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Diritto di reso







user206375
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inviato il 03 Gennaio 2024 ore 11:30

Mario, anni fa presi un cell. per il compleanno di mia madre. Dopo due giorni inizió a lamentarsi del peso e decisi di fare il reso.
Il rivenditore voleva togliermi il 20%. perché usato.
Quelli della EU mi spiegarano che non aveva alcuna importanza, l'importante che fosse integro.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 11:39

Jazzcocks a parte il fatto che stiamo parlando di 63 scatti forse ti è sfuggito che il negoziante magicamente ha accettato il reso. Evidentemente tanto sicuro di vincere non lo era..
Poi fossi in te starei anche attento ad affermare che amazon vende come nuovi prodotti usati..rischi di finire in tribunale per diffamazione e loro i soldi per gli avvocati li hanno

user203495
avatar
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 11:51

Amazon.Già.
Restituito tre articoli.
Non hanno fatto una piega.
Poi fossi in te starei anche attento ad affermare che amazon vende come nuovi prodotti usati..rischi di finire in tribunale per diffamazione e loro i soldi per gli avvocati li hanno

+1;-)

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 11:54

Non ti preoccupare che non mi è sfuggito, ma questo non cancella le inesattezze che hai detto.
Semplicemente il negoziante ha preferito evitare rischi e si accolla il reso.
Chissà come lo gestirà.
Probabile che lo venderà come nuovo.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 11:56

Sulla base della mia esperienza personale, non ho mai ricevuto da Amazon prodotti riciclati spacciati per nuovi. Amazon specifica se si tratta di prodotti wharehouse, usati quando propone l'acquisto, così da risparmiare. Starei attento ad affermare certe cose e generalizzare se non si possono dimostrare. Ho acquistato anche su E Bay e anche li non ho mai avuto problemi, ho fatto due resi andati a buon fine (materiale usato) sempre per nel rispetto delle normative. Così pure nei negozi fisici, dove, ho sempre trovato professionalità e disponibilta'. Però, se un venditore decide di operare on line nel E- commerce, deve accettare alcune regole, scritte non da Pinco Pallo ma dalla legge che tutela i consumatori e che regola questo tipo di commercio. Gli operatori seri e consapevoli della loro buona fede e professionalità, meritano, da parte dell'acquirente, rispetto e onestà nel contratto, ma i furbi vanno sanzionati senza se e senza ma... da una parte e dall'altra.
Aggiungo che, al di la del risparmio e della possibiltà del reso più facile, con l'acquisto on line, io preferirei, comunque, l'acquisto di certi prodotti fotografici in negozio fisico. Tuttavia, nel mio caso, non disponendo nella mia citta di tale opportunità , vado di e commerce. anche perchè non sempre, nel negozio fisico trovi competenza e professionalità.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:08

Il punto, a mio avviso e parlando da commerciante, e' molto semplice.

La legge protegge (male) il consumatore. Difende (tenta di difendere) chi caccia il grano dalla torma di delinquenti che vendono prodotti fallati o non rispondenti alla descrizione SAPENDO DI FARLO.

L'obiettivo e' giusto. Un acquirente e' la parte debole. Il commerciante conosce il prodotto e nello specifico conosce i difetti del prodotto che sta vendendo.

Il nocciolo della questione pero' e' che la legge, come e' scritta, espone il commerciante all'attacco da parte dei "social surfer". Cioe' quella torma di individui che sfruttano la societa e le sue regole per trarne indebito guadagno.

Purtroppo questo e' un costo che pagano tutti. Una sorta di tassa occulta applicata dai "furbetti" a consumatori e venditori.


La pagano tutti perche' e' oramai necessario prevedere questi costi e spalmarli sui prezzi.
100 persone pagano di piu' il prodotto perche 4 o cinque possano "usarlo gratis per qualche giorno e restituirlo quasi nuovo".

il che vuole dire pagare tutti il 10% in piu' a causa di questi furbetti.

E' chiaro che se la percentuale dei furbetti dovesse aumentare oltre un certo limite il costo della ripresa sarebbe insopportabile per il commerciante. E' naturale che il commerciante tenti di limitare i "resi inutili". Cioe' in un primo momento opponga resistenza. Per filtrare chi semplicemente non ha solidi motivi per restituire l'oggetto.

Poi, una volta appurato che il cliente davvero non vuole il prodotto, alla fine il commerciante di solito abbozza ed accetta il reso.

Ma e' stupido pensare che la politica dei resi sia onere esclusivo e compito del commerciante.
Lo e' in una prima fase. Ma il costo e' spalmato sulla collettivita'.










avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:14

Salt vedila così..se un negoziante apre alla vendita online è per ricavarne profitto,perchè la platea di acquirenti si amplia in modo considerevole. Alcuni negozi online nemmeno hanno un negozio fisico.
Ora se il negoziante vuole trarne profitto deve anche mettere in conto di dover sottostare a delle regole che non ho scritto io e nemmeno gli utenti di questo forum (grazie al cielo).
Se non gli sta bene può levarsi da internet e rimanere esclusivamente con il suo negozio fisico.
Inoltre non mi pare che i negozianti di materiale fotografico siano molto inclini a sconti..molti applicano pedissequamente il prezzo di listino con il loro bel margine..e a rivendere oggetti provati con un po' di sconto ci guadagnano lo stesso.
Botte piena e moglie ubriaca non possono coesistere

Aggiungo un'altra cosa..se è davvero come dici tu..sono ben contento di accollarmi una parte del costo per tutelare gli acquirenti che acquistano online

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:25

Oppure il negoziante può cercare legittimamente di far valere i suoi diritti, ad esempio pretendendo l' integrità del bene reso.
Così come prevede la legge.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:32

Stiamo dicendo la stessa cosa.

Io vedo la questione dal punto di vista del commerciante (e del cliente quando compro).

Il commerciante che entra in internet sa benissimo che l'investimento sara' pari o superiore a quello di un negozio fisico.
Nessun negozio on line puo' essere efficiente come un negozio reale.

I costi sono altri. Smettiamola per piacere di confondere Amazon con il commercio "normale". Amazon commercia, ma non e' un venditore. E' un boxmover gestito e sostenuto da finanziarie. Il suo scopo non e' generare profitto ma occupare, colonizzare E MODELLARE spazi commerciali, costi quel che costi. Alle spalle ha capitali immensi, forniti da speculatori e sfrutta questi capitali per lavorare in perdita ma nel frattempo acquisire una posizione dominante.

Chi dice Amazon ce la fa... dovrebbe considerare che Amazon ha lavorato in forte perdita per oltre 15 anni. Oggi ce la fa perche per 15 anni, investitori di tutto il mondo hanno riversato soldi a pioggia nelle sue tasche.

Ora. il cardine di tutto e' stata appunto la GARANZIA che Amazon fornisce all'acquirente.
SE TI SENTI FREGATO DALL'ACQUISTO, AMAZON GARANTISCE E TI RIDA' I SOLDI.
punto.

Cosa che un piccolo ecommerce NON PUO' FARE.. perche alle spalle di solito ha una banca che CHIEDE SOLDI invece che DARLI.MrGreen

Lo si fa lo stesso, come il barista rifa' il caffe venuto troppo lungo. Ma se ad un certo punto i caffe da rifare diventano troppi il commerciante chiude fallito, Amazon incassa un giro di soldi dalle finanziarie e continua. occupando lo spazio lasciato libero dal fallito.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:34

100 persone pagano di piu' il prodotto perche 4 o cinque possano "usarlo gratis per qualche giorno e restituirlo quasi nuovo".


Ad alcuni che avevano l'abitudine di provare i prodotti in questo modo con Amazon, gli è andata male: in un ultima restituzione, Amazon non ha restituito il valore del bene sostenendo di aver ricevuto un sasso al posto dell'apparecchio fotografico, all'interno del pacco.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:42

ad esempio pretendendo l' integrità del bene reso


Integrità si intende che l'oggetto non devo prensentare segni d'uso.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:46

Ma se ad un certo punto i caffe da rifare diventano troppi il commerciante chiude fallito,


Si chiama rischio d'impresa


Nessun negozio on line puo' essere efficiente come un negozio reale.


Perchè mai?

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 12:58

Perchè mai?


e' ovvio..
Perche' un "negozio" virtuale richiede le stesse strutture e lo stesso magazzino di un negozio reale, ma non dispone della rendita di posizione e sopratutto si rivolge ad un pubblico molto piu variegato e vasto.

Inoltre il negozio virtuale ha costi che il reale non ha. pensa per esempio ai costi di consegna e incasso.
Il negozio reale incassa contante e consegna al cliente (che si e' sobbarcato la spesa ed il tempo necessari a raggiungere il negozio). Transazione chiusa. costo certo.

Il negozio virtuale incassa con pagamento digitale che costa circa 1,8% del totale tasse comprese. Deve consegnare spedendo il prodotto. Che va imballato, timbrato etichettato e spedito. Si deve assicurare sulla spedizione (la spedizione ha un rischio).
Deve gestire la mancata consegna, l'indirizzo inesistente, l'errore e cosi via.
In piu' , devi combattere contro i colossi transfrontalieri una guerra di prezzi al ribasso che non lascia scampo.
Vendi solo se sei il bestprice online... e lo vediamo quotidianamente qui sul forum no?
Tutti i 3d aperti chiedendo: il venditore sconosciuto che propone la fotocamera xxx a 10 euro in meno e' affidabile? qualcuno lo conosce?MrGreen

Faccio quello di mestiere.. quando ti dicono: metti su un ecommerce, checcivuole? mi metto a ridere...MrGreen
Checcivuole?...

P.S. attenzione, non sto dicendo che bisogna aprire negozi fisici... quelli sono destinati a fallire.
Sto dicendo che il nuovo scenario del commercio non prevede dettaglianti, per cui i costi di start up di una nuova attivita' sono decisamente piu' importanti di quelli classici del negozietto all'angolo o del negozio scintillante del centro.

Se osserviamo la mappa delle citta' i negozi vengono sostituiti da Manicure, parrucchieri, centri estetici,ristoranti e kebab.. le uniche attivita' che RICHIEDONO LA PRESENZA FISICA DEL CLIENTE.

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 13:00

Si chiama rischio d'impresa


no permettimi... il rischio d'impresa e' un'altra cosa.

Puoi dirmi cattiva gestione, prodotto scadente, manica troppo larga nell'accettare il reso...
ma quello non e' rischio d'impresa...

avatarsenior
inviato il 03 Gennaio 2024 ore 13:17

Perche' un "negozio" virtuale richiede le stesse strutture e lo stesso magazzino di un negozio reale, ma non dispone della rendita di posizione e sopratutto si rivolge ad un pubblico molto piu variegato e vasto.


Qui in Italia molti negozi fisici hanno anche il negozio online. Poi ci sono negozi online che nemmeno hanno la roba in magazzino e la ordinano dopo che uno ha pagato..altri ancora fanno dropshipping.
I modi per campare li hanno

Il negozio virtuale incassa con pagamento digitale che costa circa 1,8% del totale tasse comprese.


Molti accettano e incentivano il pagamento con bonifico

no permettimi... il rischio d'impresa e' un'altra cosa.


Se decido di mettermi online devo considerare anche che potrei avere dei resi da gestire e da rivendere..poi la si può chiamare come si vuole.

Comunque siamo andati off topic



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