| inviato il 14 Settembre 2023 ore 17:48
@Valgrassi Valerio perdonami ma a volte non capisco il senso dei tuoi interventi e il loro nesso con la discussione sia [IT] sullo sviluppo in CO sia [OT] sul personaggio Alì, se non così lontano da essere inteso quasi solo come un pretesto per parlar d'altro. Però sono cosciente di non essere un "iniziato" quindi sicuramente non percepisco dei nessi per altri ovvi. Puoi riassumere brevemente come tutti i personaggi che citi siano riconducibili ad uno dei temi in discussione e come si legano l'uno all'altro? Penso che se ne gioverebbero tutti, io per primo. Grazie |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 18:08
“ Siamo alla dossologia. „ Amen |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 18:15
@Jakk tralasciando la mia amicizia con Paolo e il fatto che mi sembra giusto invitare gli Juzini a comprare il suo libro. Il tema erano le annotazioni per la gestione in CO del ritratto di Ali. Mi sono ricordato che alla retrospettiva a Palazzo Reale di Milano Toscani aveva esposto suoi ritratti di Ali sicuramente non digitali. In rete trovi Toscani che afferma che i suoi idoli sono stati Bob Dylan e Ali. Poi ho anche trovato una sua dichiarazione ripostata da me qui in cui affermava di non tenere conto di Ali come pugile, ma di uno dotato di una insolità velocità di pensiero. Quello che normalmente si identifica con "intelligenza umana". Questo è un lato non molto noto di Ali. Ma si iscrive nella logica del ritratto secondo Toscani. Ai vecchi tempi avevo preso il librone "La mia autobiografia" (purtroppo in italiano) di Avedon. Ha usato una 8x10". Non sono un critico informato come Smargiassi, ma a me quei ritratti continuano a sconvolgermi. Toscani chiama Avedon Maestro, per me anche di più. Dopo avere assorbito "Caro Avedon", apro qui un 3d intitolato "Sciascia, Scianna e Toscani". |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 18:26
@Valbrassi Grazie Valerio, il nesso con Toscani è quello più evidente mentre lo sono meno i nessi con la biografia di Malaparte del Guerri e del Serra, per esempio. Comunque ti ringrazio per la spiegazione. |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 18:41
ma falla finita ... ******************** Ma falla finita tu. Lo dici tu stesso che Ali alzatosi in piedi crollò al tappeto esausto. Se Durham lo avessero fatto alzate in piedi Frazier avrebbe vinto per hé Ali sarebbe crollato a terra da solo. |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 18:47
se, se se ... se mia nonna aveva le ruote era una cariola. Ma pensa te ... colpa di Alì se Frazier non si alzò. |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 19:00
Ali, secondo quanto riferisce nella sua biografia "The Greatest" scritta in collaborazione con Richard Durham, comprese all'inizio dell'incontro che avrebbe potuto smorzare la potenza del campione ammortizzando i suoi pugni mentre era alle corde,?giungendo così a superare i primi furiosi round, soprattutto il terzo, che sino ad allora nessun avversario di "Big George" Foreman era riuscito a superare. *********************** Quella non è una autobiogragia è una vera e propria autoagiografia, e in quanto tale non ha alcun valore probatorio... leggerla è come chiedere al cantiniere se il vino e buono   Solo uno come te può prendere per buone delle affermazioni del genere. Piuttosto ci sono le interviste a Mirena Junior dove racconta per bene il trucco delle corde. In ogni caso su Stadio, una settimana prima di Kinshasa, Manocchia (se non ricordo male... dovrei controllare) aveva descritto per filo e per segno come si sarebbe svolto il match. Ma per lui preveggenze del genere non erano una novità... grazie a una dritta di Archie Parelli, una settimana prima del combattimento, aveva previsto anche la sconfitta di Liston a Miami |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 19:38
George Foreman stava parlando con Gareth A Davies *************************** Si certo. Capitò la stessa cosa anche a Mike Tyson. Da giovani, quando erano forti e invincibili, erano entrambi fans di Sonny Liston, Big George lo aveva anche conosciuto e lo frequentò per oltre un anno all'inizio della propria carriera professionistica; Iron Mike invece non aveva conosciuto Liston, nel 1970 del resto aveva solo quattro anni, ma glie ne aveva parlato Cus D'Amato il quale lo aveva forgiato pugilisticamente in uno stile che, sia dentro che fuori dal ring, ricordava volutamente quello di Liston. E di fatto entrambi si consideravano eredi di Sonny Liston, e pertanto trattavano la stampa allo stesso modo. Questo quando le cose andavano bene... ovviamente. Quando poi le cose non andarono piu bene entrambi divennero più morbidi, iniziarono a rivalutare Ali, e impararono a ingraziarsi la carta stampata... secondo i suoi dettami. Che dire: due discreti paraculi... A proposito: entrambi, quando ispirandosi a Liston lo imitavano, ebbero come allenatore Joe Polino, che era stato cornerman di Sonny Liston appunto... quando chiesero a Polino chi fosse il più forte dei tre egli rispose: Sonny Liston... ma di gran lunga! |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 19:38
“ Faccio fatica a capire le note dello stampatore: per esempio: -in alcuni punti c'è scritto +2/5 -in altri +3 Il primo pensavo fosse il contrasto e il secondo il tempo di esposizione come somma differenza dal tempo base per il quale è esposto tutto il negativo. Secondo voi questa stampa è stata eseguita con contrasto diverso a seconda delle zone? Voi cosa ne pensate? In se (se non fosse stampata a contrasto differente) non è così complicata come sembra, richiede solo molta pazienza per essere messa a punto. Diciamo che con il fotografo a fianco in buon stampatore in 2-3 ore riesce a metterla a punto. Se traduciamo questo tempo in soldi… meglio non pensarci… „ Ciao I numeri interi col '+', +3, +10 etc, dovrebbero essere le bruciature in secondi. Fin qui facile. Per quanto riguarda le frazioni provo a buttarla lì: il denominatore è sempre 5, quindi potrebbe essere riferito alla filtratura degli ingranditori a condensatori che normalmente hanno appunto 5 gradi. Quindi 2/5 potrebbe indicare l'utilizzo del grado di filtratura 2 su 5? Usare in fase di mascheratura filtri di grado ridotto (2-3max) mantiene contrasto e grana ridotti , utile per rendere la 'postproduzione' più morbida, ad es in aree omogenee come un cielo o uno sfondo. È la mia interpretazione, spero che qualcuno più esperto possa intervenire. Faccio pochissime mascherature e tendo ad usare la stessa filtratura della stampa finale, usare filtri diversi significa fare provini per ogni grado di filtratura.....e così certo che vanno via 3 ore e più per una stampa. Alla Magnum vale la pena , a casa mia no (non ancora :) ) La postproduzione è sempre esistita. Inizia prima di scattare la foto, già nel momento in cui decidi di prendere la fotocamera on mano postimages.org/ postimages.org/



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| inviato il 14 Settembre 2023 ore 20:01
Un viaggio distopico questo thread Sembra di essere strafatti a leggerlo |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 20:08
@Teofilatto: penso anche io che la tua sia una interpretazione corretta in termini almeno di esposizione. Da tenere presente come sia possibile che ci siano anche dei segni e linguaggi che possano essere propri di uno stampatore o di una agenzia: insomma, una specie di linguaggio personalizzato e condiviso. Molto esemplificativa l'ultima foto in cui si vede l'intervento dello stampatore nell' esaltare i riflessi dell'auto, il buio dentro ma con un bel riflesso sul sedile a dare profondità, lo schiarimento del viso che aveva ombre troppo chiuse e, soprattutto dei capelli che esaltano il viso dell'attrice: se è tutto vero, un lavoro molto accurato. Molto interessante |
| inviato il 14 Settembre 2023 ore 23:16
@Teofilatto, La pensiamo uguale riguardo alle note vedo. Mi stupisce vedere che già allora utilizzassero differenti gradazioni di contrasto sulla stessa stampa. Complica le cose, probabilmente ne vale la pena. Non capisco tutto questo stupore, la stampa è sempre stato un modo di interpretare il negativo, che deve essere condiviso tra l'operatore è il fotografo (se non sono la stessa persona). Il livello di complessità è pari soltanto alla capacità e alla sensibilità dello stampatore. Se l'obiettivo finale è la foto stampata, tutto questo deve far parte del processo in maniera attiva. L'obiettivo non è produrre un negativo “che si stampi da solo” perché spesso non è possibile visto che i toni di grigio (chiari e scuri per esempio) che vogliamo in stampa non sono quello presenti nella scena reale. Sarò provocatorio ma sappiamo tutti che la fotografia in bn non rappresenta la realtà, noi vediamo quello che l'autore vuole mostrarci, che legato indissolubilmente alle sue capacità di gestire tutto il processo dallo scatto alla stampa, passando per il negativo. | |

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