| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 9:59
Sono libere scelte gli argomenti della Lange? migliaia di immagini per documentare un piccolo scorcio della societa' commissionato da qualcuno. Il preconcetto di un fotografo che lavora su commissione e' certo e interessato per gli argomenti e il tipo di visualizzazione per accontentare il committente. |
user177356 | inviato il 30 Gennaio 2020 ore 10:05
Mi trovo perfettamente d'accordo con Matteo. Aggiungo che non è detto che fotografare i propri preconcetti non porti ad ottimi risultati. Vorrei ricordare anche che i preconcetti sono una necessità evolutiva. La nostra mente è costruita in modo da essere rapida ed efficace nell'interpretare la realtà, e avere schemi interpretativi preconfezionati è un bel vantaggio. La pareidolia, che ha un certo spazio nella fotografia, è un esempio di quanto i preconcetti sulla realtà siano radicati e fondamentali. Infine, credo che in fotografia esistano due tipi di preconcetti: visivi e culturali. Un preconcetto visivo è ritenere intrinsecamente superiore una certa composizione o una certa luce. Un preconcetto culturale è fotografare, in un paese in via di sviluppo, solo gli aspetti pittoreschi ed esotici, ignorando tutto quello che ci ricorda il nostro mondo. |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 10:53
“ migliaia di immagini per documentare un piccolo scorcio della societa' commissionato da qualcuno. Il preconcetto di un fotografo che lavora su commissione e' certo e interessato per gli argomenti e il tipo di visualizzazione per accontentare il committente. „ Questo discorso è giusto Lucio, ma va sempre collocato. Nel senso che nasce prima l'uovo della gallina: se viene da te il governo a commissionarti un lavoro per scopi sociali ti sceglie con qualche criterio. E parallelamente è normale che a qualcosa ti accosti per interesse e passione (chi ti pagherebbe, dopo un mese di fotografia praticata, solo perché cerchi un committente?), prima che diventi un'occupazione. Se non hai passione genuina per il calcio, non lo praticchi a 14 anni pensando che guadagnerai milioni in serie A, cosa piuttosto improbabile, pensata a priori... Se ci pensiamo, restando alla fotografia, un certo impegno e visione non credo si possano misconoscere, che so, in una Tina Modotti. Che poi abbia potuto fare cose per scopo di sostentamento non credo cambi troppo il quadro. Cioè, al di la della discutibilità di un pensiero rispetto a questa o quella scelta, io credo che alcune fonti sia lecito considerarle quantomeno significative. Tradotto, darei retta alla Lange più che a me o altri utenti qui Nota: non siamo e non possiamo essere nella testa dei governanti americani dell'epoca. Ma se lasciamo da parte la dietrologia, il senso del lavoro non era "essere accontentati", ma verificare lo stato del paese, a scopo sostanzialmente conoscitivo. Quindi l'argomentazione sul preconcetto non la vedo in contrasto con lo scopo del lavoro. Sempre, ripeto, se non si faccia dietrologia, che allora ci sta ovviamente tutto.... |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 10:55
Penso che in certe discussioni, prima di discutere, dovremmo accordarci sul significato delle parole, altrimenti corriamo il rischio di parlare di due cose diverse. Il termine preconcetto usualmente ha una accezione negativa, talvolta neutra. Mi sfugge associarlo a qualcosa di positivo. Mi viene da pensare più al termine opinione o similare. Ometto considerazioni sulla lingua e traduzione, che sarebbero altrettanto utili. Secondo me qualcosa non torna nella dialettica. |
user12181 | inviato il 30 Gennaio 2020 ore 10:59
Sto rileggendo dopo quasi quarant'anni Thomas Mann, e, manco a farlo apposta, guarda in cosa mi imbatto proprio ora? Il tisiologo pittore dilettante Hofrat (consigliere aulico) Behrens che mostra il suo ritratto di Frau Chauchat (peraltro fatto piuttosto maluccio, sennò non sarebbe un dilettante, la cosa migliore è la resa della pelle del décolleté, sulla quale hanno influito le sue competenze fisiologiche e anatomiche) e osserva: "Was aber mitgewußt und mitgedacht ist, das spricht auch mit. Es fließt Ihnen in die Hand und tut seine Wirkung, ist nicht da und irgendwie doch da, und das gibt Anschaulichkeit". Ovviamente Mann sta parlando seriamente, anche se attribuisce la riflessione ironicamente, e perciò sottolineandone ancor più l'importanza universale, a un dilettante pastrocchione, ma intelligente. Anzi, leggo ora in una nota di commento della GFKA che le parole del consigliere aulico sono trascritte tali e quali da Mann come proprie riflessioni nel saggio "Goethe und Tolstoi", inserite in un contesto di citazioni tratte da Goethe. |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 11:00
“ Penso che in certe discussioni, prima di discutere, dovremmo accordarci sul significato delle parole, altrimenti corriamo il rischio di parlare di due cose diverse. Il termine preconcetto usualmente ha una accezione negativa, talvolta neutra. Mi sfugge associarlo a qualcosa di positivo. Mi viene da pensare più al termine opinione o similare. Ometto considerazioni sulla lingua e traduzione, che sarebbero altrettanto utili. Secondo me qualcosa non torna nella dialettica. „ Questo è vero Mirko, ma il punto è sempre partire da un contesto: è chiaro che certi ragionamenti, applicati ai coniugi Becher citati qui, hanno meno senso. E in tutta l'arte concettuale, che è quella prioritaria nella contemporaneità. Ma se restiamo a un certo tipo di fotografia, il preconcetto positivo non differisce da quello negativo: I neri sono sfaticati è un preconcetto negativo. Ma che i bimbi ariano sono la perfezione è positivo, e non per questo troppo differente, no? (E per alcuni, lo sai, era un concetto molto bello...). Se con preconcetto si intende tendere a una rappresentazione conformata a un'idea precostituita, mi pare che la Lange dica sostanzialmente che meno ce ne facciamo condizionare e meglio è. Poi ognuno decida se darle retta e, nel caso, come trattare tutte le sfumature emerse qui: non credo ci siano dogmi che qualcuno vuole imporre a qualcun altro. Perlomeno... spero |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 11:52
Francesco scusami ma io non riesco a trovare una accezione positiva del termine preconcetto, anche ricercando sui vocabolari. Personalmente per me, nel contesto della frase era comunque negativo, per cui nella sostanza arrivo alle solite conclusioni (precisando per il reportage), nemmeno neutro. Può essere un mio limite. |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 12:01
"Se con preconcetto si intende tendere a una rappresentazione conformata a un'idea precostituita, mi pare che la Lange dica sostanzialmente che meno ce ne facciamo condizionare e meglio è". Francesco per me dipende, se scopo della propria fotografia e' rappresentare una situazione il piu' oggettivamente possibile si. Se lo scopo della nostra fotografia e' esprimere la propria personalita' per conoscersi e farsi conoscere no, nella propria personalita' ci stanno anche loro, i preconcetti. Forse molti di noi, forse tutti li abbiamo, ma crediamo spesso che siano solo caratteristica altrui. Chissa' che anche attraverso la fotografia questi possano emergere. la consapevolezza e' necessaria per riprogettarsi. |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 12:08
@Mirko “ Francesco scusami ma io non riesco a trovare una accezione positiva del termine preconcetto „ Scusa Mirko, avevo capito male: non intendevo infatti "accezione positiva", ma pensavo a una "formulazione in positivo". Avevo inteso male io quindi. @Alessandro “ "Se con preconcetto si intende tendere a una rappresentazione conformata a un'idea precostituita, mi pare che la Lange dica sostanzialmente che meno ce ne facciamo condizionare e meglio è". Francesco per me dipende, se scopo della propria fotografia e' rappresentare una situazione il piu' oggettivamente possibile si. Se lo scopo della nostra fotografia e' esprimere la propria personalita' per conoscersi e farsi conoscere no, nella propria personalita' ci stanno anche loro, i preconcetti. „ Certo Alessandro. Se infatti leggi tutto il mio pensiero, faccio sempre riferimento a una qualche contestualizzazione. Inoltre, in questi discorsi, credo sia utile non basarsi solo su di sé per evincere qualche principio: se penso a me stesso, non applico il concetto che ho espresso, e non ne avrei voglia o interesse. Tuttavia mi piace tentare di capire implicazioni e risvolti delle cose, sia che mi appartengano che no |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 12:15
Bisognerebbe vedere quale sia il termine inglese usato da Lange. Se non vogliamo avere preconcetti, ovremmo almeno ipotizzare un'accezione letterale: pre-concetto è ciò che mi attendo di trovare in qualcuno o in una situazione, in base a mie esperienze pregresse e a convinzioni maturate di conseguenza. Non è necessario dare al termine una valenza negativa ( il pregiudizio cieco e sordo che spinge a condannare una persona in base ad atteggiamenti esteriori che però non dicono nulla sulla persona stessa.) Io darei al termine una valenza almeno bivalente: a) il preconcetto costituisce un prezioso bagaglio di esperienza pre-gressa b) il preconcetto è uno schermo che mi impedisce un approccio sereno, aperto e obiettivo nei confronti di ciò che affronto |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 12:42
Comunque Paolo, io penso che si stia sviscerando la questione anche oltre quel che sottintende in concreto... Il concetto è che gli umani hanno tendenzialmente dei pregiudizi (e come tu dici è normale, e spesso rende possibile vivere: non possiamo avere un'idea lucida e critica di tutto, banalmente perché una vita non basterebbe). E mi pare si dica che, fotograficamente e in certi ambiti (non tutti), sarebbe forse preferibile (non obbiligatorio) cercare di farsene influenzare il meno possibile. Al di là di tutto, devo dire che a me non pare né strano, né sbagliato. E poi, una volta dato un principio, ognuno si regoli secondo coscienza. O no? |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 12:50
Però la domanda è interessante,qualora si volesse mai soffermarsi su di essa. La fotografia come obiettivo sul mondo esterno e interno,che si è allargato attraverso una rete forse piu' ampia di connessioni.La fotografia appare come specchio rivelatore e che trasmette emozioni empatia o diniego,anche se lo specchio è stato tolto,molte immagini continuano ad essere uno specchio di un'altra raffigurazione. L'immagine compiuta finita così soggettiva attraverso il progetto con tutti i suoi livelli, con il dopo lo scatto,che è esattamente come il momento stesso,rivela che oltre le maschere c'è forse uno strato latente.E se fosse oggettivamente riscontrabile?Pre concetti si o concetto no,ma invece si? Il fotografo esce con lo zaino ma lo zaino non è fatto solo degli attrezzi del mestiere, che poi sono ritenuti superflui e inutili di fronte al bagaglio culturale e personale, che è privo di preconcetti (tranne alcuni casi rari),ma che trova forza e vigore nel progetto per l'idea da proporre. Il fotografo parte da casa col progetto e fotografa per l'idea che aveva in mente, componendo l'immagine e visualizzando nell'istante la foto già finita in post produzione, ad ogni passaggio scatta modifica live e pre configura tutti i livelli, riprova visualizza e intanto si spostano i livelli. Il fotografo sa già che li c'è e uno stormo in volo o che passa, o ci sarà dopo una nuvola e un pochino di luce del tramonto ma non troppo, perché il tempo è poco in barba al tempo del meteo.Pero' non bisogna parlare di arte.Senza bozza o traccia da seguire forse sarà l'esterno o il tempo a influire sul ritmo, seguendo lo scorrere dei minuti.La materia sarà plasmata pian piano e prenderà forma, sull'onda del momento. Poi tutto se ne va con un colpo rapido di spugna ,perché c'è sempre il dopo e la produzione non è finita lì. |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 13:05
Esatto, Francesco. E poi io penso che, come in molte cose della vita, sapere che un problema esiste e che non si può liberarsene del tutto, è già un buon risultato. Diversamente, non si agisce, né si vive :-) |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 13:07
Non mi piace chiudere un topic, ma, come si suol dire: de hoc, satis! :-) |
| inviato il 30 Gennaio 2020 ore 13:10
“ E poi io penso che, come in molte cose della vita, sapere che un problema esiste e che non si può liberarsene del tutto „ ondivido appieno Paolo. L'illusione di non avere pregiudizi, di non essere condizionabili, di agire liberamente secondo il solo proprio volere, credo sia stoltamente superficiale. Per chiunque. E come dici, avere coscienza del limite (nostro) non risolverà il problema, ma può essere determinante per non farlo degenerare. E non è poco... |
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