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luce attraverso un obiettivo


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avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 12:54

Pensa, io vorrei che le lenti ultraluminose avessero pdc ampie anche a TA, un po' come scattare a f8 ma con la luminosità di F1.4, e non so se si possa intervenire mediante illuminatori artificiali interni...

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 13:33

Ooo, immaginare una lente enorme forse porta in se dei paradossi, dopotutto anche i banchi ottici che registrano l'immagine su lastre enormi rispetto a un sensore ff, non hanno obiettivi con lenti mostruose, anzi rispetto alla macchina nel suo insieme sono piuttosto piccoli, (perchè relativamente meno luminosi forse?)

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 15:17

è vero Albi, purtroppo a mio parere, le differenze che esisto, e quindi a mio parere esiste un fenomeno che porta ad un certo effetto, è minimo con le ottiche di dimensioni tradizionali.
Per tale motivo, per ingigantire tale effetto ho detto che servirebbero ottiche enormi.
In ogni modo delle volte, dice un proverbio, se la montagna non va a Maometto...
cercherò di trovare qualche esempio più rilevante che superi gli aspetti teorici che ho solo sottolineato.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 22:51

E' da 70 anni che i test degli obiettivi vengono fatte riprendendo mire ottiche distanti almeno
50 volte la lunghezza focale (quindi di dimensione 1200x1800mm nel caso di un 24x36mm).

A partire da questi rapporti tutte le ottiche normalmente in commercio si comportano in maniera identica
e si possono fare misure comparative della MFT tra diverse categorie (tele, grandangoli, etc.)
di qualunque apertura e lunghezza focale.

Se invece si usano rapporti di riproduzione tra 1:5 e 1:1, si apre un nuovo mondo dove il diametro
delle lenti è influente.
Qui allego un esempio fatto con un Canon 85L + anello + Sony A7, con rapporto di riproduzione 1:3.
La foto è stata croppata da 24x36 a 24x18mm per affiancarle in verticale: campo inquadrato 54x72mm
Distanza di ripresa 400mm. Come indicato: lato sinistro a f/1.2, lato destro f/11.

postimg.org/image/emqkre6ij/

Il soggetto ripreso è un flessometro ripreso di lato, la messa a fuoco è sulla parte più lontana.
Si può notare che con la lente aperta a f/1.2 (circa 70mm) si riesce a "vedere" qualche millimetro
all'interno della scala graduata, cosa non possibile con il diaframma a f/11 (circa 8mm).

Se invece usassi un banco ottico 20x25 ed un Heliar 500mm f/4.5 (diametro 110mm), con un rapporto 1:3
potrei fare un primo piano con fronte/occhi/naso/bocca a fuoco, nel quale si può notare chiaramente
un effetto tridimensionale che avvolge il soggetto ripreso: si potrebbero per esempio chiaramente
distinguere per intero entrambe le orecchie anche se sfuocate (nota: sto parlando di riprese frontali).
Dal 1870 a tutto il 1930 (60 anni!) questo tipo di obiettivi (prima i Petzval, poi Cooke ed Heliar)
si chiamavano genericamente "obiettivi da ritratto".

Su Flickr ci sono diversi che pubblicano immagini fatte con il banco ottico.
Tra questi, una foto di Tom Keymeulen che evidenzia l'effetto sopracitato, nonostante la corta focale:

www.flickr.com/photos/60030955@N05/8902745501/in/photostream/


avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 22:59

la tua immagine è piccolissima Ettorebest e non capisco quello che intendi.
puoi ripubblicarla a dimensioni grandi? usa funkyimg.com/

e poi ti sarei grato se spiegassi nel dettaglio questa frase:

Se invece si usano rapporti di riproduzione tra 1:5 e 1:1, si apre un nuovo mondo dove il diametro delle lenti è influente.


poichè è al succo dell'apertura di questo topic.
grazie.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 23:17

Si, ho visto!
Dovrei ricaricare di nuovo l'immagine...
Ho editato il link per aprire la versione ad alta risoluzione.

Per quanto riguarda la domanda: qualunque rapporto di riproduzione da 1:50
all'infinito, con qualunque diametro di lente a disposizione, le immagini scattate
dallo stesso punto di ripresa avranno sempre la stessa prospettiva.

Da 1:50 a 1:5 difficilmente riesci ad ottenere immagini nelle quali puoi evidenziare differenze.

Da 1:5 a 1:1 basta avere lenti sufficientemente grandi e puoi già vedere che le parti
esterne della lente vedono "dietro" l'oggetto.

... ma biglia del tuo esempio in apertura topic sarà sempre lì, non puoi cambiare le leggi ottiche.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 23:25

Da 1:5 a 1:1 basta avere lenti sufficientemente grandi e puoi già vedere che le parti
esterne della lente vedono "dietro" l'oggetto.

non capisco, ti chiedo un ulteriore delucidazione. scusa se sono un po' de coccio.

cosa significa vedono "dietro" l'oggetto?

e a dir la verità non ho capito neanche l'immagine che hai postato. Il flessometro non sembra nella stessa posizione nelle 2 foto. Non ho capito.

avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 23:41

Facciamo un esempio:

1) prendi due matite e le allinei di fronte a te
2) chiudi l'occhio sinistro e con il destro cerchi di allinearti fino a quando la matita più
vicina a te nasconde quella più lontana
3) apri l'occhio sinistro: magicamente ritorni a vedere quella più lontana,
quindi vedi "dietro" la matita che ti sta di fronte.

Questo succede anche con le lenti se il diametro utile è abbastanza grande
in rapporto alla distanza del soggetto ripreso.
Nella foto postata, dalla lente frontale al flessometro c'erano meno di 300mm

Questo effetto è molto evidente con le ottiche macro, ma normalmete per avere
maggiore profondità di campo tutti chiudono il diaframma a f/11 ed oltre.

PS: l'unica cosa che si è spostata tra le due foto è il diaframma!



avatarsenior
inviato il 02 Aprile 2017 ore 23:49

intendi forse dire, che se tu facessi una foto macro ad una cannuccia, riprendendola perfettamente frontalmente, cioè da dove aspiri la bibita, potresti anche vedere altro della cannuccia? ovvero parte del suo esterno?
questo non succede normalmente fotografando perfettamente frontalmente un cilindro, poichè se è perfettamente di fronte a te ritrai semplicemente un cerchio.
www.clousrl.com/images/prodotti/big/22_1.jpg
s-media-cache-ak0.pinimg.com/236x/44/0d/bf/440dbf33225515f0d143c369b66

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2017 ore 0:10

Se fai una macro 1:1 con il diaframma tutto aperto riprendi senz'altro l'esterno della cannuccia,
ma la profondità di campo è così piccola che vedi solo un anello sfuocato.

Occorre trovare un compromesso tra profondità di campo e rapporto di riproduzione.

Con una focale lunga ed un grande formato è tutto molto più semplice

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2017 ore 0:14

Se fai una macro 1:1 con il diaframma tutto aperto riprendi senz'altro l'esterno della cannuccia,
ma la profondità di campo è così piccola che vedi solo un anello sfuocato.

questo non sarebbe un problema.
sarebbe infatti sufficiente mettere a fuoco prima la corona della cannuccia, e poi con una seconda foto sfocare la corona e metere a fuoco qualche mm oltre, e volendo con una terza foco ancora un po' oltre.

Non so se ti rendi conto, ma quello che stai dicendo conferma tutto quello che ho scritto.

saresti in grado di produrre con la tua attrezzatura (se hai tempo e voglia) una simile prova?

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2017 ore 1:12

Ho scovato un riferimento all'effetto indicato sopra da Ettorebest. Non posso dire sia chiarissimo né mi pare ci siano sullo stesso testo altri accenni alla questione, ad ogni modo lo propongo nel caso possa essere utile:




avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2017 ore 1:14

Tempo a disposizione pochissimo...
Con 90-100m di focale a 1:1 e diaframma f/2.8 la profondità di campo è solo qualche decimo,
quindi per fare 10mm occorrono minimo 20-30 scatti con una slitta micrometrica (che non ho).
Dovrei anche installare il software di stacking ...
... ma dubito che il software riesca a ricostruire la superficie esterna di un cilindro!
Il focus stacking di un insetto è enormemente più facile da fare!

avatarsenior
inviato il 03 Aprile 2017 ore 9:18

grazie Ettorebest ed Ironluke.
Allora, per ora difficoltà nel fare i test. Ma supponiamo che sia tutto vero.

Sia voi, sia io, mai avremo a disposizione un'ottica larga con 3metri di diametro.
Però diciamo una cosa, se il nostro soggetto (Luigino) ha una faccia lunga 30cm e lo fotografassi con questa ottica gigante da distanza ravvicinata, diciamo 60cm... già supponevo l'effetto che è stato fonte di discussione.

Ma noi non abbiamo questi mezzi, però
se la montagna non va a Maomentto... ...Maometto va alla montagna.
Non potendo disporre di una simile ottica possiamo agire in modo inverso, ovvero, rimpicciolire Luigino.
e siccome Luigino, rispetto all'ottica proposta, ha una faccia 10 volte più piccola, possiamo rimpicciolirlo 10 volte rispetto al diametro dell'ottica in nostro possesso.
Ovviamente Luigino, il soggetto, sarà un oggetto 10 volte più piccolo del diametro dell'ottica usata. (circa, passi l'idea).

Ma Ettorebest sostiene che il fenomeno si verifica solo a diaframma aperto.
Questo significa che nell'ottica da lui usata (e non so se questo vale per tutte le ottiche), chiudendo il diaframma viene ridotta la superficie di lavoro delle lenti dell'ottica, o almeno, certamente quella della lente frontale.

Così, se tutto corrisponde al vero, posso dire che sul serio accade quello che ho sostenuto.
Ovvero, aumentando il diametro dell'ottica il soggetto viene ripreso in modo tale da creare un differente disegno prospettico sul sensore.

Per dirla ancora meglio, alla luce delle nuove:

il disegno prospettico rilasciato sul sensore dipende dalla distanza tra pdr e soggetto. Tuttavia tale disegno risente anche del rapporto dimensionale tra diametro della lente frontale (la quale deve lavorare, ovvero trasmettere il passaggio della luce anche sulle sue parti più marginali) e dimensioni del soggetto ripreso. Tale effetto, potrebbe essere molto visibile anche su primi piani a persone, ma poichè questo richiede ottiche enormi, per lo più tale effetto è riscontrabile su soggetti piccoli, ripresi da una distanza tale in cui il rapporto tra le loro dimensioni e la distanza è simile a quello del rapporto tra dimensioni di un volto e distanza di ripresa (focale normale ma di enorme diametro).

quindi Ironluke, io continuo ad essere un grande ignorante, e lo ammetto.
Però la mia intuizione comincia a trovare qualche riscontro anche nella tua interpretazione di questo argomento?

aggiungo una cosa. Questo fenomeno, che renderebbe ottiche che non sono pericentriche con comportamenti simili a queste, continuano lo stesso a non essere ottiche pericentriche e continuano a comportarsi in modo differenti da esse.
Infatti, credo, se al centro del fotogramma si può riscontrare un disegno per cui il comportamento sembra essere idendico a quello delle pericentriche, andando verso la periferia del fotogramma questo a mio avviso non dovrebbe accadere.
Fotografando una cannuccia inserita dentro un cilindro più grande e riprendendo il tutto frontalmente, del cerchio più grande non si vedranno i bordi esterni nell'immagine, mentre della cannuccia si.
differentemente un'ottica pericentrica avrebbe restituito il suo lavoro anche sul cilindro grande.

avatarjunior
inviato il 03 Aprile 2017 ore 10:44




L'errore stupido sta nel fatto di pensare che tra biglia e lente ci possa passare solo quella linea di luce, quando ovviamente sono infinite SU TUTTA L'AREA della pupilla d'entrata, per cui basta tracciare il fascio di luce che congiunge la biglia alla lente piccola per produrre la proiezione sul piano focale nello stesso identico punto.
C'era davvero bisogno di perdere 12 pagine per questa cazzata quando bastano tre righe per spiegarla? Confuso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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