionalità. |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:38
“ A me risulta che l'uomo abbia una capacità di accomodazione automatica e praticamente istantanea ragion per cui vediamo sempre a fuoco „ Questo è vero ma secondo me non si può fare un parallelismo fra vista umana tutta a fuoco e fotografia tuttz a fuoco. Anche se noi vediamo praticamente tutto a fuoco, ci concentriamo su un elemento alla volta fra tutti quelli presenti nella scena; quando ne osserviamo uno gli altri, anche se non sono sfocati, sono comunque quasi di contorno e meno presenti. Se guardiamo la stessa scena vista dal vivo su una foto tutta a fuoco, le cose cambiano ed il soggetto percepito è la foto nella sua interezza, tutti gli elementi della foto sono parimenti presenti. Si può avere una sensazione di tridimensionalità guardando una foto se viene simulato il modo di percepire che abbiamo (perchè noi vediamo in 3D e quindi quanto più un'immagine riproduce il nostro modo di vedere, quanto più ci potrà sembrare realtà e quindi 3D), bisogna quindi che un il soggetto sia riconoscibile. Ecco che una leggera sfocatura di quello che non è soggetto, assieme ad una certa vignettatura che aumenti l'illuminazione relativa del soggetto, aiutano secondo me a ingannare il cervello facendogli credere che sta osservando la realtà e non una foto. Quindi la sfocatura deve essere quel tanto da non apparire a fuoco e far percepire la differenza rispetto al soggetto, ma non troppa da creare una situazione visiva che il nostro cervello non riconosce come realistica (sfondo completamente sfocato ed illeggibile nei ritratti, che secondo me non è tridimensionalità ma isolazione del soggetto che è un'altra cosa). Se poi vogliamo ulteriormente aiutare il nostro cervello a percepire una foto come realtà, dobbiamo anche fornirli un campo (angolo) che gli risulti naturale; ecco quindi che le focali un po' wide 24mm/28mm/35mm danno ottimi risultati, ma si può anche andare oltre nelle due direzioni. Altra cosa è il contrasto e la nitidezza del soggetto che devono essere alti, proprio per fare in modo che il soggetto sia più presente rispetto al resto. Questi sono secondo me gli aspetti sulla resa della tridimensionalità che possono dipendere dall'obiettivo, fermo restando che la componente è minoritaria rispetto al resto (composizione, prospettiva, luci ed ombre, gradiente di profondità per foschia ed altre cose ripetute più volte). |
| inviato il 28 Agosto 2024 ore 19:49
“ se lo sfocato ci restituisce una sensazione di tridimensionalità perché nelle foto di paesaggio semplicemente non apriamo il diaframma a TA in modo che l'osservatore guardando la foto venga "tirato dentro la scena"? Perché a quanto pare questo sfocato tridimensionale vale solo per fotografare persone ambientate e, a quanto pare, solo con grandangoli da 21mm usati a TA (ricordo che la vista umana corrisponde ad un 43mm su FF)? „ nelle foto di paesaggio, se paesaggio deve essere, devi avere tutto a fuoco perché serve nitidezza su tutto il frame e il 3D, inteso come percezione "sparisce", mentre con il contrasto ed il microcontrasto si mettono in risalto le volumetrie degli oggetti, alberi, montagne, dando agli oggetti componenti il frame la sensazione di "volume". In questa non è che ci sia poi tutto lo sfocatone di cui si parla
 però, guardandola ho la sensazione della distanza che c'è fra le varie persone presenti nel frame |
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