| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 9:36
@Windof: “ @Skylab59 ti sei accorto che in tutte le foto che hai in galleria sembra sempre che stia per piovere? Se il tempo era sempre quello ok, però la necessità di intervenire si ha soprattutto quando i colori e i contrasti da riprodurre sono intensi. „ Ti credo sulla parola. Da un lato scatto più volentieri nelle ore serali (qualche volta la mattina), quando il sole è basso (e quindi la luce più calda), dall'altro è possibile che la calibratura del mio monitor (non professionale) non sia perfetta. Anche il fatto di mettermi al PC la sera, quando l'occhio è abituato alla luce artificiale può avere un influsso. Sì, per fare un lavoro perfetto, bisognerebbe tenere conto di tutte queste cose. Ieri per es. ho stampato una foto, che è risultata più calda rispetto a ciò che vedevo a monitor. Calibrare tutto è fondamentale. Ci sono vari livelli di accuratezza o di perfezione ai quali si può / si vuole, o per i pro, si deve arrivare. Il livello dell'asticella ha un influsso sugli investimenti e sul tempo da dedicare. Non per tutti è uguale, anche se tutti con la fotografia vogliono divertirsi, con i mezzi e il tempo che hanno a disposizione. Ciao, Roberto |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 9:49
Veleno, sono perfettamente d'accordo sul fatto che la fotografia, intesa nella sua globalità, debba essere libera, però deve anche essere in qualche modo correttamente leggibile da parte dell'osservatore perché quest'ultimo possa veramente apprezzarla. Il senso pratico di quei distinguo è che la libertà totale funziona bene solo all'interno di un utilizzo strettamente artistico del mezzo fotografico, mentre la maggior parte delle fotografie che la gente scatta non rientra in quell'ambito; ma anche una fotografia artistica, se presentata in un contesto non specificatamente tale, finisce per far nascere dubbi e incomprensioni, non tanto riguardo a quell'immagine specifica, ma all'intero contesto, perché la pretesa che in ogni ambito debba essere ammessa l'interpretazione artistica, di qualunque livello, lo svuota del suo significato originario; è questo che secondo me deve essere evitato. Purtroppo oggi c'è la malsana tendenza a far entrare l'Arte in ogni altro ambito, svilendoli entrambi! Non esiste un “ al di fuori dei contest o di situazioni chiaramente definite a priori „ : fammene un esempio che non sia una galleria d'Arte; forse la pubblicità (gran brutta fine per l'Arte). Poi è evidente che ci sarà sempre una sorta di "zona grigia" dovuta all'impossibilità di definire con un taglio netto cosa stia da una parte e cosa dall'altra, ma in questo caso basta qualche indicazione sommaria sulle procedure adottate (tecniche multiscatto, piccole clonazioni ecc.) e, soprattutto, sulla loro motivazione per mettere l'osservatore in grado di valutare correttamente quell'immagine senza che qualcuno debba ancora stracciarsi le vesti perché non l'abbiamo postata in "Grafica e fotomontaggi", anziché in "Paesaggio Naturale", o possa ancora tacciarci di incapacità fotografica. Poi io non sono così drastico da farne addirittura una questione di quale software utilizzo o se li utilizzo entrambi in successione, o se la mia correzione debba essere chiamata "conversione" piuttosto che "ritocco" quando il risultato è visivamente identico e, alla fine della fiera, sarà ugualmente dato da un'immagine raster altrimenti non sarebbe visualizzabile o stampabile (legittima, comunque, anche una posizione più dura della mia); io, cioè, ne faccio unicamente una questione di "linguaggio" nel senso originario del termine, ovvero di condivisione (tra autore e osservatore) di quegli accorgimenti tecnico-linguistici che consentano la corretta "lettura" delle nostre opere. |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 9:54
Veleno, ho visto solo adesso un tuo successivo intervento di cui riprendo un brano: “ non si può stabilire se il lavoro è "ben fatto" se non conoscendo le intenzioni o perlomeno il linguaggio (eventuale) dell' autore „ che è esattamente quello che intendo io; forse si tratta solo di mettersi d'accordo su come fare perché l'osservatore acquisisca quella conoscenza |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 9:56
L'occhiodelcigno, hai sicuramente ragione, infatti ho sempre usato concettualmente il condizionale, e a quanto dici sono due processi diversi, non ho le basi per rispondere, anzi la prendo assolutamente per vera, (la mia vita fotografica non cambia di una virgola), credevo nella mia ignoranza, che anche on board venisse fatto "DOPO" lo scatto e ne prendo assolutamente atto. Ma in soldoni il file prodotto dalla macchina fotografica sarà diverso se imposto in pre-produzione settaggi diversi. E torniamo a bomba, almeno per quello che era il topic iniziale. Se io pre imposto una foto in bianco e nero, otterrò una foto in bianco nero dalla macchina, se imposto una foto in "landscape" otterrò una foto con colori più vividi, se imposto il recupero delle ombre in camera otterrò una foto più bilanciata, cose che si possono ottenere anche in post - produzione, allora in fin dei conti, (al di là della mia grande confusione in termini, ma non sono un tecno-fotografico sono un semplice fotografo) cosa cambia? Nulla, almeno per me. “ Esiste o no un modo, una macchina fotografica, un obiettivo o quel diavolo che volete, con il quale la post-produzione non è necessaria, indispensabile, utile perché la foto é bella cosi come è scattata o è sempre necessaria in piccole o grosse proporzioni? „ Facciamo un passo indietro, tutte le macchine producono immagini che non necessitano di intervento, perché l'eventuale intervento lo devi volere tu, e tu Giampiero lo hai dimostrato con le tue foto. Non è una questione di sensore, ci si sta attorcigliando in un contesto tecnico, che va ben oltre la fotografia vissuta, come l'occhiodelcigno ha dato ben dimostrazione con termini tecnici molto accurati e pertinenti. Si parla di colori veri, ma veri per chi? se io fossi daltonico percepirei i colori in modo diverso, e lavorerei una foto in modo completamente inusuale ma per me valida...allora? L'occhiodelcigno ha rielaborato una mia foto, e la vede più naturale, per lui, certo, ma oltre ad averla scattata io, l'ho elaborata io, e nessuno può dire che è sbagliata. Magari scomponendo pixel per pixel e facendo un confronto con materiali sofisticati al MIT si potrebbe dire tranquillamente che è "sbagliata" ma si è andati ben oltre la fotografia scattata. Ed è questo per me il punto, non ci si arrende alla versione percettiva-relativa che ognuno ha. Deve essere sempre tutto codificato. Ciao LC |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 9:59
Ciao Daniele e Veleno. Infatti il modo migliore per "guardare" le fotografie di qualcuno e potersene fare un'opinione è avere la possibilità di vedere l'intera serie di immagini, o meglio ancora diverse serie con temi differenti. Solo così si riesce (forse) a capire quali sono le intenzioni dell'autore, e quindi apprezzare o meno il suo lavoro. Una foto singola, spaiata, in genere ha poco significato. (scusate, siamo OT) Saluti, Roberto |
user14286 | inviato il 05 Gennaio 2017 ore 10:32
“ Veleno riesce quasi sempre a darmi soddisfazione „ Quel "quasi" non me l'aspettavo... ...spero comunque che non sia sul piano sessuale... “ Infatti il modo migliore per "guardare" le fotografie di qualcuno e potersene fare un'opinione è avere la possibilità di vedere l'intera serie di immagini, o meglio ancora diverse serie con temi differenti. Solo così si riesce (forse) a capire quali sono le intenzioni dell'autore, e quindi apprezzare o meno il suo lavoro. Una foto singola, spaiata, in genere ha poco significato. „ perfettamente d' accordo. |
user14286 | inviato il 05 Gennaio 2017 ore 10:35
“ Penso però che stiamo andando OT, anche se il discorso è interessante (trito e ritrito, ma chissene!). Giampiero chiedeva altro, e ha ricevuto risposte che spaziano in tutte le direzioni possibili. Probabilmente però un'idea ha potuto farsela. „ La discussione ormai ha preso una piega a se stante, ma mi sembra che a Giampiero sia stato già risposto esaustivamente. La post produzione non è obbligatoria per legge, nè è un precetto medico: se si è soddisfatti del prodotto uscito dalla macchina non vi è motivo di sbattersi; diversamente si è liberi di agire sulle proprie foto nella misura in cui lo si ritiene adeguato allo scopo che ci si è prefissati. Parliamo quindi semplicemente di avere consapevolezza del PERCHÈ' scattiamo, e utilizzare lo strumento di conseguenza: se faccio uno scatto naturalistico magari mi sta bene la foto così com'è, ma se scatto per esprimere un' idea, è piuttosto improbabile che la macchina da sola riesca nell' intento. |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 11:24
Condivido al 100%. |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 11:30
A mio avviso l'ambito forse più difficile è il ritratto a colori. Lasciamo perdere tutto il tema dello sfocato o delle manipolazioni "artistiche". Il solo fatto di voler equilibrare il colore della carnagione è spesso un rompicapo non da poco. Se un paesaggio catturato in ora serale è accettabile con tonalità calde, un ritratto a qualunque ora sia realizzato deve essere equilibrato. C'è poco da dire. Sotto gli alberi si avrà a che fare con un marziano (notoriamente verde), alla luce serale con un pellerossa, ecc. E' vero che in alcuni casi vi è la ricerca voluta di una qualche dominante, ma questa è un'altra storia. |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 11:57
Infatti l'incarnato è una delle superfici che il cervello legge sempre apportando modifiche che ce la facciano percepire più o meno identica indipendentemente dall'illuminante, casi estremi a parte; perfettamente logico se pensiamo che si tratta del colore di riferimento della nostra Specie e che il riconoscimento del nostro simile è una condizione indispensabile per la socializzazione e la sopravvivenza della Specie; ma vallo a dire al sensore ... |
user46920 | inviato il 05 Gennaio 2017 ore 13:40
Lordcasco:“ se imposto il recupero delle ombre in camera otterrò una foto più bilanciata, cose che si possono ottenere anche in post - produzione, allora in fin dei conti, (al di là della mia grande confusione in termini, ma non sono un tecno-fotografico sono un semplice fotografo) cosa cambia? Nulla, almeno per me. „ per te magari nulla, ma per un fotografo professionista cambia il tempo di consegna del lavoro, oltre al fatto che molto spesso le immagini post-prodotte non sono nemmeno accettate. Alla fine però il discorso era: post-produzione = azione di settaggio cronologicamente postuma ... e quindi, il pre-settaggio on board fà assolutamente parte della produzione: scatto e la ripresa è il lavoro finito = no-post ! Non mi pare sia così difficile da "visualizzare" ... così, la prossima volta, magari, quando si parla di PP, si avranno le idee più chiare! ... o no? o vuoi andare avanti a dire che settare la macchina è fare post-produzione? come altri che si chiedono se usare dei filtri davanti all'ottica è o no PP ... Poi è logico che ciclicamente si riaprono certi argomenti: se continuiamo ad usare i termini sbagliati, nonostante la logica dovrebbe impedircelo e nonostante ci siano queste discussioni per aiutarci a capire ... Ma allora è vero che c'è un non volerle capire le cose! C'è proprio una idiosincrasia innata (almeno in certe persone) verso la realtà delle cose, che le allontana ogni volta dalla "verità" !! |
user46920 | inviato il 05 Gennaio 2017 ore 14:14
Veleno:“ La post produzione non è obbligatoria per legge, nè è un precetto medico: se si è soddisfatti del prodotto uscito dalla macchina non vi è motivo di sbattersi; diversamente si è liberi di agire sulle proprie foto nella misura in cui lo si ritiene adeguato allo scopo che ci si è prefissati. Parliamo quindi semplicemente di avere consapevolezza del PERCHÈ' scattiamo, e utilizzare lo strumento di conseguenza: se faccio uno scatto naturalistico magari mi sta bene la foto così com'è, ma se scatto per esprimere un' idea, è piuttosto improbabile che la macchina da sola riesca nell' intento. „ qui si fanno come al solito i passi del gigante! e si finisce banalmente dritti dritti da dove si era partiti, proprio perché finché non si è in grado di differenziare la fotografia dalla grafica, è inutile questo discorso finale che fai. Agire liberamente sulle proprie foto, potrebbe voler dire presentare poi un disegno, spacciandolo come una fotografia. Quindi, non ha senso questa libertà che sottointendi, perché non chiarisce un bel nulla! Anzi, peggiora la situazione. Tu sentiti pure libero di fare quello che vuoi alle tue foto, ma se fai una mostra fotografica (fotografica), poi saranno delle fotografie che dovrai esporre (.. mi spiego? .. o no?). Perché ti è così difficile capire questo punto imprescindibile? (che è poi anche la causa della confusione sull'argomento) L'esprimere un'idea attraverso una fotografia, ovvero scegliere di essere un fotografo concettuale, non ti libera mica dal fatto che alle mostre fotografiche dovrai poi portare sempre e cmq delle fotografie! (... è chiaro?) Altrimenti, è "tutto valido" e qualsiasi cosa esce dal mio PC, è fotografia! Ma sappiamo benissimo tutti che non è così, quindi quello che dici è per me piuttosto incongruente con la realtà delle cose. (... mi spiego?) Quando facevo il discorso Fotografia-Grafica-Arte mica lo facevo per l'aria che tira ... ma perché c'è un preciso luogo dove posizionare i differenti significati dei termini e ad essi assegnare una precisa forma tangibile, nello spazio operativo conseguente. |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 14:27
Ottima spiegazione Cigno! E' chiaro che ognuno fa quello che vuole, però volenti o nolenti qualche paletto per separare le varie "arti" ci vuole. Se non altro per una questione di pari opportunità nel caso si partecipasse a concorsi fotografici. Sarebbe interessante poter leggere una definizione ufficiale di qualche regolamento di concorso. Non che personalmente me ne faccia qualcosa, ma così, tanto per... Saluti, Roberto |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 14:38
“ se imposto il recupero delle ombre in camera otterrò una foto più bilanciata, cose che si possono ottenere anche in post - produzione, allora in fin dei conti, (al di là della mia grande confusione in termini, ma non sono un tecno-fotografico sono un semplice fotografo) cosa cambia? Nulla, almeno per me." per te magari nulla, ma per un fotografo professionista cambia il tempo di consegna del lavoro, oltre al fatto che molto spesso le immagini post-prodotte non sono nemmeno accettate. „ Cioè, in campo fotogiornalistico, che è quello più restrittivo in termini di post produzione (giustamente), non accettano le immagini in cui si schiariscono le ombre? Perchè traspare questo messaggio. “ e si finisce banalmente dritti dritti da dove si era partiti, proprio perché finché non si è in grado di differenziare la fotografia dalla grafica, è inutile questo discorso finale che fai. Agire liberamente sulle proprie foto, potrebbe voler dire presentare poi un disegno, spacciandolo come una fotografia. Quindi, non ha senso questa libertà che sottointendi, perché non chiarisce un bel nulla! Anzi, peggiora la situazione. Tu sentiti pure libero di fare quello che vuoi alle tue foto, ma se fai una mostra fotografica (fotografica), poi saranno delle fotografie che dovrai esporre (.. mi spiego? .. o no?). „ Pochi discorsi, Witkin che nelle sue foto aggiunge tra le altre cose "graffi" all'immagine, è per te un fotografo o meno? Questa è un immagine o una foto? Senza giri di parole, o si o no. encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRKg5Xo1w-KBFDO91DuddJdMe |
| inviato il 05 Gennaio 2017 ore 14:46
è piccola e si vede poco... Se è un riflesso in una vetrina è una foto, altrimenti un fotomontaggio, quindi un'immagine grafica. |
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