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Aiuto digitalizzazione foto a pellicola


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avatarsenior
inviato il 23 Agosto 2024 ore 9:39

Ma come hanno fatto a determinare queste risoluzioni ...sono 4 micron a linea....?microscopio ?
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Quando si fanno i test di Risoluzione i negativi vanno appunto osservati con il microscopio.
E comunque non devi stupirti troppo caro Speed, perché questi non sono negativi troppo comuni, un negativo "normale" ha infatti una Risoluzione molto più bassa e che oscilla, in media fra 80 e 100 lp/mm... quello che è sconvolgente è che sul finire del secolo scorso Fuji stava studiando delle nuove emulsioni che, in versione "normale", assicuravano Risoluzioni circa pari rispetto a quella di queste emulsioni B&W ultraspecialistiche Confuso
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Poi mi chiedo ma lo scanner riesce a trasferire tutta sta risoluzione...?
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Questo onestamente non lo so, so di certo però che in proiezione il SuperColorplan ce la fa alla grande!
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avatarsenior
inviato il 23 Agosto 2024 ore 14:06

Voglio ottenere delle DIA non scansionare. Non ho mai proiettato DIA B/N, vorrei vedere quindi il risultato.

avatarsenior
inviato il 23 Agosto 2024 ore 15:50

Spettacolare... come sempre del resto! ;-)

avatarsenior
inviato il 23 Agosto 2024 ore 17:05

i telaietti si vendono e bastano solo delle forbici.;-)

avatarsenior
inviato il 23 Agosto 2024 ore 18:38

Meglio il DiaCut ;-)

avatarsenior
inviato il 23 Agosto 2024 ore 18:44

Lo so che li vendono era per un discorso di costi.
Digitalizzare le dia è più semplice del negativo?
Usando uno scanner piano oppure la ML con tubo di prolunga e lavagnetta luminosa.

avatarsenior
inviato il 23 Agosto 2024 ore 20:27

meglio lo scanner, ma dipende anche dallo scanner. Un plustek va più che bene

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2024 ore 16:50

Premesso che la digitalizzazione e' "insindacabile", perche' vuol dire c'e' l'esigenza di condividere su web, supporto digitale, oppure come passo intermedio per la stampa (anche in questo specifico caso i motivi possono essere diversi).
Il vero peccato e' che si perdono totalmente le sfumature e i colori della pellicola.Quantomeno con i mezzi accessibili ai comuni mortali. Per inciso, quelli che si vedono sono i colori mutuati dal monitor, non sono piu' quelli della diapositiva... risultato: come naturalezza e gradevolezza spesso inferiore a quello di un cellulare di fascia bassa.

avatarsenior
inviato il 25 Agosto 2024 ore 19:03

Beh Simone quello delle sfumature è l'unico, vero limite della tecnologia digitale, perché si sa che così come i pixel sono di un numero FINITO altrettanto finito, seppure molto maggiore ovviamente, è pure il numero delle sfumature.
Al contrario della pellicola dove invece le sfumature, per definizione, sono INFINITE.
È chiaro che se andiamo a calcolare il numero FINITO delle sfumature del colore digitale esce fuori un numero astronomico tale da ridurre di parecchio questo, come dire, divario di sensazioni numeriche...resta però il fatto che una proiezione digitale è ancora una cosa piuttosto distante da una diaproiezione.

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2024 ore 10:11

La differenza tra analogico e digitale si può rappresentare con la differenza tra una curva ed una line spezzata.
I primi plotter a pennini, tendenzialmente andavano "dritti", perché fargli gestire un movimento curvilineo era molto oneroso, per cui i cerchi erano eseguiti con delle linee poligonali. Un plotter da 30 milioni faceva tanti segmenti piccoli e non si notava la differenza, uno da 3 milioni disegnava di fatto dei poligoni.
Ora la gamma tonale di una pellicola è continua, quella di una immagine digitale è composta da tanti gradini.
Oggi i gradini sono così tanti che risultano piccolissimi e quindi la differenza non si nota.
Ma il problema è un altro, utilizzare una tecnica o un'altra è un discorso di scelta personale.
La foto chimica, rispetto a quella digitale, oggi risulta molto più laboriosa e costosa, ma chi la vuole intraprendere fa benissimo a sperimentarla. Ha senso però se si esegue l'intero trattamento restando in quel tipo di procedimento.
Passare i negativi scattati oggi, volutamente, nello scanner perché non si vuole proseguire il trattamento della stampa, ha poco senso. Diverso il discorso del recupero dei vecchi archivi.

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2024 ore 11:05

E daje... ha poco senso...

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2024 ore 11:25

La differenza tra analogico e digitale si può rappresentare con la differenza tra una curva ed una line spezzata.
I primi plotter a pennini, tendenzialmente andavano "dritti", perché fargli gestire un movimento curvilineo era molto oneroso, per cui i cerchi erano eseguiti con delle linee poligonali. Un plotter da 30 milioni faceva tanti segmenti piccoli e non si notava la differenza, uno da 3 milioni disegnava di fatto dei poligoni.
Ora la gamma tonale di una pellicola è continua, quella di una immagine digitale è composta da tanti gradini.
Oggi i gradini sono così tanti che risultano piccolissimi e quindi la differenza non si nota.
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Perfetto!

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2024 ore 11:35

Beh Enrico Fileo ha detto che il trattamento misto ha poco senso, non che non ne abbia in assoluto.
E sostanzialmente ha ragione perché col trattamento misto una fotografia NASCE chimica ma MUORE digitale.
La qual cosa, a ben vedere, è quantomeno una contraddizione in termini.

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2024 ore 12:36

Ricordo che ogni passaggio analogico comporta una perdita di qualità in quanto il contenuto di "arrivo", rispetto a quello di "partenza", presenterà un degrado magari minimo, ma ci sarà comunque.
A seconda che si tratti di contenuti di immagini o di audio, ci sarà un decadimento nella risoluzione, nella gamma tonale o nel rapporto segnale disturbo e nella linearità della risposta in frequenza.
Un contenuto digitale, se non si tratta di materiale compresso lossy (jpg per esempio), non presenta questo inconveniente.
Quando ho provato a fare montaggio video con apparecchi analogici, ricordo benissimo che ad ogni passaggio il segnale si degradava, quando poi ho preso una videocamera mini DV, potevo fare tutti i passaggi che volevo ma la qualità (non elevatissima certo) della cassetta digitale restava invariata.
Il passaggio dalla pellicola al digitale, fatto tramite scanner per pellicole, o fotografando in macro la pellicola con un apparecchio digitale, comporta comunque una ulteriore perdita di qualità, che non ci sarebbe se proseguissimo nel trattamento analogico.
Concordo pienamente con PaoloMcmix.

avatarsenior
inviato il 28 Settembre 2024 ore 12:41

Lo stesso discorso si può fare per i dischi in vinile: chi ha una grande collezione di dischi in buone condizioni, fa benissimo a continuare ad usare il giradischi, se è disposto a sopportare i necessari sbattimenti.
Ma oggi, andarsi ad accattare un giradischi vintage a caro prezzo, per ascoltarci vecchi vinili comprati al mercatino, usati per decenni sul giradischi di Selezione, pieni di polvere e di rigature, non ha molto senso.
Ne ha anche meno, prendere i vinili di oggi in edizione speciale, che al 99% sono incisi in digitale, pagandoli il doppio del cd.

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