| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:10
Nonostante la didascalia francamente fatico a vederci quanto avrebbe voluto comunicare. Tanto più che è un messaggio privato ad una persona per farsi vedere nella propria genuina naturalezza e framcamente mi pare inconpatibile la posa impettita, una rigiditá anomala di fronte ad un proprio caro. Quindi non ne capisco proprio la composizione Se quello è il messaggio che voleva dare. Poi se per immagine comunicativa si intende un'immagine che possa essere anche accompagnata con una didascalia esplicativa Allora ancor meno capisco il prendersela con determinati immagini o generi atteso che io potrei affiancare a una foto di un gattino o a qualsiasi altra cosa un pippone lunghissimo di quello che volevo comunicare e diverrebbe così un'immagine significativa, o come dice lui una Foto con la f maiuscola. Cerco di capire che cosa si intenda per immagine comunicativa questo punto Poi io nonostante la didascalia se vedo qualcosa di diverso o peggio non vedo niente È comunque un immagine comunicativa? Cioè il valore comunicativo è dato dal giudizio di chi fa la foto o da quanto, di quel messaggio comunicato, é riuscito a carpire chi la guarda? Perché evidentemente sono due cose molto diverse |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:15
No Nico, Per come la vedo io la didascalia spiega il punto di vista del fotografo e null'altro. Ma se tu prendi una foto "simbolica o simbolista" e la fai vedere a 10 persone diverse e queste ti daranno 10 interpretazioni diverse NON vuol dire che allora la foto in questione non ha significato. Anzi è proprio l'opposto, perché vuol dire che la foto ha spinto gli osservatori a pensare, indipendente dal risultato finale |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:17
Quindi? Il valore comunicativo è dato dal giudizio di chi fa la foto o da quanto, di quel messaggio comunicato, é riuscito a carpire chi la guarda? |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:23
Credo che valgano entrambe le cose e che non si elidano a vicenda. E vale mica solo per la fotografia, vale per la poesia quanto per la musica e per la pittura |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:34
Il valore comunicativo di una foto mi pare sia inscindibile dalla capacità percettiva di chi la osserva. Se non si è mai ascoltata musica classica, è plausibile che non si colga particolare comunicativa in Beethoven. Così come, nel cinema, la comunicativa di Titanic è probabilmente più evidente in modo diffuso, rispetto a un 2001 odissea nello spazio. E comunque, vale per entrambi gli esempi, avremo sempre chi comunicazione ne trova e chi no, di qua o di là. Allo scopo, da sempre, esistono forme di critica, demandate appunto ai critici, che poi il pubblico può valutare. Ognuno ha il suo gusto, ma è poi innegabile che Picasso sta nei musei e i disegni di mio figlio no, con qualche ragione. Senza andare ai massimi sistemi, mi pare che siti stile 1X siano genericamente impostati in questo senso. Certamente, in un'epoca di strana democrazia, tutto questo si confonde parecchio. L'effetto negativo è che se "1 vale 1" è probabile che Vasco Rossi resti e Mozart no. Cosa che io non penso sia bene... |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:46
Fan ho racconta molto non puoi basarti su una foto ma guarda l'intera produzione. Comunque posso solo dire una cosa invece di discutere tra amori perché non organizzate una bella lettura portfolio con un professionista serio? Li riceverete un opinione da una persona di esperienza. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:47
Il titolo dice tutto?
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| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 16:58
Emanuele inutile continuare. Fidati vai a una lettura e vedrai che non ti diranno cose tanto diverse. Ma guarda anche un po' di autori come shore, Todd Hido ecc... |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 17:06
Francesco perdonami. Ora non riesco a scrivere e vorrei rispondere adeguatamente alle cose interessanti che hai scritto. Stasera provvederò. Grazie |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 17:57
@Maltsev “ Non è una critica né un attacco, semplice constatazione dei fatti „ Infatti io ho parlato di tentativo di levare ogni collegamento personale a quell'immagine, che poi io non ci sia riuscito a "parlare" con quell'immagine, figuriamoci lungi da me di ritenermi capace...qualche volta ci provo, ma alla fine mi accontento di cercare di produrre delle belle immagini, cerco di...no dico di riuscirci. Pero permettimi che anche la foto di SB e madre non comunica un bel niente, insomma lui potrebbe anche predicare bene ma razzola assai male, quindi non lo ritengo capace di darmi degli esempi che possano aiutarmi ad andare oltre con la mia fotografia. Inoltre pare che questo non sia nel suo intento, anzi il suo intento è quello di proteggere la sua casta...credo, o no? |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 18:18
Comunque, nel ragionamento di Benedusi c'è un assunto che, così per come lo si comprende (o come mi pare molti lo comprendano) genera inevitabilmente un equivoco e, ovviamente, polemica. Ovvero il fatto che una foto deve raccontare una storia. Benedusi mi pare scriva: “ Quando si racconta qualcosa cos'è la cosa più importante? Esatto, la storia. Quello che uno vuole dire. Realizzare della buona Fotografia vuol dire avere qualcosa da dire e dirlo. Qualcosa di vero, di intimo, di originale „ E quindi si potrebbe capire che pensa, per esempio, a Capa. Che racconta una storia che più storia non si può. Ma se leggiamo bene tutta la frase, il vero nodo è quel "avere qualcosa da dire e dirlo". E in questa chiave è forse più facile capire cosa c'entra la foto di Fan Ho che è stata portata qui. Se prendiamo come esempio la letteratura, abbiamo i libri di storia (che raccontano appunto una storia) e i romanzi (la cui storia è di solito figlia della fantasia), ma di certo non è irrilevante la poesia. E il poeta, cos'è se non qualcuno che ha qualcosa da dire e lo dice? Benedusi parla di linguaggio. E con le dovute varianti, è sempre la lingua italiana (o inglese o turca) che caratterizza tanto il romanzo quanto la poesia. E meglio è gestito, trattato, esaltato, meglio vien fuori lo scritto, che sia classico o futurista. A me verrebbe da dire che ci sono fotografi che raccontano la storia, altri che scrivono romanzi, altri ancora che scrivano poesie. E che quindi una foto, per avere davvero valore, in una di queste chiavi qualcosa da dire ce l'abbia. Con un po' di personalità (l'originalità assoluta aprirebbe un capitolo infinito temo) e una sufficiente forza. Senza bisogno di dividere per forza in due: foto buone e non buone. Ci saranno quelle buonissime e quelle buonine. Ci sono tanti fotografi degni di nota, che pure mica sono Salgado. Ma mi pare saggio accettare che la stragrande maggioranza delle fotografie che circolano non sono buone. Cosa che non credo dovrebbe offendere nessuno, tanto è logica... Insomma, al di là delle questioni di ordine personale, in tutto il ragionamento non mi pare ci sia l'assolutismo che molti vogliono leggere (nel ragionamento. Poi non lo so se l'autore abbia manie assolutiste e non mi interessa troppo) e ci si possono forse leggere spunti utili, per imparare a valutare un po' di più la fotografia, sia quella che vediamo, sia quella che facciamo. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 18:22
Matteo, credimi, negli anni ho letto e visto le storie e le foto dei "padri fondatori" della fotografia come la conosciamo. Ogni volta rimango esterrefatto positivamente, però capisco e penso che sono diventati tali perché e solo perché sono stati i primi a creare/documentare fotograficamente i popoli e i concetti. Poi hanno lavorato nell'ambito per 40 50 anni e sono diventati qualcuno. Oggi la situazione è diversa. È giusto prendere spunto e leggerli. |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 18:26
TheRealIb, quella foto è tua l'hai fatta tu? Per me è fantastica come poche ne ho visto. Racconta? Per me si è pure tanto, io ci vedo un pensiero di stallo d'avanti alla salita della vita. Tu cosa ci vedi? |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 18:36
“ TheRealIb, quella foto è tua l'hai fatta tu? „ E di un autore cinese, tale Fan Ho |
| inviato il 13 Ottobre 2019 ore 18:39
Grazie Francesco. A te piace? |
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