| inviato il 21 Agosto 2024 ore 17:47
“ In camera oscura probabilmente c'è da bestemmiare e non c'è dubbio, ma solo per portare altri esempi contro la mistica del "non ammette errori". „ Chiariamo, l'unico procedimento che quasi non ammette errori di esposizione è la diapositiva, perché è la pellicola stessa, che una volta sviluppata è immutabile. Ho scritto quasi perché in realtà qualcosa si può fare anche con una dia esposta male o affetta da una dominante cromatica, facendone una copia. E' un lavoro da fare in laboratorio, usando apposite pellicole per duplicazione, ma è un procedimento a cui ricorrere in casi particolari e, naturalmente, non può recuperare i dettagli non registrati sulla pellicola di partenza. Il materiale negativo permette discreti recuperi, sapendolo fare e avendo abbastanza tempo e voglia a disposizione. Ricordo che una cosa banale, come la variazione del contrasto, richiede il passaggio ad una carta fotografica di gradazione diversa o, in alcuni casi, ricorrere ad uno sviluppo con una diluizione differente. Se poi andiamo su cosette più toste, come recuperare zone esposte in maniera diversa, tramite mascheratura, oppure la correzione delle linee cadenti ecc ..., gli sbattimenti si moltiplicano. Tutte queste cose si facevano e si fanno ancora, per chi ha voglia, sprecando tempo e materiale, perché il tasto annulla non l'avevano inventato. |
| inviato il 21 Agosto 2024 ore 18:09
“ Mica ricordi la marca e il modello della pellicola? „ velvia 50 |
| inviato il 21 Agosto 2024 ore 19:42
Ho scritto quasi perché in realtà qualcosa si può fare anche con una dia esposta male o affetta da una dominante cromatica, facendone una copia. ********** ********** Operazione ormai impossibile visto che sia la Ektachrome Slide Duplicating, che la Fujichrome omologa, non esistono più da anni. E comunque era una pratica che, al netto della pubblicità a favore e nonostante il rispetto MANIACALE di tutte le indicazioni del caso, NON produceva delle diapositive che fossero realmente dei DUPLICATI degli originali. |
user261888 | inviato il 22 Agosto 2024 ore 11:25
“ Chiariamo, l'unico procedimento che quasi non ammette errori di esposizione è la diapositiva, perché è la pellicola stessa, che una volta sviluppata è immutabile. „ Eliminerei senza tentennamenti il termine "quasi". La SD forniva duplicazioni scadenti ed inaccettabili. Molto meglio era la dulpicazione della Dia originale con la Ektachrome 64 con una sovraesposizione di 1 stop al fine di non avere un contrasto esagerato; la nitidezza appariva leggermente inferiore ma i colori risultavano molto più intensi. Ne avrò fatte almeno 2.000 di simili duplicazioni...e mi divertivo pure. |
| inviato il 22 Agosto 2024 ore 15:46
Una strada che vorrei tentare: vorrei scattare con la ROLLEI RPX 25, una negativa in B/N, con un'altissima definizione, potere risolvente con contrasto 1000:1 = 260 linee/mm. Il supporto è perfettamente trasparente, ideale per la scansione ed anche per realizzare diapositive con il metodo dell'inversione. Il costo è di € 8,40 a rullino. Se il prezzo dell'inversione non è eccessivo avrei delle DIA di grande qualità, da proiettare, ad un prezzo "umano". |
| inviato il 22 Agosto 2024 ore 16:20
Il mio post in cui ho menzionato la duplicazione di diapositive era per spiegare che il trattamento di pellicole e stampe con procedimento chimico era ed è fonte di notevoli sbattimenti rispetto al trattamento odierno di immagini digitali, come sempre avviene quando si confronta il nuovo con il vecchio, perché il progresso tecnologico riesce, in prima battuta, a rendere le cose più semplici, e poi magari anche migliori, ma non sempre. Conosco benissimo la Ekta Slide Duplicating, era un materiale non facile da trattare, specialmente per quanto riguarda il contrasto, ma dava una resa molto elevata e tendeva a minimizzare la perdita di definizione. Se usata correttamente, da un laboratorio qualificato, si riusciva a contenere l'inevitabile aumento di contrasto. Alla fine degli anni '70 avevo rapporti con il miglior laboratorio professionale di Roma, e dalla Slide Duplicating riuscivano ad ottenere buoni risultati. |
| inviato il 22 Agosto 2024 ore 17:41
Una strada che vorrei tentare: vorrei scattare con la ROLLEI RPX 25, una negativa in B/N, con un'altissima definizione, potere risolvente con contrasto 1000:1 = 260 linee/mm. Il supporto è perfettamente trasparente, ideale per la scansione ed anche per realizzare diapositive con il metodo dell'inversione. Il costo è di € 8,40 a rullino. Se il prezzo dell'inversione non è eccessivo avrei delle DIA di grande qualità, da proiettare, ad un prezzo "umano". ********** ********** Ottima intenzione Edo! I valori che riporti sono corretti, e i risultati che otterresti sarebbero eccelsi, e lo so per esperienza, ma appunto perché ne ho una esperienza diretta ti consiglio di passare oltre. Al posto della RPX 25, che è una pellicola a granuli tradizionali visto che in sostanza è l'intramontabile Agfa APX 25 rimarchiata Rollei, prova la Rollei Retro 80S. Questa pellicola infatti ha i granuli tabulari, un RMS pari a circa 4 contro il valore 5 della RPX 25, 290 lp/mm contro 250, uno stop e due terzi in più in termini di sensibilità e finanche il supporto (in materiale plastico peraltro) più trasparente in assoluto fra tutte le emulsioni per il BW... insomma come pellicola è cinque o sei balzi alla Beamont avanti rispetto alla pur eccellente RPX 25. A me le inversioni le fece l'Agenzia Luce di Trieste alla modica cifra di, se non ricordo male, 25 € a rullino e ti parlo di prima del covid. |
| inviato il 22 Agosto 2024 ore 17:54
Ah... inutile parlare del risultato! |
| inviato il 22 Agosto 2024 ore 23:00
Alla RPX25, che ho provato, preferisco "ad occhio" la Adox 50, non so se sia invertibile. Buone le info circa la Retro 80S... mai utilizzata, la proverò. Grazie Paolo. Edit: da quel che leggo Retro 80 e Adox 50 pare siano la stessa cosa... |
| inviato il 23 Agosto 2024 ore 3:31
Grazie Paolo allora proverò la Retro 80, con cui non ho mai scattato. |
| inviato il 23 Agosto 2024 ore 7:41
Ma come hanno fatto a determinare queste risoluzioni ...sono 4 micron a linea.... microscopio ? Poi mi chiedo ma lo scanner riesce a trasferire tutta sta risoluzione...? |
| inviato il 23 Agosto 2024 ore 8:24
“ Poi mi chiedo ma lo scanner riesce a trasferire tutta sta risoluzione...? „ già la maggior parte di quello che si spaccia per grana nelle scansioni sono artefatti dello scanner, figurati i 4 micron... |
| inviato il 23 Agosto 2024 ore 8:25
“ in materiale plastico peraltro „ abbiamo pellicole su supporto vegetale o animale o...? |
| inviato il 23 Agosto 2024 ore 8:31
In ogni caso, se l'obiettivo prefissato è la massima risoluzione, si sceglie un percorso, che sia quello analogico (pellicola), o quello digitale (sensore), non importa, cercando di non ridurre la qualità nei vari passaggi, senza passare da un sistema all'altro. La conversione da pellicola tramite scanner e con altro sistema, è un passaggio che comporta necessariamente una perdita di qualità. Poi ci possono essere motivazioni "creative" per fare ciò, e non entro nel merito. |
| inviato il 23 Agosto 2024 ore 9:10
“ abbiamo pellicole su supporto vegetale o animale o...? „ Penso intendesse sottolineare la differenza di supporto che nel caso della Rollei 80s è in PET (che richiede precauzioni al momento di caricare il rullino in macchina... va fatto in luce attenuata dato che il supporto potrebbe convogliare la luce dalla coda ai primi fotogrammi) |
Che cosa ne pensi di questo argomento?Vuoi dire la tua? Per partecipare alla discussione iscriviti a JuzaPhoto, è semplice e gratuito!
Non solo: iscrivendoti potrai creare una tua pagina personale, pubblicare foto, ricevere commenti e sfruttare tutte le funzionalità di JuzaPhoto. Con oltre 253000 iscritti, c'è spazio per tutti, dal principiante al professionista. |

Metti la tua pubblicità su JuzaPhoto (info) |