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Mark Ruwedel







avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2021 ore 17:22

Eh no! Giulietta: www.fotografiaeuropea.it/fe2016/files/2016/03/Guido-Guidi-Cesena-3-198
128 Sport e Ritmo: alchetron.com/Guido-Guidi-(photographer)#guido-guidi-photographer-046e

user225138
avatar
inviato il 16 Novembre 2021 ore 17:58

Non avevo capito a quale ti riferivi per la prima. Sulla seconda, è vero: 128 Sport. Pensa che l'ho pure avuta! MrGreen

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2021 ore 18:18

Ti ricordi questo?


user225138
avatar
inviato il 16 Novembre 2021 ore 18:27

Ehm, no. Comunque, finirei qui con questa deriva trash del thread, altrimenti (giustamente) ci bannano. MrGreen

avatarsupporter
inviato il 16 Novembre 2021 ore 19:46

Ma che triste Roberto, la fabbrica dell'arte, non lo sapevo. Non dubito che Fontana e Manzoni fossero allegri, tant'è vero che ho parlato di scherzi elevati ad arte. Chi ci si è arricchito si è divertito più di tutti.


Piero Manzoni non ha fatto in tempo sd arrichirsi perché è morto giovane. Ma non ne aveva bisogno perché era già ricchissimo di famiglia.

Mi sembra che le quotazioni delle sue "mer.de d'artista" e pure dei suoi palloncini con su scritto "fiato d'artista" siano salite dopo la sua dipartita... vecchia storia...

Su Lucio Fontana non ho i dati su quanto abbia guadagnato, ma penso che coi "tei taià" abbia messo via cifre ragguardevoli.
Però senz'altro quatto soldi rispetto a quanto ha accumulato Picasso.

P.S.: Quella del manifesto di Giorgio Porcaro non è una 128 Sport ma una 128 3 porte, il modello che aveva sostituito la Sport.
Ricordo la prova di Quattroruote. La conclusione è che la 3 porte aveva guadagnato in abitabiltà e praticità me aveva perso in feeling e dinamicità rispetto alla Sport.
Poi io, pur essendo un ragazzino, trovavo imbarazzante il design dei fanali posteriori della 3 porte.

avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2021 ore 21:05

Una foto spaiata di quel genere non dice nulla, né ieri né oggi. Se la foto è particolarmente bella per la luce o altro, si può pensare: che bella foto! Ma in questo caso la foto non è straordinaria. Perché abbia un valore deve far parte di un insieme, un progetto o reportage, chiamiamolo come vogliamo, che abbia un tema. In questo caso è l'insieme delle foto ciò che ha un senso.


In larga parte concordo con questa affermazione, però poi ci sono casi come quelli della foto sottostante la quale, pur essendo inserita in un contesto, "sta su da sola", nel senso che (almeno per quanto mi riguarda) è talmente potente che può benissimo vivere di vita propria, senza scomodare la collezione cui appartiene.



avatarsenior
inviato il 16 Novembre 2021 ore 23:53

Questo è Salgado, ti posso trovare una foto assai simile di un fotoreporter inglese, George Rodger, che forse è anche stata scattata prima di questa di Salgado. Ma devo cercare, ho bisogno un po' di tempo.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2021 ore 10:15

Riporto questo brano di intervista, a proposito della opposizione tra i due Adams, è un intervista a Gossage non a Robert Adams, ma penso spieghi il sentire dell'epoca:
Q: One of the things in looking at the other images that we showed, Robert Adams and Baltz, Lee Freelander and also Frank Gohlke and you really reinvented the way photographs were printed in the 70s, that the language really changed, I think what most audiences were used to looking at was an Ansel Adams; you have a black black and a white white, and it's a nice kind of…, you can find every zone in a 1 through 10 represented in there and even in photographers like Minor White or Paul Caponigro grew up in making landscape photographs after that and you guys took that tonal range and kind of pressed all towards this high end.
Gossage: well, the zone system is the most perverse system. I mean, it basically… all it does is allow you, … the zone system is Ansel Adams' system for exposure, by the way, so you'd get the most tone out of what the film gave you. What we were clearly about was not making operatic kind of prints, we were interested in reproducing experience. And there wasn't any technical rebellion as much as, I mean, Ansel's pictures don't look like anywhere anyone's ever been except, you know, the sets behind Metropolitan Opera. It wasn't real. We couldn't, … you know…, it was the 70s, we wanted everything to be really real man, …
Q: Your hair was longer, too…
Gossage: yeah
Q: Thre was something that Frank Gohlke recently said that… He said “I wanted to make pictures that look like they were hard and bright and sharp because that's what we thought America looked like in the 70s”.
Gossage: Exactly. You know, it was trying to find something translated to black and white for most of us, that seemed authentic; and there were no rules for how one printed that. One thing about the photography that exploded in the 70s was the sense that there were no rules that you had to apply anymore. Sons and daughters of Ansel Adams weren't the ones that hit prominence, it was everyone else that had that come before them. So you know, and for the first time a serious look at history, too. People did look at Ansel, they looked at Edward Weston, that lead to Ansel and everything.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2021 ore 11:16

Si, è Salgado.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2021 ore 14:29

Riporto questo brano di intervista, a proposito della opposizione tra i due Adams, è un intervista a Gossage non a Robert Adams, ma penso spieghi il sentire dell'epoca:


E' una mia impressione o l'intervista verte più sul lingiaggio (e in buona parte la tecnica) che sul contenuto?

Ho letto velocemente, ci sono grosse possibilità che abbia interpretato male.

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2021 ore 22:47





"Africa" (Etiopia 1985). Foto Sebastião Salgado

avatarsenior
inviato il 17 Novembre 2021 ore 23:38

Faccio un po fatica a capire come da Mark Ruwedel si sia passati a Salgado, forse per i soliti inganni della proprietà transitiva...MrGreen
Se qualcuno conoscesse Romano Cagnoni, forse potrebbe rivedere certe convinzioni sul pepe della terra e sulla "potenza" di una fotografia.

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2021 ore 14:13

Invece è facile da capire. Andrea Taiana è un fotoamatore del tutto anomalo, ha capito che fotografare è soprattutto una questione di cultura, quindi studia e si preoccupa di sviluppare un senso critico. Studiare significa cercare e amare.
La discussione è partita dalla fotografia di Mark Ruwedel, un'immagine del paesaggio americano che per le convenzioni introiettate dai fotoamatori è inconcepibile, quasi provocatoria: dov'è la bellezza? si chiedono in molti.
Taiana sa benissimo che la bellezza è nella conoscenza del mondo che la fotografia riesce a portare, e riconosce quella bellezza nell'immagine di Ruwedel.
I fotoamatori hanno un altro metro per giudicare le immagini: devono corrispondere alle loro aspettative determinate dalle convenzioni che hanno introiettato. Per il fotoamatore l'avventura culturale, il processo di cambiamento e liberazione che potrebbe produrre su di sé sono poca cosa, quindi va in cerca di un esempio che al contrario di Ruwedell rappresenti la bellezza convenzionale, cioè la 'spettacolarizzazione'. Salgado è un grande fotografo, non è propriamente uno spettacolarizzatore, ma dà un respiro epico ai suoi soggetti. Il fotoamatore confonde spettacolarizzazione e epica, così sceglie Salgado come esempio di fotografia bella. In realtà non vede né la bellezza di Ruwedell né quella di Salgado.

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2021 ore 14:37

@Canti Del Caos,

Se ti riferisci a me come quel "fotoamatore" (che ritengo appellativo fin troppo gentile nei miei confronti Sorriso), premesso che non ho ne le capacità ne la cultura per sostenere certi livelli di discussione, vorrei puntualizzare che la foto che ho postato non voleva affatto mettere a confronto o sullo stesso piano i due autori di cui parli.

Forse non mi sono spiegato bene nel mio precedente post, quindi cerco di farlo meglio: Skylab59 afferma, se non ho capito male, che certe foto, o meglio un certo tipo foto, va contestualizzato all'interno di un "insieme, un reportage, un progetto", cito testualmente.
Personalmente sono assolutamente d'accordo con Skylab59 su questa affermazione, perchè contestualizzare significa avere almeno una chiave di lettura per decodificare il messaggio del fotografo.

Anche Salgado va affrontato allo stesso modo, secondo me. Però la grandezza di certi fotografi sta nel fatto che il loro linguaggio riesce ad essere più universale (più popolare?) di altri e a volte questa contestualizzazione, questa necessità di avere una chiave di lettura, non è strettamente necessaria.

avatarsenior
inviato il 20 Novembre 2021 ore 14:51

Credo che, al fondo, ci sia l'irrisolto problema del rapporto tra forma e contenuto.
Ci sono lavori formalmente ineccepibili, nei quali il fascino formale può ingannare proprio riguardo a un contenuto, in sé, piuttosto povero o debole.
D'altra parte un contenuto buono o forte, può essere schermato da una forma che chiamerei disordinata, non chiaramente leggibile, incapace di comunicare appieno la forza di un contenuto.
Forse per questo motivo un'attenzione, legata allo studio, potrebbe aiutare ad essere meno frettolosi nel leggere una foto, a prima vista, poco eclatante.



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