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Liberati del superfluo ;/) L. Ghirri


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avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 11:08

E quale é il problema? Hanno scelto un mezzo che copre le necessità senza avere un ulteriore ingombro
Le foto vengo più o meno sempre e sono subito a disposizione per essere condivise

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 12:34

www.einaudi.it/catalogo-libri/arte-e-musica/arte/lerrore-fotografico-c

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 14:39

Ma…. non c'è nessuno in questo post che di tanto in tanto esce a far quattro passi in compagnia portandosi appresso la tracollina con la fotocamera ?
tipo che se c'è qualcosa da fotografare si fotografa e se non c'è nulla si parla del più e del meno senza autoflagellarsi con pensieri strani da forumamatori…
Cioè, quando decidete di farvi un giro con la fotocamera entrate in uno stato mentale del tipo oggi esco e produco cultura e arte ?

Diciamo che la fotografia ti cambia il come ossservi il mondo. Io quando esco per fotografare cerco i meiei soggetti ed osservo anche e le situazioni inaspettate, ma potenzialmente interessanti che si possono presentare (carpe diem: cogli il giorno, cogli l'attimo). Se riesco a produrre qualcosa di buono bene e cerco di farlo, diversamente non mi dispero e mi strappo i capelli: alle volte anche solo qualche esperimento compositivo può non essere una perdita di tempo e quanto può essere utile da studiare con calma a casa e che sarà utile per la volta sucessiva.

La fotografia spesso ti spinge ad andarti a cercare soggetti fotografici interessanti, scene, pattern ed altri elementi fotografici che attirano la tua attenzione e ti stimolano. Il problema è che se si è in compagnia di amici/familiari si può essere più deconcentrati, perché si ha anche voglia di godersi la giornata con gli altri e di parlare con loro o fare altro come bere qualcosa insieme.
Diciamo che è anche una forma mentale: una persona che si dirige da un punto A ad un punto B magari osserva distrattamente quello che ha intorno, chi fotografa osserva con più attenzione, si guarda a destra ed a sinistra, ma anche in alto ed in basso (sempre facendo attenzione a quando si attraversa la strada MrGreen)...ed ascolta anche con attenzione. Un rumore in un basco può può essere un animale di passaggio, risate in strada possono dare l'indicazione di una scena allegra nelle vicinanze... Anche l'olfatto può fornire informazioni, penso all'odore dei fiori, all'odore di qualcosa di buono da mangiare preparato da una/un brava/o cuoca/o...
Tantissime possono essere le scene interessanti ed a volte ce le si trova davanti, mentre altre volte è quasi come una caccia al tesoro senza una mappa. ;-)
Poi ci sono foto più organizzate come i ritratti posati o le foto a gare sportive o concerti, ma questo è un altro discorso e comunque avere l'occhio allenato serve sempre. Ci sono le uscite fotografiche organizzate e quelle in cui "si va a caccia (fotograficamente parlando ovviamente)".

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 14:47

E perché non parlare dell'errore fotografico?
Evento in grado di scatenare derive di significato che altrimenti sarebbero state prigioniere del raziocinio e del rigore tecnologico.
Una foto generata da un errore non è sbagliata, è solo una foto differente.
E il fotografo, questo egocentrico personaggio che spesso fa l'errore di sottovalutarsi, sopravvalutando il mezzo che usa, fa la differenza non solo quando scatta e usa l'attrezzo. La fa anche quando sceglie fra il materiale prodotto, in funzione di cosa ha deciso di trasmettere e come.

L'errore fotografico è di per sè interessante e stimolante. Una foto scattata in un certo modo per errore può risultare buona ed interessante lo stesso, porprio per il fatto di uscire dagli schemi del raziocinio e dalle imposizioni che ci si mette: l'errore può essere un'interessante deviazione che può portare ad una meta interessante e quindi a miglioramenti validi. Di per sè gli errori non sono sempre e solo negativi. ;-)Sorriso

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 14:58

">www.einaudi.it/catalogo-libri/arte-e-musica/arte/lerrore-fotografico[/

Sì, appunto

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 15:45

@Gian Carlo F
Ormai 9 persone su 10 (anche più...) scattano così (con smartphone), bisognerà pur farsene una ragione.


Va bene, me ne farò una ragione però...........
non vorrei che quando uno scatto riesce "meno bene", e per questo criticato, il motivo sia da ricercare nell'"essenzialità" del mezzo usato mentre quando viene "bene" la stessa "essenzialità" diventi motivo moltiplicatore di elogi.
In ogni caso al come preferisco il perchè e se questi risiede nell'immediatezza dell condivisione social....... anche no, grazie.

avatarsenior
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 16:59

“Fotografia e inconscio tecnologico “ di Franco Vaccari
(Occorre solo riuscire a superare il primo capitolo)

avatarsupporter
inviato il 08 Gennaio 2023 ore 18:52

Segnato ;-)

avatarsenior
inviato il 09 Gennaio 2023 ore 7:24

Ghirri è stato un maestro assoluto


Sì, certamente lo è stato nell'eleggere la simil-banalità a suo tratto distintivo e suo prediletto terreno di elezione.

Come autore va necessariamente legato al periodo di attività, in quanto molti suoi lavori risentono del tempo trascorso se analizzati con occhio contemporaneo.

Ha fatto sicuramente tendenza e eserciti di proseliti, amatissimo soprattutto nell'ambito di club, circoli e ambienti fotoamatoriali.
Assai probabilmente perchè la sua visione fotografica si presta e risulta di facile imitazione.

Si potrebbero stilare lunghi elenchi di grandi fotografi la cui emulazione invece risulta essere pressochè impossibile. E quelli sono i veri Grandi fotografi, quelli con la G maiuscola.

Pur comprendendo la poetica visuale delle sue opere, così minimal, simil-zen, o anche metafisiche... Che ripeto vanno obbligatoriamente valutate in considerazione del loro tempo di realizzazione, ma pur tenendo conto di tutto ciò, per un numero non certo esiguo della sua produzione, non si può non rilevare di come il confine sia assai sottile da quello che lo separa della banalità, appunto soprattutto vedendolo in ottica contemporanea.

Pur avendo fatto epoca e tendenza come pochi, personalmente mi sento di ritenerlo autore certamente sopravvalutato e che ha trovato successo e fama in dosi assai più generose di quanto si sarebbe detto.

Certi autori che hanno operato nel secolo scorso, contemporanei o anche antecedenti a lui, risultano a tutt'oggi modernissimi e inavvicinabili, a differenza sua.
E il cui tempo ha reso come autore un po' "stantio".

avatarsenior
inviato il 09 Gennaio 2023 ore 8:58

scriveremo ghirri con la "g" minuscola. Sorriso è per sdrammatizzare ... :)

Ovviamente non concordo nemmeno nella punteggiatura. Sorriso

avatarsenior
inviato il 09 Gennaio 2023 ore 9:05

Ed io, unendomi al pensiero di Schyter, aggiungo che non concordo nemmeno con gli spazi e gli interlinea (gli unici peraltro ove si intravvedevano tracce di ragionamento e di argomentazione).

Senz'offesa eh.

avatarsenior
inviato il 09 Gennaio 2023 ore 9:13

E' un hommage a Cartesio: sparo contro Ghirri quindi sono ;-)

avatarsenior
inviato il 09 Gennaio 2023 ore 9:54

"Si potrebbero stilare lunghi elenchi di grandi fotografi la cui emulazione invece risulta essere pressochè impossibile. E quelli sono i veri Grandi fotografi, quelli con la G maiuscola"
Remember io mi accontento se ci fai 3 nomi di grandi fotografi di passaggio, della stessa epoca, che abbiano la G maiuscola e non siano stati superati dal tempo come invece pare sia successo a Ghirri.

user204233
avatar
inviato il 09 Gennaio 2023 ore 10:05



Nella Street Photography, scattare senza l'autofocus settato per mettere a fuoco "soggetti in movimento", ma impostandolo per mettere a fuoco "soggetti statici", è un errore?

avatarsenior
inviato il 09 Gennaio 2023 ore 12:18

Sì, certamente lo è stato nell'eleggere la simil-banalità a suo tratto distintivo e suo prediletto terreno di elezione.

Come autore va necessariamente legato al periodo di attività, in quanto molti suoi lavori risentono del tempo trascorso se analizzati con occhio contemporaneo.

Ha fatto sicuramente tendenza e eserciti di proseliti, amatissimo soprattutto nell'ambito di club, circoli e ambienti fotoamatoriali.
Assai probabilmente perchè la sua visione fotografica si presta e risulta di facile imitazione.

Si potrebbero stilare lunghi elenchi di grandi fotografi la cui emulazione invece risulta essere pressochè impossibile. E quelli sono i veri Grandi fotografi, quelli con la G maiuscola.

Pur comprendendo la poetica visuale delle sue opere, così minimal, simil-zen, o anche metafisiche... Che ripeto vanno obbligatoriamente valutate in considerazione del loro tempo di realizzazione, ma pur tenendo conto di tutto ciò, per un numero non certo esiguo della sua produzione, non si può non rilevare di come il confine sia assai sottile da quello che lo separa della banalità, appunto soprattutto vedendolo in ottica contemporanea.

Pur avendo fatto epoca e tendenza come pochi, personalmente mi sento di ritenerlo autore certamente sopravvalutato e che ha trovato successo e fama in dosi assai più generose di quanto si sarebbe detto.

Certi autori che hanno operato nel secolo scorso, contemporanei o anche antecedenti a lui, risultano a tutt'oggi modernissimi e inavvicinabili, a differenza sua.
E il cui tempo ha reso come autore un po' "stantio".


Mi trovi in disaccordo.
C'è a disposizione ampia bibliografia di testi sulla fotografia che parlano di segni, significanti, significato e che permetterebbe di guidare la capacità di non valutare una fotografia in base a codici predefiniti e standardizzati del linguaggio fotografico, ma in maniera differente (non è qui che va spiegato il concetto).
E' da questo punto di vista che Ghirri è stato un maestro.

A proposito del mondo fotoamatoriale, quello è fatto di emulazione. Ci si adegua ai codici citati sopra per trovare riconosciuta una propria identità e avere una sorta di legittimazione al ruolo. "So fare quelle cose, quindi ci posso stare fra voi". Un po' come cantare nel coro della chiesa.

Proprio quello che Ghirri non ha fatto.

Anche un "atto eroico" come quello di fotografare in modo da non poter essere emulato è un atteggiamento di invadenza narcisistico e ridondante nei confronti della funzione della fotografia e nei confronti del significato dell'immagine. Costringere lo sguardo del fruitore a visualizzare solo quel che il fotografo ha inteso è atto di prepotenza.

Il vero valore, a mio parere ma non solo mio, non sta nell'emulare Ghirri, perché sarebbe un adeguarsi a codici di linguaggio predefiniti. Piuttosto, liberare quelli propri assieme a quelli che altrimenti rimarrebbero nascosti da un eccesso di controllo sull'immagine finale, prigionieri del raziocinio e già pre-confezionati come tutti gli altri.

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