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Il bianco e nero: perché?







avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2015 ore 12:54

Ripropongo la teoria della panna, perchè mi pare sia nuovamente ora di tirarla fuori.

Se la foto viene convertita in BN perchè a colori era venuta male, allora è come raddrizzare un risotto mettendoci un pò più di panna. La panna aggiusta tutto...

Ma, anche se capita più raramente, una foto in BN non funziona "e allora vediamola a colori", è la stessa cosa.

Ben diverso pensare (e vedere) in BN. Andams consigliava il Kodak Wratten 90 per vedere in monocromatico. Oggi quel filtro è introvabile, acquistato compulsivamente da tutti i lettori de "il negativo". Tiffen ne fa uno analogo e, avendone avuta l'occasione, l'ho comprato. Non credo sia indispensabile averlo, sappiatelo.

Pensare in BN è quel che fa chi mette un filtro rosso davanti all'obiettivo. O chi cerca accostamenti che funzionano in BN per evitare il banale errore per cui i due peperoni in BN sono uguali.


Fatto sta che (sono andato a cercare un esempio che ricordavo di aver letto), questa foto:





a colori è così:





Ovviamente l'esempio è esagerato in questo contesto, ma ciò che voglio dire è che chi scatta in BN per scelta e non per raddrizzare ad uno sbaglio, sceglie un soggetto apposta, colori apposta... insomma, PENSA in BN, non si limita a convertire, seppur bene, uno scatto a colori.

(Esempio al contrario: io scatto raw + jpg perchè l'anteprima del raw è a colori, e per fare editing è un casino. Quindi la scelta è sui jpg, miei "provini a contatto", e poi lavoro i raw.)


avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2015 ore 13:26

E' indubbio, caro Shambola, che il concetto di "pensare in bianconero", che trovo molto più consistente rispetto all'idea di "vedere una foto in bianconero" (e si può anche approfondire), sia molto influenzato da un'eventuale provenienza analogica o meno.

Spesso il detto "la pratica rende perfetti" c'azzecca. Io mi considero irrecuperabilmente capra, e per questo, per me perlomeno, il fatto di pensare in monocromatico non è stato frutto di cultura e ragionamento, di studio o impegno, ma sostanzialmente di pratica: dai e dai, dopo anni di rullini, tutti in bianconero, da vedersi oltretutto solo a cose fatte, introietti le cose, le metabolizzi, diventano automatiche (hai commentato tu, la cosa della spada, e capisci bene cosa intendo ;-) ).

Faccio fatica però a immaginare che, cominciando col digitale, il percorso possa essere lo stesso.

E visto che l'unica esperienza che veramente possiamo conoscere è la nostra, e che il passaggio pellicolaro non lo posso cancellare più, neanche volendo (coi suoi pro e contro ovviamente), mi piacerebbe un parere di chi ha iniziato col digitale.
Sapere cioè se quell'idea, "pensare in bianconero", è ormai destituita di senso, è patrimonio perduto (sempre che sia un patrimonio Sorriso ), oppure no.

Un caro saluro
F

avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2015 ore 15:02

IO!
Sebbene immatricolato all'inizio degli anni 70, a meno che non diciamo che anche le foto ricordo fatte in vacanza si possano considerare nel percorso fotografico, dichiaro di essere un nativo digitale.

Eppure ho scritto quel che ho scritto.

Riguardo alla sempantica del vedere piuttosto che pensare, richiamo in causa Adams e sintetizzo i due concetti con previsualizzare .

avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2015 ore 15:19

questo è un post articolato

Non è un post articolato, c'era una domanda iniziale alla quale si doveva rispondere ... fine del gioco.

user61069
avatar
inviato il 09 Marzo 2015 ore 19:29

Ben diverso pensare (e vedere) in BN. Andams consigliava il Kodak Wratten 90 per vedere in monocromatico. Oggi quel filtro è introvabile, acquistato compulsivamente da tutti i lettori de "il negativo". Tiffen ne fa uno analogo e, avendone avuta l'occasione, l'ho comprato. Non credo sia indispensabile averlo, sappiatelo.


oggi basta comprare un ML con mirino elettronico...

angelo.

avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2015 ore 20:21

Caro Soft, aiutami: vedere in bianconero e pensare in bianconero sono in realtà idee differenti.
Per "pensare in bianconero", io intendo che, anche senza camera al seguito, l'osservazione delle relazioni cromatiche, l'effetto della luce sui volumi, la capacità della forma di emergere diventano abituali (grossomodo ovviamente...)
Un processo cioè che non è legato tecnicamente all'atto del fotografare e meno ancora del gestire la fotografia.

Ecco, questo ritieni che possa accadere, assolutamente prescindendo dal preview? O meglio ancora... spegnendolo? ;)

avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2015 ore 21:46

In precedenza avevo espresso la mia opinione sul mio modo di vedere il bn legandolo ad un particolare stato d'animo, o ad un momento della crescita, e mettendolo in relazione al messaggio che si voleva dare optando per questa scelta.
Circa il quesito, invece, se ci è capitato di pensare a priori in bianco e nero, devo ammettere, al pari di Soft, che anch'io in genere rimando la scelta ad un momento successivo anche se in un paio di occasioni, come ad esempio in questa, mi è capitato di pensare in bianco e nero (forse più nero che bianco) ancora prima dello scatto.

www.juzaphoto.com/galleria.php?t=1206298&l=it

avatarsenior
inviato il 09 Marzo 2015 ore 23:19

Mi sa che prima o poi dovremmo aprire una discussione per parlare di questa famosa "previsualizzazione". Entra in gioco anche col colore. Io, per esempio, mi accorgo, alle volte, di previsualizzare anche contrasti e saturazione. Mi capita di sotto o sovra esporre anche di 2 o 3 stop per vedere già sul display della macchina ciò che voglio ottenere.
Ricordo che in epoca analogica acquistai 2 corpi macchina per poter scattare, nella stessa sessione, sia in B&N che a colori. Fu un fiasco totale: se partivo col B&N non riuscivo più a "vedere" il colore e viceversa.

Sempre per chiacchierare, in questi giorni, ho letto qualcosa sull'avanguardia cubista. Nei primi (e non solo) quadri cubisti, Picasso e Braque, avevano rinunciato al colore.
Le tele sono quasi monocromatiche e il colore, dove c'è, è tenue e smorzato. Lo scopo era quello di evidenziare la struttura compositiva, giocata su figure scomposte, linee rette e angoli secchi. Ritenevano il colore un elemento distraente.
È quello che spesso è scaturito anche dai nostri interventi.
Torniamo dunque alla domanda iniziale: nella nostra percezione, la struttura portante delle immagini e, a maggior ragione, del nostro stesso vedere, si reggono su fondamenta monocromatiche?



avatarsenior
inviato il 10 Marzo 2015 ore 0:17

Per il mio modo di vedere, le fondamenta monocromatiche sono sufficientemente robuste per sostenere immagini e la loro struttura portante nella maggior parte dei casi: Tutti quelli in cui messaggio, significato, forma di comunicazione o estetica compositiva (per citare alcune proprietà) siano rappresentabili a prescindere dal colore.
Per rifarsi alla storia dell'Arte, anche le statue di bronzo o di marmo sono monocromatiche normalmente. Quelle egizie erano colorate con pigmenti eccezionali, ma ora che i pigmenti non ci sono più o sono molto sbiaditi il loro significato è rimasto intatto.
Per me il bianco e nero è più universale. Si può leggere anche se si è daltonici senza perdere dettaglio, per esempio.
Non dovendo far riferimento alla forza del colore, per pensare un'immagine monocromatica bisogna basarsi su punti diversi.
Alla prox!

user46920
avatar
inviato il 10 Marzo 2015 ore 6:33

Torniamo dunque alla domanda iniziale: nella nostra percezione, la struttura portante delle immagini e, a maggior ragione, del nostro stesso vedere, si reggono su fondamenta monocromatiche?


Torno a rispondere che la maggior parte dei recettori del nostro sistema visivo rivelano esclusivamente l'intensità della luce (bianco e nero) rispetto ad una minoranza che raccoglie anche il dato del colore (ma che si concentra nella parte della visione d'interesse: quella centrale).
E durante la visione a bassa intensità di luce, si perde progressivamente la capacità di riconoscere i colori ... e le cromie tendono maggiormente ai colori primari non BVR (RGB), ma solo verso il Giallo e il Blu ... come da teoria dei colori esposto nel link qualche pagine fa (forse 5 o 6), al quale nessuno sicuramente ha dato una letta ;-)

Per esempio, ricordo di aver sognato in bianco e nero varie volte, ed in alcuni sogni i colori erano molto tenui quasi totalmente assenti. Ma non ho altre risposte valide al quesito.

user19058
avatar
inviato il 10 Marzo 2015 ore 7:32

Ri-buongiorno, Occhio! Ricordavo che a scuola mi insegnarono dei coni e bastoncelli nell'occhio umano, dedicati alla percezione dei colori (rosso, verde e blu i coni) e del movimento (gli altri). Quindi, noi vedremmo a colri ma percepiremmo il movimento e la bassa intensità di luce in BN, per via della elevata sensibilità alla luce dei bastoncelli, come giustamente ricordi. Ma il dato interessante, per me, rimane il mistero della traduzione 'culturale' dei segnali bioelettrici in immagini destinate a colpire la nostra 'anima'... La visione scientifica è nota, chiara. Un dato di fatto che non ci riguarda più di tanto.
GG

user46920
avatar
inviato il 10 Marzo 2015 ore 7:42

Buongiorno Blue,
... traduzione culturale per colpire l'anima ??? Eeeek!!!
fammi vedere un bella donna e avrai colpito la mia anima ;-) (sia in BN che a colori)

però da quel che so i segnali bioelettrici sono in via di sperimentazione ... forse già da un po'

user19058
avatar
inviato il 10 Marzo 2015 ore 8:23

Mi chiedo come i segnali di ognisortaelettrici, quindi fisici, si trasformino in sensazioni, sentimenti, ecc. ecc.
quoto a 1000 x la gnocca, anche se alla mia età la prospettiva è differente (appena poco, eh...) e questo si collega direttamente a quanto sopra MrGreen

user46920
avatar
inviato il 10 Marzo 2015 ore 10:29

Mi chiedo come i segnali di ognisortaelettrici, quindi fisici, si trasformino in sensazioni, sentimenti, ecc. ecc.


Cool ... dovresti provare ad infilare le dita in una presa di corrente !!!
la trasformazione dalla sensazione al sentimento è immediata MrGreen ... se per caso non l'afferri subito, dovresti provare e riprovare finché non ti esce con sentimento, una "bella madonna" ;-)

Solo l'esperienza ci può "spiegare bene" ed "aprire gli occhi" Cool

;-)

user19058
avatar
inviato il 10 Marzo 2015 ore 11:05

Anche sì, ma preferisco evitare di ridurre la vita a gnocchi e gnocca: dopo un po' di godimento manca altro, tanto altro...Confuso

Che cosa ne pensi di questo argomento?


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