| inviato il 30 Giugno 2025 ore 16:14
Di tutto... colore, B/N (sviluppo e stampa in autonomia), ma soprattutto diapositive. numerose proiezioni in dissolvenza e numerosi concorsi, si andava in montagna e poi la settimana dopo si guardavano le dia tutti insieme (le mie dia...) Un bel modo di condividere le emozioni, sostanzialmente un blog ante-litteram |
| inviato il 30 Giugno 2025 ore 20:42
Quando andava male capitavano delle serate pesantissime, si rimediava con qualche birra in più. |
| inviato il 30 Giugno 2025 ore 21:13
“ Quando andava male capitavano delle serate pesantissime „ No... ero clemente, al massimo un paio di rullini e poi... in fondo, le mie proiezioni in dissolvenza più lunghe non andavano oltre i quattro minuti inclusi i titoli di testa e coda |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 7:03
Eri un bravo ragazzo, ricordo ancora una sera da un'amica, fresca di corso, tornata da un mese in Australia...probabilmente aveva speso più di rullini che di volo |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 9:14
Nonostante la passione per la fotografia, spesso le proiezioni se duravano un po' di più erano una tortura. Ma le mie erano più frequentemente indirizzate ad una sola persona: me stesso. Come ora le stampe; se qualcuno mi chiede di vederle, o mi chiede un ingrandimento, bene, altrimenti sono mie e basta. |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 9:50
Dipendeva molto dal relatore... Ricordo una proiezione di 300 dia sulla Groenlandia che mi ha tenuto ben sveglio fino alla fine |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 11:27
Il Cibachrome dava un aspetto affascinante alle stampe da dia, con quei colori quasi metallizzati. Però, quanto a fedeltà cromatica lasciava molto a desiderare. Comunque all'epoca non ricordo ci fossero alternative tanto migliori. |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 11:47
Il problema Enrico non era tanto la fedeltà cromatica che, anzi, era elevatissima, il problema, ripeto, era l'altissimo contrasto che, addizionandosi a quello già proprio di quel tipo di emulsione, finiva il più delle volte per risultare esagerato. La soluzione era ricorrere a pellicole meno contrastate, le Kodachrome erano di certo quelle più adatte, come peraltro anche le Agfachrome, le più penalizzate erano le Fujichrome, che essendo pensate in modo particolare per la proiezione erano ben più contrastate e di conseguenza meno adatte alla stampa diretta, anche in questo caso però il problema si aggirava facilmente, soprattutto con la Velvia, con questa infatti, quando si era in presenza di scene che si ritenevano potenzialmente "stampabili", bastava fare due diapositive: la prima con l'esposizione corretta per la proiezione e subito dopo una seconda, intenzionalmente sovraesposta di 1/3 o anche 1/2 stop, che sarebbe poi risultata perfetta per la stampa. |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 12:00
e poi... in fondo, le mie proiezioni in dissolvenza più lunghe non andavano oltre i quattro minuti inclusi i titoli di testa e coda ******************************************** Beh questa in effetti è la metodologia classica, quella peraltro tipica dei concorsi FIAF degli anni '70/'80 riservati appunto ai diaporami, il mio invece è un approccio del tutto diverso, sia per il numero di opere che per la durata complessiva. |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 12:08
Dipendeva molto dal relatore... ******************************************** Precisamente. __________________________________________ Ricordo una proiezione di 300 dia sulla Groenlandia che mi ha tenuto ben sveglio fino alla fine ******************************************** Le mie proiezioni contengono poco più della metà di quel numero, due caricatori Kodak per capirci, e in genere durano circa mezz'ora, alla fine però nessuno si lamenta anche se, e questo va detto, sono tutti amici quindi... ___________________________________________ |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 12:29
Ad un certo punto mi sembra sia comparso un sistema Fuji di stampa vado a memoria :R3 non mi faceva impazzire |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 13:30
“…Il problema Enrico non era tanto la fedeltà cromatica che, anzi, era elevatissima…” ••••••••••••••••••••••••••••• Vado a memoria, sono passati molti anni e sicuramente avevo gusti più giovanili; a me il Cibachrome piaceva moltissimo, proprio per il suo contrasto e i suoi colori accesi, quasi - ripeto - metallizzati. Oggi, con gusti più sobri, penso che mi piacerebbe di meno. Purtroppo non ho più niente delle stampe dell'epoca da poter verificare con gli occhi di oggi (ciclicamente, in base a improvvisi quanto incontrollabili raptus di ordine e pulizia, eseguo dei micidiali ripulisti di tutto ciò che non mi serve e che penso non mi servirà - o interesserà - in futuro ). |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 14:31
La questione pellicola, in particolar modo la diapositiva perché col negativo, in fase di stampa, si potevano effettuare delle filtrature tali che se fatte opportunamente potevano trasformare una pellicola, come dire, "tecnica" in una "da ritratto", per cui si, è vero che esistevano pellicole negative specialistiche, ma questo era più un vezzo che non una reale necessità, appunto per quanto appena detto. Con la diapositiva invece il discorso cambiava perché essa una volta sviluppata è immutabile, di conseguenza esistevano diapositive da ritratto, le Fujichrome Astia per esempio o le Kodak E100 G, pellicole da paesaggio, le Velvia o le E100 VS e altre per uso più generalista, la Provia oppure la classica l'Ektachrome 64 o la successiva E100 GX. |
| inviato il 01 Luglio 2025 ore 14:45
Uno dei pregi delle stampe Cibachrome è la durata nel tempo, conosco una persona che ha in casa stampe degli anni '70 ancora in eccellenti condizioni. |
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