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Ritorno all'analogico = fuga dalla libertà?


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user254277
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inviato il 24 Marzo 2024 ore 19:18

Le Kodachrome devono essere rimaste lì per molto tempo e, per quanto ne so, non vengono più sviluppate. Steve McCurry ha celebrato l'ultimo Kodachrome nel 2010:


Purtroppo, quei 3 rullini erano finiti sul fondo del vecchio congelatore e quando li avevo rintracciati era oramai troppo tardi.Triste
Li espongo comunque per dimostrare che io ero un fotoamatore appassionatissimo della superba DIA PKM/25ISO che, impressionata con le sensazionali Leitz M, provocava scintille!Sorriso












user254277
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inviato il 24 Marzo 2024 ore 19:30

Come pure le Ektar 25 e le Velvia con la confezione pre 2007


Le Ektar25 sono ancora in essere.
Le Velvia ante007 le ho lasciate - naturalmente vuote - a dimostrazione del fatto che io, da sempre, ho impressionato Velvia e che ancora oggi, continuo ad impressionare e, SOLO, con ottiche Leitz.
Su Internet, la prova a sostegno di ogni affermazione, è assolutamente essenziale: Le chiacchiere, sempre corpose, a volte lasciano perplessi e fanno ridere...perciò: PROVE - PROVE - PROVE!!!

Io, comunque, vorrei poter disporre di Velvia 25ISO con le medesime supercaratteristiche della PKM25ISO la quale, ancora oggi, è ben superiore a Velvia50...e dunque mi accontento.



avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 11:34

Opinabile.

La Kodachrome 25 si caratterizzava per la sua grana ridotta, RMS 9, la sua alta Risoluzione, 60 e 120 lp/mm, la sua bassa saturazione cromatica, figlia di scelte progettuali legate alle esigenze di stampa editoriale piuttosto che alla proiezione, e un cromatismo generale attagliato all'Art Decó di moda negli anni '30.

La Velvia si caratterizza per la stessa grana ridotta, RMS 9, una altissima Risoluzione, 80 e 160 lp/mm, la sua alta saturazione cromatica unita poi all'alto contrasto, oltre alla resa perfettamente neutra del Nero, la rendono ideale ai fini della proiezione... anche in virtù di un cromatismo generale perfettamente bilanciato dalla eccellente riproduzione del Bianco, oltre che del Nero suddetto.

Le Kodachrome inoltre hanno una durata estrema allo scorrere del tempo, se ben conservate e soprattutto tenute all'oscuro, durano pochissimo invece se sottoposte spesso allo stress della proiezione.
Non per nulla Kodak, nelle istruzioni dei suoi proiettori, raccomanda di non lasciare le proprie diapositive in proiezione per oltre sessanta secondi, perché una esposizione prolungata alla massima potenza potrebbe danneggiarle fisicamente, soprattutto nella modalità High Light (survoltata), oltre a sbiadirne i colori.

La Velvia al contrario, grazie alla sua alta saturazione cromatica e alla più moderna concezione legata in primis alle esigenze della proiezione, non soffre di questi limiti, per testarne la durata nel tempo invece dobbiamo ancora attendere anche se, personalmente, la adopero dal 1990 e nel mio archivio nessuna, almeno finora, ha subito l'oltraggio del tempo, al contrario di più di qualcuna delle Kodak selezionate per le dissolvenze, le quali pertanto vengono proiettate con una certa regolarità.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 12:43

Hahaha è tornato uno dei bravi di Don Rodrigo armato di Leitz. MrGreen

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 13:58

@Diebu
In linea teorica si, ma non dimentichiamo che il digitale ha vinto (già vent'anni fa) in termini di diffusione proprio per la praticità, quindi dubito che oggi ci sarebbero molte persone disposte a rinunciare a tale praticità, temo piuttosto che se non vi fosse la possibilità ibrida una buona fetta di fotografi rinuncerebbero del tutto alla pellicola; del resto il mondo della Camera oscura e delle relative attrezzature era già una nicchia ai tempi, quando il digitale non esisteva.
Non conosco i "numeri" attuali del mercato di tutto ciò che è legato alla stampa in camera oscura, ma dubito che, nonostante il risorgere della pellicola (per fortuna non tutti adottano solo il sistema ibrido, molti seguono ancora tutta la filiera tradizionale) siano tornati a quello che erano 20 - 25 anni fa e dubito ancor di più che ci tornerebbero se non esistesse l'alternativa ibrida; anzi, credo che a uno che stampa con sistema ibrido possa prima o poi venire la curiosità-voglia di cimentarsi anche in camera oscura (infatti più volte ho letto di fotoamatori che hanno fatto tale percorso), ma se non inizia a maneggiare la pellicola (anche in maniera ibrida), questa possibilità è remota, insomma il sistema ibrido può fungere da "catalizzatore" per il ritorno alla camera oscura.


Oso pensare che se non ci fosse stata l'iniziale folle corsa alla stampa fai da te digifacile cancellando di fatto tutta una rete di laboratori medio-piccoli, ora magari ci si ritroverebbe con uno scenario più vario, concorrenziale e quindi meno dispendioso. Sempre opinioni in libertà.

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 14:12

Oso pensare che se non ci fosse stata l'iniziale folle corsa alla stampa fai da te digifacile cancellando di fatto tutta una rete di laboratori medio-piccoli, ora magari ci si ritroverebbe con uno scenario più vario, concorrenziale e quindi meno dispendioso. Sempre opinioni in libertà.
********************

Certo Ettore, sono opinioni in libertà, io però mi sento di condividerle.
Soprattutto per quanto riguarda la stampa fai-da-te... peccato però che dalla stampa a colori in autarchia si sia presto passati alla sola visione a monitor, adottata peraltro solo come mezzo di lavorazione dei file per la successiva, e immediata, condivisione in rete.
La conseguenza è stata, per l'appunto, la drastica riduzione del numero dei laboratori professionali, che nell'arco di due o tre anni si sono ridotti di almeno venti volte rispetto al numero originario, portando di fatto all'estinzione completa dell'idea stessa della stampa quale fine ultimo del fare fotografia!

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 14:29

Ma...

se lo scopo è mostrare le proprie foto nel modo più efficiente possibile.

Mi spiegate perchè si dovrebbe continuare a stampare piuttosto che postare in rete?

Cioè, dove sta scritto che il fine ultimo deve essere per forza la stampa?

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 14:31

@Jazzcocks
Cioè, dove sta scritto che il fine ultimo deve essere per forza la stampa?


Sulle tavole della Legge.;-)

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 14:38

Cioè, dove sta scritto che il fine ultimo deve essere per forza la stampa?
*****************

E te lo devo spiegare io?
Il fine ultimo è quello di poter tenere fra le mani, prima ancora di osservarle, e anche a distanza di decenni, se non di secoli, un ricordo tangibile, prima che visivo, di cose, paesaggi, persone, ambienti, situazioni e luoghi comparsi... oppure semplicemente dimenticati.
I motivi insomma possono essere millanta, e del resto, scusa, a te non è mai capitata fra le mani una fotografia di tuo nonno?

avatarsenior
inviato il 25 Marzo 2024 ore 14:45

Senza contare che una bella fotografia, in una stampa di formato generoso, è un eccellente complemento d'arredo.
Oltre che un affettuoso regalo... o perché no anche un raffinato omaggio ;-)

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2024 ore 7:38

Io sono a favore della stampa ...la realtà sembra vada il altra direzione ..
Faranno cornici LCD 8k o più di grandi dimensioni da appendere ....tanto fra un po' costeranno meno di una stampa tradizionale ..
Piu il digitale migliora le caratteristiche per stampare ,meno lo si fa......va così

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2024 ore 9:46

Anche a me piacciono le stampe,
ma non si può dire che sia il fine ultimo della fotografia.

Il fine della fotografia è la riproduzione della realtà.
l' output può essere diverso.
Fino a 15-20 anni fa erano le stampe assolutamente e le dia da proiezione.
Oggi sono gli schermi dei dispositivi.

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2024 ore 10:29

Buongiorno a tutti,

Lastra fotografica, Pellicola, Sensore, Stampa, Proiezione, Schermi e un giorno ologrammi.
Sono nomi che raccontano una storia, la storia della fotografia.

Da sempre chi ha fotografato sia per professione che per diletto ha affinato una sua tecnica più o meno consapevole che si trattava del suo modo di far fotografia, un modo personale il suo mondo.
Da qui di conseguenza iniziano le discussioni sul cosa è meglio e sul cosa è peggio.

La maggior parte delle persone trova nella comodità sia di utilizzo che poi di comunicazione la condizione per determinare le proprie preferenze. Un po per pigrizia, un po per mancanza di tempo e spesso per la non capacità di gestire cose complesse si è portati ad usare la comodità come metro di misura per le proprie scelte.

Ci sono poi persone che si sentono più vicine ad un sistema e/o a una tecnica perché fanno parte della sua cultura e restano fedeli alle proprie idee per diversi motivi. In tanti hanno talmente sviluppato un loro mondo che abbandonarlo è un po come morire. Rarissimamente qualcuno resta ancorato a un sistema specifico per uno studio e quindi una scelta ponderata su quello che sono le sue esperienze e il confronto con altre persone e quindi esperienze diverse dalla sua senza farsi trascinare dalle mode o dalla sua convinzione dove io sono io e voi siete il nulla.

Per il mio modo di pensare e di vedere per percorrere una strada non serve andare troppo veloci e nemmeno troppo piano, si deve trovare un equilibrio proprio che appaghi pienamente il viaggio senza perdersi nulla.

Per dirla in poche parole il progresso ci porta alla sfida del saper trovare un equilibrio dinamico e non statico, quindi saper gestire l'instabilità costante. Questo vale anche nel caso della fotografia, oggi tutto è diventato relativo, nulla è assoluto anche nelle questioni tecnico scientifiche. Si naviga a vista e la nostra esperienza e consapevolezza ci porta a cavalcare le onde più alte, se non siamo capaci di mantenere un equilibrio dinamico veniamo inghiottiti dal marketing e ci lasciamo cullare dalla comodità.

In tutto questo abbiamo dimenticato la luce, unica condizione assoluta per poter fotografare.

Buona luce a tutti...

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2024 ore 10:42

Beh in effetti, e a ben vedere, la stampa è il fine ultimo solo del negativo, Colore o BW che sia, perché il negativo, essendo un NEGATIVO appunto, ha bisogno della stampa per divenire un POSITIVO e come tale fruibile.

Allo stesso modo in cui il fine ultimo della diapositiva è la proiezione che, appunto, sfrutta la sua essenza di essere un POSITIVO anche perché, ragionando per assurdo, se lo si stampasse diverrebbe un NEGATIVO e come tale quindi sarebbe del tutto inusabile ;-)

A questo punto allora il fine ultimo del digitale è la condivisione in rete, cosa per cui è nato del resto, e non già la stampa!

avatarsenior
inviato il 26 Marzo 2024 ore 10:52

Oggi sono gli schermi dei dispositivi.


Gli schermi dei dispositivi sono ricordi volatili. ;-)

Non ho pareti per appendere molte stampe. Per questo a volte faccio un fotolibro.
Sia da negativi digitalizzati, ma anche da foto della fotocamera digitale.

Il risultato è sempre analogico. Cool

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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