| inviato il 03 Aprile 2018 ore 17:11
Ciao Vincenzo! Vero quello che dici; ma chi chi è allenato non fa altro che applicare le regole istintivamente e automaticamente; e naturalmente plasmarle secondo la propria creatività. Ma conoscere bene le regole non può mai essere inutile o peggio dannoso. IlMarsigliese |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 17:48
Le regole in genere vanno conosciute, poi se si è capaci trasgredite. |
user104642 | inviato il 03 Aprile 2018 ore 18:07
Ok è ormai diventata frase a prescindere. Ma nel merito, perché, pur conoscendo le regole, si infrangono di proposito? |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 18:07
“ La sezione aurea non esiste. O meglio dire esiste, perché la sua definizione è semplice, ma non ha alcun senso mistico né tantomeno nessuna utilità fotografica/artistica/architettonica legata a chissà quale mirabolante connessione con l'uomo, la natura o la perfezione delle proporzioni. Trovarla in giro per foto e palazzi spesso è solo casualità o errore di misura, o un architetto/fotografo che si è impegnato (inutilmente) a rispettarla. „ e questa tua analisi su quali certezze o fondamenti è basata? Ci sono centinaia di edifici sacri e non in tutto il mondo costruiti con quel criterio: tutti conti sbagiati o inutili? saluti Rob |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 18:11
Sono d'accordo sulle idee generali espresse ("meglio conoscere che no" ecc...), ma c' una cosa che non bisognerebbe omettere- Di solito tendiamo a partire da una considerazione radicale e non del tutto corretta, ovvero: 1) Conosco le regole 2) NON conosco le regole Ma la realtà non è mai questa. Non esistono "quelli che sanno tutto-tutto" e "qulli niente-niente". Si è fatto il paragone con la poesia: lo seguo. Diciamo che un poeta conosce il linguaggio. Ma potremmo dire che tutti i poeti di livello appena degno, conoscano il linguaggio con la stessa precisione e profondità? O che a maggiore precisione corrisponda migliore poesia? E questo a prescindere dal tipo di poesia "frequentata"? La conoscenza è fondamentale, in tutto, ma deve essere qualcosa che arriva, si stratifica, diventa parte di noi. Ovvero, è forse meglio conoscere 10 cose che davvero ci appartengono, piuttosto che leggersi mille trattati e capirne il senso in chiave meramente nozionistica. E' ragionevole che l'ignoranza totale di tutto.... beh, ovviamente possiamo immaginare che non aiuti. Ma non darei il messaggio, a chi magari sta iniziando, che aver letto trecento libri sulla composizione ti farà foto migliori, perché così non è. E questo, anche se magari non è nelle intenzioni di nessuno, spesso pare essere il messaggio che arriva. Ovviamente non dico specificamente qui... |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 18:14
“ Ma nel merito, perché, pur conoscendo le regole, si infrangono di proposito? „ Dico la mia Stefano... Perché spesso vengono chiamate regole ciò che è in realtà la definizione di un rapporto causa-effetto. Ovvero, non e che "ci vogliono i terzi". Semplicemente "coi terzi ottieni questo". Ergo, se è quello che vuoi, ben venga applicarli, sennò non lo fai. Sai bene che già negli anni '60 Feininger definisce questa cosa molto bene del resto |
user104642 | inviato il 03 Aprile 2018 ore 18:57
“ Ergo, se è quello che vuoi, ben venga applicarli, sennò non lo fai. „ Carissimo Francesco, capisco ma ancora ho delle perplessità su ciò che implica l'infrangere le regole. Conosco le regole e so che la percezione allo spettatore sarà aumentata ( so che l'occhio/cervello umano ha un piacevole riscontro) e qui mi perdo... Con quale convinzione mi prendo licenza di proporre un lavoro che viola queste 'leggi' ? Forse perchè voglio creare una 'rottura' e come tale liberasi dalle catene, dare spazio alla creativià libera da vincoli preconfezionati? Non si corre il rischio di non venir capiti vanificare, tutto il pregresso, quello di buono già fatto. Sarà un mio limite ma credo che sia rischioso, ma è fantastico se ciò non accadesse. Nella mia fotografia non posso far uso attento della composizione (pur conoscendola) poiché troppo immediata senza 'seconda possibilità' e, cosa ancor più limitante, faccio la fotografia senza potermi aiutare, quasi sempre, col mirino e/o display. Solo dopo posso dedicarmi ad una giustificazione, ma a volte non è nemmeno possibile. E' una mia scelta e so che molti fanno street in tutta calma, potersi dedicare alle regole compositive. Un caro saluto |
user117231 | inviato il 03 Aprile 2018 ore 19:29
Ho appena caricato la mia ultima foto. Una classica Street in B/N. Sfido chiunque a smentire che si tratta di una street in bianco e nero... .. Nel caso qualcuno avesse da reclamare che non c'è la presenza umana, era domenica ed erano tutti dentro la chiesa. Quindi ci sono, anche tanti...ma sono imboscati....una Street B/N in incognito. |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 19:29
"Ok è ormai diventata frase a prescindere. Ma nel merito, perché, pur conoscendo le regole, si infrangono di proposito?"...non è detto che sia fatto di proposito. Penso che l'amatore in genere sia molto fiscale rispettando ciò che legge sui libri mentre chi ha più esperienza che sia amatore o professionista si fa meno seghe mentali e guarda altri aspetti. L'immagine deve colpire l'osservatore e non sempre avviene seguendo le regole. Meglio una foto ben composta che non colpisce o viceversa? |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 19:41
“ Conosco le regole e so che la percezione allo spettatore sarà aumentata ( so che l'occhio/cervello umano ha un piacevole riscontro) e qui mi perdo... Con quale convinzione mi prendo licenza di proporre un lavoro che viola queste 'leggi' ? „ Nelle righe sopra l'ho scritto, riferito ad altro, ma riprendo quella che per me, in fotografia, è la parola magica: dipende! Tu dici "La percezione sarà aumentata". Ma in realtà, di solito (perlomeno nelle espressioni artistiche, anche so non sono proprio arte) sarebbe forse più corretto dire "UNA percezione sarà aumentata". Ergo, "fare diverso" potrebbe indurre una diversa percezione. Per esempio, rispetto al tuo esempio proprio, la forza dei Sex Pistols (sempre di immagine si parla) è stata proprio quella di attaccare e contrapporsi a ogni "piacevole riscontro". Oppure, parlando di arti visive, credo che difficilmente l'opera di Hermann Nitsch ne produca, eppure, proprio per forza contraria, sta nei musei di tutto il mondo. (Senza sottintendere ovviamente che il "famolo strano" sia bene per forza...) Inoltre, non tutte le "regole" hanno lo stesso preciso modo di esprimersi, se applicate o capovolte. E quindi... dipende. Il problema, sempre secondo me, è che si mettono insieme, in genere, due cose totalmente differenti. Ovvero l'artista che crea uno stile comunicativo, che provoca sensazioni forti per quel che fa, e chi invece fa "le cose un po' così". Spesso ad penem E quindi ecco che nascono i partiti "orizzonte storto si" orizzonte storto no", più o meno urbi et orbi. Ma siccome secondo me, appunto, "dipende", infrangere una regola non trovo sia di per sé bene o male e, visto che gli artisti sono pochi, di solito è più probabile che la faccenda non funzioni. Io tendenzialmente non ambisco a infrangerne semplicemente perché non sono all'altezza di farlo con qualche efficacia. E nemmeno mi preoccupo troppo di applicarle, perché non le conosco a sufficienza... Detto tutto ciò, per chi ha voglia di capirlo, credo che il tuo inrtervento meriti molta attenzione, perché espime parecchio buon senso. Mi pare |
user104642 | inviato il 03 Aprile 2018 ore 20:24
“ le regole spesso servono a dare equilibrio a quelle immagini che non contengono un'azione un evento un qualsiasi cosa che attiri emotivamente l'osservatore. „ Grazie Rob per il prezioso contributo “ Meglio una foto ben composta che non colpisce o viceversa? „ Sarebbe auspicabile riuscire su entrambi gli aspetti, ma preferisco dare importanza al 'momento', al contenuto. Grazie Vincè “ Ma siccome secondo me, appunto, "dipende", infrangere una regola non trovo sia di per sé bene o male e, visto che gli artisti sono pochi, di solito è più probabile che la faccenda non funzioni. „ Messaggio ricevuto Grazie Francesco |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 21:01
“ Ma nel merito, perché, pur conoscendo le regole, si infrangono di proposito? „ Facendo finta che esistano... Se il soggetto è nei terzi allora la composizione è armonica. Se voglio rappresentare, che ne so, una situazione di ansia, e non metto il soggetto nei terzi perchè non voglio una composizione armonica ho rotto le regole? Ho ne ho utilizzate delle altre? |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 21:21
Comunque... facciamo anche finta che mi abbiate convinto. Voglio, su sprone di Ale Z, arrivare a qualche punto "concreto" (si fa per dire ) Per cercare di progredire fotograficamente ci sono vari modi. Andare a una mostra di Salgado, leggere un saggio della Sontag, comprarsi un libro sul fotoritocco di Kelby. A un certo momento io Opisso, tornando indietro sui miei passi, ritengo che sia arrivato il momento di studiarsi meglio le regole perché no mi basta più andare ad occhio. Ok cosa dovrei fare. Cosa dovrei studiare? I testi base riconosciuti. Seriamente. Qualcuno prima ha fatto il paragone con la lingua italiana. Dove ci sono libri e libri di scuola su analisi grammaticale, analisi logica, analisi del periodo, ecc. Per la fotografia? Quali sono le regole sulla composizione? Non voglio solo un libro scritto da qualcuno anche se autorevole. Voglio le regole "ufficiali". Quelle che bisogna sapere. Sezione aurea, ok la so. Regola dei terzi, la so, mi sembra pure un dopppione Colori complementari. Poi? Non cose generiche. Voglio "le regole" precise perchè voglio essere sicuro di non trasgredire. Quelle che mi fanno dire scientificamente che una composizione che mi sembra bilanciata ad occhio è matematicamente corretta. Per dire... Questi quadri ad occhio mi sembrano che come composizione funzionino. (Ho preso i primi che ho trovato differenziandoli un po', se non vanno bene come esempi proponete voi). Che libro mi fa capire se ci ho preso e da cosa eventualmente deriva la mia sensazione? Rispettano la famosa sezione aurea usata in pittura? (Non è una domanda retorica, nè provocatoria, chiedo lumi). upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/8/8d/Pierre-Auguste_Renoir_-_Lu upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/25/Vincent_van_Gogh_-_De_slaa www.invisiblebooks.com/Transverselline1923.jpg www.storie.it/wp-content/uploads/2014/01/piazze-ditalia-de-chirico.jpg |
| inviato il 03 Aprile 2018 ore 21:38
Ciao a tutti! Fantastica questa discussione! Le regole sono - e non possono essere altro - che una base utile per iniziare a comporre e delle linee guida, che ci spiegano come reagisce l'osservatore di fronte a determinati schemi compositivi. E' però altrettanto inevitabile che - data le infinite possibili combinazioni di elementi - molte diverse composizioni che sfuggano alle regole si rivelino in realtà altrettanto efficaci; o a volte addirittura più efficaci di quelle che sono state costruite seguendo le regole stesse. Potremmo dire che la conoscenza delle regole compositive aumenta la consapevolezza con cui possiamo disporre i nostri elementi nell'inquadratura. Perchè ad un certo punto del cammino creativo può essere che si senta il bisogno di rompere le regole? Probabilmente perchè le regole - essendo solo linee guida, troppo generiche per tener conto di tutte le possibili reali combinazioni - finiscono presto o tardi per diventare uno schema troppo rigido e innaturale e "ingessano" la creatività. Quindi, osando e sperimentando, ciascuno di noi ha la possibilità di uscire dagli schemi "didattici" e di produrre composizioni più fresche, originali e personali. Potremmo dire che il superamento consapevole delle regole è la ricerca dell'originalità...... Buona serata a tutti. Ilmarsigliese |
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