| inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:21
“ più la dimensione consumistico edonista ci prende, più l'approccio alla fotografia "praticata" rischia di risentirne „ Straquoto ... è un concetto che ho già avuto modo di esprimere... ci sono vari modi per stimolare la creatività, il rischio che essa sia alimentata soltanto da un nuovo acquisto o dalla continua ricerca dello strumento "perfetto", nuovo, evoluto è abbastanza alto... anche fra i professionisti per la verità! |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:21
Il talento lo puoi formare. la sensibilità, educare lo sguardo, deriva da pratica e da letture sia fotografiche che saggistiche. Bisogna parlarne, confrontarsi, prendere un libro e capire il tipo di lavoro che è stato fatto, studiare i grandi autori del passato e contemporanei e perchè no, anche quelli più "indipendenti" di ora. Ragionare non solo per tempi e diaframmi, risolvenza dell'ottica o 14 stop di recupero, ma entrare in un discorso più intimo sul perchè di tante scelte. E' la curiosità che porta a voler avanzare. Che poi non si diventerà il nuovo Berengo Gardin ok, ma il talento e capacità, non è da confondere con l'aver successo. Ci sono troppe variabili da considerare, e non tutti hanno le possibilità (e anche fortuna) di gestirle al meglio. |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:27
Sono d'accordo Giuliano. Io credo che il senso del "limite" sia fondamentale per stimolare intelletto, pratica e creatività. Leggo spesso che ai principianti si consigliano apparecchi molto evoluti, con tutta la tecnologia disponibile e, auspicabilmente, iso infiniti. Personalmente, dovessi avviare mio figlio alla fotografia, sceglierei l'apparecchio più spartano possibile: più devi sbatterti, più neuroni e anima si attivano. |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:32
Ottimo Francesco, la semplicità aguzza l'ingegno. |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:45
“ Personalmente, dovessi avviare mio figlio alla fotografia, sceglierei l'apparecchio più spartano possibile: più devi sbatterti, più neuroni e anima si attivano. „ E' verissimo, concordo in pieno...Peraltro c'è anche da dire una cosa: chi inizia a fotografare non sa se gli piacerà o meno, quindi è naturale che uno, con un minimo di senno, cerchi di spendere il meno possibile. Tornando al tema: fotografare è difficile? Non più difficile di altro. La difficoltà è soggettiva. Certamente è un'attività che richiede impegno, costanza e creatività...poi dipende a che livello uno vuole arrivare o se lo vuole fare per vivere... |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:50
Miroslav Tichy:
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user39791 | inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:53
“ Caro Filiberto.... una riflessione su una cosa che dici, apparentemente innocua, ma secondo me spesso origine di tanti mali contemporanei: "la migliore che può permettersi" „ Evidentemente ho espresso un concetto che ho molto chiaro in modo molto poco chiaro. Riformulo. Ritengo "normale" che un fotografo comperi l'attrezzatura (nei limiti ovviamente di quanto può e/o vuole spendere) che gli consente di ottenere i risultati migliori. Ci sono generi fotografici dove le differenze tra un'attrezzatura economica e una costosa possono essere limitate, altri dove le differenze possono essere enormi (ad esempio nella fotografia naturalistica e sportiva). Vale più o meno per tutte le cose. Se devo fare 300 metri di strada sterrata una Panda 4x4 vale (circa) una Peugeot 2008 DKR, se devo partecipare alla Parigi-Drakkar non è la stessa cosa. |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 13:54
tutti quegli aggeggi odiosi, quelle lenti del cavolo che ti tocca sganciare e cambiare, apparecchi che devi regolare abbastanza bene per non restare fregato quando arriva il momento di scattare... il resto è fotografia. |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 14:00
“ sceglierei l'apparecchio più spartano possibile „ In realtà affrontando gradualmente il mondo Fuji mi sto rendendo conto che talvolta "l'apparecchio" top di gamma o giù di li è paradossalmente anche il più spartano (per finta ) nel senso che la XT1 ad esempio ha tutti i controlli sulle ghiere e per un bambino è molto bello imparare con un'approccio vintage, piuttosto che smanettare nei menù, nei touch o affidarsi troppo agli automatismi... Ok la composizione il gusto... le scelte di scatto consapevoli derivano in effetti anche dalla conoscenza dei principi tecnici base: esposizione, tempi, iso, apertura diaframma tutto toccabile con mano e regolabile... è tanta roba |
user39791 | inviato il 19 Maggio 2016 ore 14:06
Labirint ovviamente è la stessa attrezzatura che usi tu quella di Miroslav Tichy. |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 14:11
Ma guarda gran parte mie foto son con 50 fisso canon f1/8 pagato 70 euro. Peró si mi piacerebbe giocarci con cose di questo tipo solo che temo di cadere nell'effetto speciale piú che nella foto con del contenuto |
user39791 | inviato il 19 Maggio 2016 ore 14:15
Ovviamente si scherza, solo che trovo commovente (non parlo di te e tanto meno di Francesco) che da una parte del forum si consideri merda una 5d3 perchè sta per uscire la 5d4 o il 16 35 2,8II perchè sta per uscire il III e dall'altra si facciano battaglie anti consumismo. Mi annoterò i partecipanti.........  |
| inviato il 19 Maggio 2016 ore 14:20
Fai bene, ma non ci sarò, a volte si cerca upgrade tecnico, la macchina abbinata a lente perfette e magari si fanno foto davvero belle, nitide, senza vignettature o deformazioni ma che non dicono nulla. Poi ovviamente la mia era anche una provocazione, come dici per certi generi attrezzatura aiuta parecchio, per altri meno, certe volte basterebbe l'idea |
user39791 | inviato il 19 Maggio 2016 ore 14:36
 Questa di Miroslav però piacerebbe pure a me! |
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