| inviato il 24 Aprile 2018 ore 17:48
Riflessione davvero interessante quella di Pierfranco. Posso dire di trovarmi in una situazione quasi analoga. Ho una Nikon DF, bellissima, una macchina vera con tutte le ghiere del caso. Stavo pensando di venderla per passare a Sony A7iii per sfruttare la stabilizz interna e tecniche come il focus p. che mi aiuterebbero non poco con le mie adorate lenti Nikon Ai-S 35 e 85. Ora però ho qualche sano dubbio e potrei anche valutare il mondo fuji perdendo però il pieno formato. Voglio alleggerire la mia borsa. Ho un sigma art 35 che nel mio ultimo viaggio non ho mai tirato fuori dalla mia borsa preferendo sempre il 35 Ai-s degli anni 80. Non so... boh... |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 18:12
Tra l'altro, Pierfranco non fai cenno alla perdita della stabilizzazione in macchina passando a Leica e Fuji. Non ti dava nessun valore aggiunto? |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 18:22
personalmente guadagnare uno stop in più grazie allo stabilizzatore, nella fotografia street ha un peso relativo.Poi oramai ad alti iso si hanno file quasi perfetti, sono più importanti altri aspetti nella scelta di una macchina "street" "reportage" |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 18:31
@Masimilliano Concordo pienamente con te. Ma siccome c'è una corsa allo stabilizzatore in macchina come fosse la panacea di quasi tutti i problemi di ISO, io personalmente avendoci rinunciato non ne sento la mancanza, volevo sentire il parere di Pierfranco |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 18:40
Scusate, devo essere rimasto indietro... non era la gamma dinamica che risolveva tutto ? |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 18:58
La Q è stabilizzata. Vero è che lo stabilizzatore di default lo tengo disattivato |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 19:09
Per quale motivo..non serve.. |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 19:41
Lo stabilzzatore è utile con i tempi lunghi, al di sotto del tempo di sicurezza, per evitare il micromosso. Non serve a nulla con i soggetti in movimento. Nella street photography e anche nel reportage si tende ad avere tempi il più brevi possibile, per ben definire l'immagine ed evitare il mosso (a meno di particolari intenti "creativi"). Con la Leica Q, che ha un 28 mm, il tempo per evitare il micromosso sarebbe 1/30 o 1/20. Qualsiasi persona che si muova, con un tempo del genere, in foto verrebbe comunque come un mezzo fantasma. Inutile scattare con quei tempi, da questo punto di vista. Se lo scopo è avere la persona in movimento ben definita e non mossa (la foto racconta il movimento ma non è mossa, c'è una differenza sostanziale) allora è molto meglio alzare gli ISO di un paio stop e scattare ad esempio a 1/125 . |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 19:45
grazie Pier molto chiaro |
user120016 | inviato il 24 Aprile 2018 ore 23:01
“ Si certo, muovo le roterelle, le ghierelle...ma a macchina spenta a cosa mi serve se non leggo la luce? Come fate a sapere se la scelta è quella giusta (in base alla luce)? Le muovete con la speranza che...? Questo non capisco, non il fatto di muoverle tanto per il piacere di toccare „ Non è così... ogni tocco ha un senso. Per quelli bravi (ed io non sono tra questi) è sufficiente l'esperienza nel leggere la luce e, per strano che possa sembrarti, l'impostazione dei parametri è quasi sempre corretta. Per quelli meno bravi ma comunque con qualche anno di fotografia alle spalle, basta una lettura della scena all'inizio (nel mio caso esposimetro esterno, visto che la M3 non ha esposimetro) e poi si aggiustano i parametri al volo man mano che cambiano le situazioni di luce ed ombre... E fidati, dopo un tot di pose e rullini sprecati, si impara a fare le scelte giuste... proprio in base alla luce, come hai scritto tu... |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 23:50
“ Giusto per capire, quanti scatti hai fatto in quei 5 mesi..?? „ Ci ho fatto quasi per intero un lavoro su una comunità di preghiera un po' particolare e altre cose un po' meno serie. Mal contati saranno stati 1300-1500 scatti. Ma la questione della posizione del mirino e della ghiera tempi fantasma, erano evidenti già dopo i primi cento scatti fatti un po' sul serio, la prima volta dopo la prova della passeggiata del sabato pomeriggio. "Vediamo se mi abituerò a lavorare diversamente" mi dicevo. Non è accaduto. |
| inviato il 24 Aprile 2018 ore 23:56
Ho seguito più o meno tutta la discussione. Sono dell'idea che, potendo, hai fatto bene a cambiare. Il feeling e il piacere di utilizzo sono importanti almeno quanto la qualità d'immagine. Non avevi considerato la xpro2 invece della xe3? |
| inviato il 25 Aprile 2018 ore 0:32
Ma alla fine che colpa ne ha la povera Sony in tutto questo? Come se io dicessi 'odio il telemetro, perciò ho comprato la Leica M9 con tutti gli obiettivi e poi l'ho venduta perché non andava bene per le mie esigenze'. |
| inviato il 25 Aprile 2018 ore 0:47
O come ho preso un'auto elettrica, con cambio automatico, ma ho scoperto che ne il motore, ne il cambio mi danno le stesse emozioni di un'automobile euro3 con cambio a 5 marce, per me si tratta di acquisto incauto |
| inviato il 25 Aprile 2018 ore 1:03
Nessuna colpa a Sony, Non l'abbiamo mai detto, mi pare. Tra l'altro, basta leggere la discussione...la rispettiamo. E tutti colori che sono intervenuti nella discussione e nelle valutazioni hanno dimostrato secondo me una certa onestà intellettuale Io mica la odiavo Sony (anzi) e non la odio neppure oggi. Mi incuriosiva e mi attirava quando si è trattato di lasciare il mondo del telemetro. L'ho comperata e usata, per constatare che sul campo non si adatta per nulla al mio modo di fotografare e a mio parere non è fatta per supportare certi generi (ma in questo non è la sola ed è in buona compagnia, anche piuttosto blasonata). La fotocamera si deve adattare a noi, non viceversa. Altri fotografi infatti sono giustamente felici di usare una Sony. Nel mio caso, quel genere di fotocamere e io possiamo tranquillamente stare ben lontani, senza soffrirne. Amen. |
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