| inviato il 02 Settembre 2017 ore 1:48
E la questione s'ingarbuglia ulteriormente con internet: finalità commerciale può essere tutto il web. Basta che un sito o un blog abbia un qualsiasi banner di adsense/pubblicitario (non a caso in molti siti accetti le condizioni d'uso, che nessuno legge, nelle quali c'è scritto anche che non potranno essere pubblicati contenuti protetti da diritti). Dunque se accettiamo il fatto che tutto può essere protetto da copyright, mari e monti inclusi , e tutto ha finalità commerciale (escluso il quadro in casa tua)...possiamo pure buttare le nostre macchine fotografiche. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 1:57
" Si esatto, se la foto la rivendi devi pagare, se non la rivendi non devi niente a nessuno. " Cioè dovrei pagare il proprietario della lambretta, o del balcone o del molo? Questa mi giunge nuova, puoi mostrarmi dove posso leggere questa norma? |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 2:32
“ A me sembra estremamente chiaro, nessun turista deve nulla a nessuno, se invece con le foto ci faccio un calendario o le vendo su internet devo contattare l'ente per sapere quanto devo. „ Black, che non ti venga mai voglia di fare un calendario con 12 parchi diversi...ti costerebbe un occhio! Sinceramente, se fai un calendario con tramonto/alba sulle spiagge o sulla costa paghi qualcuno? Dai! L'ho già scritto, il regolamento è ambiguo perché non specifica a chi si rivolge, cosa intende esattamente con "riprese", come si applicano le tariffe da min a max. Inoltre non fa esempi chiari di finalità di utilizzo. Commerciale/editoriale oggi dice tutto e niente e i dubbi sorti qui ne sono una dimostrazione. Dal fotografo che scatta agli sposi (come il dubbio dell'utente Gianluca Urpi), all'amatore pubblica le sue foto ovunque. Anche io penso che alla fine loro si riferiscano a "cose grosse", ad ampio raggio di diffusione (pubblicazione di libri, riviste, riprese televisive, ecc), ma si lascia ad intendere. Un regolamento invece deve essere chiaro, comprensibile e inequivocabile. Altrimenti uno potrebbe chiedersi: a quanto la devi vendere una foto del massiccio del Gran Sasso se il parco ti chiede come minimo 150€? Chi sei, Ansel Adams allo Yosemite? (scommetto che lui invece non pagò manco un dollaro per scattare quelle foto!) |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 3:12
L'Italia si conferma sempre uno dei paesi più illiberali d'Europa, persino in ambito fotografico, che poi ripeto nell'era digitale/internet è praticamente impossibile applicare o far rispettare regolamenti così assurdi e persino illegittimi. Sono battaglie già perse in partenza, utili solo a irritare il prossimo. Inoltre tutta questa voglia di colpire il comparto fotografico è ripugnante. Pensassero piuttosto a risolvere i problemi di questo disastrato paese, invece di tentar di spillare denaro al prossimo. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 6:30
“ Secondo questo ragionamento allora qualunque foto che generi un lucro (Anche la vendita di stampe cosiddette fine art) dovrebbe sottostare al pagamento a qualcuno:? - che sia il comune perché ho ritratto una via della città (e vogliamo di enticarce dei proprietari di case e negozi che contribuiscono a rendere partivolarecquella via?);? - oppure il proprietario con una lambretta (e magari il designer della stessa) parcheggiata in un vicolo (e di nuovo subentra il Comune e i peooruerari delle case) caratteristico; - il proprietario di un bel balcone fiorito;? - il proprietario e il progettista del classico molo sul lago;? - ecc. ecc., potrei andare avanti all'infinito;? Insomma, ciò che fotografiamo è sempre opera di qualcuno e proprietà di qualcun (pubblico o privato), secondo questo principio nessuno potrebbe ricavare un guadagno dalla foyografia senza a sua volta pagare i suddetti.? È poi.... non si dice sempre che la fotografia non è la rappresentazione della realtà ma una sua interpretazione (sensazioni, stati d'animo, visione, ed.)??(potrebbe essere un cavillo a cui attaccarsi).? E allora dove sta il problema? Perché se dipingo il tal paesaggio e vendo il quadro è tutyo ok mentre se invece lo fotografo, magari (tanto per ricollegarmi al concerto appena espresso) alterato dalla tecnica utilizzata (lunghe esposizioni sull'acqua, ma anche il b&n è sufficiente per dire che è una cosa diversa dal reale) devo pagare? „ Analisi perfetta, si andasse in questa direzione sarebbe la fine della fotografia, è più che evidente. Dovendo davvero pagare dai 150 ai 1500 euro per scattare ovunque ovviamente nessuno lo farebbe più, non ci potrebbe essere alcun ritorno economico dato che sugli stock le immagini si vendono a pochi centesimi l'una e che quasi tutte le aziende ormai comprano negli stock; i prezzi sono stracciati perché l'offerta è sterminata (quasi 200 milioni di foto disponibili solo su Shutterstock). Fortunatamente una deriva così liberticida ha solo poche sacche di resistenza nel mondo occidentale (guardate QUI), quindi sarà destinata ad estinguersi. Del resto poi non mi pare che nessuno abbia mai lamentato una multa, eppure sugli stock di foto di Matera, del Gran Sasso, della fiorita di Castelluccio di Norcia e via dicendo ce ne sono decine di migliaia, per cui vanno interpretate come vecchie normative quasi ventennali che al cospetto dello sviluppo del mondo (digitalizzazione, smartphone, social network) non trovano più una possibile applicazione pratica. Come diceva giustamente Makexaos, non è che le leggi sono pilastri eterni e immobili inscritti sulla pietra dagli dèi, il sistema normativo è al contrario un apparato in continuo divenire e deve adattarsi lui agli sviluppi sociali, economici, etici, tecnologici in cui si incanala la civiltà umana, le leggi che diventano a maggioranza obsolete, irragionevoli, anacronistiche, semplicemente si cambiano. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 9:55
“ il sistema normativo è al contrario un apparato in continuo divenire e deve adattarsi lui agli sviluppi sociali, economici, etici, tecnologici in cui si incanala la civiltà umana, le leggi che diventano a maggioranza obsolete, irragionevoli, anacronistiche, semplicemente si cambiano. „ Vero, anche nell'informatica ci sono rivoluzioni tecnologiche molto più veloci del rinnovo delle leggi che ne regolano l'uso. All'inizio della diffusione di internet per installare modem/router con velocità superiori ai 64 Kbits (Si proprio Kilo, non Mega ) bisognava far intervenire una ditta di installazione certificata proprietaria di almeno due furgoni ed un auto aziendale che rilasciava una documento in triplice copia per mandarne una in un apposito ufficio di controllo regionale dei modem. Se l'installazione dei modem non rispettava queste regole bastava una denuncia anonima per far multare l'abbonato internet..... Si parla di epoche in cui il modem 56k era ancora un sogno per molti. Ma siamo sicuri che la legge era già abrogata al comparire delle linee ADSL in cui il provider ti manda il kit fai da te per installare il modem? E se il vicino di casa ti denunciava la tua nuova ADSL 640Kbit/1 Megabit... il finanziere cosa doveva fare? Applicare la legge e farti una multa o chiudere un occhio? Negli ultimi dieci anni c'è stata la diffusione dei social network e delle agenzie di stock. Il compenso sulla singola foto è crollato drasticamente sempre se viene ancora pagata. Le leggi dovrebbero aggiornarsi e prendere in considerazione il nuovo scenario rimodulando le tariffe a seconda dei casi d'uso. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 10:17
“ Il compenso sulla singola foto è crollato drasticamente sempre se viene ancora pagata. „ Verissimo, nel recente rinnovo del tariffario di IStock capita piuttosto spesso di vendere foto a 3 o 4 centesimi di dollaro...poi ci sono anche siti di stock dove si mettono a disposizione le foto gratuitamente (non so se in modo del tutto legale), vivendo i gestori solo dei ricavati pubblicitari legati al traffico dell'utenza. Rispetto a 10 anni fa è tutto diverso, le agenzie ora propongono database di grandezze vertiginose con contenuti di alto livello, il numero dei contributors si è elevato esponenzialmente; a meno che non si sia dei big storici con portfolio sterminati che caricano sulle agenzie da lustri, è ormai impossibile vivere di quel tipo di fotografia. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 11:12
Poi si dimentica che sulle foto vendute o per altri usi commerciali si pagano le tasse. E' l'economia, anche le foto creano ricchezza. Quante volte si deve essere tassati? Mi chiedo se gli odiosi costi che questi enti vogliono imporci si possano scaricare, dovrebbero rilasciare regolare fattura insieme ai permessi. Come fotografi dovremmo batterci per sensibilizzate sul problema della libertà di panorama in Italia e non piagarci a queste assurde richieste. Visto che nelle gallerie ci saranno sicuramente scatti che ritraggono aree o edifici in qualche modo protetti, anche questo sito che come molti altri include banner pubblicitari potrebbe essere colpito da questo tipo di provvedimenti. Come già scritto, l'uso commerciale va oltre la semplice vendita delle foto. |
user3834 | inviato il 02 Settembre 2017 ore 11:27
Diebu, dipende, prova a fare una foto alla mia lambretta d'epoca e farla diventare il simbolo di una campagna pubblicitaria senza il mio consenso e vedrai cosa succede. Vaake, finché ci saranno i fotografi della domenica che non campano con la fotografia e si accontentano dei centesimi... offriranno sempre meno. |
user3834 | inviato il 02 Settembre 2017 ore 11:29
Hyperion se la foto non la vendi il banner pubblicitario non c'entra nulla. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 11:45
“ Poi si dimentica che sulle foto vendute o per altri usi commerciali si pagano le tasse. E' l'economia, anche le foto creano ricchezza. „ Infatti, con la dichiarazione dei redditi quel guadagno da microstock mi viene tassato al 30%; grazie alla attività creativa dei fotografi che collaborano con agenzie americane lo Stato italiano incassa un tributo percentualmente rilevante. |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 11:49
“ Hyperion se la foto non la vendi il banner pubblicitario non c'entra nulla. „ Siti o blog che pubblicano foto e contengono banner pubblicitari possono essere associati all'utilizzo commerciale delle stesse. Un esempio sono i molti fotografi di viaggio ci guadagnano su questo tipo di utilizzo e non escludo che nelle gallerie si trovano siti con restrizioni o coperti da diritto d'autore. Anche questo è guadagnare da una foto, non solo la vendita diretta, che se poi avviene tra privati va oltre eventuali controlli. |
user78019 | inviato il 02 Settembre 2017 ore 12:03
“ se gli odiosi costi che questi enti vogliono imporci si possano scaricare, dovrebbero rilasciare regolare fattura insieme ai permessi. „ Sì, ma chi non ha P. IVA e vende con ritenuta di acconto non può scaricare niente. Ergo, come ho già scritto, se vendi la foto paghi due volte le tasse. Poi loro possono pure dire che quella non è una tassa, ma "diritto di riproduzione" del "panorama" ... la sostanza è che dai due volte i soldi allo Stato per un reddito che - spesso - è solo presunto. Infatti, dare una foto ad un'agenzia non presuppone che la foto (anzi, il suo diritto di utilizzo/copia, il copyright) sarà sicuramente venduta ... Il reddito è sicuro (forse ...) solo nel caso di lavoro su commissione. |
user3834 | inviato il 02 Settembre 2017 ore 12:05
Quindi devo chiedere una percentuale degli incassi a Juza... mannaggia a saperlo prima |
| inviato il 02 Settembre 2017 ore 12:43
Occhio che siamo a un passo dal concludere che JuzaPhoto debba chiudere per violazione di qualsiasi possibile copyright made in pizza, spaghetti e mandolino Flickr, Instagram, 500px, FB invece possono stare tranquilli, nei paesi avanzati c'è Libertà di Panorama |
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