| inviato il 31 Agosto 2024 ore 9:50
@Andrea rivedere quei due grandi istrioni che non ci sono più stringe un po' il mio vecchio cuore. Da notare l'AI che non riesce a tradurre bene i dialoghi. La pugile Carini, una vicenda surreale. Mal consigliata dal suo entourage, sicuramente lei non deve essere una cima (ovvio, altrimenti non farebbe la boxe!). Un'ulteriore conferma che abbiamo al governo degli sprovveduti. |
| inviato il 31 Agosto 2024 ore 16:32
Sì, anche la scelta di non stringere la mano all'avversaria appare molto discutibile. |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 16:20
"Ma lo sport che si fa storia, cultura, messaggio planetario di riscatto sociale e presa di coscienza. Un giorno che rimarrà eterno." ********** ********** ********** ********** Onestamente non so chi sia questo Riccardo Crivelli, caro Rocco, però posso affermare con certezza che con questa bella frase anch'egli si aggiunge alla lunga lista di quelli che di questa storia hanno capito NULLA. Riscatto sociale e presa di coscienza... uhm... belle parole, non c'è che dire, il problema è vedere a chi ci si riferisce quando si parla di termini alati quali sono appunto il Riscatto Sociale e la Presa di Coscenza. Il riscatto sociale e la presa di coscenza di chi... dei neri forse? Beh si, dei neri ovviamente... ma di quali neri... quelli d'America, che parlavano di schiavitù come se l'avessero vissuta sulla loro pelle, o dei neri dello Zaire, in questo caso specifico, che in stato di schiavitù, nel 1974, ci vivevano ancora? E seppure i neri d'America avevano subito la schiavitù da parte dei bianchi, sempre sorvolando sul fatto che quegli stessi neri, originariamente tradotti in catene in America, erano stati venduti come schiavi, ai bianchi, da altri neri che tali li avevano resi; cosa dovremmo dire allora dei neri d'Africa che erano schiavi di un despota sanguinario quale era appunto Mobutu Sese Seko? Ne parla forse Riccardo Crivelli degli Zairesi in quelle conduzioni? E Riccardo Crivelli parla dei 120 milioni di dollari, del 1974, che a quei poveri Zairesi costò il Rumble in the Jungle? E Riccardo Crivelli parla di quanto se ne strafregò altamemte, il martire Ali, delle miserande condizioni della gente che gli pagò i 15 milioni di dollari che guadagnò con quella farsa di combattimento? E a proposito di schiavitù, Riccardo Crivelli lo sa che la schiavitù è sempre esistita, nella storia dell'umanità, e ha riguardato tutte le razze e non solo quella nera? O non erano forse bianchi i Galli, e i Germani che i Romani portavano, e vendevano, a Roma dopo aver conquistato i loro territori? O Riccardo Critelli, e tutti quelli come lui che parlano di argomenti tanto complessi come se parlassero di Calcio, sa forse quello che preferirono fare le donne dei Cimbri e dei Teutoni dopo che i loro uomini erano stati sconfitti alla Aquae Sextiae nel 102 A.C.? Però su una cosa ha ragione Riccardo Crivelli, quel giorno rimarrà eterno... già... ma solo come una ETERNA VERGOGNA! |
| inviato il 18 Ottobre 2024 ore 18:01
@Paolo il Crivelli è capo del Tennis alla rosea. Lo leggo da sempre, mi sembra equilibrato. Nato nel '68 a Voghera, laureato in Giurisprudenza. Voghera è diventata popolare per "massaie di Voghera". Nel suo carcere di massima sicurezza (!!) fu avvelenato Michele Sindona. Famosi i "peperoni di Voghera" in Lombardia. Città di Carlo Bandirola, pilota delle 500 cc negli anni '50 (prima con Gilera di cui era stato collaudatore, poi con MV Agusta). C'è un altro suo articolo in cui intervista Sturla (classe '48), un medico pavese che volò a Kinshasha due volte per l'incontro, si trova sul sito della Gazzetta ma temo che sia per gli abbonati. Di sicuro c'è che Crivelli ha un inglese scolastico. Rumble è slang per zuffa, rissa, scontro. Fa dire a Sturla "rope-the-dope" invece di "rope-a-dope". Parla di 100,000 spettatori, sembra che fossero meno della metà. Ali non tornò mai in Zaire e neanche Foreman. Angelo Dundee ebbe a commentare in seguito che Ali era sì nero ma che con l'Africa non c'entrava niente, era irrimediabilmente un americano, con annesse contraddizioni. |
| inviato il 19 Ottobre 2024 ore 9:40
No Valerio, i 100.000 c'erano tutti... e più di qualcuno stimò fossero 120.000. Quel che è certo è che lo stadio era da 60.000 posti, e andò completamente esaurito, il ring fu montato al centro del rettangolo di gioco, e il campo stesso era letteralmente gremito di folla, pieno come un uovo. Un campo di gioco all'epoca era 110x70 metri, quindi la superficie era di circa 7700 m², calcola quattro persone al m² e siamo oltre 30.000 persone. Aggiungi la pista di atletica, tutti gli spazi di rispetto, e il fatto che le tribune erano letteralmente traboccanti di gente e vedi che i 100.000 sono sicuri... e i 120.000 tutt'altro che impossibili. |
| inviato il 19 Ottobre 2024 ore 9:54
In ogni caso, anche se fossero stati solo i 60.000 sugli spalti, 60.000 persone che urlano a squarciagola, di continuo, e per tutta la durata del match: "A-li boma-ye" - "A-li boma-ye" - "A-li boma-ye" beh quei 60.000 non stanno più sugli spalti... stanno tutti li, sul ring... e tutti a combattere con il tuo avversario. Ma anche questo è un discorso relativo amico mio, visto che conosciamo bene i termini della questione. |
| inviato il 19 Ottobre 2024 ore 10:17
@Paolo si può ancora acquistare il tuo libro su Amazon:
 C'è anche Foreman-Ali. Consiglierei agli appassionati di boxe di leggere il libro e poi tornare qui per discuterne. Io l'ho riletto più volte a partire dal 2019 quando lo acquistai. |
| inviato il 19 Ottobre 2024 ore 11:28
Comunque al botteghino il match fu un disastro epocale, non risulta essere stato venduto neppure un biglietto, e mi sarei stupito del contrario visto che lo Zaire era una delle Nazioni più povere al mondo. Due ore prima del match lo spazio antistante lo stadio era letteralmente gremito da una folla oceanica, ma lo stadio appariva desolantemente vuoto. A quel punto Dundee, pare, si recò da chi di dovere e fece aprire i cancelli dello stadio e fu solo a quel punto che la marea umana invase l'impianto. Dal punto di vista del semplice numero degli spettatori l'incontro resta uno dei più grandi successi della storia del Pugilato, secondo solo, forse, a quello di Shelby, in Montana, del 4 Luglio 1923 fra Dempsey e Gibbons, ma come questo, per quanto riguarda l'incasso al botteghino, fu un totale fallimento. Questo però non era un problema, perché tanto c'era chi pagava... |
| inviato il 19 Ottobre 2024 ore 19:33
... e ovviamente quello che pagava era uno che quando aveva bisogno di contanti mandava qualche tirapiedi a razzolare un paio di chili di diamanti, rigorosamente grezzi, in un campo di patate e risolveva il problema! |
| inviato il 19 Ottobre 2024 ore 19:36
Dal punto di vista dello sfruttamento economico il match di Kinshasa è stato uno scandalo unico. Si sono letteralmente spartiti le vesti di Cristo |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 0:28
Rumble in the Jungle, heavyweight boxing match held on October 30, 1974, between then heavyweight champion George Foreman and Muhammad Ali in Kinshasa, Zaire (now the Democratic Republic of the Congo). The fight was attended by 60,000 people and watched on television by as many as one billion worldwide. one billion = 1 miliardo, forse più realisticamente 700 milioni di spettatori della diretta TV. Chiaramente: un flop, perché l'incontro non interessava a nessuno. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 6:33
Interessava a chi di dovere Valerio... e per quelli è stato un affare da decine di milioni di dollari, oltre 100 pare, forse addirittura 120, una cifra che è straordinaria oggi... figuriamoci nel 1974. |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 16:33
sta roba di foreman Ali vedo che infiamma gli animi che nemmeno i migranti, la Meloni e la Schlein... quindi Ali era una pippa di atleta spinto dai poteri forti ed è diventato un'icona del tutto immeritatamente, mi pare di capire |
| inviato il 20 Ottobre 2024 ore 18:34
No no, aveva dei meriti, anzi aveva ben due grandi meriti: il Louisville Sponsoring Group, prima, e la Nation of Islam, dopo. In mezzo poi tutta una serie di circostanze favorevoli: i "nobili" natali; la sconfitta nella finale dei Trials per le Olimpiadi del 1960 alle quali - pertanto - non avrebbe dovuto partecipare; l'arresto di Frankie Carbo e "Blinky" Palermo e la fortuna di non essere finito stretto nelle loro "amorevoli" grinfie; la circostanza assai favorevole, ma tutt'altro che fortuita, di avere al suo fianco Angelo Dundee... fratello del ben più noto Chris Dindee; l'impopolarità di Liston; e la "non vittoria" americana in Vietnam. Oddio ci sarebbero altri risvolti, e anche tanti, da analizzare, ma mi limito a questi pochi innanzitutto perché una trattazione completa richiederebbe la scrittura di un libro su Ali che non ho alcuna voglia neppure di pensare... figuriamoci di mettere in atto, e in ogni caso gia questi pochi punti, nella loro lampante evidenza, possono essere di più che immediato approfondimento da parte di chicchessia. |
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